Febbre alta dopo rimozione catetere post blocco urinario
Buongiorno,
soffro di ipertrofia prostatica da oltre 10 anni e sono stato operato due volte (nel 2005 e nel 2013) con la pratica TURP.
Il 10 dicembre mi sono recato al pronto soccorso perché non riuscivo più ad urinare e mi hanno inserito un catetere per svuotare la vescica. L'urologo che mi ha visitato mi ha prescritto di tenere il catetere per 5 giorni, di prendere una pastiglia di antibiotico al giorno e delle bustine per favorire il transito intestinale, poiché ero bloccato anche con l'intestino.
Durante i cinque giorni in cui sono stato cateterizzato ho avvertito dei forti dolori, quasi costanti, sull'orifizio e nel pene e ho avuto sempre una temperatura sui 37.1, nonostante l'antibiotico.
Il giorno 16 dicembre sono andato a farmi togliere il catetere; al momento della rimozione i dolori sono stati ancora più forti ed è uscito anche sangue, ma il giorno successivo non avevo più febbre.
Febbre che, invece, è tornata da ieri pomeriggio, solo che questa volta la temperatura non è rimasta costante e bassa, ma ha iniziato a salire e attualmente ce l'ho a 38.5.
Il mio medico generico nel week-end non è contattabile e quindi volevo sapere:
1. se questa febbre può essere in qualche modo correlata alla rimozione del catetere
2. che cosa posso assumere per far diminuire la temperatura, in quanto molti dei farmaci antifebbrili sono controindicati per chi soffre di ipertrofia prostatica.
A fine novembre ho avuto la febbre alta (temperature sui 38/39.5), a causa di un'infreddatura, che ho curato assumendo delle pastiglie di paracetamolo da 500 mg per alcuni giorni. A seguito degli eventi delle scorse settimane, però, ho paura a prendere di nuovo il paracetamolo in quanto temo sia stato proprio quello a causare il blocco urinario.
Vi ringrazio in anticipo per qualsiasi informazione potrete fornirmi.
Cordiali saluti
soffro di ipertrofia prostatica da oltre 10 anni e sono stato operato due volte (nel 2005 e nel 2013) con la pratica TURP.
Il 10 dicembre mi sono recato al pronto soccorso perché non riuscivo più ad urinare e mi hanno inserito un catetere per svuotare la vescica. L'urologo che mi ha visitato mi ha prescritto di tenere il catetere per 5 giorni, di prendere una pastiglia di antibiotico al giorno e delle bustine per favorire il transito intestinale, poiché ero bloccato anche con l'intestino.
Durante i cinque giorni in cui sono stato cateterizzato ho avvertito dei forti dolori, quasi costanti, sull'orifizio e nel pene e ho avuto sempre una temperatura sui 37.1, nonostante l'antibiotico.
Il giorno 16 dicembre sono andato a farmi togliere il catetere; al momento della rimozione i dolori sono stati ancora più forti ed è uscito anche sangue, ma il giorno successivo non avevo più febbre.
Febbre che, invece, è tornata da ieri pomeriggio, solo che questa volta la temperatura non è rimasta costante e bassa, ma ha iniziato a salire e attualmente ce l'ho a 38.5.
Il mio medico generico nel week-end non è contattabile e quindi volevo sapere:
1. se questa febbre può essere in qualche modo correlata alla rimozione del catetere
2. che cosa posso assumere per far diminuire la temperatura, in quanto molti dei farmaci antifebbrili sono controindicati per chi soffre di ipertrofia prostatica.
A fine novembre ho avuto la febbre alta (temperature sui 38/39.5), a causa di un'infreddatura, che ho curato assumendo delle pastiglie di paracetamolo da 500 mg per alcuni giorni. A seguito degli eventi delle scorse settimane, però, ho paura a prendere di nuovo il paracetamolo in quanto temo sia stato proprio quello a causare il blocco urinario.
Vi ringrazio in anticipo per qualsiasi informazione potrete fornirmi.
Cordiali saluti
[#1]
Esiste anche la guardia medica, perbacco ... per tanti che la sfruttano senza motivo lei ne avrebbe certamente ben d'onde! Comunque il legame di questo rialzo febbrile con le recenti manovre legate al cateterismo è evidente. In prima battuta, la febbre può essere trattata con il molto maneggevole paracetamolo (Tachipirina ed altri) che le assicuriamo non ha alcun legame con le manifestazioni ritentive. E' peraltro evidente che debba essere associato un antibiotico, questo deve essere scelto da un medico o uno specialista, in base alla cura precedente ed altri fattori di maggiore o minore convenienza. Lei non ci parla della qualità attuale della sua minzione, presumiamo che sia accettabile, d'ogni modo sarebbe il caso che una mano esperta le palpasse l'addome per comprendere precocemente se si stia nuovamente instaurando una ritenzione.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 18.8k visite dal 19/12/2015.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Prostata
La prostata è la ghiandola dell'apparato genitale maschile responsabile della produzione di liquido seminale: funzioni, patologie, prevenzione della salute prostatica.