Urine lattiginose e fastidio cronico
Salve, ringrazio anticipatiamente chiunque avrà la pazienza di leggere il breve esposto: esordisco subito specificando che la sintomatologia che segue è PRECEDENTE a quelle riguardanti gli altri consulti medici richiesti e probabilmente NON CORRELATA.
In data 30 dicembre 2011, mentre mi accingo ad urinare, vengo colto da fortissimo bruciore all'atto della minzione, mentre l'urina appariva praticamente latte e torbida. Nei giorni successivi, e da allora sempre, inizio ad avvertire i seguenti disturbi:
-Cronico stimolo ad urinare; nel tempo ho imparato a sopportarlo e gestirlo, quindi ora, pur avendolo sempre, riesco a ignorarlo, spesso
-Frequenti fitte in sede prostatica-anale-pelvica, specialmente dopo intensi periodi di attività sessuale
-Sensazione di incompleto svuotamente della vescica alla minzione, come se il passaggio dell'urina venisse rapidamente interrotto lasciandomi con ulteriore bisogno di urinare; preciso che nella quasi totalità dei casi non è una mera sensazione, e che a le mie minzioni spesso si compongono di 2-3 tentativi nell'arco di pochi minuti (meno di 10)
-Gocciolamento sovrabbondante (dopo aver urinato, anche se ho cura di asciugarmi e pulirmi, perdo alcune gocce di urina dalla punta del pene)
-Dopo il primo getto più intenso e regolarmente discendente, avverto il flusso di urina scendere più lentamente; spesso devo aspettare anche 20 secondi perchè venga fuori qualche goccia
Ho eseguito, in passato, diverse visite urologiche, sia alla ricerca di entità batteriologiche infettive che uroflossometriche,con residuo post-minzionale minimo o inesistente, nonchè ecografia testicoli,vescica, palpazione prostatica digitale e sono risultate tutte negative, con diagnosi di prostatite giovanlie. Non ho dati alla mano,ma posso procurarmeli qualora necessario.
Specifico che ho una fimosi non ancora operata (lo so, sono un cretino), ma ha detta di tutti gli specialisti che mi hanno visitato, essa non ha ruolo in questo mio disturbo.
Analogamente, in passato ho avuto dei brevissimi episodi di minima presenza "sabbiosa" nei reni, così definita perchè talmente infima da non essere catalogabile come calcolo renale.
Ho assunto diversi omeopatici e non che non hanno attenuato per nulla il fastidio; solo un'abbondante idratazione ed un alimentazione priva di elementi infiammanti mi permettono di alleviare adeguatamente il disturbo.
Esiste qualche esame ulteriore che dovrei considerare, o qualche diagnosi forse più calzante ? ma soprattutto, sapendo che non potete prescrivere nulla, credete esista qualche farmaco capace di procurarmi un po' di sollievo ? ma soprattutto, credete che in tutto questo tempo la patologia possa essersi "radicata" divenendo indebellabile ? quella è la mia paura più grande..purtroppo, per motivi sia logistici, che di lavoro, che di sfiducia, ho molto trascurato questo problema negli ultimi anni, anche se so che non avrei dovuto..
Grazie infinite a tutti quanti avranno la pazienza di rispondere
In data 30 dicembre 2011, mentre mi accingo ad urinare, vengo colto da fortissimo bruciore all'atto della minzione, mentre l'urina appariva praticamente latte e torbida. Nei giorni successivi, e da allora sempre, inizio ad avvertire i seguenti disturbi:
-Cronico stimolo ad urinare; nel tempo ho imparato a sopportarlo e gestirlo, quindi ora, pur avendolo sempre, riesco a ignorarlo, spesso
-Frequenti fitte in sede prostatica-anale-pelvica, specialmente dopo intensi periodi di attività sessuale
-Sensazione di incompleto svuotamente della vescica alla minzione, come se il passaggio dell'urina venisse rapidamente interrotto lasciandomi con ulteriore bisogno di urinare; preciso che nella quasi totalità dei casi non è una mera sensazione, e che a le mie minzioni spesso si compongono di 2-3 tentativi nell'arco di pochi minuti (meno di 10)
-Gocciolamento sovrabbondante (dopo aver urinato, anche se ho cura di asciugarmi e pulirmi, perdo alcune gocce di urina dalla punta del pene)
-Dopo il primo getto più intenso e regolarmente discendente, avverto il flusso di urina scendere più lentamente; spesso devo aspettare anche 20 secondi perchè venga fuori qualche goccia
Ho eseguito, in passato, diverse visite urologiche, sia alla ricerca di entità batteriologiche infettive che uroflossometriche,con residuo post-minzionale minimo o inesistente, nonchè ecografia testicoli,vescica, palpazione prostatica digitale e sono risultate tutte negative, con diagnosi di prostatite giovanlie. Non ho dati alla mano,ma posso procurarmeli qualora necessario.
Specifico che ho una fimosi non ancora operata (lo so, sono un cretino), ma ha detta di tutti gli specialisti che mi hanno visitato, essa non ha ruolo in questo mio disturbo.
Analogamente, in passato ho avuto dei brevissimi episodi di minima presenza "sabbiosa" nei reni, così definita perchè talmente infima da non essere catalogabile come calcolo renale.
Ho assunto diversi omeopatici e non che non hanno attenuato per nulla il fastidio; solo un'abbondante idratazione ed un alimentazione priva di elementi infiammanti mi permettono di alleviare adeguatamente il disturbo.
Esiste qualche esame ulteriore che dovrei considerare, o qualche diagnosi forse più calzante ? ma soprattutto, sapendo che non potete prescrivere nulla, credete esista qualche farmaco capace di procurarmi un po' di sollievo ? ma soprattutto, credete che in tutto questo tempo la patologia possa essersi "radicata" divenendo indebellabile ? quella è la mia paura più grande..purtroppo, per motivi sia logistici, che di lavoro, che di sfiducia, ho molto trascurato questo problema negli ultimi anni, anche se so che non avrei dovuto..
Grazie infinite a tutti quanti avranno la pazienza di rispondere
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Come certamente avrà già percepito leggendo almeno alcune delle risposte alle migliaia di consulti che ci vengono richiesti in tema di "prostatite cronica", si tratta di una situazione per la quale non vi sono ancora oggi a disposizione delle terapie di sicuro effetto. Ogni specialista si comporta quindi in base alle proprie abitudini ed esperienza, ma è abastanza evidente che più che farmaci ed integratori alomentari, le maggiori possibilità di miglioramento stanno nel rigoroso rispetto di indicazioni inerenti lo stile di vita, in particolare idratazione, almentazione, funzione intestinale, attività fisica ed attività sessuale. Soprattutto ci vule costanza e pazienza, oltre a confrontarsi con uno specialsita, meglio sempre lo stesso, con il quale si riesca ad intrattenere un buon rapporto di comunicazione e fiducia.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.7k visite dal 04/12/2015.
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