Una anestesia generale, una nuova manovra endoscopica
Salve,
ho subito un intervento di endoscopia con laser per rimuovere 3 calcoli nel rene dx, asintomatici, delle dimensioni (secondo ecografia) di 3, 4 e 5 mm.
A seguito dell'intervento, in anestesia totale, il medico ha riferito di aver trattato solo il calcolo di 5 mm poiché gli altri erano mobili ed è stato impossibile afferrarli.
I frammenti rimasti nel rene sono, a dire dei medici, di 2-3 mm e per questo motivo mi è stato inserito uno stent.
A parte la grande delusione poiché mi era stato prospettato come un intervento "banale" (testuali parole), in anestesia spinale e non totale e da me accettato poiché il mio scopo era la risoluzione del problema prima ancora che esso mi si fosse presentato attraverso coliche...ora, secondo i dottori, dovrei tenere lo stent per un mese e nel momento stesso in cui mi verrà tolto procederanno, in anestesia di nuovo generale, a tornare nel rene destro per controllare se i frammenti sono stati espulsi.
In caso negativo proveranno di nuovo a trattarli e se non dovessero riuscirci applicheranno di nuovo uno stent per 7-8 giorni.
Nel corso di questo stesso intervento saliranno nel rene sinistro per controllare eventuale presenza di calcoli (un'ecografia aveva rilevato un calcolo di 2 mm).
Io non vorrei sopportate di nuovo una anestesia generale, una nuova manovra endoscopica a carico degli ureteri così come non vorrei tenere lo stent per 30 giorni poiché mi causa dolore forte al rene (controllato ora con Urodis 200mg ogni 12 ore) ogni volta che urino.
Spinto dalla delusione vorrei solamente che mi fosse tolto lo stent, con la speranza che in questi giorni i 2 frammenti escano da soli.
A tal proposito ho pensato di effettuare un'ecografia accurata per vedere se il rene è libero da tali frammenti.
Qual è la vostra opinione su tutto ciò?
ho subito un intervento di endoscopia con laser per rimuovere 3 calcoli nel rene dx, asintomatici, delle dimensioni (secondo ecografia) di 3, 4 e 5 mm.
A seguito dell'intervento, in anestesia totale, il medico ha riferito di aver trattato solo il calcolo di 5 mm poiché gli altri erano mobili ed è stato impossibile afferrarli.
I frammenti rimasti nel rene sono, a dire dei medici, di 2-3 mm e per questo motivo mi è stato inserito uno stent.
A parte la grande delusione poiché mi era stato prospettato come un intervento "banale" (testuali parole), in anestesia spinale e non totale e da me accettato poiché il mio scopo era la risoluzione del problema prima ancora che esso mi si fosse presentato attraverso coliche...ora, secondo i dottori, dovrei tenere lo stent per un mese e nel momento stesso in cui mi verrà tolto procederanno, in anestesia di nuovo generale, a tornare nel rene destro per controllare se i frammenti sono stati espulsi.
In caso negativo proveranno di nuovo a trattarli e se non dovessero riuscirci applicheranno di nuovo uno stent per 7-8 giorni.
Nel corso di questo stesso intervento saliranno nel rene sinistro per controllare eventuale presenza di calcoli (un'ecografia aveva rilevato un calcolo di 2 mm).
Io non vorrei sopportate di nuovo una anestesia generale, una nuova manovra endoscopica a carico degli ureteri così come non vorrei tenere lo stent per 30 giorni poiché mi causa dolore forte al rene (controllato ora con Urodis 200mg ogni 12 ore) ogni volta che urino.
Spinto dalla delusione vorrei solamente che mi fosse tolto lo stent, con la speranza che in questi giorni i 2 frammenti escano da soli.
A tal proposito ho pensato di effettuare un'ecografia accurata per vedere se il rene è libero da tali frammenti.
Qual è la vostra opinione su tutto ciò?
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In questo campo, professionisti diversi possono avere opinioni anche parecchio differenti tra loro. In linea di massima, con il tempo, si è andato via via riducendo il tempo per cui si mantiene in sede lo stent ureterale dopo le procedure endoscopiche sulle alte vie urinarie. Noi abitualmente indichiamo 5-7 giorni, in assenza di complicazioni particolari, ma sappiamo che altri Colleghi sono prudenzalmente abituati a tempi più lunghi e su questo ovviamente non possiamo commentare. L'ipotesi di ripetere una ureteroscopia per calcoli residui così piccoli ci pare invece meritevole di discussione. Non vorremmo esserci perso qualche dettaglio importante che spinga a voler cercare la pulizia completa, anche in assenza di sintomi evidenti. In linea di massima, concrezioni al di sotto dei 5 mm sono destinate ad essere espulse anche senza particolari disturbi. La cosa più opportuna è appunto ripetere un'ecografia ed una radiografia renale diretta, quindi prendere una decisione, nella massima serenità.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Gentilissimo Dottore, la ringrazio della risposta.
Sicuramente seguirò il suo consiglio, al tal proposito le chiedo se è opportuno eseguire sia l'ecografia che la radiografia renale diretta oppure è sufficiente solo una delle due.
Le pongo inoltre alcune brevi domande:
- Durante l'intervento precedente mi è stata trattata una piccola stenosi dell'uretra con uno stent che ha allargato il passaggio. E' possibile che tale stent sia rimosso contemporaneamente a quello dell'uretere o i tempi di permanenza affinché risolvi la stenosi sono più lunghi?
- Sto bevendo molto, spesso le mie urine sono chiare, poche volte torbide. Quest'ultima condizione è normale in questi casi?
- L'esame metabolico può essere effettuato anche in presenza di eventuali residui di calcoli nei reni o essi potrebbero inficiare il risultato dei test?
Cordiali Saluti.
Sicuramente seguirò il suo consiglio, al tal proposito le chiedo se è opportuno eseguire sia l'ecografia che la radiografia renale diretta oppure è sufficiente solo una delle due.
Le pongo inoltre alcune brevi domande:
- Durante l'intervento precedente mi è stata trattata una piccola stenosi dell'uretra con uno stent che ha allargato il passaggio. E' possibile che tale stent sia rimosso contemporaneamente a quello dell'uretere o i tempi di permanenza affinché risolvi la stenosi sono più lunghi?
- Sto bevendo molto, spesso le mie urine sono chiare, poche volte torbide. Quest'ultima condizione è normale in questi casi?
- L'esame metabolico può essere effettuato anche in presenza di eventuali residui di calcoli nei reni o essi potrebbero inficiare il risultato dei test?
Cordiali Saluti.
[#3]
E' opportuno ripetere entrambi gli accertamenti. Per il resto ...
- le stenosi dell'uretra non si trattano ordinariamente con gli stent ... è molto probabile che ci sia un equivoco, cerchi di chiarie;
- finché lo stent è in sede, il colore delle urine può essere molto variabile e non ha alcun significato sul decorso post-operatorio;
- l'esame metabolico non è influenzato dai calcoli o dai loro residui presenti nei reni.
- le stenosi dell'uretra non si trattano ordinariamente con gli stent ... è molto probabile che ci sia un equivoco, cerchi di chiarie;
- finché lo stent è in sede, il colore delle urine può essere molto variabile e non ha alcun significato sul decorso post-operatorio;
- l'esame metabolico non è influenzato dai calcoli o dai loro residui presenti nei reni.
[#5]
Utente
Gentile Dottore, ho fatto l'ecografia dalla quale risulta un calcolo di 4.3 mm in sede pielica. Non si esclude la presenza di ulteriori formazioni micro litiasiche di minori dimensioni (2.1 mm e 2.8 mm)
Ora io dovrei scegliere se togliere lo stent (lo porto da 2 settimane) consapevole che l'eventuale passaggio dei calcoli puo' darmi coliche oppure, come affermato dal dottore che ha fatto l'intervento, nel momento in cui mi toglierà lo stent, invece che sedazione farà un'anestesia totale e tornerà nel rene a controllare ed eventualmente a prendere ciò che non erano riusciti a prendere con la prima operazione.
Lei cosa consiglia?
Forse dovrei tenere lo stent ancora del tempo sperando che escano i calcoli?
I calcoli in posizione pielica hanno buone possibilità di uscire?
Grazie anticipatamente per la risposta.
Ora io dovrei scegliere se togliere lo stent (lo porto da 2 settimane) consapevole che l'eventuale passaggio dei calcoli puo' darmi coliche oppure, come affermato dal dottore che ha fatto l'intervento, nel momento in cui mi toglierà lo stent, invece che sedazione farà un'anestesia totale e tornerà nel rene a controllare ed eventualmente a prendere ciò che non erano riusciti a prendere con la prima operazione.
Lei cosa consiglia?
Forse dovrei tenere lo stent ancora del tempo sperando che escano i calcoli?
I calcoli in posizione pielica hanno buone possibilità di uscire?
Grazie anticipatamente per la risposta.
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Pur con i limiti dell'ecografia, che abitualmente tende a sovrastimare le dimensioni dei piccoli calcoli, non ci pare che la situazione sia sostanzialmente molto diversa da prima dell'intervento. La decisione su come proseguire il trattamento non è semplice ed in massima parte dipende da lei, dalle sue esigenze e dalla sua attitudine psicologica. In questi casi noi portiamo sempre l'esempio di alcune categorie professionali per cui il rilievo di calcoli delle vie urinarie comporta la perdita immediata delle funzioni operative, come i piloti professionisti od i militari in missione. In questi casi non vi è altra alternativa che rimuovere velocemente i calcoli in qualsiasi modo, di qualsiasi dimensione essi siano. In un mondo meno esasperato, si può anche scendere a qualche compromesso. I piccoli calcoli possono essere espulsi spontaneamente, talora anche senza disturbi così intensi. Un'altra alternativa ė l'appicazione di onde d'urto dall'esterno (ESWL), anche se i calcoli più piccoli sono talora difficili da mirare e trattare. In linea di massima, come abbiamo già detto, la ripetizione di un intervento endoscopico dovrebbe avere delle motivazioni molto forti.
[#7]
Utente
Dottore, parlando di attitudine psicologica ha centrato in pieno la motivazione che mi ha spinto ad intervenire...il tendere a risolvere un problema nel momento in cui se ne viene a conoscenza senza aspettare, come in questo caso, eventuali sintomi o una crescita di dimensioni.
Se ci aggiunge il dolore che si prova per le coliche ed il fatto di viver solo...
Ho provato l'intervento, purtroppo non è andata come speravo. A ciò si è aggiunta ora una subentrata mancanza di fiducia verso chi ha svolto l'operazione, definita banale e di sicura riuscita, con anestesia locale e dopo 2 ore dismesso.
Trovo davvero poco professionale non la mancata riuscita dell'intervento quanto il fatto di non aver informato il paziente di tutte le eventualità.
Sono propenso a non subire una nuova endoscopia ma chiedere solo la rimozione dello stent.
A tal proposito le chiedo se è il caso di tenerlo ancora per un po' sperando che, bevendo 2,5-3 L d'acqua al giorno, qualche calcolo esca oppure non aspettare ancora.
Ma un calcolo in posizione pielica ha buone possibilità di uscire nel breve tempo?
Grazie per la sua disponibilità.
Se ci aggiunge il dolore che si prova per le coliche ed il fatto di viver solo...
Ho provato l'intervento, purtroppo non è andata come speravo. A ciò si è aggiunta ora una subentrata mancanza di fiducia verso chi ha svolto l'operazione, definita banale e di sicura riuscita, con anestesia locale e dopo 2 ore dismesso.
Trovo davvero poco professionale non la mancata riuscita dell'intervento quanto il fatto di non aver informato il paziente di tutte le eventualità.
Sono propenso a non subire una nuova endoscopia ma chiedere solo la rimozione dello stent.
A tal proposito le chiedo se è il caso di tenerlo ancora per un po' sperando che, bevendo 2,5-3 L d'acqua al giorno, qualche calcolo esca oppure non aspettare ancora.
Ma un calcolo in posizione pielica ha buone possibilità di uscire nel breve tempo?
Grazie per la sua disponibilità.
[#8]
È stato ripetutamente dimostrato che lo stent non favorisce, ma piuttosto ostacola l'espulsione di calcoli o loro frammenti, poichè la sua presenza di fatto occupa spazio all'interno dell'uretere, ma soprattutto ne arresta la ritmica attività muscolare (peristalsi) che normalmente sospinge l'urina dal rene alla vescica. Lo stent dopo gli interventi endoscopici viene inserto solo per facilitare lo scarico dell'urina fino a quando le pareti dell'uretere abbiano superato il trauma della strumentazione. In casi normali, nella nostra esperienza 5-7 giorni sono sufficienti.
[#9]
Utente
Gentile Dott. Piana, prima dell'intervento ho eseguito lo studio metabolico per comprendere l'origine della calcolosi.
Potassio, Sodio, Calcio, Cloro, Magnesio, Fosforo, Acido urico (sierici ed urinari 24h) e Paratormone.
Dalle analisi non risulta niente di anomalo.
A queste dovrei aggiungere il citrato nel sangue e nelle urine delle 24h?
Potassio, Sodio, Calcio, Cloro, Magnesio, Fosforo, Acido urico (sierici ed urinari 24h) e Paratormone.
Dalle analisi non risulta niente di anomalo.
A queste dovrei aggiungere il citrato nel sangue e nelle urine delle 24h?
[#10]
Il 90% delle indagini metaboliche risultano negative, si eseguono comunque lo stesso perché nei pochi casi in cui si rilevano alterazioni, talora basta un piccolo accorgimento per risolvere un grande problema. L'ossaluria e la citraturia delle 24 ore completano in genere questi esami di primo livello.
[#15]
Utente
Salve dott. Piana, alla fine mi sono rivolto ad un centro specializzato in calcolosi e con un eswl ho trattato i calcoli residui e tolto lo stent.
Tornando agli esami metabolici di cui le chiedevo...è certo mia premura riuscire attraverso il loro studio a capire e prevenire il problema.
Gli urologi di questo centro non danno però così grande importanza allo studio metabolico, anzi mi sono sembrati piuttosto freddi.
Anche sull'utilizzo del Citrato di potassio e magnesio, in caso di ipocitraturia..."male non fa...ma non risolve il problema"
Le chiedo...sono davvero importanti questi studi per chi soffre di calcolosi urinaria? Ed attraverso essi si riesce a diminuire la possibilità di recidive?
Non sapendo a chi rivolgermi, dato che questo centro non reputa importante tale aspetto, girovagando su internet ho trovato il "LITHO CENTER - Laboratorio di Calcolosi Renale per lo studio metabolico del rischio litogeno."
A suo parere è un centro attendibile?
Tornando agli esami metabolici di cui le chiedevo...è certo mia premura riuscire attraverso il loro studio a capire e prevenire il problema.
Gli urologi di questo centro non danno però così grande importanza allo studio metabolico, anzi mi sono sembrati piuttosto freddi.
Anche sull'utilizzo del Citrato di potassio e magnesio, in caso di ipocitraturia..."male non fa...ma non risolve il problema"
Le chiedo...sono davvero importanti questi studi per chi soffre di calcolosi urinaria? Ed attraverso essi si riesce a diminuire la possibilità di recidive?
Non sapendo a chi rivolgermi, dato che questo centro non reputa importante tale aspetto, girovagando su internet ho trovato il "LITHO CENTER - Laboratorio di Calcolosi Renale per lo studio metabolico del rischio litogeno."
A suo parere è un centro attendibile?
[#16]
Utente
Gentile Dott. Piana, dopo aver svolto gli esami metabolici (Potassio, Sodio, Calcio, Cloro, Magnesio, Fosforo, Acido urico (sierici ed urinari 24h) e Paratormone), i quali erano tutti nella norma, ho completato gli esami di primo livello con l'ossaluria e la citraturia.
Ossaluria: 9 mg/24h
Citraturia: 280 mg/24h.
Mi aspettavo il citrato basso invece è nella norma, mentre l'assalato è basso.
Che significato hanno per lei tali risultati?
Credo io debba fare altre indagini metaboliche per capire l'origine della calcolosi?
Grazie mille.
Ossaluria: 9 mg/24h
Citraturia: 280 mg/24h.
Mi aspettavo il citrato basso invece è nella norma, mentre l'assalato è basso.
Che significato hanno per lei tali risultati?
Credo io debba fare altre indagini metaboliche per capire l'origine della calcolosi?
Grazie mille.
[#19]
Sostanzialmente ... Oltre a questo, cioccolato e frutta secca sono quello di cui (seppure raramente) qualcuno riesce ad abusare. Il resto sono dettegli, nessuno fa abitualmente indigestione di spinaci od asparagi. Abbiamo comunque pubblicato qui su Medicitalia un sunto delle prescrizioni dietologiche, le troverà facilmente ricercando sotto calcolosi-dieta.
Questo consulto ha ricevuto 19 risposte e 7.3k visite dal 06/10/2015.
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