Tac addome per macroematurie frequenti, ipotesi di lesioni primitive

Gentili dottori,

mia madre di di 71 anni soffre di macroematurie frequenti con emazie a tappeto (riscontrate in esame delle urine). Gli esami del sangue erano nella norma, l'urinocultura negativa, citologico (3 capioni) negativa. Questi ultimi due esami ripetuti tre volte da maggio ad agosto.

[b]Quesito diagnostico: ematuria.[/b]
Indagine eseguita prima e dopo somministrazione di mezzo di contrasto per via endovenosa in fase arteriosa, venosa e tardiva.
Si dispone di precedente esame ecotomografico.
Con la presente metodica il fegato appare steatosico, esente da lesioni focali.
Nella norma la milza, il pancreas e i surreni.
Il rene sinistro è nei limiti di norma.
Il rene destro presenta corticale di spessore regolare e vie escretrici non dilatate
ma in corrispondenza del bacinetto sono riconoscibili almeno 3 aree dotate di intenso enhancement contrastografico
in fase arteriosa che si configurano come difetti di riempimento in fase urografica:
le formazioni descritte hanno un diametro massimo di 6mm e sono da riferire in [b]prima ipotesi a lesioni primitive[/b].
Indispensabile controllo del Clinico Urologo.
Gli ureteri hanno calibro decorso e canalizzazione nei limiti di norma.
Non linfonoidi patologici in sede retroperitoneale o pelvica.
Utero fibromatoso.
Vescica discretamente distesa, esente da lesioni focali.


Il fattore tempo vi sembra cruciale nella diagnosi ed eventuale intervento operatorio?

Quali ulteriori esami vi sembrano appropriati?

Grazie.
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
Il risultato della TAC pare molto suggestivo, d'ogni modo si deve passare attraverso una conferma endoscopica con eventuale prelievo bioptico. Deve quindi essere eseguita una uretero-renoscopia diagnostica /ed eventualmente operativa) con strumentazione adeguata. Se le lesioni saranno di confermate essere di piccole dimensioni, potrebbe anche trattarsi di un trattamento risolutivo. Tutto questo non richiede un'urgenza assoluta, anche compatibilmente con i tempi d'attesa di una struttura pubblica, ma diciamo che al massimo entro un paio di mesi la situazione dovrebbe essere risolta definitivamente, con l'eventuale ulteriore intervento che si rendesse necessario.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 16.1k 474
caro lettore,

al di la della possibilità di avere prelievi bioptici di tali formazioni renali come suggerisce il dottor Piana, direi che il quadro diagnostico dovrebbe essere completato perlomeno con una endoscopia uretrovescicale prima di pensare alla terapia videolaparochirugica, abbastanza agevole e sopportabile
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

[#3]
Utente
Utente
i ringrazio molto per le vostre rapide ed esaustive risposte.

In seguito alla visita di controllo, la specializzanda in urologia ha escluso che sia un calcolo dalla diagnosi della TC addome completo che ha trascritto così: "in corrispondenza del bacinetto destro sono riconoscibili almeno 3 aree dotate di intenso enhancement contrastografico in fase arteriosa che si configurano come difetti di riempimento in fase urolografica: le formazioni descritte hanno un diametro massimo di 6 mm e sono da riferire a lesioni primitive." Omettendo la dicitura "in prima ipotesi".

Ha messo mia madre in nota per un'ureterorenoscopia dx codice rosso (con un'attesa ipotetica di 30-45 giorni a chiamata telefonica) per eventuale biopsia, in caso di tumore.
Se vedono un tumore benigno, potrebbero asportarlo.
Se invece è maligno, dovrebbero operare a cielo aperto.

Ci consigliate di seguire questo percorso potenzialmente lungo?
Non c'è il rischio che il tumore diventi maligno nel frattempo?
Sarebbe il caso di chiedere un consulto da un oncologo o un urologo di un centro specializzato in oncologia?

Vi è ringrazio sentitamente per l'aiuto.
[#4]
Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
Le indicazioni sono corrette e ricalcano esattamente quanto da noi preventivato. La dinamica della procedura è però diversa. Il fattore condizionante non è la benignità o la malignità delle lesioni ma le loro dimensioni e la loro raggiungibilità con lo strumento endoscopico e la fibra laser in esso contenuta. Pertanto, piccole lesioni situate in punti raggiungibili possono essere vaporizzate endoscopicamente, questo in genere viene fatto contestualmente, in modo indipendente dall'esito della biopsia. Se invece è evidente che il trattamento endoscopico non possa essere risolutivo, si pongono indicazioni all'intervento demolitivo. Oggigiorno questo viene perlopiù eseguito in laparoscopia. I tempi d'attesa sono congrui ed in linea con la media delle strutture pubbliche.
[#5]
Utente
Utente
Vi ringrazio per le vostre tempestive risposte del 16 e 18 agosto.

Mia madre (71 anni, macroematurie e sospette neoplasie renali) è stata ricoverata per l'ureterorenoscopia, con il risultato seguente:

- cistoscopia: quadro vescicale di normalità;
- pielografia retrograda, con iniezione di mezzo di contrasto, non prevista al prericovero:
aree di minus a livello della pelvi renale;
- ureterorenoscopia semirigida: si risale con difficoltà fino al livello giuntale per uretere calzante lungo il decorso del suo tratto pelvico: non evidenza di neoformazioni e/o minus sospetti ureterali, tentativo infruttuoso di pre-dilatazione,
non bypassabile tratto terminale dell'uretere;
- citologia selettiva della pelvi renale destra e pre-stenting;
- pielografia terminale senza evidenza di spandimenti di mdc extraluminali;
- posizionamento di stent DJ 7ch-26cm (previsto nel prericovero)
- ricerca citologica di CTM da urine bacinetto destro (2 prelievi)
- Esame citologico: atipie cellulari.

Degenza:
Due giorni dopo l'esame, è stata nuovamente sottoposta a RX Torace per desaturazione e iperpiressia:
riscontro di addensamento parenchimale in sede basale-paracardiaca destra di possibile significato flogistico, associato a bande di aspetto atelettasico in sede basale omolaterale;
strie di aspetto distelettasico in sede basale sinistra; aspetto sfumato dell'emiframma destro, per verosimile falda pleurica.
Impostata terapia antibiotica con Ciprofloxacina 400mg 2 volte die ed ossigenoterapia.

Diagnosi di dimissione:
macroematuria in paziente affetta da sospetta neoformazione del bacinetto renale destro.
Esame citologico: atipie celulari

Terapia al domicilio:
Riposo e adeguato apporto idrico
Prosecuzione della terapia domiciliare in atto
Antibioticoterapia con Ciprofloxacina 500 1 cp ogni 12 ore per altri dieci giorni.

Su richiesta dello pneumologo, è stato eseguito ECG che ha riportato:
RS 93 bpm, PR nei limiti, ripolarizzazione invariata (lievi aspecifiche anomalie)
In seguito all'intervento, mia madre ha avuto problemi al cuore
(cardiopalma, ECG nei limiti e non nella norma, come nei precedenti ECG).


QUESITI:

Cosa significa "cellule atipiche"?
Confermano la diagnosi di tumore maligno?

Perché usare l'URS semirigida e non quella flessibile e ultrasottile?
Ci sono rischi nella pielografia retrograda e nel relativo mezzo di contrasto per eventuale insufficienza renale?
A breve è previsto il ricovero per rifare l'endoscopia e/o la nefrectomia radicale dx: non è troppo per una persona di 71 anni con problemi respiratori e cardiaci?
La nefrectomia è urgente e necessaria?
Oppure esistono terapie alternative, quali, ad esempio, cure farmacologiche, chemioterapia, radioterapia?

Ringraziandovi di cuore,

distinti saluti.
[#6]
Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
Le cellule atipiche, come dice la parola stessa ... non sono "tipiche", ovvero presentano alterazioni che però non sono sufficienti a farle definire "tumorali". In pratica, una descrizione fatta per disorientare sia il paziente che lo specialista, ed è per questo che il risultato di un esame citologico va interpretato sempre con molto senso critico e prelude comunque alla necessità di altri accertamenti. In questo caso l'esplorazione diretta con eventuale biopsia.
L'ureteroscopio semirigido moderno è perlopiù ancora più sottile di quello flessibile. Con questo strumento non è però possibile esplorare correttamente le cavità del rene. Pertatnto tutte le ureteroscopie, diagnostiche ed operative, iniziano con una esplorazione dell'uretere con strumento semirigido e continuano con l'inserimento di una guaina ureterale e dello strumento flessibile. Questo secondo tempo non è stato possibile, a quanto risulta, per scarsa compiacenza del tratto più alto dell'uretere. Senz'altro al secondo tentativo le possibilità di poter risalire saranno molto maggiori, quasi una certezza.
Comprendiamo che la situazione sia complicata da altri problemi di salute, che interessano invero più l'anestesista che l'urologo. Diremmo di non mettere ora il carro davanti ai buoi ed attendere il secondo tempo dell'intervento endoscopico. Se la situazione non potrà essere emendata in modo conservativo, diremmo però che a soli 71 anni l'intervento (nefro-ureterectomia) sarebbe assai indicato, non esistono oggi cure di pari o superiore efficacia.