Adenocarcinoma della prostata
Risultati esame istologico: (DX: su 6 frustoli esaminati) adenocarcinoma moderatamente differenziato (Gleason score 6=3+3). La neoplasia è presente su 3 dei frustoli
( SX: su 8 frustoli) frustoli di prostata con iperplasia adenofibroleiomiomatosa.
Dal 1° valore del Psa di 2,53 a ottobre 2013 ( 23,7% ) siamo passati a 3,69 ( 16,8% ) ad aprile 2015.
Ho 53 anni ed avrei ancora delle .... esigenze; Vi chiedo quindi cosa mi consigliate per l'operazione come tempistica (subito ?), come tipo (con i 5 "buchetti" sulla pancia ?), e se c'è qualche struttura d'eccellenza in Veneto (magari zona Bassano del Grappa/Feltre/VI/PD/TV ).
Ci sono inoltre percentuali di successo e se sono legate al tipo di operazione o ospedale che opera.
Grazie.
( SX: su 8 frustoli) frustoli di prostata con iperplasia adenofibroleiomiomatosa.
Dal 1° valore del Psa di 2,53 a ottobre 2013 ( 23,7% ) siamo passati a 3,69 ( 16,8% ) ad aprile 2015.
Ho 53 anni ed avrei ancora delle .... esigenze; Vi chiedo quindi cosa mi consigliate per l'operazione come tempistica (subito ?), come tipo (con i 5 "buchetti" sulla pancia ?), e se c'è qualche struttura d'eccellenza in Veneto (magari zona Bassano del Grappa/Feltre/VI/PD/TV ).
Ci sono inoltre percentuali di successo e se sono legate al tipo di operazione o ospedale che opera.
Grazie.
[#1]
Buonasera.
Nella sfortuna di una diagnosi di tumore prostatico, Lei ha la parziale consolazione di avere una forma tumorale apparentemente a basso rischio.
Questo significa che le probabilità di guarigione diretta dopo adeguato trattamento sono altissime.
Teoricamente alcuni tumori prostatici a rischio molto basso possono essere addirittura seguiti senza fare niente di attivo nella speranza che rimangano clinicamente non significativi per tempi molto lunghi. Questo approccio prende il nome di "sorveglianza attiva". Nel Suo caso no so quanto questo atteggiamento possa essere indicato dato che il tumore è comunque già presente in almeno 3 diversi prelievi alla biopsia; bisognerebbe avere tutti i dati clinici a disposizione.
La scelta di un trattamento attivo sembra decisamente più sicura anche se espone ai rischi di eventuali effetti collaterali. L'intervento radicale rappresenta un'ottima opzione terapeutica. Se si decide di fare l'intervento è meglio eseguirlo in tempi relativamente brevi. La tecnica chirurgica tradizionale ("a cielo aperto") e quella laparoscopica (Robot assistita) dovrebbero garantire gli stessi (ottimi) risultati oncologici.Sugli effetti collaterali (si parla di deficit erettile e con incidenza molto minore di incontinenza urinaria) forse la robotica comporta qualche piccolo vantaggio, anche se poi dipende molto dall'esperienza dell'operatore.
Per pianificare bene l'intervento in un'ottica di risparmiare le fibre nervose che regolano i processi di erezione potrebbe essere utile eseguire una risonanza magnetica prostatica: questa metodica consente di valutare con una buona precisione la localizzazione e l'estensione del tumore all'interno della prostata.
Cari saluti e incoraggiamenti
ps: per alcune informazioni in più sulla risonanza magnetica può può leggere qui:
http://www.urologo-genova.it/articoli/risonanza-magnetica-tumore-prostata.htm
Nella sfortuna di una diagnosi di tumore prostatico, Lei ha la parziale consolazione di avere una forma tumorale apparentemente a basso rischio.
Questo significa che le probabilità di guarigione diretta dopo adeguato trattamento sono altissime.
Teoricamente alcuni tumori prostatici a rischio molto basso possono essere addirittura seguiti senza fare niente di attivo nella speranza che rimangano clinicamente non significativi per tempi molto lunghi. Questo approccio prende il nome di "sorveglianza attiva". Nel Suo caso no so quanto questo atteggiamento possa essere indicato dato che il tumore è comunque già presente in almeno 3 diversi prelievi alla biopsia; bisognerebbe avere tutti i dati clinici a disposizione.
La scelta di un trattamento attivo sembra decisamente più sicura anche se espone ai rischi di eventuali effetti collaterali. L'intervento radicale rappresenta un'ottima opzione terapeutica. Se si decide di fare l'intervento è meglio eseguirlo in tempi relativamente brevi. La tecnica chirurgica tradizionale ("a cielo aperto") e quella laparoscopica (Robot assistita) dovrebbero garantire gli stessi (ottimi) risultati oncologici.Sugli effetti collaterali (si parla di deficit erettile e con incidenza molto minore di incontinenza urinaria) forse la robotica comporta qualche piccolo vantaggio, anche se poi dipende molto dall'esperienza dell'operatore.
Per pianificare bene l'intervento in un'ottica di risparmiare le fibre nervose che regolano i processi di erezione potrebbe essere utile eseguire una risonanza magnetica prostatica: questa metodica consente di valutare con una buona precisione la localizzazione e l'estensione del tumore all'interno della prostata.
Cari saluti e incoraggiamenti
ps: per alcune informazioni in più sulla risonanza magnetica può può leggere qui:
http://www.urologo-genova.it/articoli/risonanza-magnetica-tumore-prostata.htm
Dr. Matteo Giglio
https://www.urologo-genova.it
https://plus.google.com/+DrMatteoGiglioUrologoGenova
[#4]
Utente
Prostatectomia radicale robot-assistita l' 11 settembre; decorso post operatorio ok, incontinenza assente.
L'esame istologico però evidenzia: pT3a G2 Gleason 3+3 Nx Mx
Mi è stato proposto TCT adiuvante (è un sistema vecchio ?) e/o sorv. attiva con monitoraggio Psa ogni 3 mesi .
Avendo 53 anni sarei + propenso ad intervenire.
Che effetti collaterali può portare ? Dà maggior sicurezza di soluzione positiva e definitiva ?
Grazie
L'esame istologico però evidenzia: pT3a G2 Gleason 3+3 Nx Mx
Mi è stato proposto TCT adiuvante (è un sistema vecchio ?) e/o sorv. attiva con monitoraggio Psa ogni 3 mesi .
Avendo 53 anni sarei + propenso ad intervenire.
Che effetti collaterali può portare ? Dà maggior sicurezza di soluzione positiva e definitiva ?
Grazie
[#5]
Buongiorno. Sono contento di sapere che il Suo decorso stia procedendo bene!
Sul tipo di radioterapia esterna, sulla quantità di dose e sul frazionamento della dose lascerei la parola allo specialista radioterapista. Se TCT sta per cobaltoterapia (o tele-cobalto-terapia) sarei abbastanza scettico (non sapevo venisse ancora utilizzata). Le è stata suggerita da un radioterapista ? In quale centro ?
Possiamo invece discutere sull'INDICAZIONE alla radioterapia esterna adiuvante (dopo intervento radicale). Come avrà già capito esistono due strade percorribili:
- radioterapia subito
- sorveglianza attiva con attento monitoraggio del PSA ed eventuale successiva radioterapia.
Non sembrano esserci grosse differenze in termini di successo a lungo termine.
Per valutare il rischio di ripresa locale sarebbe utile avere ulteriori informazioni dal referto istologico definitivo: in particolare:
1) i margini chirurgici sono indenni ?
2) la malattia supera la capsula prostatica (T3a) in un'unica sede o in più punti?
Ci faccia sapere. A presto e buona giornata
Sul tipo di radioterapia esterna, sulla quantità di dose e sul frazionamento della dose lascerei la parola allo specialista radioterapista. Se TCT sta per cobaltoterapia (o tele-cobalto-terapia) sarei abbastanza scettico (non sapevo venisse ancora utilizzata). Le è stata suggerita da un radioterapista ? In quale centro ?
Possiamo invece discutere sull'INDICAZIONE alla radioterapia esterna adiuvante (dopo intervento radicale). Come avrà già capito esistono due strade percorribili:
- radioterapia subito
- sorveglianza attiva con attento monitoraggio del PSA ed eventuale successiva radioterapia.
Non sembrano esserci grosse differenze in termini di successo a lungo termine.
Per valutare il rischio di ripresa locale sarebbe utile avere ulteriori informazioni dal referto istologico definitivo: in particolare:
1) i margini chirurgici sono indenni ?
2) la malattia supera la capsula prostatica (T3a) in un'unica sede o in più punti?
Ci faccia sapere. A presto e buona giornata
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.6k visite dal 13/05/2015.
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