Infezione persistente, diagnosi e terapia corretta
Gentili dottori,
ho 33 anni e premetto che sono già stato dal mio medico di base, da un dermatologo e da un urologo per cercare di risolvere la mia situazione. Ma in tutti i casi, non sono rimasto soddisfatto al 100%. In breve, dopo una serie di rapporti sessuali *orali* non protetti (dati e ricevuti) con una ragazza ho contratto nel giro di pochissimi giorni una infezione alle vie urinarie e una balonopostite. Ho assunto Ciproxin per 5 gg. mattina e sera tra la prima e la seconda settimana, su consiglio del medico di base, fatto esami delle urine (negativi) e del sangue (negativi sia ad infezioni da herpes hsv-1 che hsv-2, sifilide e treponema). L’urologo mi ha sconsigliato un tampone uretrale poiché non avevo mai riscontrato nessun essudato, contrariamente al parere del dermatologo (che voleva lo facessi),. Circa una settimana dopo l'assunzione del ciproxin l’IVU è regredita, ma sono rimasti dei sintomi come formicolii, bruciori e sensazione di caldo/freddo agli arti inferiori e talvolta alla zona pubica. In generale, pur non avendo mai avuto episodi febbrili acuti, non mi sento bene.
Tutto questo è iniziato 10 settimane fa, e adesso sono ancora in una situazione simile. Fortunatamente non ho IVU acute ma gli arti inferiori mi danno un sacco di noie (bruciori, formicolii, sensazione di freddo) e il glande è arrossato. L’urologo che mi ha visitato mi ha consigliato di aspettare per un po’ e di applicare un po’ di Xanagel per migliorare la balanopostite. In caso di non miglioramento dei sintomi mi ha dato da assumere: Zitromax (per 3 gg.) e Diflucan (3 gg. per 3 settimane). A distanza di qualche giorno di Xanagel non sono migliorato e quindi dovrei iniziare la suddetta terapia d’urto.
Ora, leggendo anche altri vari consulti e articoli in rete, ho delle remore ad assumere questi due farmaci. In particolare l’antibiotico perché ho paura che, nel caso si tratti d’infezione batterica, questo possa essere ‘sbagliato’ e peggiorare la mia situazione (rendendo più resistenti gli eventuali batteri che sono la causa dell’infezione). Quello che non capisco è perché sia il mio medico di base (che mi ha dato un ciclo di Ciproxin) sia l’urologo (Diflucan) mi prescrivano una terapia antibatterica senza sapere esattamente cosa io abbia! Possibile che non esista il modo di fare una diagnosi con esami obiettivi prima di prendere un antibiotico (se proprio serve)?
Va detto che, in generale, ero in ottima forma prima di contrarre quest’infezione e come dicevo sono oramai dieci settimane che sto patendo diverse paturnie e vorrei proprio evitare di peggiorare! Non ho motivo di dubitare della professionalità dell’urologo che mi ha visitato, ma preferisco avere altre opinioni in merito al fine di evitare terapie empiriche (è un approccio poco scientifico).
Quello che vorrei capire è: mi suggerireste una diagnosi differenziale da un altro urologo oppure soppesando i rischi e benefici della terapia già prescritta è il caso di tentare?
Vi ringrazio anticipatamente.
ho 33 anni e premetto che sono già stato dal mio medico di base, da un dermatologo e da un urologo per cercare di risolvere la mia situazione. Ma in tutti i casi, non sono rimasto soddisfatto al 100%. In breve, dopo una serie di rapporti sessuali *orali* non protetti (dati e ricevuti) con una ragazza ho contratto nel giro di pochissimi giorni una infezione alle vie urinarie e una balonopostite. Ho assunto Ciproxin per 5 gg. mattina e sera tra la prima e la seconda settimana, su consiglio del medico di base, fatto esami delle urine (negativi) e del sangue (negativi sia ad infezioni da herpes hsv-1 che hsv-2, sifilide e treponema). L’urologo mi ha sconsigliato un tampone uretrale poiché non avevo mai riscontrato nessun essudato, contrariamente al parere del dermatologo (che voleva lo facessi),. Circa una settimana dopo l'assunzione del ciproxin l’IVU è regredita, ma sono rimasti dei sintomi come formicolii, bruciori e sensazione di caldo/freddo agli arti inferiori e talvolta alla zona pubica. In generale, pur non avendo mai avuto episodi febbrili acuti, non mi sento bene.
Tutto questo è iniziato 10 settimane fa, e adesso sono ancora in una situazione simile. Fortunatamente non ho IVU acute ma gli arti inferiori mi danno un sacco di noie (bruciori, formicolii, sensazione di freddo) e il glande è arrossato. L’urologo che mi ha visitato mi ha consigliato di aspettare per un po’ e di applicare un po’ di Xanagel per migliorare la balanopostite. In caso di non miglioramento dei sintomi mi ha dato da assumere: Zitromax (per 3 gg.) e Diflucan (3 gg. per 3 settimane). A distanza di qualche giorno di Xanagel non sono migliorato e quindi dovrei iniziare la suddetta terapia d’urto.
Ora, leggendo anche altri vari consulti e articoli in rete, ho delle remore ad assumere questi due farmaci. In particolare l’antibiotico perché ho paura che, nel caso si tratti d’infezione batterica, questo possa essere ‘sbagliato’ e peggiorare la mia situazione (rendendo più resistenti gli eventuali batteri che sono la causa dell’infezione). Quello che non capisco è perché sia il mio medico di base (che mi ha dato un ciclo di Ciproxin) sia l’urologo (Diflucan) mi prescrivano una terapia antibatterica senza sapere esattamente cosa io abbia! Possibile che non esista il modo di fare una diagnosi con esami obiettivi prima di prendere un antibiotico (se proprio serve)?
Va detto che, in generale, ero in ottima forma prima di contrarre quest’infezione e come dicevo sono oramai dieci settimane che sto patendo diverse paturnie e vorrei proprio evitare di peggiorare! Non ho motivo di dubitare della professionalità dell’urologo che mi ha visitato, ma preferisco avere altre opinioni in merito al fine di evitare terapie empiriche (è un approccio poco scientifico).
Quello che vorrei capire è: mi suggerireste una diagnosi differenziale da un altro urologo oppure soppesando i rischi e benefici della terapia già prescritta è il caso di tentare?
Vi ringrazio anticipatamente.
[#1]
Gentile utente,
spesso quando ci si trova di fronte ad una sintomatologia acuta come nel suo caso non si ha il tempo materiale di eseguire tutti gli esami colturali che il caso richiede per evitare un peggioramento della sintomatologia. L'altro problema è la possibilità di trovarsi di fronte a "falsi negativi" ovvero c'è l'infezione che però non emerge dagli esami colturali; in tal caso comunque si fa la cura avendo perso dei giorni preziosi prima dell'inizio.
spesso quando ci si trova di fronte ad una sintomatologia acuta come nel suo caso non si ha il tempo materiale di eseguire tutti gli esami colturali che il caso richiede per evitare un peggioramento della sintomatologia. L'altro problema è la possibilità di trovarsi di fronte a "falsi negativi" ovvero c'è l'infezione che però non emerge dagli esami colturali; in tal caso comunque si fa la cura avendo perso dei giorni preziosi prima dell'inizio.
Cordiali saluti
Gino Scalese
[#2]
Utente
Gentile dott. Scalese,
mi scuso, ma forse non ho capito la sua risposta.
Il problema è che sono 10 settimane che sono in questa situazione (le prime tre settimane sono state le peggiori)! La visita dall'urologo è avvenuta 3-4 settimane fa circa, dunque di tempo ne ho avuto in abbondanza; passi il medico di base che mi ha prescritto il Ciproxin a ridosso dell'infezione nella fase acuta dell'IVU (senza successo), ma davvero l'unico modo che ho per guarire è effettuare un'altra terapia antibiotica empirica senza riscontri oggettivi a parte i sintomi e una visita?
Premesso che nella mia vita ho sempre cercato di prendere antibiotici solo quando era davvero necessario (forse una decina di volte in tutto), quello che mi chiedo è: e se poi questa terapia con l'azitromicina risulta inefficace perché il batterio è di un ceppo non previsto (o magari non c'è proprio...), come la ciprofloxacina preso quasi due mesi fa, non corro il rischio di peggiorare ulteriormente?
Altra domanda, si corrono rischi simili con la terapia antimicotica (flucozanolo/Diflucan)? Credo di no, ma non ne sono certo.
Ripeto, non nutro dubbi sulla professionalità dell'urologo che mi ha visitato, ma essendo la mia 'pelle' in gioco -e avendo compreso che senza la corretta terapia non ne uscirò sano- cerco di andare con i piedi di piombo e confesso che, anche se le mie condizioni sono relativamente stabili (non miglioro, ma neanche peggioro), inizio ad avere un po' d'ansia.
La ringrazio in anticipo.
mi scuso, ma forse non ho capito la sua risposta.
Il problema è che sono 10 settimane che sono in questa situazione (le prime tre settimane sono state le peggiori)! La visita dall'urologo è avvenuta 3-4 settimane fa circa, dunque di tempo ne ho avuto in abbondanza; passi il medico di base che mi ha prescritto il Ciproxin a ridosso dell'infezione nella fase acuta dell'IVU (senza successo), ma davvero l'unico modo che ho per guarire è effettuare un'altra terapia antibiotica empirica senza riscontri oggettivi a parte i sintomi e una visita?
Premesso che nella mia vita ho sempre cercato di prendere antibiotici solo quando era davvero necessario (forse una decina di volte in tutto), quello che mi chiedo è: e se poi questa terapia con l'azitromicina risulta inefficace perché il batterio è di un ceppo non previsto (o magari non c'è proprio...), come la ciprofloxacina preso quasi due mesi fa, non corro il rischio di peggiorare ulteriormente?
Altra domanda, si corrono rischi simili con la terapia antimicotica (flucozanolo/Diflucan)? Credo di no, ma non ne sono certo.
Ripeto, non nutro dubbi sulla professionalità dell'urologo che mi ha visitato, ma essendo la mia 'pelle' in gioco -e avendo compreso che senza la corretta terapia non ne uscirò sano- cerco di andare con i piedi di piombo e confesso che, anche se le mie condizioni sono relativamente stabili (non miglioro, ma neanche peggioro), inizio ad avere un po' d'ansia.
La ringrazio in anticipo.
[#3]
Gentile utente,
in effetti non ci siamo compresi bene. La mia è affermazione doveva servire a spiegare le motivazione che spinge il medico a scegliere una terapia ad ampio spettro piuttosto che cercare di trovare una causa che in alcuni casi non è possibile in medicina esiste un aneddoto che recita "colpisci forte e Subito").
Tutte e due gli atteggiamenti (cura immediata o cura dopo dopo l'avvio di esami) sono validi ed è a discrezione del medico richiedere approfondimenti o meno in base al risultato della visita. Quindi ipoteticamente può anche seguire il consiglio del suo dermatologo.
in effetti non ci siamo compresi bene. La mia è affermazione doveva servire a spiegare le motivazione che spinge il medico a scegliere una terapia ad ampio spettro piuttosto che cercare di trovare una causa che in alcuni casi non è possibile in medicina esiste un aneddoto che recita "colpisci forte e Subito").
Tutte e due gli atteggiamenti (cura immediata o cura dopo dopo l'avvio di esami) sono validi ed è a discrezione del medico richiedere approfondimenti o meno in base al risultato della visita. Quindi ipoteticamente può anche seguire il consiglio del suo dermatologo.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 10.3k visite dal 16/04/2015.
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