Cistite a seguito di prostatectomia e radio
Salve, di seguito cerco di sintetizzare la situazione comunicandoVi l'attuale stato in modo da rappresentare un quadro più chiaro possibile.
Operato di prostatectomia nel luglio del 2012 (carcinoma prostatico Gleason 9) ho eseguito successivamente una decina di sedute radioterapiche come suggeritomi dall'urologo. A seguito di questa fase, allo scopo di riprendere autonomia ad urinare, ho effettuato una decina di sedute di Bio-Feedback, con scarsi risultati almeno nel breve periodo. Nel tempo, qualche mese dopo e così via nel corso egli anni, l'autonomia è autonomamente aumentata sempre più ma sostanzialmente con essa gli episodi di minzione diventavano sempre più frequenti.
Convinto che si trattasse del normale decorso ho purtroppo trascurato il fatto che di notte, a cadenza oraria, sono costretto ad alzarmi per svuotare la vescia attraverso normale minzione, talvolta accompagnata da bruciore in fase minzionale, talvolta no.
Ho eseguito in occasione delle visite mediche successive esami uroflussometrici con esito regolare ma di tanto in tanto accuso bruciore alle parti basse, accompagnato da incontinenza (scarsa ma quanto basta per bagnare il pannolone, in particolare la notte durante il sonno). Mi è stato suggerito di effettuare urinocultura il cui esito ha riscontrato elevatissima carica batterica, presenza di leucociti e proteine oltre ad un "molte" alla voce presenza di emazie. A questo punto convinto di aver contratto - e trascurato - una cistite (probabilmente attinica) i cui sintomi non tardarono a farsi sentire immediatamente dopo la fine del percorso radioterapeutico, decido di rivolgermi al mio urologo il quale mi invita ad effettuare un esame endoscopico supponendo che vi possa essere una qualche forma di ostruzione nel tratto tra uretra e vescica. Vorrei evitare però un esame così invasivo e scongiurare oltretutto di sottopormi ad anestesia (con relativo ricovero di 1 g). Premesso che non ho alcuna diagnosi a tal proposito, ma solo un sospetto costruitomi attraverso letture, Vi chiedo se sia possibile effettuare l'esame endoscopico solo a valle di altri esami meno invasivi (intendo esame citologico delle urine, ecografia dell'apparato urinario) a seguito dei quali poter venire a capo dell'eventuale cistite contratta. Qualora non dovessi venirne a capo mi sottoporrei obtorto collo alla endoscopia ma probabilmente un'altra via di uscita per diagnosticare una cistite (se di cistite si tratta) con esami strumentali meno invasivi esiste ed io la preferirei.
Grazie infinite per la risposta che vorrete darmi.
Saluti.
Operato di prostatectomia nel luglio del 2012 (carcinoma prostatico Gleason 9) ho eseguito successivamente una decina di sedute radioterapiche come suggeritomi dall'urologo. A seguito di questa fase, allo scopo di riprendere autonomia ad urinare, ho effettuato una decina di sedute di Bio-Feedback, con scarsi risultati almeno nel breve periodo. Nel tempo, qualche mese dopo e così via nel corso egli anni, l'autonomia è autonomamente aumentata sempre più ma sostanzialmente con essa gli episodi di minzione diventavano sempre più frequenti.
Convinto che si trattasse del normale decorso ho purtroppo trascurato il fatto che di notte, a cadenza oraria, sono costretto ad alzarmi per svuotare la vescia attraverso normale minzione, talvolta accompagnata da bruciore in fase minzionale, talvolta no.
Ho eseguito in occasione delle visite mediche successive esami uroflussometrici con esito regolare ma di tanto in tanto accuso bruciore alle parti basse, accompagnato da incontinenza (scarsa ma quanto basta per bagnare il pannolone, in particolare la notte durante il sonno). Mi è stato suggerito di effettuare urinocultura il cui esito ha riscontrato elevatissima carica batterica, presenza di leucociti e proteine oltre ad un "molte" alla voce presenza di emazie. A questo punto convinto di aver contratto - e trascurato - una cistite (probabilmente attinica) i cui sintomi non tardarono a farsi sentire immediatamente dopo la fine del percorso radioterapeutico, decido di rivolgermi al mio urologo il quale mi invita ad effettuare un esame endoscopico supponendo che vi possa essere una qualche forma di ostruzione nel tratto tra uretra e vescica. Vorrei evitare però un esame così invasivo e scongiurare oltretutto di sottopormi ad anestesia (con relativo ricovero di 1 g). Premesso che non ho alcuna diagnosi a tal proposito, ma solo un sospetto costruitomi attraverso letture, Vi chiedo se sia possibile effettuare l'esame endoscopico solo a valle di altri esami meno invasivi (intendo esame citologico delle urine, ecografia dell'apparato urinario) a seguito dei quali poter venire a capo dell'eventuale cistite contratta. Qualora non dovessi venirne a capo mi sottoporrei obtorto collo alla endoscopia ma probabilmente un'altra via di uscita per diagnosticare una cistite (se di cistite si tratta) con esami strumentali meno invasivi esiste ed io la preferirei.
Grazie infinite per la risposta che vorrete darmi.
Saluti.
[#1]
Gentile Signore,
senz'altro è opportuno effettuare in prima battuta le indagini di primo livello (ecografia, citologia urinaria), ma una diagnosi circostanziata non può esimersi dal comportare una valutazione endoscopica delle basse vie urinarie (uretro-cistoscopia). Questa indagine oggigiorno può anche esere eseguita ambulatorialmente con minima invasività e semplice anestesia da contatto utilizzando un sottile strumento flessibile.
Saluti
senz'altro è opportuno effettuare in prima battuta le indagini di primo livello (ecografia, citologia urinaria), ma una diagnosi circostanziata non può esimersi dal comportare una valutazione endoscopica delle basse vie urinarie (uretro-cistoscopia). Questa indagine oggigiorno può anche esere eseguita ambulatorialmente con minima invasività e semplice anestesia da contatto utilizzando un sottile strumento flessibile.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.9k visite dal 20/03/2015.
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