Polipi vescicali

Buongiorno. Eccoilmio quesito. Donna di 78 anni. Reperto occasionale durante eco addominale "dubbi polipi vescicali". Eco pelvica "a carico della parete posteriore che appare disomogeneamente ispessita alcune formazioni polipoidi, le maggiori delle quali di 10x13 e 7x22 mm." Negativo reni ecc..
Esame urine: ndp salvo Hg 0,03. Citologia urinaria effettuata su 3 campioni sebbene non le seconde ma le prime del mattino "negativa". Senz'altra indicazione ulteriore.
La paziente non ha dolori salvo una lieve pollachiuria né ha mai avuto macroematuria.
Esami sangue: normali.
Chiedo: sono verosimilmente carcinomi ? Dalle dimensioni dei polipi è possibile fare ipotesi sulle caratteristiche (sessile o peduncolare) o sul grado di aggressività e/o sull'ev. infiltrazione? È consiglia bile effettuare una cistoscopia o è il caso di organizzarsi per effettuare subito una Turv ?
Grazie a chi vorrà chiarirmi un po' le idee. Ne in questi momenti sono sicuramente confuse.
R.M.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
Gentile Signore,
senz'altro è il caso di eseguire una cistoscopia in anestesia, in modo da poter contestualmente provvedere all'asportaziione (resezione) di codeste neoformazioni, qualora se ne confermasse la necessità.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Grazie molte dottore.
Cari saluti. R.M.
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Utente
Utente
L'esito della Turv eseguita a fine luglio è stato di "carcinoma uroteliale ad alto grado infiltrante la tonaca muscolare". Ai fini della stadiazione è stata effettuata la scintigrafia ossea (negativa) e l'urotac che è negativa se si eccettua il seguente reperto "non idrouretronefrosi a destra. L'uretere di sinistra appare uniformemente dilatato (calibro trasverso max in sede distale pari 9 mm), a decorso lievemente tortuoso. In piccolo bacino la vescica è modestamente espansa anche nelle scansioni eseguite in fase tardiva; essa presenta un disomogeneo e minimo ispessimento parietale a livello dell'ostio uretrale di sinistra, sede di recente resezione di formazione neoplastica".
I medici ci hanno proposto l'intervento di cistectomia, con ucs monolaterale, in quanto la paziente non ha comorbidità e anche a livello anestesiologico è stata valutata Asa 2.
Sono a chiedere: la malattia può definirsi di stadio T2 ? Il coinvolgimento dell'uretere di sinistra può essere considerato minimo ? Come ripiego, in caso di rifiuto, ci è stata prospettata la radioterapia. C'è indicazione ? È possibile ipotizzare, in linea di massima ovviamente e tenuto conto dell'età, la percentuale di risposta e di sopravvivenza nel caso della terapia chirurgica e nel caso della RT ?
Grazie, grazie di cuore !
R.M.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
Se il tumore invade lo strato muscolare è classificato come T2, ma già la dilatazione dell'uretere fanno propendere per un interessamento non superficiale. Dal punto di vista oncologico, si impone una terapia radicale, chirurgica o radiante. La seconda scelta è obiettivamente un ripiego, i risultati sono buoni dal punto di vista oncologico, ma purtroppo la vescica è un organo in perenne movimento e in non lievi effetti collaterali dei raggi prima o poi sono destinati a farsi sentire. La derivazione urinaria uretero-cutanea diretta è da considerarsi di minima in casi di sopravvivenza limitata. Forse in questo caso sarebbe meglio valutare una più complessa, ma più efficiente derivazione trans intestinale (sec. Bricker e simili).
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Utente
Utente
La ringrazio, dott. Piana ! A voce mi era stata prospettata una TAC negativa ma quando ho letto il referto francamente sono rimasto deluso.. Circa la derivazione urinaria, è da riflettere se "risparmiare" l'ileo durante l'intervento oppure no con i pro e i contro di entrambe le soluzioni.
Sentirò anche un radioterapista. Del resto, la classificazione T2o T3 cambia completamente le prospettive !
Ancora grazie e buona giornata.
R.M.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
La classificazionenT3 comporta l'infiltrazione del grasso perivescicale che dovrebbe essere evidente alla TAC. La derivazione uretero-cutanea diretta è più semplice e veloce da realizzare, ma è purtroppo esposta a molte complicazioni a medio e lungo termine, non ultima la necessità di essere costantemente cateterizzata da una protesi da sostituire ogni mese. Per questo motivo viene riservata perlopiú a casi in cui la sopravvivenza è limitata o vi sono nette controindicazioni ad utilizzare un tratto di intestino per costruire una derivaziine migliore.
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Utente
Utente
Buonasera. In effetti anche l'ospedale più grande al quale ci siamo rivolti ha consigliato la derivazione trans-intestinale. Pensiamo di rivolgerci a quella struttura e - sinceramente - anche il suggerimento in questo senso del dr. Piana ha influito sulla scelta. Per quanto riguarda l'eventuale opzione bladder sparing essa appare impraticabile dal momento che le lesioni erano in realtà due (una superficiale) e quella infiltrante neppure completamente resecata poiché coinvolgente il meato ureterale.
Rimane un "dettaglio": convincere la paziente a sottoporsi all'intervento, rispettando naturalmente, in ogni caso, la sua volontà.
Un caro saluto, R.M.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
Se vi è un diniego assoluto all'intervento chirurgico, si potrà seguire la strada della radioterapia, che (anche se meno invasiva al momento) è purtroppo gravata di molte possibili complicazioni a distanza. D'altronde qualcosa deve essere pur fatto, così non si può rimanere.
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Utente
Utente
Buonasera. A ottobre è atto eseguito l'intervento di cistectomia radicale e ureteroileo cutaneostomia con derivazione esterna secondo Bricker. Intervento perfettamente riuscito, 11 giorni di degenza e nessuna complicazione precoce o tardiva. Bravi i medici e fortunata la paziente. Assai meno fortunata purtroppo per quel che riguarda l'esame istologico, che riporto:"Vescica con carcinoma uroteliale solido invasivo (1 cm di diametro ndr) infiltrante la tonaca muscolare a tutto il suo spessore ed inizialmente il tessuto adiposo perivescicale con aspetti di invasione endolinfatica e carcinoma in situ dell'urotelio di rivestimento dell'uretere intramurale. Altre sezioni di vescica e tessuto adiposo comprendente 16 linfonodi esenti da metastasi. Trance di ureteri DX e SX e sezioni di uretra esenti da neoplasia". Quindi, quantunque sia classificato come pT3a pN0, la presenza di LVI e del CIS contribuiscono a peggiorare notevolmente il quadro, sempre se ho capito bene leggendo sul web poiché non ho ancora parlato coi medici. È un peccato, perché la signora si è ripresa totalmente anche dal punto di vista psicologico, si alimenta e idrata adeguatamente e ha un performance status, a dispetto dell'età, sicuramente di 90 se non proprio di 100. Temo ci sia da aspettarsi una qualche ripresa di malattia e anche in tempi non lunghissimi. Un caro saluto al dr. Piana che ha contribuito a orientare la scelta terapeutica e che ringrazio anticipatamente se potrà rispondere.
R.M.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
La negatività dei linfonodi ed il piiccolo volume della lesione, seppure infiltrante, sono fattori prognostici certamente non sfavorevoli. Tutto sommato non saremmo così pessimisti.
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Utente
Utente
Buonasera. Solo per dire che l'uro-tac di settembre è negativa. A marzo faremo l'eco addominale. Ancora un caro saluto al dr. Piana.
R.M.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
Bene.