Familiarità cancro alla prostata
Salve,
ho notato che nel sito viene spesso tirato in ballo il tema della famigliarità del cancro alla prostata. Ho cercato di documentarmi meglio sull’argomento e mi piacerebbe condividere con voi le mie valutazioni. Nel cancro alla prostata non è ancora stata dimostrata una ereditarietà vera e propria ma si parla più semplicemente di “familiarità” dedotta a livello puramente statistico. Gli studi concordano su un fattore di rischio circa 2 volte maggiore per chi ha o ha avuto almeno un caso di familiarità per la patologia.
E’ qui che secondo me si entra in una zona grigia in quanto statistiche di questo tipo possono portarsi dietro un bias (errore) considerevole in quanto:
1. Data (purtroppo) l’alta incidenza della malattia tra tutti gli uomini il fattore di rischio pari a 2 è SICURAMENTE sovrastimato rispetto alla realtà. Analisi statistiche di questo tipo danno infatti risultati migliori nel caso di eventi di malattia rari o comunque meno frequenti di quello in oggetto.
2. Familiarità significa spesso stesso “environment”, stesse abitudini, stesso stile di vita. E’ probabile che vi sia un bias non trascurabile che andrebbe invece spostato nei rischi ambientali o di non corretto stile di vita
3. Spesso chi ha familiarità si sottopone al test di screening in numero maggiore di chi non la ha. Anche questo introduce un bias che va tenuto in conto soprattutto per patologie frequenti.
Fermo restando che in misura più o meno marcata una familiarità comunque esiste a mio avviso va inserita nelle variabili decisionali un terzo fattore che leggo di rado ovvero l’età di insorgenza del tumore.
E’ stato stimato che in pazienti ultra-ottantenni circa il 60-80% ha un cancro alla prostata. Questo significa che il 60%-80% dei maschi ha familiarità con cancro alla prostata, ovvero SIAMO TUTTI A RISCHIO e questo è certamente verò ma ridimensiona il concetto di familiarità in senso lato.
Nel caso in cui invece non sia predominante il fattore di rischio età nel paziente che si ammala (alcuni autori stimano sotto i 65 anni) il campanello di allarme della familiarità dovrebbe essere preso in maggiore considerazione. Ho trovato molto sensate a mio avviso le classi di rischio date dall’American Cancer Society (ACS) ovvero:
• Rischio moderato: tutti gli uomini >50 anni (screening consigliato)
• Rischio elevato: tutti gli afro-americani e gli uomin >45 anni che hanno una familiarità di primo grado insorta prima dei 65 anni (screening consigliato)
• Rischio Altissimo: tutti gli uomini >40 anni che hanno più di una familiarità di primo grado insorta prima dei 65 anni o comunque familiarità ripetuta con tale patologia (screening consigliato)
In tale casistica un uomo con una sola familiarità insorta dopo i 65 anni verrebbe posto nella classe di rischio moderata con uno screening consigliato dopo i 50 anni.
Mi piacerebbe avere la vostra opinione su quanto espresso.
M.
ho notato che nel sito viene spesso tirato in ballo il tema della famigliarità del cancro alla prostata. Ho cercato di documentarmi meglio sull’argomento e mi piacerebbe condividere con voi le mie valutazioni. Nel cancro alla prostata non è ancora stata dimostrata una ereditarietà vera e propria ma si parla più semplicemente di “familiarità” dedotta a livello puramente statistico. Gli studi concordano su un fattore di rischio circa 2 volte maggiore per chi ha o ha avuto almeno un caso di familiarità per la patologia.
E’ qui che secondo me si entra in una zona grigia in quanto statistiche di questo tipo possono portarsi dietro un bias (errore) considerevole in quanto:
1. Data (purtroppo) l’alta incidenza della malattia tra tutti gli uomini il fattore di rischio pari a 2 è SICURAMENTE sovrastimato rispetto alla realtà. Analisi statistiche di questo tipo danno infatti risultati migliori nel caso di eventi di malattia rari o comunque meno frequenti di quello in oggetto.
2. Familiarità significa spesso stesso “environment”, stesse abitudini, stesso stile di vita. E’ probabile che vi sia un bias non trascurabile che andrebbe invece spostato nei rischi ambientali o di non corretto stile di vita
3. Spesso chi ha familiarità si sottopone al test di screening in numero maggiore di chi non la ha. Anche questo introduce un bias che va tenuto in conto soprattutto per patologie frequenti.
Fermo restando che in misura più o meno marcata una familiarità comunque esiste a mio avviso va inserita nelle variabili decisionali un terzo fattore che leggo di rado ovvero l’età di insorgenza del tumore.
E’ stato stimato che in pazienti ultra-ottantenni circa il 60-80% ha un cancro alla prostata. Questo significa che il 60%-80% dei maschi ha familiarità con cancro alla prostata, ovvero SIAMO TUTTI A RISCHIO e questo è certamente verò ma ridimensiona il concetto di familiarità in senso lato.
Nel caso in cui invece non sia predominante il fattore di rischio età nel paziente che si ammala (alcuni autori stimano sotto i 65 anni) il campanello di allarme della familiarità dovrebbe essere preso in maggiore considerazione. Ho trovato molto sensate a mio avviso le classi di rischio date dall’American Cancer Society (ACS) ovvero:
• Rischio moderato: tutti gli uomini >50 anni (screening consigliato)
• Rischio elevato: tutti gli afro-americani e gli uomin >45 anni che hanno una familiarità di primo grado insorta prima dei 65 anni (screening consigliato)
• Rischio Altissimo: tutti gli uomini >40 anni che hanno più di una familiarità di primo grado insorta prima dei 65 anni o comunque familiarità ripetuta con tale patologia (screening consigliato)
In tale casistica un uomo con una sola familiarità insorta dopo i 65 anni verrebbe posto nella classe di rischio moderata con uno screening consigliato dopo i 50 anni.
Mi piacerebbe avere la vostra opinione su quanto espresso.
M.
[#1]
Gentile lettore,
vediamo che lei è ben informato e le osservazioni da lei fatte non fanno una grinza.
Detto questo, se poi desidera avere le mie "opinioni" su tali problematiche urologiche ed andrologiche a livello della ghiandola prostatica, le consiglio di consultare, se non ancora fatto, anche gl’articoli, pubblicati sempre sul nostro sito, visibili agl'indirizzi:
https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1784-prostatiti-croniche-attuali-considerazioni-diagnostiche-e-terapeutiche.html
https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/200-le-malattie-della-prostata-stili-di-vita-prevenzione-e-nuove-indagini-diagnostiche.html
https://www.medicitalia.it/salute/urologia/7-prostata.html
Un cordiale saluto.
vediamo che lei è ben informato e le osservazioni da lei fatte non fanno una grinza.
Detto questo, se poi desidera avere le mie "opinioni" su tali problematiche urologiche ed andrologiche a livello della ghiandola prostatica, le consiglio di consultare, se non ancora fatto, anche gl’articoli, pubblicati sempre sul nostro sito, visibili agl'indirizzi:
https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1784-prostatiti-croniche-attuali-considerazioni-diagnostiche-e-terapeutiche.html
https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/200-le-malattie-della-prostata-stili-di-vita-prevenzione-e-nuove-indagini-diagnostiche.html
https://www.medicitalia.it/salute/urologia/7-prostata.html
Un cordiale saluto.
Giovanni Beretta M.D.
http://andrologiamedica.org/prenota-consulto-online/
https://centrodemetra.com/prenota-consulto-online/
[#3]
Utente
Salve,
aggiungo un link molto interessante sulle nuove linee guida dell'AUA (American Urological Association) riguardo lo screening attraverso il PSA:
https://www.auanet.org/education/guidelines/prostate-cancer-detection.cfm
Mi sembra che le cose stiano mutando verso un nuovo approccio.
Gradirei le vostre opinioni in merito.
Grazie,
M.
aggiungo un link molto interessante sulle nuove linee guida dell'AUA (American Urological Association) riguardo lo screening attraverso il PSA:
https://www.auanet.org/education/guidelines/prostate-cancer-detection.cfm
Mi sembra che le cose stiano mutando verso un nuovo approccio.
Gradirei le vostre opinioni in merito.
Grazie,
M.
[#4]
Gentile lettore,
le mie opinioni in merito sono ben sintetizzate da questa bella news del collega Piana:
https://www.medicitalia.it/news/urologia/4947-scopre-il-psa-negli-anni-70-ed-oggi-pubblica-il-libro-il-grande-imbroglio-della-prostata.html
Ancora un cordiale saluto.
le mie opinioni in merito sono ben sintetizzate da questa bella news del collega Piana:
https://www.medicitalia.it/news/urologia/4947-scopre-il-psa-negli-anni-70-ed-oggi-pubblica-il-libro-il-grande-imbroglio-della-prostata.html
Ancora un cordiale saluto.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.7k visite dal 21/01/2015.
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