Cosa è consigliabile fare e/o evitare in caso di prostatite?
Mi è stata diagnosticata una prostatite cronica. Oltre alla terapia a base di antibiotici e altre medicine, quali sono le cose consigliabili da fare o da evitare? Cosa mangiare e cosa no? Cosa bere e cosa no? Fare sport potrebbe aggravare o attenuare il problema? Volevo chiedere inoltre se è possibile guarire da questa malattia terribile.
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Gentile Giovanotto,
su questo stesso tema ci vengono richiesti numerosi quesiti ogni giorno, quindi con una semplice ricerca potrà leggere migliaia di risposte di Colleghi diversi, ma tutte ispirate più o meno agli stessi principi. Innanzi tutto riserveremmo realisticamente la caratteristica di "terribile" a ben altre malattie. Le condizioni infiammatorie della prostata a decorso prolungato possono essere notoriamente anche molto fastidiose, ma fondamentalmente benigne. In sintesi, ricordiamo che in ogni caso pari efficacia (se non spesso superiore) ai farmaci si ottiene con l'attezione allo stile di vita, nelle sue cinque espressioni principali di alimentazione, idratazione, funzione intestinale, attività fisica ed attività sessuale. Tutte queste devono essere improntate in linea di massima alla ragionevolezza. La terapia antibiotica deve essere limitata a situazioni di comprovata positività degli esami colturali, la durata è molto dibattuta, poichè non è mai chiaramente stato dimostrato che terapie prolungate possano portare a risultati migliori.
Saluti
su questo stesso tema ci vengono richiesti numerosi quesiti ogni giorno, quindi con una semplice ricerca potrà leggere migliaia di risposte di Colleghi diversi, ma tutte ispirate più o meno agli stessi principi. Innanzi tutto riserveremmo realisticamente la caratteristica di "terribile" a ben altre malattie. Le condizioni infiammatorie della prostata a decorso prolungato possono essere notoriamente anche molto fastidiose, ma fondamentalmente benigne. In sintesi, ricordiamo che in ogni caso pari efficacia (se non spesso superiore) ai farmaci si ottiene con l'attezione allo stile di vita, nelle sue cinque espressioni principali di alimentazione, idratazione, funzione intestinale, attività fisica ed attività sessuale. Tutte queste devono essere improntate in linea di massima alla ragionevolezza. La terapia antibiotica deve essere limitata a situazioni di comprovata positività degli esami colturali, la durata è molto dibattuta, poichè non è mai chiaramente stato dimostrato che terapie prolungate possano portare a risultati migliori.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Ex utente
La terapia antibiotica dev'essere limitata a situazioni di comprovata positività degli esami colturali sì, ma i miei esami son risultati tutti negativi e da mesi sto seguendo una cura a base di antibiotici (sotto prescrizione di un urologo ovviamente), quindi cosa potrebbe dirmi al riguardo? E' successo anche che la mia solita difficoltà a urinare si sia trasformata in un'impossibilità tanto che son dovuto andare al pronto soccorso.
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Il fatto che il suo problema non sia stato modificato dalla terapia antibiotica conforta la nostra affermazione che purtroppo il più delle volte questi disturbi non siano causati dall'infezione, se non ipoteticamente in una fase iniziale del tutto transitoria. La sua situazione, con questi evidenti disturbi urinari che giungono alla ritenzione, ci pare però un po' troppo complessa per essere catalogata solo prostatite. Immaginiamo sia necessario sottoporla ad ulteriori accertamenti per chiarire se vi possa essee qualcos'altro, oltre all'infiammazione prostatica. Ad esempio, considerata la sua giovanissima età, un problema congenito di restringimento o scarsa elasticità del collo vescicale.
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Ex utente
Mi hanno effettuato l'uretroscopia e non hanno riscontrato restringimenti, solo un'infiammazione, che a quanto pare è quella la causa dei miei fastidi sulla corona del glande e pertanto mi hanno prescritto del cortisone e dovrò continuare gli antibiotici. La mia difficoltà a urinare è psicologica, ed è plausibile perchè a casa urino abbastanza tranquillamente mentre fuori non sempre (anche se l'ultima volta non riuscivo a svuotare la vescica ed ero tranquillamente a casa). Non so più cosa dire, spero che abbiano ragione, quel che non capisco è perchè la mia sensibilità del glande non va via dato che l'antibiotico lo sto prendendo da mesi, non capisco perchè l'altro giorno a casa mia non sono riuscito a svuotare la vescica. Secondo lei il mio bruciore è dato dall'infiammazione all'uretra? Tengo a precisare ovviamente che io non ho mai avuto una sensibilità del genere in precedenza, solo negli ultimi 2-3 mesi e forse un po' di più, ma prima era tutto normale. E nel caso, la cura con cortisone e antibiotici dovrebbe fare effetto? A quanto pare non ho neanche la prostatite, l'ho avuta ma è "curata". Non riesco proprio a spiegarmi certe cose.
[#8]
Neppure noi riusciamo ad avere ben chiara la situazione, ma questo è normale non potendo valutare direttamente. Come già più volte riferito, dubitiamo che gli antibiotici possano ancora esercitare un effetto positivo, che invece possono verosimilmente avere gli anti-infiammatori ed il cortisone. L'importante è che non si siano riscontrati restringimenti od altre alterazioni anatomiche.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 1.8k visite dal 24/12/2014.
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