Problemi postoperatori

Carissimi dottori, colgo innanzitutto l'occasione per complimentarmi con Voi per l'ottimo servizio che fornite agli utenti della rete!(Un sito utile, è alqaunto insolito)
Volevo sottoporvi la mia problematica dato che da un pò di tempo non riesco più a stare tranquillo e vorrei approfittare della Vostra esperienza.
All'inizio di Ottobre mentre facevo la doccia mi accorgo di avere un bozzo all'altezza dell'osso sacro. Lo trascuro per una settimana e poi vado dal mio medico il quale mi dice che è semplicemente un brufolo e di curarlo con gentalinbeta e un antinfiammatorio. Dopo due giorni di cure il bozzo "esplode" (scusatemi per la terminologia che uso) e dato che non sapevo come pulire vado al prontosoccorso. Ascesso sacrococcigeo, consigliata visita chirurgica. Ci ritorno il giorno dopo e chiedo di essere portato in chirurgia perchè ho anche febbre. In chirurgia un professore mi riscontra una cisti pilionidale, mi dice di curare l'infiammazione e l'infezione relativa con antinfiammatorio, antibiotico, borsa dell'acqua calda e impacchi con soluzione di amuchina e mi prenota un intervento per l'asportazione della fistole per la settimana successiva se l'infiammazione è passata. Dopo una settimana l'infiammazione a loro dire è passata e mi operano. L'intervento dura tra trasporto in sala, attesa, annestesia locale e asporatzione, circa due ore. Mi riportano in reparto e dopo una notte insonne la mattina seguente con mio sommo piacere mi dicono di tornare a casa e prendere Ciproxin 500 due volte al giorno per 15 giorni, che mi hanno fatto la sutura e che devo tornare per tre medicazioni iniziando dalla settimana successiva. Così faccio. Di quì il calvario. Dopo una settimana ho le gengiva in fiamme, una febbricola costante intorno ai 37,5° e dolori: insomma non mi sento bene. Vado per la prima medicazione in reparto e mi dicono che è normale. Dopo una settimana ancora infatti, la bocca sta meglio ma la febbricola continua (la misuro ogni sera). Torno a lavoro (pertanto non ritengo di aver strafatto nel periodo di convalescenza) e prendo, sotto consiglio medico, plurivit. Quando un giorno, tornato a casa mentre vado ad urinare mi accorgo che mi brucia. Scopro il glande e mi rendo conto che è completamete arrossato specie la punta e sporco di una patina biancastra. Lavo il pene e vado a letto. La mattina seguente è nuovamente sporco, avverto bruciore ad urinare e ho anche molto dolore a defecare. Ricapitolando: febbricola, arrossamento del glande e dell'ano e dolori a defecare. Torno per le medicazioni in reparto (semplice pulizia della ferita e applicazione di mercurocromo) e il chirurgo mi dice di applicare vasellina solida sul glande, che più in là potremmo fare una rettoscopia e che per la febbricola mi conviene non misurarla!!! Date le risposte non mi fido e vado dal mio medico. Nuovamente antibiotici per la febbre e consigliata visita dermatologica. Il dermatologo mi dice di tenere per tre giorni una garza imbevuta di una soluzione di acido borico al 3% sul glande. Lo faccio ma dopo una settimana mi rendo conto che sono solo dei pagliativi. Ho ancora la febbricola, il glande arrossato e ora grossi problemi a defecare. Sono passati più di venti giorni dall'intervento e non sto affatto bene. Ora i sintomi sono: febbricola che và e viene, arrossamento del glande (vi confesso che l'arrossamento aumenta specie se sollecito il funzionamento del pene), grossi problemi a defecare, dolore lombare e ora anche un dolore a livello inguinale che io localizzo soprattutto sotto il testicolo sinistro. Il dolore è venuto fuori dopo che, durante un giorno qualunque di lavoro, mi sono venuti come dei crampi sotto lo scroto. Il dolore è più una sensazione di fastido che delle volte si irradia anche sulla gamba sinistra. Ogni mattina dunque dopo aver defecato mi ritrovo sporco di sangue e il dolore è insopportabile. Una mattina vado in bagno e mi spavento: nel water c'è più sangue che feci. Vado al prontosoccorso e il medico mi dice che la ferita è a posto fatta eccezione per una piccola lacerazione. E' da lì che viene fuori il sangue e non dall'ano dove comunque c'è una "congestione emmorroidale" e mi faccio visitare da un'altro medico dato che il mio medico di base mi vuole nuovamente somministrare un antibiotico e fitostimoline da applicare sul glande. Il nuovo medico mi dice che a suo parere è una forte forma di micosi che mi ha preso tutta la cute da dietro l'ano fino al glande dove è tutto arrossato e la pelle è aggrenzita, poi c'è una ragade . Il motivo è un abbassamento del sistema immunitario dovuto al continuo uso di antibiotici. Mi consiglia di iniziarla a curare come tale con polvere cutanea Pevaryl e Triasporin da prendere 2 volte al giorno per almeno 8 giorni, ma soprattutto mi consiglia di fare urine e urinocultura. Dico al mio medico che invece sono andato da un dermatologo e lui mi aggiunge una ecografia scrotale. Faccio tutto come mi dicono. Tengo la parte sempre pulita e ad ogni lavaggio uso della polvere che applico anche sul glande, prendo questa pillola due volte al giorno e faccio gli esami. Urine e urinocultura negativi, il radiologo che mi fà l'ecografia scrotale invece è quasi sorpreso che la stia facendo in quanto sì, trova un piccolissimo varicocele sinistro ,di I grado, ma ritiene che sia strano che io avverta tanto fastidio da un varicocele che a suo dire è comunissimo. E siamo arrivati ad oggi. Intanto in chirurgia mi hanno tolto i punti ma non sanno che dire su tutto il resto, continuo a farmi la doccia dopo di chè asciugo bene le parti intime, tratto con mercurocromo la ferita che poi copro con una garza sterile, e infine cospargo tutta la zona bassa con questa polvere Pevaryl, e cerco di mangiare alimenti che facilitino la defecazione. Nonostante ciò, sì la febbre non penso di averla più (la misuro di tanto in tanto) e mi sento meno spossato ma è anche vero che il glande è ancora ridotto male, sembrerebbe che se ne stia venendo la pelle e continuo ad avere una sensazione di fastidio nella zona inguinale (sempre a sinistra)in corrispondenza del testicolo, l'arrossamento tra l'ano e lo scroto non c'è più ma ho ancora un leggero fastidio a defecare.
Se non vi ho annoiato troppo ora passerei alle domande:
1) Pensate che in tutta la storia ci sia qualcosa che non và di clamoroso?
2) C'è attinenza tra l'intervento per la fistole e i problemi che sto accusando adesso di tutt'altra natura?
3) Pensate che l'ultima diagnosi (la micosi) sia relistica?
4) Se si, il dolore al testicolo sinistro può dipendere da quello, dato che sta diminuendo, o è di altra natura? E quale potrebbe essere?
5) Ho intenzioe in ogni caso di andare da un urologo. E' lo specialista più giusto o sarebbe meglio l'andrologo?
6) Questa polvere cutanea che sto applicando può essere nociva con l'uso prolungato?
7) Voi che idea Vi sareste fatti se un paziente si fosse presentato con i miei sintomi?
8) Alla fine di tutto, se con ottimismo gli esami che mi farà fare lo specialista che andrò in questi giorni a visitare, mi diranno che non c'è niente di patologico quali esami mi consigliate di fare per avere il mio quadro clinico generale? Vi parlo di analisi di routine (tipo analisi del sangue). Insomma io ho 22 anni e ci tengo alla mia salute. Vorrei sapere che esami conviene fare a uno che sta bene ma vuole prevenire quello che naturalmente si può prevenire.
9) Dovrei preoccuparmi di malattie gravi?
10) Per tornare ad avere rapporti sessuali senza avere la paura di causare danni alle mie compagne quali esami mi conviene fare?
11) Quando è consigliabile tornare a praticare sport? E quali è meglio che non partichi?
Vi ringrazio anticipatamente e mi scuso per essermi dilungato, ma credetemi negli ultimi tre mesi ho pensato di tutto e essendo una persona molto attiva lo stare fermo per tanto tempo non ha migliorato il mio stato d'animo.
Spero mi risponderete presto e Vi prego di continuare a dare buoni consigli. C'è tanta gente che ha bisogno di essere aiutata e Vi assicuro che la sanità, specie dalle mie parti è molto poco rassicurante!
[#1]
Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 16.1k 474
caro lettore 8522,
la sua storia potrebbe essere sintetizzata in una infezione micotica del glande insorta dopo un uso prolungato di antibiotici
Non si ponga una infinità di domande a cui, spesso, è impossibile rispondere.
Vada o torni dal chirurgo che ha "gestito" la cisti pilonidale e gli parli anche del problema del suo pene
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

[#2]
Attivo dal 2005 al 2005
Ex utente
Carissimo dottore,
la ringrazio innanzi tutto per la celere risposta.
Lo sò che forse ho fatto troppe domande, ma le assicuro che sto vivendo una situazione che ha dell'incredibile.
Le mi dice che dovrei tornare dal chirurgo che mi ha operato, ma in questo non posso essere d'accordo con lei.
Certamente mi farò seguire da uno specialista ma non da una persona che di fronte alla mia domanda "Può essere stata l'assunzione prolungata di antibiotici a debilitarmi?" mi dice con assoluta certezza "No!" e poi vengo a sapere, dopo l'ultima visita dal medico di base, che ho un fungo causato dall'uso massiccio di antibiotici, altrettanto certamente non ripongo alcuna fiducia!
Ma può una infezione micotica essere causa di tanti problemi? (Febbre, dolore al testicolo, irritazione, bruciore, spossatezza, difficoltà ad evacuare, pene ridotto malissimo)
Le assicuro che a questo punto preferirei sentirmi rispondere a questa domanda con un secco SI! Almeno saprei cosa devo curare!
[#3]
Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 16.1k 474
caro lettore 8522,

per essere precisi, la risposta del chirurgo circa la "debilitazione " da antibiotici è corretta, se poi ci sia stata una infezione da funghi, questa è un 'altra cosa !
alle altre domande le devo rispondere che, probabilmente, è vero
cari saluti
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