Collega per arginare l'incontinenza femminile

Gent. dott. spec. in urologia,
ho 70 anni e da due anni circa soffro di perdita d'urine non solo quando sternutisco o tossisco ma, seppur poca, anche nel corso della mia giornata normale (1 assorbente specifico mini).
Dopo aver fatto, all'insorgenza del disturbo, tutte le analisi ordinatemi dal medico generico e ripetute dopo la visita specialistica, risulto con un leggero prolasso vescicale.
Lo specialista mi ha prescritto la duxoletina (cimbalta,1 al dì da 60),degli esercizi specifici e se non fosse passato, come rimedio risolutivo, l'intervento chirurgico.
Dopo 2 anni il disturbo è un pò peggiorato, ma non vorrei farmi operare anche perchè ho sentito che non sempre riesce e che spesso è recidivo.
Mi rivolgo a voi non solo per sapere se queste dicerie sono vere, ma anche perchè ho sentito parlare di 3 sfere da introdurre in vagina la mattina e che farebbero la funzione di sostenere la vescica eliminando il disturbo.
Voi che ne dite? sono in vendita anche su internet e abbastanza diffuse in quanto vengono acquistate per produrre piacere e non per il motivo per cui sono state studiate da un v. collega per arginare l'incontinenza femminile. Grazie, in attesa di risposta.
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Chirurgo generale, Endocrinologo, Oncologo, Urologo 16.1k 474
cara lettrice,

a mio parere gli aspetti del problema sono due:
1. se nonostante la terapia lei continua ad avere incontinenza urinaria da sforzo e a riposo, tale inconveniente perdurerà e tenderà progressivamente ad aggravrasi con tutte le antipatiche conseguenze.
2. se lei si opera ( intervento ormai abbastanza codificato, semplice, anche in anestesia locale o regionale, senza particolari complicanze....) potrebbe avere anche dei risultati non ottimali ma potrebbe, avere la scomparsa della antipatica incontinenza)
Mi sembra che non ci dovrebbero essere dubbi in merito.
lasci perdere le "panzane" del web.
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

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Prof. Francesco Pesce Urologo, Neurologo, Andrologo 72 2
Se il prolasso è "leggero" la terapia non va rivolta verso di esso, nè con pessari nè tanto meno con interventi.
Se, come mi sembra di capire, non ha eseguito un ciclo formale di fisioterapia del pavimento pelvico, questa è la prima cosa da fare. Specificamente, un professionista esperto/a del campo le deve oinsegnare in più sedute e con contatto manuale con precisione gli esercizi che lei deve effettuare quotidianamente, anche e soprattutto contestualmente agli sforzi che le causano perdite. Fatta con questa modalità, soprattutto con una incontinenza abbastanza lieve come la sua, vi è una possibilità del 60-70 % di risolvere il problema. Dopo almeno tre mesi di un siffatto trattamento, l'eventuale residua incontinenza, se ritenuta da lei intollerabile, può essere tranquillamente trattata chirurgicamente con i moderni mezzi scarsamente invasivi, molto efficaci (85-90% di successo) e con basse percentuali di complicanze (che comunque vanno dettagliatamente discusse con l'operatore). Non si preoccupi, la cattiva reputazione della chirurgia anti-incontinenza era dovuta ai tipi di interventi usati fino a 8-10 anni fa.
Cordiali saluti,

Prof. Francesco Pesce
Specialista in Urologia e in Neurologia
Perfezionato in Andrologia e Sessuologia
www.dr-francescopesce.it

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Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Carissimi professori,
con le v. risposte, fra l'altro assai celeri nonostante agosto, mi avete donato chiarezza e fiducia nell'attuale intervento.
Prima seguirò con cura il consiglio del prof. Pesce di eseguire gli esercizi, poi orienterò il mio pensiero verso la chirurgia moderna. Senz'altro dimenticherò le "sfere" reclamizzate. GRAZIE mille volte GRAZIE.
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