microfocolaio di carcinoma prostatico acinare

Salve, chiedo un consulto riguardante l'esito di una biopsia su paziente di 60 anni(mio padre) dializzato da 2. Riporto quanto scritto:
Esame microscopico
1. 12: Nel mapping eseguito si osserva carcinoma con le seguenti caratteristiche:
Istotipo: acinare
Grado di differenziazione: Gleason combinato 3+3=6
Infiltrazione perineurale: assente
Estensione extracapsulare: assente
Neoplasia è presente, in percentuale (rispetto al parenchima prostatico rappresentato sulla biopsia) nelle seguenti sedi: periapicale sx:6.6
PIN ad alto grado: assente

E' stato messo in lista per un intervento di prostatectomia radicale.
Volevo sapere quanto è grave la situazione e se possibile il tasso di sopravvivenza in casi simili.
Inoltre , visto che si sottopone a dialisi vorrei sapere se questo preclude la possibilità si trapianto renale.

Grazie per l'attenzione.
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 43.7k 1.9k
Gentile Giovanotto,
abbiamo l'impressione che quanto ci riporta del referto dell'esame istologico non sia del tutto completo. Infatti lei prima accenna ad un microfocolaio di neoplasia, ma poi non vi sono nel referto gli elementi sufficienti a confermare questa affermazione, in particolare nel punto in cui si fa riferimento alla percentuale di tessuto interessata. Se si confermasse la presenza di un semplice microfocolaio di neoplasia Gleason 3+3=6, le indicazioni all'intervento chirurgico, considerate le condizioni generali non perfette, potrebbero essere ridiscusse, anche alla luce delle più recenti acquisizioni sulla gestione conservativa di questi piccoli tumori indolenti. Premettiamo che comunque non vi è ancora a riguardo unità di pensiero, pertanto singoli professionisti o centri di cura potrebbero avere in piena libertà intendimenti diversi. Forse un secondo ed un terzo parere (ovviamente diretto, non telematico) potrebbero essere opportuni.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
Utente
Utente
Buonasera, la ringrazio molto per la risposta. Prima ho riportato il testo scritto nella seconda pagina dell'esito, mentre nella prima c'è scritto:

Dati clinici e quesiti diagnostici:
PSA 2.11 (in terapia con duodart)
ECO e RR: negativi

Sotto c'è la lista dei 12 campioni inviati ad analisi e successivamente:

Diagnosi
1.12: Microfocolaio di carcinoma acinare, Gleason 3+3
8. Attesa IIC


Il paziente dovrebbe essere inserito in lista per trapianto renale, la diagnosi e il successivo intervento possono precludere la possibilità del trapianto?

Guardando in internet tra le varie cose ho trovato questa affermazione che mi fa ben sperare ma non so se sia vera:
Albertsen ha dimostrato chiaramente l’importanza dell’età, della comorbidità e dell’istologia del tumore: uomini con un Gleason score basso (2-4) hanno un rischio solo del 4-7% di morire per carcinoma della prostata nei quindici anni dalla diagnosi e quelli sottoposti a trattamento conservativo non subiscono una riduzione dell’aspettativa di vita rispetto alla popolazione generale
[#3]
Dr. Paolo Piana Urologo 43.7k 1.9k
Gentile Giovanotto,
vediamo con piacere che lei ha percepito perfettamente il nocciolo del nostro discorso, che porta alla valutazione di inserire questi casi in un protocollo di sorveglianza attiva (che non è semplice vigile attesa). Deve essere però molto chiaro che il centro trapianti comprenda perfettamente la situazione nella sua realtà e non accampi invece scuse sull'opportunità di un trapianto in un soggetto portatore di neoplasia. Tutto questo deve però essere avvallato dai nostri Colleghi che hanno in cura suo padre.

Saluti
[#4]
Utente
Utente
La ringrazio nuovamente per l'attenzione. Non riesco a capire se la neoplasia sia ad uno stato localizzato o avanzato e se quindi con l'intervento il paziente possa guarire. E se dopo l'intervento si possa o meno sottoporre a trapianto.

Grazie della sua disponibilità

[#5]
Dr. Paolo Piana Urologo 43.7k 1.9k
Gentile Giovanotto,
un microfocolaio tumorale prostatico a basso punteggio Gleason costituisce una lesione allo stadio inizialissimo, tant'è che come abbiamo detto, oggigiorno viene perlopiù considerata passibile di semplice sorveglianza attiva. L'intervento radicale sarebbe certamente curativo, ma a costo di una certa invasività chirurgica e con il rischio di complicazioni successive. Insomma, oggi si opera solo se ne vale veramente la pena. La situazione particolare di questo caso, da una parte non incentiva il voler sottoporre a tutti i costi all'intervento un soggetto che ha altri non indifferenti problemi di salute, d'altra parte deve essere ben chiaro he questo non deve interferire con il percorso del trapianto. In conclusione, vi deve essere una piena sintonia tra gli intendimenti dell'urologo curante e quelli del nefrologo/centro trapianti.

Saluti
Tumore alla prostata

Il tumore alla prostata è il cancro più diffuso negli uomini, rappresenta il 20% delle diagnosi di carcinoma nel sesso maschile: cause, diagnosi e prevenzione.

Leggi tutto