Linfoadenectomia k testicolo
Buongiorno, nel mese di aprile ho subito l'asportazione del testicolo sinistro per una neoplasia.
Istologico: 90% teratoma, 5% carcinoma embrionale, 5% YST; Rete testis: indenne; Angioinvasione: non identificata; Funicolo spermatico: indenne da neoplasia; Margine di resezione: indenne da neoplasia; Tunica vaginale: indenne da neoplasia.
Nelle TAC pre Orchifunicolectomia in sede paraortica erano presenti 3 linfonodi che secondo il referto, non superando gli 11 mm, non erano sospetti in sede secondario, anche se in caso di conferma istologica era consigliata una PET.
Successivamente, dopo l'operazione il marker AFP da un valore pre operazione di 383 era salito fino a 447, mentre la B-HCG si era normalizzata (valore pre operazione 4).
La neoplasia è stata così classificata come PT1 CN1 M0 - anche se la certezza che quei linfonodi fossero "invasi" non c'era - e, dato che l'AFP continuava a salire ho fatto 3 cicli di PEB (il primo a dose piena, i rimanenti due al 70% per problemi di globuli bianchi che erano scesi fino a 500 dopo il primo ciclo).
Dopo i 3 cicli di chemio PEB i marker mi si sono normalizzati, AFP a 6 e B-HCG <1 e la TAC addome e torace con MDC (fatta il giorno dopo la fine della terapia) ha dato esito negativo se non per 2 linfonodi sempre in sede paraortica nel referto così definiti: "non tumefazioni linfoghiandola retroperitoneali di rilievo: linfonodi aspecifici paraortici".
Con questo esito l'oncologo mi ha consigliato di effettuare una linfoadenectomia retroperitoneale. Mentre l'urogolo inizialmente non mi sembrava molto convinto di effettuare quell'operazione anche se giorni dopo fui contattato per fissare l'operazione stessa.
Preso da un po' di dubbi a riguardo, mi sono fatto visitare da un urologo presso l'Istituto Nazionale Tumori che dopo la visita e dopo aver preso visione delle TAC mi ha detto che l'operazione non era da fare e di tenere solo sotto controllo quei linfonodi e che tendenzialmente la TAC va fatta non il giorno dopo la fine della terapia ma circa 60 giorni dopo perché comunque bisogna dare tempo alla chemioterapia di fare effetto...
Ora, mi trovo "in mezzo a due fuochi", i medici che mi han seguito spingono per l'operazione mentre all'Istituto Nazionale Tumori mi è stato detto che non devo farla...
Leggendo la mia storia clinica ... voi che pensate debba fare?
Grazie mille!
Istologico: 90% teratoma, 5% carcinoma embrionale, 5% YST; Rete testis: indenne; Angioinvasione: non identificata; Funicolo spermatico: indenne da neoplasia; Margine di resezione: indenne da neoplasia; Tunica vaginale: indenne da neoplasia.
Nelle TAC pre Orchifunicolectomia in sede paraortica erano presenti 3 linfonodi che secondo il referto, non superando gli 11 mm, non erano sospetti in sede secondario, anche se in caso di conferma istologica era consigliata una PET.
Successivamente, dopo l'operazione il marker AFP da un valore pre operazione di 383 era salito fino a 447, mentre la B-HCG si era normalizzata (valore pre operazione 4).
La neoplasia è stata così classificata come PT1 CN1 M0 - anche se la certezza che quei linfonodi fossero "invasi" non c'era - e, dato che l'AFP continuava a salire ho fatto 3 cicli di PEB (il primo a dose piena, i rimanenti due al 70% per problemi di globuli bianchi che erano scesi fino a 500 dopo il primo ciclo).
Dopo i 3 cicli di chemio PEB i marker mi si sono normalizzati, AFP a 6 e B-HCG <1 e la TAC addome e torace con MDC (fatta il giorno dopo la fine della terapia) ha dato esito negativo se non per 2 linfonodi sempre in sede paraortica nel referto così definiti: "non tumefazioni linfoghiandola retroperitoneali di rilievo: linfonodi aspecifici paraortici".
Con questo esito l'oncologo mi ha consigliato di effettuare una linfoadenectomia retroperitoneale. Mentre l'urogolo inizialmente non mi sembrava molto convinto di effettuare quell'operazione anche se giorni dopo fui contattato per fissare l'operazione stessa.
Preso da un po' di dubbi a riguardo, mi sono fatto visitare da un urologo presso l'Istituto Nazionale Tumori che dopo la visita e dopo aver preso visione delle TAC mi ha detto che l'operazione non era da fare e di tenere solo sotto controllo quei linfonodi e che tendenzialmente la TAC va fatta non il giorno dopo la fine della terapia ma circa 60 giorni dopo perché comunque bisogna dare tempo alla chemioterapia di fare effetto...
Ora, mi trovo "in mezzo a due fuochi", i medici che mi han seguito spingono per l'operazione mentre all'Istituto Nazionale Tumori mi è stato detto che non devo farla...
Leggendo la mia storia clinica ... voi che pensate debba fare?
Grazie mille!
[#1]
Gentile Giovanotto,
si tratta di una situazione in cui non vi sono delle evidenze precise, infatti porta a delle interpretaziioni differenti, come lei sta verificando personalmente. Specialisti e centri di cura diversi possono seguire protocolli diversi, così come differente può essere la propensione alla chirurgia. Considerata l'evoluzione della sua storia, noi saremmo più propensi ad un atteggiamento di attentissima attesa, ma non immediatamente aggressivo. Premettiamo peraltro di non poter vantare una specifica esperienza in merito. Ma proprio per questo motivo le rammentiamo che le opinioni più autorevoli sono sempre quelle dei Colleghi che hanno dalla loro l'esperienza del maggior numero di casi trattati. I grossi centri di riferimento oncologico hanno quindi senz'altro qualche arma in più a loro vantaggio.
Saluti
si tratta di una situazione in cui non vi sono delle evidenze precise, infatti porta a delle interpretaziioni differenti, come lei sta verificando personalmente. Specialisti e centri di cura diversi possono seguire protocolli diversi, così come differente può essere la propensione alla chirurgia. Considerata l'evoluzione della sua storia, noi saremmo più propensi ad un atteggiamento di attentissima attesa, ma non immediatamente aggressivo. Premettiamo peraltro di non poter vantare una specifica esperienza in merito. Ma proprio per questo motivo le rammentiamo che le opinioni più autorevoli sono sempre quelle dei Colleghi che hanno dalla loro l'esperienza del maggior numero di casi trattati. I grossi centri di riferimento oncologico hanno quindi senz'altro qualche arma in più a loro vantaggio.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#3]
Gentile Giovanotto,
è ovvio che a questo punto il controllo frequente avverrà sul dosaggio dei marcatori, mai si riuscirà a capire se codesti linfonodi addominali siano o meno legati alla malattia, ed accertarlo con prelievo diretto parrebbe oggi un po' troppo "eroica" come intenzione.
Saluti
è ovvio che a questo punto il controllo frequente avverrà sul dosaggio dei marcatori, mai si riuscirà a capire se codesti linfonodi addominali siano o meno legati alla malattia, ed accertarlo con prelievo diretto parrebbe oggi un po' troppo "eroica" come intenzione.
Saluti
[#4]
Utente
Grazie Dottore. Grazie davvero! E' stato gentilissimo!
Mi sento un po' più tranquillo ora!
Anche se già dopo la visita all'Istituto Nazionale mi ero di molto tranquillizzato in quanto mi dissero che il teratoma non da metastasi e avevo poca percentuale di carcinoma embrionale dunque come istologico non era una delle ipotesi peggiori...
Mi sento un po' più tranquillo ora!
Anche se già dopo la visita all'Istituto Nazionale mi ero di molto tranquillizzato in quanto mi dissero che il teratoma non da metastasi e avevo poca percentuale di carcinoma embrionale dunque come istologico non era una delle ipotesi peggiori...
[#5]
Utente
Nella prima tc di controllo i suddetti linfonodi sembrerebbero essere diminuiti ancora...
Riporto la dicitura:
"presenza di un linfonodo con caratteristiche strutturali specifiche, infracentimetrico, in sede periaortica sinistra (sembra apprezzarsi regolare rappresentazione dell'ilo), carnalmente e causalmente allo stesso altri due minuti linfonodi di 6 mm; perifericamente al colon ascendente presenza di qualche minuto linfonodo, pure con significato aspecifico, con diametro prevalente di 8 mm, non altre adenopatie sul decorso delle catene linfatiche addominali"
il fatto che questi linfonodi si siano ridotti ancora e siano stati definiti aspecifici per l'ennesima volta significa che non erano collegati alla neoplasia? o sbaglio?
per quale motivo si possono essere ingrossati i linfonodi vicino al colon ascendente?
Riporto la dicitura:
"presenza di un linfonodo con caratteristiche strutturali specifiche, infracentimetrico, in sede periaortica sinistra (sembra apprezzarsi regolare rappresentazione dell'ilo), carnalmente e causalmente allo stesso altri due minuti linfonodi di 6 mm; perifericamente al colon ascendente presenza di qualche minuto linfonodo, pure con significato aspecifico, con diametro prevalente di 8 mm, non altre adenopatie sul decorso delle catene linfatiche addominali"
il fatto che questi linfonodi si siano ridotti ancora e siano stati definiti aspecifici per l'ennesima volta significa che non erano collegati alla neoplasia? o sbaglio?
per quale motivo si possono essere ingrossati i linfonodi vicino al colon ascendente?
[#6]
Leggasi "cranialmente" e "caudalmente", che vuol dire "sopra" e "sotto" ... Noi abbiamo da subito avuto idea che questi linfonodi costituissero un riscontro occasionale, legato verosimilmente ad un problema intestinale, verosimilmente remoto e probabilmente passato inosservato.
[#7]
Utente
E' stato il correttore automatico a cambiare le due parole e non me ne sono accorto, chiedo scusa.
Le faccio un'ultimissima domanda, dopo di che non porgerò più nessun quesito:
Nei marker di fine luglio post chemio l'afp era a 6. A settembre è scesa a 5.2, a ottobre è andata a 5.8 mentre nel controllo di novembre è tornata a 6.1.
E' normale questo "balletto"?
Le faccio un'ultimissima domanda, dopo di che non porgerò più nessun quesito:
Nei marker di fine luglio post chemio l'afp era a 6. A settembre è scesa a 5.2, a ottobre è andata a 5.8 mentre nel controllo di novembre è tornata a 6.1.
E' normale questo "balletto"?
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 5.3k visite dal 03/09/2014.
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