Il medico gli ha chiesto se noi avessimo rapporti sessuali protetti

Buonasera. Volevo chiedere una cosa riguardante il mio fidanzato. Qualche mese fa, a causa di fastidi nel basso ventre e dolori forti dopo i rapporti, il mio ragazzo, che ha 23 anni, ha deciso di fare una visita da un urologo che gli ha diagnosticato una prostatite acuta e gli ha dato una cura di antibiotici. Il medico gli ha chiesto se noi avessimo rapporti sessuali protetti e lui, come è vero, ha risposto di si, con eccezione di un'unica volta in cui abbiamo avuto un rapporto non protetto di 30 secondi scarsi. L'urologo ha chiesto al mio ragazzo di farmi fare un tampone vaginale e di portare a lui i risultati, visto che sospettava che io potessi essere la causa della sua prostatite. I risultato del tampone evidenziavano la presenza del batterio "enterococcus faecalis" e lui quindi con certezza assoluta ha attribuito la causa della patologia a me. Quello che volevo chiedere è: è possibile che possa essere io la causa avendo avuto un rapporto non protetto di un cosi
breve tempo? Sono mortificata e non riesco ad attendere di farmi una visita più dettagliata nell'avere rispose a questo dubbio. Ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Gentile Signorina,
in medicina mai si può essere assolutamente certi di alcunché, si parla sempre solo di probabilità, più o meno elevate, tenendosi il più possibile aderenti ai fatti. Dunque:
- non ci risulta che il suo partner sia stato sottoposto ad accertamenti batteriologici che abbiano evidenziato una infezione seminale od urinaria da Enterococcus Faecalis;
- non ci risulta che sia individuabile una relazione temporale così diretta tra questo (brevissimo) rapporto sospetto "a rischio" e la comparsa dei disturbi;
- il suo tampone vaginale è stato certamente eseguito tempo dopo quell'episodio, non è detto che lei fosse già positiva per il batterio in quel momento;
- se lei non ha mai accusato disturbi genitali in genere, la positività batteriologica potrebbe anche essere dovuta a semplice contaminazione del tampone, da parte di un comune batterio intestinale, che può comunque riscontrarsi sulla pelle dell'area perineale, senza alcuna aggressività.
La somma di tutte queste considerazioni ci spinge ad essere piuttosto critici verso la certezza di collegare le cose come è stato fatto, considerandolo anzi piuttosto semplicistico.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Grazie infinite!
Cordiali saluti
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