Mi ha parlato di prostatite abatterica

Buonasera dopo circa dieci mesi di vari disturbi alle vie urinarie ho deciso di farmi visitare dall' urologo. Precisamente i disturbi sono stati per i primi 6 mesi i seguenti:
- bruciore nella punta del glande, più intensi con la minzione
- calore ai testicoli ( durato per circa un mese)
- calore ano e glutei
Il tampone uretrale, l'esame urinocoltura primo getto e spermicoltura eseguiti in questi mesi sono risultati negativi.
Debbo dire che da quattro mesi la situazione è migliorata, il bruciore al glande e il calore ano e glutei si manifestano in modo blando e con minore frequenza, tuttavia ho deciso di farmi visitare da uno specialista.
L' urologo ha riscontrato una prostata modicamente aumentata di volume e la presenza di calcificazioni sia in sede periferica che periuretrale. Mi ha parlato di prostatite abatterica ( considerando che dagli esami precedenti non risultavano infezioni).
Mi ha prescritto la seguente cura:
1) IPRETROFAN per 40 giorni (1 capsula al giorno)
2) PERMIXON per 20 giorni (2 capsule al giorno)
Leggendo le istruzioni apprendo che questi due medicinali sono utilizzati per la Iperplasia prostatica benigna ( e non per la prostatite) quindi vi chiedo un Vostro parere in merito.
Inoltre vorrei chiederVi se sarebbe necessario effettuare anche un esame del Psa
Ringraziandovi in anticipo per il Vostro parere porgo cordiali saluti
fabrizio
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Gentile Signore,
si tratta di prodotti ampiamente utilizzati allo scopo di trattare genericamente le infiammazioni della ghiandola prostatica che possono accentuare la presenza di disturbi. Questo avviene sia nella prostatite che nell'ingrossamento benigno, situazione in cui l'uso di questi prodotto è senz'altro più diffuso. D'altronde, come è noto, non esistono medicinali specifici di sicuro effetto per la prostatite, quindi si scatena la fantasia di noi specialsiti ed ognuno propone ciò che ritiene possa essere più efficace. Mai accadrà che due specialisti consiglino la stessa terapia! L'efficacia di questi prodotti è comunque tanto variabile quanto imprevedibile, diciamo che un certo vantaggio lo si dovrebbe apprezzare entro un tempo ragionevole di un paio di mesi, altrimenti è discutibile proseguire oltre.
Il PSA è un marcatore tumorale che è stato ampiamente utilizzato in passato, ma la cui utilità oggi viene messa sempre più in discussione. Non ha alcun ruolo nella valutazione di situazioni su base infiammatoria-irritativa come presumibilmente è la sua, anzi questa condizione potrebbe falsare i risultati fornendo dati inutilmente preoccupanti. In ogni caso, prima dei 50 anni l'esame andrebbe eseguito solo in casi particolari, come la presenza in famiglia di altri casi di tumore della prostata.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
Dr. Pierluigi Izzo Andrologo, Sessuologo 28.9k 643
Caro Utente,la negatività delle indagini batteriologiche eseguite sulle urine e sullo sperma,assieme al riscontro transrettale di una prostata congesta,hanno orientato la terapia in oggetto.Prescindendo dalla sintomatologia,é corretto eseguire la determinazione del PSA totale,lontano dalla eiaculazione (2-3 gg.).Cordialità.

Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
info@studiomedicoizzo.it

[#3]
Utente
Utente
Vi ringrazio per la Vostra puntuale e chiara risposta.

cordiali saluti

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