Ciclismo dopo colica renale ed espulsione calcolo
Buon giorno,sono Marco e ho 30 anni.
Lo scorso 23 Luglio ho avuto una colica renale dx con conseguente corsa presso il ps della mia città. Mi sono stati trovati 2 calcoli da 3mm al rene dx.
Il giorno dopo (24 Luglio) mi sono tornate le coliche per 2 volte, di intensità inferiori ma che mi hanno comunque obbligato ad una iniezione di ketoprofene (molto dolorosa tra l'altro ma assolutamente efficace e dall'effetto quasi immediato).
Fortunatamente le coliche non si sono più verificate anche quando con mia grande sorpresa il mattino seguente alle due coliche avute a casa ho espulso un vero e proprio sassolino di colore nero, leggermente ovale. Sicuramente non sarà stato un caso che da quel giorno non ho più avuto nulla.
Ho fatto lo scorso 8 Agosto una eco di controllo e come ci si poteva immaginare mancava all'appello un calcolo dei due che videre al ps. La persona che mi ha fatto la eco mi ha detto che è tutto apposto, ne è rimasto uno piccolo che a quanto pare non è posizionato in un punto pericoloso, un occhiata alla vescica e al rene sx, tutto apposto.
In considerazione di questo vengo alla mia domanda.
Io sono ciclista amatore, percorro 50km come ne percorro 100 o anche più, ho già rinunciato a fare una vacanza di 4 giorni in bici in cui avrei dovuto affrontare un sforzo fisico abbastanza elevato dato il chilometraggio giornaliero da percorrere che unito al caldo avrebbe potuto giocarmi brutti scherzi o quantomeno provocare un affaticamento ai reni eccessivo. Ma per quanto riguarda una pedalata di 50 km o anche meno in tranquillità senza tenere una media da giro d'italia potrebbe essere presa in considerazione dato che sono passati ormai 17 giorni dall'espulsione del calcolo?
Sicuramente chiederò anche al mio medico curante non appena andrò a farlgi visionare l'esito della eco, ma ci tenevo a chiedere anche a un medico più specializzato in questo tipo di caso clinico.
Ringrazio per l'interessamento, auguro a tutti in ogni caso buon lavoro.
Lo scorso 23 Luglio ho avuto una colica renale dx con conseguente corsa presso il ps della mia città. Mi sono stati trovati 2 calcoli da 3mm al rene dx.
Il giorno dopo (24 Luglio) mi sono tornate le coliche per 2 volte, di intensità inferiori ma che mi hanno comunque obbligato ad una iniezione di ketoprofene (molto dolorosa tra l'altro ma assolutamente efficace e dall'effetto quasi immediato).
Fortunatamente le coliche non si sono più verificate anche quando con mia grande sorpresa il mattino seguente alle due coliche avute a casa ho espulso un vero e proprio sassolino di colore nero, leggermente ovale. Sicuramente non sarà stato un caso che da quel giorno non ho più avuto nulla.
Ho fatto lo scorso 8 Agosto una eco di controllo e come ci si poteva immaginare mancava all'appello un calcolo dei due che videre al ps. La persona che mi ha fatto la eco mi ha detto che è tutto apposto, ne è rimasto uno piccolo che a quanto pare non è posizionato in un punto pericoloso, un occhiata alla vescica e al rene sx, tutto apposto.
In considerazione di questo vengo alla mia domanda.
Io sono ciclista amatore, percorro 50km come ne percorro 100 o anche più, ho già rinunciato a fare una vacanza di 4 giorni in bici in cui avrei dovuto affrontare un sforzo fisico abbastanza elevato dato il chilometraggio giornaliero da percorrere che unito al caldo avrebbe potuto giocarmi brutti scherzi o quantomeno provocare un affaticamento ai reni eccessivo. Ma per quanto riguarda una pedalata di 50 km o anche meno in tranquillità senza tenere una media da giro d'italia potrebbe essere presa in considerazione dato che sono passati ormai 17 giorni dall'espulsione del calcolo?
Sicuramente chiederò anche al mio medico curante non appena andrò a farlgi visionare l'esito della eco, ma ci tenevo a chiedere anche a un medico più specializzato in questo tipo di caso clinico.
Ringrazio per l'interessamento, auguro a tutti in ogni caso buon lavoro.
[#1]
Gentile Signore,
le coliche renali "autentiche", nella loro sgradevole intensità, sono perlopiù dovute a calcoli già impegnati lungo l'uretere. Statisticamente, buona parte dei calcoli più piccoli si fanno sentire quando affrontano il tratto fisiologicamente più ristretto e meno compiacente dell'uretere, che è immediatamente a monte della vescica. Ci pare quindi poco verosimile che un calcolo, ancorché di piccole dimensioni, visto all'ecografia all'interno del rene, venga espulso spontaneamente dopo solo due giorni. L'esperienza ci porta a dubitare che quello espulso, colpevole delle coliche fosse in effetti "un altro" calcolo già presente in uretere. Tenga conto che l'ecografia non è in grado di individuare i calcoli lungo l'uretere, se non nel primo e nell'ultimissimo tratto, specie se di piccole dimensioni. Inoltre, anche la visibilità ecografica di un calcolo di 3 mm all'interno del rene può essere molto variabile, a causa di molti fattori (posizione, tipo di apparecchio usato, esperienza dell'operatore, ecc.). Abbiamo frequentissimi riscontri di calcoli "fantasma" che compaiono e scompaiono nel tempo ... alle ecografie successive, lasciando attoniti i pazienti ma molto meno noi che queste cose siamo ben abituati a vederle! In conclusione, la sua situazione attuale non può essere giudicata assolutamente chiara. Solo l'esecuzione di una TAC senza mezzo di contrasto potrebbe fornirci dei dati inequivocabili. Sta di fatto che, se lei ora sta bene, confidando che si tratti ipoteticamente di calcoli veramente piccoli, si può ragionevolmente evitarle il carico di radiazioni ed assumere un atteggiamento di attesa. Questo contrasta un poco con la sua attività fisica di impegno ben più che amatoriale. Ad esempio, sappia che il rilievo anche solo di un piccolo calcolo urinario è causa di immediata perdita delle specifiche idoneità professionali per i piloti civili e militari, nonché per tutti i militari impegnati nel teatro operativo. Nella sua condizione senz'altro meno sensibile, il rischio di incorrere in un'altra colica e alle sue possibili complicanze è ragionevolmente basso, quindi l'attesa diventa una scelta accettabile. Questo non può certo voler dire dover rinunciare a tempo indefinito alle sue attività sportive, che potrà proseguire con un minimo di giudizio. Ricordi unicamente l'assoluta essenzialità di una corretta idratazione, che va ben oltre il banale "togliersi la sete". Se poi per il suo temperamento non si sentisse di affrontare l'incertezza, non le resta che sottoporsi comunque alla TAC.
Saluti
le coliche renali "autentiche", nella loro sgradevole intensità, sono perlopiù dovute a calcoli già impegnati lungo l'uretere. Statisticamente, buona parte dei calcoli più piccoli si fanno sentire quando affrontano il tratto fisiologicamente più ristretto e meno compiacente dell'uretere, che è immediatamente a monte della vescica. Ci pare quindi poco verosimile che un calcolo, ancorché di piccole dimensioni, visto all'ecografia all'interno del rene, venga espulso spontaneamente dopo solo due giorni. L'esperienza ci porta a dubitare che quello espulso, colpevole delle coliche fosse in effetti "un altro" calcolo già presente in uretere. Tenga conto che l'ecografia non è in grado di individuare i calcoli lungo l'uretere, se non nel primo e nell'ultimissimo tratto, specie se di piccole dimensioni. Inoltre, anche la visibilità ecografica di un calcolo di 3 mm all'interno del rene può essere molto variabile, a causa di molti fattori (posizione, tipo di apparecchio usato, esperienza dell'operatore, ecc.). Abbiamo frequentissimi riscontri di calcoli "fantasma" che compaiono e scompaiono nel tempo ... alle ecografie successive, lasciando attoniti i pazienti ma molto meno noi che queste cose siamo ben abituati a vederle! In conclusione, la sua situazione attuale non può essere giudicata assolutamente chiara. Solo l'esecuzione di una TAC senza mezzo di contrasto potrebbe fornirci dei dati inequivocabili. Sta di fatto che, se lei ora sta bene, confidando che si tratti ipoteticamente di calcoli veramente piccoli, si può ragionevolmente evitarle il carico di radiazioni ed assumere un atteggiamento di attesa. Questo contrasta un poco con la sua attività fisica di impegno ben più che amatoriale. Ad esempio, sappia che il rilievo anche solo di un piccolo calcolo urinario è causa di immediata perdita delle specifiche idoneità professionali per i piloti civili e militari, nonché per tutti i militari impegnati nel teatro operativo. Nella sua condizione senz'altro meno sensibile, il rischio di incorrere in un'altra colica e alle sue possibili complicanze è ragionevolmente basso, quindi l'attesa diventa una scelta accettabile. Questo non può certo voler dire dover rinunciare a tempo indefinito alle sue attività sportive, che potrà proseguire con un minimo di giudizio. Ricordi unicamente l'assoluta essenzialità di una corretta idratazione, che va ben oltre il banale "togliersi la sete". Se poi per il suo temperamento non si sentisse di affrontare l'incertezza, non le resta che sottoporsi comunque alla TAC.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Buon giorno Dott.Piana
Ammetto che mi ha lasciato un pò perplesso la sua diagnosi, comunque sempre più fondata di un qualsiasi mia supposizione. Mi sono sottoposto ad una eco presso gli spedali civili di BS (urologia) il giorno in cui andai al pronto soccorso. La ecografia è stata fatta dal personale addetto e poi rifattta da un urologo. In tutti e due i casi, non sono stati trovati calcoli nell'uretra e nella vescica ma ''solo'' i due calcoli da 3mm nel rene destro (mi specificarono anche la posizione ma non ricordo...). Stesso discorso quando mi sono sottoposto al controllo lo scorso 8 Agosto, con la differenza che al posto di essercene 2 ne era rimasto uno e anche in questo caso nell'uretra e nella vescica non è stato rilevato nulla. Ricordo che l'urologo del pronto soccorso menzionò la TAC ma secondo la sua diagnosi non cen'era bisogno, almeno non nell'immediato in quanto a suo dire bisognava aspettare un pò di tempo per vedere l'evolversi della situazione.
Per quanto concerne la pratica di attività sportiva, deduco da quanto da lei scritto che è sì possibile ma con cautela come del resto avevo pensato pure io. IL ciclismo per mè non è uno sport, bensì uno stile di vita, per farle capire: io in auto percorro all'anno 6000km, in bicicletta tra 8/9000km, uso la bici per recarmi al lavoro, per andare a fare delle commssioni...poi con la bici da corsa affronto tragitti più impegnativi. Ciò non significa che per nessun motivo ci rinuncerei, quando c'è di mezzo la salute, quest'ultima è sempre al primo posto, senza di quella in sella non ci si starebbe per molto.
Dimenticavo Dott di chiedere un altra informazione. Il calcolo che ho espulso,dove potrei portarlo a fare analizzare?
La ringrazio molto per il suo consulto, esporrò anche al mio medico curante (il quale presumo mi fisserà un appuntamento con un urologo) l'eventualità di sottopormi ad una TAC chiarificatrice.
Saluto.
Ammetto che mi ha lasciato un pò perplesso la sua diagnosi, comunque sempre più fondata di un qualsiasi mia supposizione. Mi sono sottoposto ad una eco presso gli spedali civili di BS (urologia) il giorno in cui andai al pronto soccorso. La ecografia è stata fatta dal personale addetto e poi rifattta da un urologo. In tutti e due i casi, non sono stati trovati calcoli nell'uretra e nella vescica ma ''solo'' i due calcoli da 3mm nel rene destro (mi specificarono anche la posizione ma non ricordo...). Stesso discorso quando mi sono sottoposto al controllo lo scorso 8 Agosto, con la differenza che al posto di essercene 2 ne era rimasto uno e anche in questo caso nell'uretra e nella vescica non è stato rilevato nulla. Ricordo che l'urologo del pronto soccorso menzionò la TAC ma secondo la sua diagnosi non cen'era bisogno, almeno non nell'immediato in quanto a suo dire bisognava aspettare un pò di tempo per vedere l'evolversi della situazione.
Per quanto concerne la pratica di attività sportiva, deduco da quanto da lei scritto che è sì possibile ma con cautela come del resto avevo pensato pure io. IL ciclismo per mè non è uno sport, bensì uno stile di vita, per farle capire: io in auto percorro all'anno 6000km, in bicicletta tra 8/9000km, uso la bici per recarmi al lavoro, per andare a fare delle commssioni...poi con la bici da corsa affronto tragitti più impegnativi. Ciò non significa che per nessun motivo ci rinuncerei, quando c'è di mezzo la salute, quest'ultima è sempre al primo posto, senza di quella in sella non ci si starebbe per molto.
Dimenticavo Dott di chiedere un altra informazione. Il calcolo che ho espulso,dove potrei portarlo a fare analizzare?
La ringrazio molto per il suo consulto, esporrò anche al mio medico curante (il quale presumo mi fisserà un appuntamento con un urologo) l'eventualità di sottopormi ad una TAC chiarificatrice.
Saluto.
[#3]
Gentile Signore,
il calcolo può essere esaminato da un laboratorio di analisi che disponga dell'attrezzatura adeguata. Tutti i laboratori degli ospedali dove vi è una struttura di urologia dovrebbero essere in grado di occuparsene. Se per lei è il primo calcolo espulso può avere un senso esaminarlo, più che altro per documentazione, senza pensare che ne si possa trarre delle indicazioni fulminanti.
Per quanto riguarda la sua situazione, l'esperienza specifica di decenni nel trattamento della calcolosi ci ha abituato a formulare delle ipotesi "oblique", proprio per la consuetudine con la scarsa coerenza tra i riscontri delle indagini e la realtà di come è esordita e come si è evoluta la storia. L'importante è lasciare il minimo spazio al dubbio, specie in una persona come lei che giustamente pretende dal suo fisico alte prestazioni costanti nel tempo.
Saluti
il calcolo può essere esaminato da un laboratorio di analisi che disponga dell'attrezzatura adeguata. Tutti i laboratori degli ospedali dove vi è una struttura di urologia dovrebbero essere in grado di occuparsene. Se per lei è il primo calcolo espulso può avere un senso esaminarlo, più che altro per documentazione, senza pensare che ne si possa trarre delle indicazioni fulminanti.
Per quanto riguarda la sua situazione, l'esperienza specifica di decenni nel trattamento della calcolosi ci ha abituato a formulare delle ipotesi "oblique", proprio per la consuetudine con la scarsa coerenza tra i riscontri delle indagini e la realtà di come è esordita e come si è evoluta la storia. L'importante è lasciare il minimo spazio al dubbio, specie in una persona come lei che giustamente pretende dal suo fisico alte prestazioni costanti nel tempo.
Saluti
[#4]
Utente
Molto chiaro Dott.Piana.
Non è la prima volto che ho avuto dei calcoli renali.
8 anni fà mi sottoposi al ''bombardamento'' di altri 3 calcoli che mi si erano formato sempre al rene destro, purtroppo il fatto che di questo disturbo ne abbia sofferto mio nonno,mio zio e mio padre mi fà pensare che ci sia un minimo di ereditarietà.
Credo proprio che lo farò analizzare, sò che in certi casi sarebbe opportuno modificare la propria abitudine alimentare, o altrimenti favorire l'eliminazioni di certe sostanze con degli integratori di sali minerali che potrebbero dare un aiuto ai reni. Ricordo che in seguito all intervento di litrotisia (dovrebbe essere il termine giusto) mi prescrissero il CITRAK in buste.
Purtroppo per tutti questi anni non ho più fatto controlli, ora però per sicurezza voglio riuscire a capire bene se posso fare qualcosa per aiutare il mio fisico a non produrre più questi calcoli. Se considera che la prima volta che ho avuto la colica avevo 22 anni mi sembra giusto comunque approfondire la situazione a fronte anche del mio impegno sportivo.
La ringrazio nuovamente Dott. Piana
Non è la prima volto che ho avuto dei calcoli renali.
8 anni fà mi sottoposi al ''bombardamento'' di altri 3 calcoli che mi si erano formato sempre al rene destro, purtroppo il fatto che di questo disturbo ne abbia sofferto mio nonno,mio zio e mio padre mi fà pensare che ci sia un minimo di ereditarietà.
Credo proprio che lo farò analizzare, sò che in certi casi sarebbe opportuno modificare la propria abitudine alimentare, o altrimenti favorire l'eliminazioni di certe sostanze con degli integratori di sali minerali che potrebbero dare un aiuto ai reni. Ricordo che in seguito all intervento di litrotisia (dovrebbe essere il termine giusto) mi prescrissero il CITRAK in buste.
Purtroppo per tutti questi anni non ho più fatto controlli, ora però per sicurezza voglio riuscire a capire bene se posso fare qualcosa per aiutare il mio fisico a non produrre più questi calcoli. Se considera che la prima volta che ho avuto la colica avevo 22 anni mi sembra giusto comunque approfondire la situazione a fronte anche del mio impegno sportivo.
La ringrazio nuovamente Dott. Piana
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Badi innanzi tutto ad una ottima idratazione, in particolare facendo riferimento alla sua attività fisica. L'idratazione è reintegrata solo quando dopo l'attività si riprende ad urinare, cosa che deve avvenire entro 90 minuti, massimo. Questo vuol dire che in estate è talora necessario introdurre (gradualmente!) anche più di due litri tra acqua ed integratori minerali.
Ci permettiamo di consigliarl la lettura di questi due nostri articoli, specificatamente dedicati all'argomento.
https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1402-la-calcolosi-renale-ed-il-dilemma-della-dieta-falsi-miti-e-ragionevoli-certezze.html
https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1212-la-calcolosi-renale-e-il-dilemma-dell-acqua-quanta-quando-e-quale-bisogna-bere.html
Ci permettiamo di consigliarl la lettura di questi due nostri articoli, specificatamente dedicati all'argomento.
https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1402-la-calcolosi-renale-ed-il-dilemma-della-dieta-falsi-miti-e-ragionevoli-certezze.html
https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1212-la-calcolosi-renale-e-il-dilemma-dell-acqua-quanta-quando-e-quale-bisogna-bere.html
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 12.9k visite dal 11/08/2014.
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