Posizionamento stend per calcolosi
Salve a tutti, volevo sapere se a seguito di posizionamento stend a seguito di un calcolo possa ancora soffrire di dolori atroci dovuti alle coliche,e se poi l'iter del posizionamento dello stend non possa coincidere con la rimozione del calcolo? visto che comunque ero sotto anestesia? perché ho scoperto solo dopo l'intervento che non mi era stato rimosso il calcolo,ma che veniva fatto tramite litotrissia 2 mesi dopo.Potrei sapere se funziona veramente così? Grazie a tutti per le risposte
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Gentile Signore,
lei non ci fornisce purtroppo alcun ragguaglio sulla posizione, le dimensioni ed i disturbi relativi a questo calcolo. Cercando di interpretare le sue scarne notizie possiamo solo immaginare che si tratti di un calcolo fermo lungo l'uretere, tra il rene e la vescica. In linea di massima si deve sempre cercare di risolvere le cose nel modo più rapido possibile, ma talora le condizioni locali impongono invece di agire con maggiore cautela. In pratica, quando vi è febbre o segni indiretti di una situazione infettiva in atto (elevato numero di globuli bianchi, pcr molto elevata, ecc.) non sarebbe prudente eseguire direttamente l'intervento endoscopico e la situazione deve invece essere messa temporaneamente "in sicurezza" mediante l'inserimento di una endoprotesi ureterale (detta anche stent, o doppio j). Questo viene lasciato per alcune settimane e, permettendo un migliore scarico del rene, migliora l'efficacia delle cure antibiotiche che generalmente sono necessarie in questi casi. Inoltre la presenza dello stent, diciamo, "prepara la strada" al successivo passaggio degli strumenti endoscopici. Purtroppo molto sovente lo stent è mal tollerato, con variabilità soggettiva che fa dal fastidio al tormento insopportabile. I disturbi più comuni sono lo stimolo frequente ed il bruciore ad urinare ed il dolore al fianco scatenato dall'urinare, dovuto al reflusso di urina all'interno dello stent. Proprio per questo motivo, si cerca di limitare l'inserimento solo quando indispensabile e per il tempo più breve possibile. Attualmente noi dopo un normale intervento endoscopico lasciamo lo stent per 5-7 giorni. Con questo le abbiamo sommariamente delineato quale sia il comportamento oggi più comune, ovviamente vi possono essere delle differenze in base alle caratteristiche del singolo caso, ovvero alle abitudini ed alle disponibilità locali di strumenti, tecnologie e competenze.
Saluti
lei non ci fornisce purtroppo alcun ragguaglio sulla posizione, le dimensioni ed i disturbi relativi a questo calcolo. Cercando di interpretare le sue scarne notizie possiamo solo immaginare che si tratti di un calcolo fermo lungo l'uretere, tra il rene e la vescica. In linea di massima si deve sempre cercare di risolvere le cose nel modo più rapido possibile, ma talora le condizioni locali impongono invece di agire con maggiore cautela. In pratica, quando vi è febbre o segni indiretti di una situazione infettiva in atto (elevato numero di globuli bianchi, pcr molto elevata, ecc.) non sarebbe prudente eseguire direttamente l'intervento endoscopico e la situazione deve invece essere messa temporaneamente "in sicurezza" mediante l'inserimento di una endoprotesi ureterale (detta anche stent, o doppio j). Questo viene lasciato per alcune settimane e, permettendo un migliore scarico del rene, migliora l'efficacia delle cure antibiotiche che generalmente sono necessarie in questi casi. Inoltre la presenza dello stent, diciamo, "prepara la strada" al successivo passaggio degli strumenti endoscopici. Purtroppo molto sovente lo stent è mal tollerato, con variabilità soggettiva che fa dal fastidio al tormento insopportabile. I disturbi più comuni sono lo stimolo frequente ed il bruciore ad urinare ed il dolore al fianco scatenato dall'urinare, dovuto al reflusso di urina all'interno dello stent. Proprio per questo motivo, si cerca di limitare l'inserimento solo quando indispensabile e per il tempo più breve possibile. Attualmente noi dopo un normale intervento endoscopico lasciamo lo stent per 5-7 giorni. Con questo le abbiamo sommariamente delineato quale sia il comportamento oggi più comune, ovviamente vi possono essere delle differenze in base alle caratteristiche del singolo caso, ovvero alle abitudini ed alle disponibilità locali di strumenti, tecnologie e competenze.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.9k visite dal 13/07/2014.
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