Psa e biopsia

Buongiorno,
ho 53 anni e ho valori del PSA che oscillano intono a 6-7 e scendono di poco dopo terapia antibiotica, mentre anche il PCA3 è in zona “grigia” e la RMN ha evidenziato un’area sospetta. Il mio urologo ha rilevato la presenza di infiammazione e pensa che l’ombra sospetta possa essere una calcificazione conseguente alla prostatite, tuttavia mi consiglia la biopsia prostatica per avere una diagnosi definitiva.
Sono un po’ perplesso dopo aver letto che da quando è stato introdotto il test del PSA le diagnosi di tumore prostatico si sono moltiplicate a dismisura, ma la mortalità in rapporto alla popolazione globale non è diminuita; questo mi fa pensare che quando il tumore è in forma “indolente” è comunque inoffensivo, mentre quando è in forma aggressiva le cure non riescono a fermarlo. Nel primo caso l’intervento è evidentemente inutile e fa solo danni, nel secondo caso è inefficace perché non riesce a curare e quindi parimenti inutile.
Anche uno studio americano riporta che su un vasto campione di pazienti randomizzati, la sopravvivenza di chi ha ricevuto le terapie è pressoché uguale a quella di chi non le ha ricevute (analogo studio europeo riporta un aumento di sopravvivenza del 30%, comunque poco incoraggiante).
Sono spaventato dall’idea di avere un tumore che minaccia la mia vita, ma sono ancora più terrorizzato dall’idea di subire i rischi e le conseguenze di un pesante intervento del quale avrei potuto fare a meno.
Dove sbaglio nel mio ragionamento?
Grazie
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.7k 1.2k
Gentile lettore ,

il suo ragionamento è corretto e molti urologi lo condividono e lei riporta lavori scientifici che attestano quando detto.

Comunque, in queste situazioni cliniche difficili e complesse, la decisione finale viene sempre presa insieme al proprio urologo di riferimento.

Nel frattempo, se poi desidera avere altre notizie più dettagliate su tali problematiche urologiche a livello della ghiandola prostatica, le consiglio di consultare, se non ancora fatto, anche gl’articoli, pubblicati sempre sul nostro sito, visibili agl'indirizzi:

https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/200-le-malattie-della-prostata-stili-di-vita-prevenzione-e-nuove-indagini-diagnostiche.html,

https://www.medicitalia.it/salute/urologia/7-prostata.html .

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
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[#2]
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta e approfitto della sua cortesia. A fronte del PSA e del PCA3 sospetti (il PCA3 è 43, zona grigia da 20 a 50), dei lievissimi sintomi e dell’ecografia ed esplorazione rettale, il mio urologo ha rilevato la presenza di prostatite e ipotizza che l’esito positivo della RMN multiparametrica con tecnica dinamica, con bobina endorettale e liquido di contrasto (“…In corrispondenza della porzione ghiandolare periferica di destra, a livello basa!e posterolaterale, si osserva unarea ipointensa in T2, del diametro assiale massimo di 14 mm, caratterizzata da bassi valori di diffusione (ADC 0.6) e da intenso enhancement seguito da wash out. II reperto è sospetto per una lesione eteroplastica: e indispensabile un completamento diagnostico mediante biopsia mirata. Non si osservano evidenti segni di estensione extracapsulare.”) può essere causato da una calcificazione conseguente all’infiammazione, consigliandomi comunque la biopsia per chiarire la questione. Per questo mi ha indirizzato a un collega che esegue la “Fusion Biopsy”: però quest’ultimo, leggendo il solo referto succitato della RMN, mi ha detto che la probabilità di tumore è del 90%.
È’ plausibile che le calcificazioni e l’infiammazione possano apparire alla RMN in modo indistinguibile da un tumore oppure l’attendibilità dell’esame è davvero al 90%?
Grazie ancora per la sua disponibilità.
[#3]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.7k 1.2k
Gentile lettore,

i dati che ci inviano clinicamente ci portano ad indicarle, se si vuole arrivare ad una diagnosi certa e sicura, una biopsia prostatica.

Ancora cordiali saluti.
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