Una cistoscopia che ha confermato la sclerosi del collo urinario
Gentile dottore,
il mio travaglio è iniziato intorno ai 20 anni con problemi di dolenzia ai testicoli e nella zona del perineo, che si manifestavano soprattutto in posizioni come quando si sta seduti in bicicletta.
All'urologo è stato chiaro sin da subito che ci fossero problemi alla prostata, che ho curato (secondo me) blandamente.
Nel tempo si sono manifestati problemi di erezione, che coincidevano, mi hanno detto, con delle fasi acute dell'infiammazione.
Non essendo più soddisfatto delle cure e del metodo, mi sono rivolto ad un secondo urologo, che ha associato il problema a una presunta stenosi del meato urinario.
Mi sono sottoposto ad un piccolo intervento ambulatoriale dove l'urologo ha praticato un'incisione per l'allargamento del meato.
L'unico risultato ottenuto è stato che da quel momento (o almeno questa è l'associazione che riesco a fare mentalmente ripercorrendo le tappe) è diminuito il piacere durante i rapporti sessuali ed è sopraggiunto un dolore al glande.
Secondo l'urologo si trattava di "fissazione".
Il fastidio permaneva e mi sono rivolto ad un terzo urologo che mi fa fare per la prima volta (ci tengo a sottolineare per la prima volta!) esami come Spermiocoltura e ricerca della clamidia. Alla quale risulto positivo la prima volta.
"Finalmente!", penso. Fatta una cura per la clamidia, non cambia granchè. ripeto gli esami e risulto negativo. L'urologo mi liquida con una "fissazione".
Io liquido lui e comincio a preoccuparmi seriamente.
Mi rivolgo a un urologo accreditato, primario di reparto.
Ripeto gli esami e risulto negativo alla clamidia. Lo stesso primario sostiene che la prima volta potrebbe essersi trattato di un falso positivo (la mia compagna ha effettuato gli esami ed era negativa).
Lui ipotizza una stenosi del collo della vescica. Faccio una ecografia transrettale e la diagnosi viene confermata. Mi da una cura a base di Mittoval e le cose migliorano sia per quanto riguarda la dolenzia al perineo sia per l'erezione, ma permane (anzi, mi pare che con il tempo aumenti) il fastidio al glande durante i rapporti e la sensazione di aver perso la sensibilità. Anche la fase dell'eiaculazione stessa non dà la sensazione di piacere che ricordavo prima e la cresta del glande si infiamma e mi fa male facilmente. A volte sento anche un po' di bruciore al meato urinario durante la minzione.
Mi sono sottoposto da qualche giorno a una cistoscopia che ha confermato la sclerosi del collo urinario.
Possibile che tutti questi problemi siano provocati da ciò?
E la dolenzia al glande?
E perchè è diminuita improvvisamente la sensibilità dopo quel primo intervento?
Comincio ad essere disperato! La qualità dei rapporti è calata drasticamente e comincia a incidere molto sulla mia serenità. Cosa devo fare?
il mio travaglio è iniziato intorno ai 20 anni con problemi di dolenzia ai testicoli e nella zona del perineo, che si manifestavano soprattutto in posizioni come quando si sta seduti in bicicletta.
All'urologo è stato chiaro sin da subito che ci fossero problemi alla prostata, che ho curato (secondo me) blandamente.
Nel tempo si sono manifestati problemi di erezione, che coincidevano, mi hanno detto, con delle fasi acute dell'infiammazione.
Non essendo più soddisfatto delle cure e del metodo, mi sono rivolto ad un secondo urologo, che ha associato il problema a una presunta stenosi del meato urinario.
Mi sono sottoposto ad un piccolo intervento ambulatoriale dove l'urologo ha praticato un'incisione per l'allargamento del meato.
L'unico risultato ottenuto è stato che da quel momento (o almeno questa è l'associazione che riesco a fare mentalmente ripercorrendo le tappe) è diminuito il piacere durante i rapporti sessuali ed è sopraggiunto un dolore al glande.
Secondo l'urologo si trattava di "fissazione".
Il fastidio permaneva e mi sono rivolto ad un terzo urologo che mi fa fare per la prima volta (ci tengo a sottolineare per la prima volta!) esami come Spermiocoltura e ricerca della clamidia. Alla quale risulto positivo la prima volta.
"Finalmente!", penso. Fatta una cura per la clamidia, non cambia granchè. ripeto gli esami e risulto negativo. L'urologo mi liquida con una "fissazione".
Io liquido lui e comincio a preoccuparmi seriamente.
Mi rivolgo a un urologo accreditato, primario di reparto.
Ripeto gli esami e risulto negativo alla clamidia. Lo stesso primario sostiene che la prima volta potrebbe essersi trattato di un falso positivo (la mia compagna ha effettuato gli esami ed era negativa).
Lui ipotizza una stenosi del collo della vescica. Faccio una ecografia transrettale e la diagnosi viene confermata. Mi da una cura a base di Mittoval e le cose migliorano sia per quanto riguarda la dolenzia al perineo sia per l'erezione, ma permane (anzi, mi pare che con il tempo aumenti) il fastidio al glande durante i rapporti e la sensazione di aver perso la sensibilità. Anche la fase dell'eiaculazione stessa non dà la sensazione di piacere che ricordavo prima e la cresta del glande si infiamma e mi fa male facilmente. A volte sento anche un po' di bruciore al meato urinario durante la minzione.
Mi sono sottoposto da qualche giorno a una cistoscopia che ha confermato la sclerosi del collo urinario.
Possibile che tutti questi problemi siano provocati da ciò?
E la dolenzia al glande?
E perchè è diminuita improvvisamente la sensibilità dopo quel primo intervento?
Comincio ad essere disperato! La qualità dei rapporti è calata drasticamente e comincia a incidere molto sulla mia serenità. Cosa devo fare?
[#1]
caro lettore 8663,
la sua storia sembra la "classica" storia del paziente affetto da prostatite o prostatodinia ( conseguenze dolorose della prostatite)
Spesso la naturale conseguenza è proprio una sclerosi del collo vescicale.
cerchi di individuare lo specialista che le sembra più attendibile e con il quale senta maggior fiducia, lo segua e non cerchi di "sentire altre campane"
cari saluti
la sua storia sembra la "classica" storia del paziente affetto da prostatite o prostatodinia ( conseguenze dolorose della prostatite)
Spesso la naturale conseguenza è proprio una sclerosi del collo vescicale.
cerchi di individuare lo specialista che le sembra più attendibile e con il quale senta maggior fiducia, lo segua e non cerchi di "sentire altre campane"
cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
[#3]
Ex utente
Gentili dottori,
vi ringrazio per la sollecita risposta.
Mi fa piacere sentire che si tratta di una storia classica, almeno eviterò di ipotizzare chissà quale complicazione.
Ci tengo a precisare che non mi da alcuna soddisfazione riportare di aver cambiato più di uno specialista, ma è innegabile che solo in questa maniera sono riuscito ad arrivare a determinare il problema.
Leggendo la risposta del dott. Pozza, e cioè che spesso la sclerosi del collo vescicale è naturale conseguenza della prostatite, mi sento ancora più perplesso in quanto mi rendo conto che con il Mittoval sto curando l'effetto mentre invece dovrei curare la prostatite che rappresenta la causa.
E' corretta la mia perplessità?
Grazie per l'attenzione.
vi ringrazio per la sollecita risposta.
Mi fa piacere sentire che si tratta di una storia classica, almeno eviterò di ipotizzare chissà quale complicazione.
Ci tengo a precisare che non mi da alcuna soddisfazione riportare di aver cambiato più di uno specialista, ma è innegabile che solo in questa maniera sono riuscito ad arrivare a determinare il problema.
Leggendo la risposta del dott. Pozza, e cioè che spesso la sclerosi del collo vescicale è naturale conseguenza della prostatite, mi sento ancora più perplesso in quanto mi rendo conto che con il Mittoval sto curando l'effetto mentre invece dovrei curare la prostatite che rappresenta la causa.
E' corretta la mia perplessità?
Grazie per l'attenzione.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 11k visite dal 22/11/2005.
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