Bruciore dopo urina e flusso ridotto
salve, 3 anni fa a fine cicli di chemioterapia per tumore al testicolo comincio ad avere bruciori durante la minzione. all' inizio si attribui alla chemio ma il bruciore è rimasto. l'anno scorso si è aggiunto al bruciore una netta diminuzione del flusso delle urine.
adesso dopo aver urinato ho micro perdite di urine, se ho rapporti consecutivi post eiaculazione ho perdite di liquido giallastro maleodorante e a volte sangue.
ho sentito3\4 urologi non soddisfatto delle soluzioni ricevute, riassumendo ho fatto:
ciclo di rito di antibiotici anti cistite, esami vari urine e liquido seminale con colture, (negative) terapie varie con supposte e simili anti prostatite. tutte ovviamente senza risultato e con una generale sensazione che i medici non sapevano dove andare a parare.
senza mettere in dubbio la professionalità mi par strano che su 4 solo 1 abbia effettuato un indagine "tattile" della prostata, gli altri si limitavano a chiedere colture delle urine e a fare ecografie della vescica.
per il bruciore durante la minzione si ci è messo a 3 anni di distanza una croce sopra ma la diminuzione dl flusso urinario vorrei almeno ridurla.
gli ultimi 2 orologi mi hanno proposto, uno di tentare una dilatazione meccanica tramite "sondino" dell eventuale punto di restringimento, l' altro di procedere con una micro incisione. so però che la recidività è praticamente certa e quindi di fare questa "incisione" per poter sopravvivere un paio di mesi non mi sembra una cosa sensata. si paventava anche l' idea di una ricostruzione dell' uretra nel punto dell' eventuale restringimento.
ora io ho 33 anni e questa situzaione sta avendo dei risvolti lavorativi, economici e sociali molto pesanti, al limite del sopportabile. secondo voi che linea dovrei seguire? ci sono ipotesi su questa situazione non riconducibili allo standard "ciproxin ad oltranza?"
la sensazione di bruciore è come se l'uretra fosse decisamente irritata nella parte finale del pene. se urino bevendo poca acqua il fastidio è lungo l'intero pene, se bevo molto, il fastidio è solo nella parte finale ma è molto più acuto.
non so che fare, sono in disperato bisogno di aiuto.
adesso dopo aver urinato ho micro perdite di urine, se ho rapporti consecutivi post eiaculazione ho perdite di liquido giallastro maleodorante e a volte sangue.
ho sentito3\4 urologi non soddisfatto delle soluzioni ricevute, riassumendo ho fatto:
ciclo di rito di antibiotici anti cistite, esami vari urine e liquido seminale con colture, (negative) terapie varie con supposte e simili anti prostatite. tutte ovviamente senza risultato e con una generale sensazione che i medici non sapevano dove andare a parare.
senza mettere in dubbio la professionalità mi par strano che su 4 solo 1 abbia effettuato un indagine "tattile" della prostata, gli altri si limitavano a chiedere colture delle urine e a fare ecografie della vescica.
per il bruciore durante la minzione si ci è messo a 3 anni di distanza una croce sopra ma la diminuzione dl flusso urinario vorrei almeno ridurla.
gli ultimi 2 orologi mi hanno proposto, uno di tentare una dilatazione meccanica tramite "sondino" dell eventuale punto di restringimento, l' altro di procedere con una micro incisione. so però che la recidività è praticamente certa e quindi di fare questa "incisione" per poter sopravvivere un paio di mesi non mi sembra una cosa sensata. si paventava anche l' idea di una ricostruzione dell' uretra nel punto dell' eventuale restringimento.
ora io ho 33 anni e questa situzaione sta avendo dei risvolti lavorativi, economici e sociali molto pesanti, al limite del sopportabile. secondo voi che linea dovrei seguire? ci sono ipotesi su questa situazione non riconducibili allo standard "ciproxin ad oltranza?"
la sensazione di bruciore è come se l'uretra fosse decisamente irritata nella parte finale del pene. se urino bevendo poca acqua il fastidio è lungo l'intero pene, se bevo molto, il fastidio è solo nella parte finale ma è molto più acuto.
non so che fare, sono in disperato bisogno di aiuto.
[#1]
Gentile Signore,
senz'altro la situazione merita una valutazione endoscopica (uretro-cistoscopia) a prescindere dal fatto che si possa rilevare un restringimento e che questo debba essere "inciso". Queste sono cose su cui si potrà decidere in un secondo tempo.
Saluti
senz'altro la situazione merita una valutazione endoscopica (uretro-cistoscopia) a prescindere dal fatto che si possa rilevare un restringimento e che questo debba essere "inciso". Queste sono cose su cui si potrà decidere in un secondo tempo.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Ex utente
Buongiorno,
grazie per la risposta. una valutazione endoscopica in caso di uretra molto irritata è particolarmente dolorosa? può avere effetti collaterali o peggiorare in qualche modo la situazione già precaria?
c'è un sistema che mi permetta di almeno attenuare il dolore durante la minzione?
avere o non avere rapporti completi, o la masturbazione porta a vantaggi\svantaggi?
Vi ringrazio anticipatamente per una eventuale risposta.
grazie per la risposta. una valutazione endoscopica in caso di uretra molto irritata è particolarmente dolorosa? può avere effetti collaterali o peggiorare in qualche modo la situazione già precaria?
c'è un sistema che mi permetta di almeno attenuare il dolore durante la minzione?
avere o non avere rapporti completi, o la masturbazione porta a vantaggi\svantaggi?
Vi ringrazio anticipatamente per una eventuale risposta.
[#3]
Gentle Signore,
la uretro-cistoscopia diagnostica effettuata ambulatorialmente con strumento flessibile ed in anestesia da contatto può risultare al massimo un poco fastidiosa, ma praticamente tutti i pazienti la sopportano, considerata anche la brevità dell'indagine. Se però il dubbio di incontrare un restringimento è molto fondato, allora sarebbe meglio eseguire l'accertamento con un po' di anestesia. Su questo dovrà decidere il suo urologo curante, che la conoce assai meglio di noi. Di per sè, l'indagine non ha effetti collaterali e può chiarire definitivamente la diagnosi, indirizzando anche una eventuale terapia. Fino a quel momento, non è possibile immaginare cosa fare o non fare le possa esser di maggior giovamento.
Saluti
la uretro-cistoscopia diagnostica effettuata ambulatorialmente con strumento flessibile ed in anestesia da contatto può risultare al massimo un poco fastidiosa, ma praticamente tutti i pazienti la sopportano, considerata anche la brevità dell'indagine. Se però il dubbio di incontrare un restringimento è molto fondato, allora sarebbe meglio eseguire l'accertamento con un po' di anestesia. Su questo dovrà decidere il suo urologo curante, che la conoce assai meglio di noi. Di per sè, l'indagine non ha effetti collaterali e può chiarire definitivamente la diagnosi, indirizzando anche una eventuale terapia. Fino a quel momento, non è possibile immaginare cosa fare o non fare le possa esser di maggior giovamento.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.5k visite dal 11/06/2014.
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