Farmaci per disfunzione erettile

Gentili dottori, desidererei cortesemente avere, se possibile, qualche chiarimento su dei farmaci preposti a venire in aiuto a chi, come me, soffre ora di una disfunzione erettile a seguito di un intervento di prostatectomia radicale. Si parla spesso, in questi casi, di farmaci quali il Sildenafil (Viagra) e il Taldalafil (Cialis). Sebbene lo scopo principale dovrebbe essere, comunque, lo stesso, ovvero produrre e mantenere una erezione peniena soddisfacente ad avere un rapporto sessuale con la propria partner, nella fattispecie quando è meglio ricorrere ad un farmaco piuttosto che all'altro? Trattandosi di due molecole diverse, in caso di prostatectomia radicale sarebbe più indicato il Viagra o il Cialis? E in quali quantità? Tuttavia, sempre nel vostro sito, all'indirizzo https://www.medicitalia.it/news/dermatologia-e-venereologia/4581-il-viagra-aumenta-il-rischio-di-melanoma.html ho letto che l'uso prolungato di Viagra può portare a sviluppare il melanoma della pelle! Premesso che l'uso di Viagra (o di Cialis) non è detto che, comunque, possa essere davvero efficace a produrre un'erezione peniena soddisfacente per chi, per l'appunto, ha subito un intervento di prostatectomia totale (si parla in misura solo del 40% circa), non avrebbe allora più senso l'uso dell'Aprostadil (Caverjet) anziché del Viagra o del Cialis?
Un altro aspetto che ho sempre ritenuto un pò controverso, è l'eventuale assunzione di testosterone undecanoato.
Ho sempre inteso che l'assunzione di testosterone undecanoato può, tra i possibili effetti collaterali indesiderati, far insorgere problemi di IPB, ossia un'ipertrofia della prostata.
Tuttavia, sempre nel vostro sito, all'indirizzo https://www.medicitalia.it/news/andrologia/4585-dopo-i-sessant-anni-con-il-testosterone-tanti-vantaggi.html mi sembra di capire, se non erro quindi ad interpretare, che l'assunzione di testosterone comporti invece dei benefici, tra cui il fatto che sembri pure migliorare la risposta sessuale e le relative erezioni, nonché il fatto che non si sono trovate evidenze e correlazioni significative tra una terapia a lungo termine con testosterone ed un aumento del rischio di insorgenza di un carcinoma della prostata.
Ora, alla luce di quanto sopra, e in considerazione del fatto che, nel mio caso personale e specifico, ho già quindi by-passato il problema dell'adenocarcinoma prostatico mediante appunto l'intervento chirurgico di asportazione totale della ghiandola prostatica, potrebbe aver dunque senso, a vostro parere, che io possa assumere anche del testosterone undecanoato al fine di favorire ulteriormente l'erezione peniena?
In attesa di una vostra cortese e gradita risposta, ringrazio anticipatamente.
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Dr. Pierluigi Izzo Andrologo, Sessuologo 28.9k 643
Caro Utente,i protocolli farmacologici relativi alla riabilitazione sessuale post prostatectomia sono standardizzati ,ma non esportabili per tutti i Pazienti operati, nei modi e nei tempi di assunzione.Personalmente,ritengo che non si possa prescindere dalla terapia iniettiva endocavernosa di alprostadil,in associazione con gli inibitori della fosfodiesterasi 5,con prevalenza dei long acting (tadalafil).Ho delle perplessità sulla prescrizione del testosterone undecanoato per fini riabilitativi.Va da se che la
efficacia della/e terapia/e sia legata all'avvenuto,o meno,risparmio chirurgico del fascio nervoso degli erigendi.Cordialità.

Dr. Pierluigi Izzo
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info@studiomedicoizzo.it

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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 16.1k 474
caro lettore,

dopo un intervento per neoplasia prostatica non è prudente assumere testosterone per alcuni anni, fintanto da poter essere sicuri che non esistano cellule neoplastiche attive ( valori di PSA azzerati)
Per la ripresa della funzione erettile se sono rimaste integre le terminazioni nervose l'uso di viagra, cialis, levitra potrebbero "risvegliare" una erezione anche valida e soddisfacente anche se qualche volta non adeguata alla attività sessuale.
L'uso delle PGE1 è una modalità quasi sempre efficace con ottime erezioni che possono consentire una buona attività sessuale. Si tratta di verificarne la efficacia, avere una buona assistenza medica e poterla condividere con la propria moglie o compagna che dovrebbero capirne le motivazioni ed accettarne la procedura.
Per le relazioni extra-domestiche le iniezioni ci PGE1 possono essere invece ottimali.
in algternativa,se non ci fossero problemi organizzativi ed economici, la soluzione ideale per un paziente prostatectomizzato totale che desideri avere una vivace attività sessuale è rappresentata dalle protesi endocavernose
malleabili o idrauliche
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.7k 1.2k
Gentile lettore,

intervengo pure io, chiamato in causa dalla news da lei citata, e anch'io le confermo e le consiglio di stare per il momento lontano da qualsiasi androgeno, testosterone undecanoato compreso, perché è sì vero "che non si sono trovate evidenze e correlazioni significative tra una terapia a lungo termine con testosterone ed un aumento del rischio di insorgenza di un carcinoma della prostata" ma lei di tumore alla prostata è già stato operato ed in questi casi non si indica mai l'utilizzo successivo di androgeni, e quindi anche di testosterone undecanoato, anzi ...

Ancora un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
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Utente
Utente
Gentili dottori vi ringrazio per la cortesia e la sollecitudine con la quale mi avete risposto. Per quanto concerne il discorso "testosterone" desidero precisare che non si tratta di una prescrizione medica, bensì di una mia mera curiosità nata, molto probabilmente, da un'errata associazione di idee di quanto letto al riguardo.
Se non erro ad interpretare la risposta fornita dal Dott. Izzo, sulla base della stessa devo dedurre che sia quindi possibile associare una cura basata sull'impiego di Aprostadil con farmaci inibitori della fosfodiesterasi 5, dico bene?
In tal caso, quale potrebbe essere il dosaggio di uno e dell'altro?
A tal proposito tengo a precisare che, proprio da poco, ho iniziato ad usare il Sildenafil (cpr 25 mg in quanto mutuabili ) e non il Taldalafil in quanto quest'ultimo non mutuabile!
Nella risposta fornita invece dal Dott. Pozza si parla sull'eventualità di ricorrere alle protesi endocavernose malleabili o idrauliche (protesi peniene).
Tuttavia ho letto che in caso di insoddisfazione o di dolore, o in caso di necessità di rimozione della protesi per infezione, malfunzionamento, erosione ecc., si ha la perdita totale della se pur minima erezione fino ad allora presente (chirurgia di non ritorno) per cui rimango alquanto scettico su questo aspetto, poiché non mi è ben chiaro se a questa tecnica è necessario farvi ricorso qualora la terapia medica e/o fisica è risultata inefficace e dopo un periodo congruo dall’intervento ma non si voglia però rinunciare ad una certa attività sessuale, ovvero sia comunque la soluzione migliore per tutti coloro che sono stati prostatectomizzati?
Infine, una domanda che esula dal contesto sopra ma, alla quale Vi sarei molto grato se poteste darmi ugualmente una risposta.
Ho una mia amica il cui nipotino di 4 anni è stato recentemente ricoverato in ospedale per essere sottoposto a dei controlli medici in quanto, nei giorni precedenti, accusava febbre quasi fino a 40° e, alla minzione, presentava urine con presenza di ematuria nelle stesse.
Presupponendo che possa trattarsi quasi sicuramente di un'infezione alle vie urinarie, di cosa potrebbe trattarsi più nello specifico? E da cosa potrebbero essere dipesi i sintomi sopra descritti? Quale cura potrebbe essere indicata in questo caso fermo restando la giovane età del bambino?
Grazie sin da ora per la risposta che andrete a fornirmi in merito a tutto quanto sopra!
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Dr. Pierluigi Izzo Andrologo, Sessuologo 28.9k 643
...l'alprostadil ed il sildenafil possono associassi in un protocollo riabilitatorio post prostatectomia radicale per rimozione di CA'.Le dosi sono variabili e dipendono anche dalla risposta alla terapia.Il ricorso alla protesi endocavernosa va limitato alla eventualità di non risposta farmacologica.
Non alimenti ulteriori fantasie e segua i consigli dello specialista reale,basati su esperienze e protocolli medici consolidati.Cordialità.
[#6]
Utente
Utente
Grazie Dott. Izzo per la sua gentile risposta; sicuramente seguirò il suo consiglio!
Sulla base di quanto già sino ad oggi personalmente verificato, ho constatato che l'uso di Aprostadil è quello che meglio risponde alla ripresa di una valida erezione peniena.
Per quanto concerne, invece, l'assunzione di Sildenafil...al momento sperimentata sull'ordine di 50 mg...beh, diciamo che sono ancora in "fase sperimentale", nel senso che sto cercando di capire quale potrebbe per me essere il dosaggio più confacente.
Infatti, alla prima assunzione con 1 compressa di 25 mg la risposta erettiva peniena è stata nulla, in compenso però cefalea.
A 50 mg, ottenuto invece già una certa risposta erettiva peniena (sebbene non ancora però da intendersi soddisfacente) e niente cefalea.
Proverò quindi con 75 mg e vedrò come andranno le cose. Se posso comunque spendere qualche parola a livello di considerazioni personali, alla fin fine, per quanto si possa dire, credo di poter dire che quando si è, purtroppo, dentro in questo "girone dantesco"...ossia da "prostatectomizzati"...per meglio capire come possano essere le prospettive future di andamento su una possibile, ed eventuale oserei dire, ripresa di una valida funzione erettile, non possiamo essere che "cavie" di noi stessi e ciò, da un lato, francamente lo trovo un pò frustrante.
Cordiali saluti.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.7k 1.2k
Gentile lettore,

purtroppo queste situazioni chirurgiche sono quasi sempre situazioni particolari e personali che purtroppo vanno sempre studiate e bilanciate caso per caso, sempre con il suo andrologo di riferimento.

Un cordiale saluto.
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 16.1k 474
Caro lettore,

se il suo pene ha " risposto" alla assunzione di sildenafil questo starebbe a significare che sono rimaste terminazioni nervose capaci di trasmettere lo stimolo nervoso che dovrebbe "accendere" il sildenafil determinando una vasodilatazione cavernosa e una erezione
In questo senso ha una logica continuare ad assumere tale farmaco magari associandolo alle PGE1 .
Se dopo un paio di mesi lei riesce a recuperare una valida erezione potrà tranquillamente continuare ad utilizzare il sildenafil.
Chiaramente in tale situazione il ricorso alla protesi peniena non ha significato.
Le prospettive appaiono buone, auguri
cari saluti
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