Carcinoma della prostata
Buongiorno.
Mio padre, settantunenne, si è sottoposto ad una biop-sia prostatica: mentre 10 dei 16 frustoli prelevati hanno mostrato assenza di neoplasia, gli altri 6 sono risultati alterati come segue:
2 Adenocarcinoma di grado 6 (3+3) sec. Gleason combinato nel 5% del campione.
3 Adenocarcinoma di grado 6 (3+3) sec. Gleason combinato nel 5% del campione.
5 Adenocarcinoma di grado 6 (3+3) sec. Gleason combinato nel 5% del campione.
6 Adenocarcinoma di grado 7 (3+4) sec. Gleason combinato nel 20% del campione.
12 Adenocarcinoma di grado 6 (3+3) sec. Gleason combinato nel 5% del campione.
13 Adenocarcinoma di grado 6 (3+3) sec. Gleason combinato nel 5% del campione.
I linfonodi non contengono cellule cancerogene ne' sono presenti metastasi. Al momento, il suo PSA antigene prostatico specifico é 4.050 ng/ml (normale <4), il PSA libero 0,694 (normale 0-2.5), il rapporto PSA libero su totale é 17.14 %. L’esplorazione prostatica effettuata da tre medici diversi non ha mostrato nessuna alterazione palpabile. L’ecografia transrettale ha evidenziato una “prostata nei limiti fisiologici per l’età e morfologia conservata, il maggiore asse trasverso di 4,3 cm. Con volume di circa 25 cm cubici; presenza di diverse inclusioni calcifiche. RPM significativo circa 38 ml”.
Mio padre non è affetto da nessun’altra patologia.
Qual e', secondo voi, tra la vigile attesa o l’asportazione della ghiandola, l'opzione migliore? Lui vorrebbe operarsi ma teme problemi di continenza urinari permanenti.
Mio padre, settantunenne, si è sottoposto ad una biop-sia prostatica: mentre 10 dei 16 frustoli prelevati hanno mostrato assenza di neoplasia, gli altri 6 sono risultati alterati come segue:
2 Adenocarcinoma di grado 6 (3+3) sec. Gleason combinato nel 5% del campione.
3 Adenocarcinoma di grado 6 (3+3) sec. Gleason combinato nel 5% del campione.
5 Adenocarcinoma di grado 6 (3+3) sec. Gleason combinato nel 5% del campione.
6 Adenocarcinoma di grado 7 (3+4) sec. Gleason combinato nel 20% del campione.
12 Adenocarcinoma di grado 6 (3+3) sec. Gleason combinato nel 5% del campione.
13 Adenocarcinoma di grado 6 (3+3) sec. Gleason combinato nel 5% del campione.
I linfonodi non contengono cellule cancerogene ne' sono presenti metastasi. Al momento, il suo PSA antigene prostatico specifico é 4.050 ng/ml (normale <4), il PSA libero 0,694 (normale 0-2.5), il rapporto PSA libero su totale é 17.14 %. L’esplorazione prostatica effettuata da tre medici diversi non ha mostrato nessuna alterazione palpabile. L’ecografia transrettale ha evidenziato una “prostata nei limiti fisiologici per l’età e morfologia conservata, il maggiore asse trasverso di 4,3 cm. Con volume di circa 25 cm cubici; presenza di diverse inclusioni calcifiche. RPM significativo circa 38 ml”.
Mio padre non è affetto da nessun’altra patologia.
Qual e', secondo voi, tra la vigile attesa o l’asportazione della ghiandola, l'opzione migliore? Lui vorrebbe operarsi ma teme problemi di continenza urinari permanenti.
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Gentile lettrice,
faccio la premessa che alcune linee guida internazionali urologiche sul cancro della prostata invitano a non fare più il PSA dopo i 70 anni per evitare quello che sembra stia succedendo a suo padre e di converso alla sua famiglia; cioè ora, anche a dispetto dei santi, si è arrivati alla diagnosi di un tumore della prostata, patologia che generalmente può impiegare anche 20 o passa anni per dare i primi sintomi (se si riesce ad arrivare a 90 e passa anni) ma ora la diagnosi è fatta e quindi si impone una strategia terapeutica che comunque deve essere presa, con tutte le angosce del caso.
Che fare? Ora purtroppo l'unica soluzione possibile sta nel mettersi intorno ad un tavolino, a quattr'occhi con il vostro urologo di riferimento e con lui decidere in diretta, non purtroppo attraverso questo canale, quale è la soluzione migliore da prendere considerando attentamente tutti i complessi e particolari fattori clinici, psicologici ed altro in ballo e che coinvolgono naturalmente e soprattutto suo padre.
Un cordiale saluto.
faccio la premessa che alcune linee guida internazionali urologiche sul cancro della prostata invitano a non fare più il PSA dopo i 70 anni per evitare quello che sembra stia succedendo a suo padre e di converso alla sua famiglia; cioè ora, anche a dispetto dei santi, si è arrivati alla diagnosi di un tumore della prostata, patologia che generalmente può impiegare anche 20 o passa anni per dare i primi sintomi (se si riesce ad arrivare a 90 e passa anni) ma ora la diagnosi è fatta e quindi si impone una strategia terapeutica che comunque deve essere presa, con tutte le angosce del caso.
Che fare? Ora purtroppo l'unica soluzione possibile sta nel mettersi intorno ad un tavolino, a quattr'occhi con il vostro urologo di riferimento e con lui decidere in diretta, non purtroppo attraverso questo canale, quale è la soluzione migliore da prendere considerando attentamente tutti i complessi e particolari fattori clinici, psicologici ed altro in ballo e che coinvolgono naturalmente e soprattutto suo padre.
Un cordiale saluto.
Giovanni Beretta M.D.
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Utente
Alla fine, mio padre ha optato per l'asportazione radicale della prostata. L'intervento è stato eseguito con il robot Da Vinci ed è durato circa 4 ore. Il decorso post-operatorio è stato perfetto (assenza di dolori, anche minimi, e pochissimo sanguinamento), il giorno dopo era gia' in piedi. Ha portato il catetere per circa una settimana e oggi, a un mese e mezzo dall'intervento e dopo alcune settimane di ginnastica riabilitativa, ha riacquistato quasi del tutto il pieno controllo delle sue funzionalita' urinarie. Un vero successo.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.8k visite dal 21/03/2014.
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