Eiaculazione retrograda
Gentili dottori, ho 53 anni e nei primi giorni di aprile verrò operato per una enuceazione della prostata dovuta ad una ipertrofia prostatica benigna tramite tecnica laser ad olmio. Sono consapevole di andare incontro ad "eiaculazione retrograda" perche la casistica parla di un 80% . La mia domanda è questa, perchè se esiste la possibilità che in un 20% di pazienti l'eiaculato fuoriesca per via anterogada, perchè questo non potrebbe accadere anche nell'altro 80% ? Dipende dall'abilità del medico nell'eseguire l'intervento? Oppure quel 20% di probabiltà che voi medici riferite serve a noi pazienti di "SPERARE" di essere fortunati, ma alla fine è per tutti una illusione? Per ultimo Vi chiedo come mai non è possibile enucleare l'adenoma prostatico tramite robot Da Vinci se poi si esegue tale intervento in caso tumore prostatico eradicando la stessa? Ringrazio anticipatamente tutto lo staff medico.
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Gentile Signore,
l'eiaculazione retrograda accompagna tutti gli interventi disostruttivi per ingrossamento prostatico benigno, eseguiti con qualsiasi tecnica ed in linea di massima indipendenti dall'esecuzione dell'intervento e dall'operatore. E' a suo modo un segno indiretto della buona qualità disostruttiva dell'intervento. Alcune persone operate mantengono una eiaculazione all'esterno (il 20% è un dato puramente indicativo) seppure ridotta, ma questo è abbastanza casuale, legato a situazioni locali assolutamente soggettive ed imprevedibili. Le moderne tecnologie permettono oggi interventi per via endoscopica attraverso l'uretra con risultati eccellenti, minima invasività e degenze brevissime, come appunto è possibile con il laser, olmio, thullio o greenlight. La enucleazione dell'adenoma con il robot operatore sarebbe teoricamente possibile, ma costituirebbe un intervento di una invasività spropositata al risultato che si vuole ottenere. Il suo utilizzo è invece assolutamente appropriato per interventi di maggior portata, come l'asportazione radicale della prostata per tumore.
Saluti
l'eiaculazione retrograda accompagna tutti gli interventi disostruttivi per ingrossamento prostatico benigno, eseguiti con qualsiasi tecnica ed in linea di massima indipendenti dall'esecuzione dell'intervento e dall'operatore. E' a suo modo un segno indiretto della buona qualità disostruttiva dell'intervento. Alcune persone operate mantengono una eiaculazione all'esterno (il 20% è un dato puramente indicativo) seppure ridotta, ma questo è abbastanza casuale, legato a situazioni locali assolutamente soggettive ed imprevedibili. Le moderne tecnologie permettono oggi interventi per via endoscopica attraverso l'uretra con risultati eccellenti, minima invasività e degenze brevissime, come appunto è possibile con il laser, olmio, thullio o greenlight. La enucleazione dell'adenoma con il robot operatore sarebbe teoricamente possibile, ma costituirebbe un intervento di una invasività spropositata al risultato che si vuole ottenere. Il suo utilizzo è invece assolutamente appropriato per interventi di maggior portata, come l'asportazione radicale della prostata per tumore.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
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Utente
Gentile Dott. Piana, ringrazio per la sua tempestiva risposta, noi paziente abbiamo bisogno nel più delle volte di essere "rassicurati" con semplice parole di facile comprensione, grazie alla disponibilità e professionalità. Volevo solo chiedere una ultima cosa in merito al post operatorio immediato, dato che mi sposto dal sud verso nord per fare questo intervento, poiché quando verrò dimesso, nella stessa giornata, rientrerò nella mia città distante circa 1000 km, potrebbero sorgere dei problemi di carattere post operatorio? Sono consapevole del bruciore e dei problemi irritativi a cui vado incontro, ma con la terapia medica saranno "RIDIMENSIONATI" per poter affrontare lo strapazzo del viaggio di ritorno, pur sempre con l'aereo? Vi ringrazio anticipatamente e grazie per il lavoro che svolgete per noi.
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Gentile Signore,
se fossimo noi a sottoporla all'intervento, preferiremmo che lei attendesse ulteriori 24 ore dopo la rimozione del catetere prima di ritornare alla base. Riteniamo questo più tranquillizzante per tutti, considerando che le rarissime complicazioni più significative si manifestano quasi esclusivamente entro questo periodo di tempo. Per il resto, la ripresa funzionale (come in tutti questi interventi, eseguiti con qualsiasi tecnica, compresa la "vecchia" chirurgia) avviene nell'arco di 40 giorni circa, dopo i quali la stabilizzazione si completa nella gran parte dei casi.
Saluti
se fossimo noi a sottoporla all'intervento, preferiremmo che lei attendesse ulteriori 24 ore dopo la rimozione del catetere prima di ritornare alla base. Riteniamo questo più tranquillizzante per tutti, considerando che le rarissime complicazioni più significative si manifestano quasi esclusivamente entro questo periodo di tempo. Per il resto, la ripresa funzionale (come in tutti questi interventi, eseguiti con qualsiasi tecnica, compresa la "vecchia" chirurgia) avviene nell'arco di 40 giorni circa, dopo i quali la stabilizzazione si completa nella gran parte dei casi.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.9k visite dal 14/03/2014.
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