Catetere a dimora, infezioni e febbre continua

Salve. Mio padre di 88 anni, da 7 anni utilizza cateteri vescicali, dopo un'operazione che ebbe nel 2007, in cui effettuarono delle dilatazioni uretrali (sotto anestesia locale), per risolvere una ostruzione presente a 3-4 cm dall'inizio dell'uretra esterna, che lo faceva urinare, goccia a goccia (problema che lui ha cominciato ad avere, quando in ospedale, dove era ricoverato per altri motivi, un'infermiere gli mise un catetere, solo perchè non poteva alzarsi per andare in bagno, e fece una manovra sbagliata, dandogli molto dolore, e da allora ha cominciato ad urinare goccia goccia). La prostata è piccola e non dovrebbe destare preoccupazioni. L'urologo all'epoca consigliò di tenere il catetere per sempre, perchè disse che l'ostruzione potrebbe ritornare. Il problema è che ormai ha infezioni continue, che gli danno bruciore durante la minzione, dolore al basso addome, e febbricola, oltre a malessere generale, che si risolve con iniezioni di antibiotico, che ormai siamo costretti a fare anche una volta al mese quando si ripresentano i sintomi e la febbre. Nell'urinocoltura con antibiogramma, risultano versioni sempre più resistenti del citrobacter freundii. Nelle ultime analisi è risultato resistente a tutti gli antibiotici. Il medico curante ci ha quindi proposto di togliere il catetere, perchè è una situazione insostenibile, visto che non si riesce a prevenire le infezioni (specifico che lui mette da sempre il tappo al catetere durante il giorno, e usa la sacca solo di notte). Vorrei sapere: secondo voi, il tentativo di rimozione del catetere, si può fare, contenendo i rischi, e verificando costantemente il flusso urinario, in modo da rimettere il catetere prima che l'uretra si richiuda troppo? Oppure è meglio non provare? Il tentativo lo fece già 7 anni fa, dopo l'operazione. Restò un giorno senza catetere, e urinava bene. Poi a sera l'infermiere ebbe difficoltà a reinserire il catetere, (anche se poi ci è riuscito), e per questo l'urologo consigliò di tenerlo per sempre. Abbiamo consultato già 2 nuovi urologi diversi, e ci hanno consigliato di non fare nulla e di lasciare le cose come stanno. Hanno detto che il tentativo si può fare, ma è rischioso. Cosa ci conviene fare? Ho letto che l'opportunità di lasciare il catetere va sempre rivalutata, sull'effettiva necessità ed impossibilità a fare diversamente. Possiamo riprovare a toglierlo, magari tenendolo 2 giorni senza catetere e monitorandolo? Chiedo scusa per la lunghezza. Ringrazio anticipatamente per l'eventuale risposta.
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 41.7k 1.8k 19
Gentile Giovanotto,
il catetere vescicale è da considerarsi un semplice tubo di scarico e non un rubinetto (!), pertanto è fondamentalmente destinato a rimanere sempre aperto a drenaggio libero. Noi da sempre consideriamo come sciagurata l'abitudine di tenerlo tappato, poiché, a fronte di qualche vantaggio nel non dover portarsi dietro la sacchetta di raccolta (anche a cosciale), è assolutamente noto che le possibilità di infezione e di incrostazione sono notevolmente superori. Vi sono pochissime deroghe a questa regola essenziale e certamente non riguardano casi come quello di suo padre. A questo punto purtroppo però la situazione è quella che è, mettersi a fare degli esperimenti dopo aver mantenuto la situazione immutata per tutti questi anni parrebbe a prima vista senz'altro irragionevole. Non stentiamo a comprendere le ragioni dei nostri Colleghi che ci hanno preceduti. Ad 88 anni la qualità della minzione potrebbe non dipendere esclusivamente dal lume dell'uretra, ma anche da altri fattori, come una alterata percezione dello stimolo o contrazione della vescica. Purtroppo questo non lo possiamo sapere senza provare e stare a vedere cosa accade. Bisogna anche considerare i problemi legati all'autonomia nei movimenti, per poter far fronte alla sopravvenuta necessità di urinare spontaneamente, specie di notte (ricordiamo che a quella nobile età, almeno il 70% delle urine vengono prodotte nelle ore notturne). A questo si potrebbe ovviamente far fronte con i pannoloni che, entro certi limiti e se gestiti con attenzione sono meno pericolosi del catetere a permanenza.
Suo padre in fondo non rischia granché da un ulteriore tentativo di rimozione, è ovvio che nelle ore e nei giorni successivi dovrà essere ripetutamente visitato da una mano competente per controllare che non si instauri una ritenzione significativa . Se questo accade non resta, che inserire nuovamente il catetere, cosa che potrà essere effettuata senza troppa difficoltà, sempre da una mano esperta, poiché una eventuale stenosi non si richiude certo nel giro di poche ore o giorni!
In talune situazioni limite, noi proponiamo (se possibile) l'esecuzione di un piccolo intervento con il quale il catetere viene inserito attraverso la parete dell'addome (cistostomia pecutanea a permanenza) invece che attraverso l'uretra. Nella nostra esperienza, questa soluzione permette uno scarico migliore ed una migliore tollerablità rispetto all'inserimento convenzionale. Dopo qualche tempo, si crea un tramite attraverso il quale il catetere può essere agevolmente sostituto anche da personale non specializzato.
In sintesi, vi consigliamo di rivalutare la situazione con un nostro Collega che dimostri la sensibilità e la disponibilità di seguirvi con assiduità in questo percorso, di cui solo lui, valutando direttamente la situazione potrà considerare la fattibilità, o meno.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio davvero molto dottor Piana, per questa celere ed accuratissima risposta. Nessuno ci aveva detto di togliere il tappo al catetere, anche perchè consideravamo che fosse utile come ginnastica vescicale per evitare che la vescica perdesse elasticità. Per le ore notturne, pensavamo di ricorrere a dei condom esterni, che permettessero di accumulare l'urina in una sacca, come fa attualmente di notte. Possono avere controindicazioni? Per ora ci siamo affidati al medico curante, che dopo averci consigliato delle visite urologiche, alla fine ha deciso di prendersi lui la responsabilità di venire a togliere il catetere e successivamente di controllare che non ci siano problemi. Ho dimenticato di aggiungere che attualmente il paziente prende 2 compresse di furosemide al giorno, perchè l'anno scorso cominciò ad avere gambe e braccia gonfie. Questo può aumentare i rischi, legati al tentativo di rimozione? La ringrazio molto dottore per la grande pazienza e sensibilità che ha dimostrato nel voler rispondere in modo cosi puntuale e dettagliato. Grazie infinite per il servizio gratuito che offrite!!!
[#3]
Dr. Paolo Piana Urologo 41.7k 1.8k 19
Gentile Giovanotto,
in effetti il medico curante è certamente la figura più adatta per seguire una situazione di questo tipo e fa molto onore al vostro medico il dare la sua disponibilità. Questo accade purtroppo non molto spesso. Buona l'idea del raccoglitore a condom, bisogna comunque provare, perché l'adesività talora è condizionata da molti fattori. Il diuretico aumenta la quantità di urine e questo tutto sommato è un fatto positivo. Ci auguriamo che suo padre sia una persona tranquilla ed ancora sufficientemente lucida, la collaborazione in queste situazioni ê infatti essenziale.

Saluti
[#4]
Utente
Utente
Molte grazie dottore. Si, mi rendo conto che è molto raro che un medico di base sia cosi disponibile. Cosi come è raro trovare medici come Lei, che si impegnano a dare delle risposte cosi esaustive e complete, tanto da esaurire tutte le domande possibili (per giunta gratuitamente). Se i medici fossero tutti come voi, vivremmo in un mondo perfetto. Comunque per adesso mio padre è ancora abbastanza lucido. Spero possa riuscire a liberarsi di questa schiavitù del catetere, che un po per paura, un po per trascuratezza, gli ha rovinato gli ultimi anni della sua vita. Grazie ancora, e tanti auguri di cuore, per tutto.