La sua prostata è diventata delle dimensioni
Buonasera. Mio padre ha 71 anni e gli è stata diagnosticata una ipertrofia prostatica benigna. All'ultimo controllo dall'urologo ci è stato riferito che la sua prostata è diventata delle dimensioni di un arancio e quindi è da operare al più presto. Ma lui non vuole operarsi perché pensa che dopo l'intervento sarà costretto a portare il pannolone a vita. Ma è vero? Inoltre il valore del PSA stamattina dalle analisi era di nuovo in aumento. Pensate che si dovrà operare? Grazie per le risposte e buona sera.
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Gentile Giovanotto,
il fatto che l'intervento sulla prostata ingrossata benigna sia obbligatoriamente seguito da incontinenza fa parte dell'immaginario popolare e si riferisce a tempi orma molto lontani nei quali tecniche di operazione piuttosto sommarie e primitive, nel rimuovere l'ostruzione, causavano danni più o meno seri alle strutture neuro-muscolari che controllano la continenza. Inutile dire che ormai da decenni non è più così, anzi, oggi con le più moderne tecniche basate sul laser (quando applicabili) l'intervento avviene in modo assolutamente controllato e preciso, nel pieno rispetto delle strutture anatomiche. Pertanto, se vi sono disturbi evidenti e la terapia con i farmaci non è più efficace, le indicazioni all'intervento sono inevitabili. Tutto questo, è ovvio, se si è ragionevolmente certi della diagnosi di ingrossamento benigno. Lei non ci riferisce valori precisi di PSA, ed ancor di più dell'eventuale evoluzione che questi hanno avuto nel tempo. Una prostata molto ingrossata può di suo produrre più PSA anche se non vi è degenerazione tumorale. Noi specialisti abbiamo alcuni modi per interpretare queste situazioni, ma nella persistenza di un dubbio (cosa che accade piuttosto di rado) prima di eseguire l'intervento disostruttivo si devono eseguire delle biopsie della prostata, per chiarire definitivamente l'assenza di cellule tumorali.
Saluti
il fatto che l'intervento sulla prostata ingrossata benigna sia obbligatoriamente seguito da incontinenza fa parte dell'immaginario popolare e si riferisce a tempi orma molto lontani nei quali tecniche di operazione piuttosto sommarie e primitive, nel rimuovere l'ostruzione, causavano danni più o meno seri alle strutture neuro-muscolari che controllano la continenza. Inutile dire che ormai da decenni non è più così, anzi, oggi con le più moderne tecniche basate sul laser (quando applicabili) l'intervento avviene in modo assolutamente controllato e preciso, nel pieno rispetto delle strutture anatomiche. Pertanto, se vi sono disturbi evidenti e la terapia con i farmaci non è più efficace, le indicazioni all'intervento sono inevitabili. Tutto questo, è ovvio, se si è ragionevolmente certi della diagnosi di ingrossamento benigno. Lei non ci riferisce valori precisi di PSA, ed ancor di più dell'eventuale evoluzione che questi hanno avuto nel tempo. Una prostata molto ingrossata può di suo produrre più PSA anche se non vi è degenerazione tumorale. Noi specialisti abbiamo alcuni modi per interpretare queste situazioni, ma nella persistenza di un dubbio (cosa che accade piuttosto di rado) prima di eseguire l'intervento disostruttivo si devono eseguire delle biopsie della prostata, per chiarire definitivamente l'assenza di cellule tumorali.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.5k visite dal 25/01/2014.
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