Prostatite cronica incurabile!

salve dottori,
da 2 anni ormai ho i seguenti sintomi:
•Nicturia (all'inizio 1 volta a notte, ora anche 3-4)
•Esitazione minzionale
•Getto a volte (poche) ipovalido
•Pollachiuria saltuaria
•Eiaculazione precoce
•Eiaculazione astenica
•Bruciore all’eiaculazione saltuaria
•Gonfiore e dolenza al testicolo e epididimo dx
Tutta la storia è iniziata con nicturia ed epididimite curata con noroxin che ha avuto efficacia solo sulla seconda. Da li ho iniziato un calvario durante il quale mi sono stati prescritti tutti gli alfalitici in commercio, un antimuscarinico, svariati antibiotici. Questi ultimi hanno sempre avuto qualche effetto positivo, in particolare i macrolidi (macladin e tetris).
Ora per la disperazione ho sospeso tutti i farmaci e iniziato una massiccia cura di fermenti lattici e, non so se sia per questo, ho avuto una riduzione dei sintomi per qualche giorno.
Ieri sono stato dall'ennesimo specialista il quale, vedendo tutti gli esami,
colturali, ecografie, risonanze, uretrocistoscopia, uroflussometria, ha sentenziato che soffro di prostatite cronica e che, cito le sue parole, non ne uscirò mai fino ad una eventuale resezione prostatica impensabile alla mia età. Nel referto ha aggiunto "prostata piccola, dolente (a mio avviso neanche troppo durante la spremitura) e secernente liquido filante.
ora le mie domande sono : è possibile che sia prostatite se risonanza e eco transrettale non hanno evidenziato nulla se non una prostata modicamente aumentata di volume?
se fosse effettivamente prostatite cronica è veramente incurabile come ha detto il vs collega?
aggiungo infine che negli ultimi giorni ho avuto degli episodi in cui avvertivo lo stimolo di urinare a distanza di 10-15 min dalla minzione per 3-4 volte. All'ultima minzione avvertivo una sorta di fastidio all'uretra con sensazione di bagnato e, controllando, notavo che sul glande era presente una discreta quantità di liquido biancastro, più o meno opaco (in una occasione allo scappellamento mi è anche caduta una goccia di questo liquido tanto ce n'era)
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Gentile Giovanotto,
di questa sua situazione già si è a lungo trattato, con i limiti che possono avere le nostre valutazioni a distanza. La diagnosi "clinica" (ovvero basata solo sui sintomi e l'esame obiettivo) di prostatite cronica è quanto di più vago possa esistere nella nostra specialità. Tutto si basa sulla sensibilità della punta del dito indice e dalle reazioni del soggetto alla palpazione della prostata. Come può immaginare, tutto questo è condizionato da una variabilità enorme e da una innumerevole serie di fattori. Tutto questo anche se la presentazione dei suoi disturbi variabili come espressione ed intensità è perlopiù coerente con queste situazioni di congestione prostatica, più o meno complicata da elementi infiammatori. La moda del momento ci porta a definire questi quadri come "sindrome dolorosa pelvica cronica", ma per lei questo cambia poco. Lei ha ben ragione a concentrare le sue attenzioni sull'intestino, poiché molte volte lì sta la chiave di volta del tutto, in particolare se la funzione intestinale è francamente alterata. Altri consigli circostanziati è difficile darne, un tempo queste forme evidentemente congestizie (vedi emissione spontanea di secrezione prostatica) si pensava si potessero giovare di cicli di "massaggi prostatici", ora passati francamente un po' nel dimenticatoio, ma forse da rivalutare in casi come il suo.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Dott. Piana,
la ringrazio per la risposta, a conferma di quanto Lei mi dice il mio medico di base mi ha suggerito di riprendere con integratori a base di serenoa e continuare con i fermenti lattici.
a questo punto ho intenzione di sentire il parere di un andrologo, per cercare di capire se i disturbi della sfera sessuale, che mi hanno causato non pochi problemi nella vita affettiva, possano essere attenuati nel caso siano effettivamente correlati a tutto il restante quadro clinico oppure possano essere eliminati se sono sintomi a sè stanti.
Farò presente al momento della visita questa sua considerazione su degli eventuali cicli di massaggi prostatici, sono disposto a tutto per cercare di tornare ad avere una vita normale o quasi.

Saluti
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Gentile Giovanotto,
sull'efficacia ed il significato della serenoa repens e di tutti gli altri integratori già ci siamo espressi. Senz'altro i disturbi della sfera sessuale si compenetrano con quelli urologici tanto che è impossibile discernere chiaramente gli uni dagli altri, i fattori emotivi poi non possono che amplificare il tutto a dovere!

Saluti
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Utente
Utente
Grazie ancora per la risposta,
quello che mi preme di più è sapere da esperti come lei se effettivamente da una prostatite o congestione prostatica (patologia che secondo me è più vicina alla mia situazione dal momento che mancano molti dei sintomi classici della prostatite) se ne può uscire o quantomeno convivere in maniera decente avendo una vita sociale e sentimentale (sessuale) normale o quasi.
In sostanza volevo una minima rassicurazione dopo che lo specialista di Padova mi ha detto in maniera molto drastica e senza possibilità di fraintendimenti che da una prostatite cronica non se ne esce se non col la resezione endoscopica!
A mio avviso il medico in questione non si è comportato molto bene mettendo addosso al paziente ulteriore ansia e depressione. Avrebbe potuto quantomeno usare parole diverse anche se la situazione fosse quella da egli descritta.

Saluti
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Gentile Giovanotto,
che la cosiddetta "prostatite cronica" (per dirla alla vecchia maniera) sia a suo modo inguaribile è vero ... altrimenti non si definirebbe cronica! Tutto quanto è cronico, al contrario di "acuto", non si prevede possa risolversi con il ripristino completo delle condizioni iniziali. Da qui a dire che si debba soffrire a tempo indefinito la differenza è sostanziale. D'altronde, se per questo neanche la resezione endoscopica sarebbe in grado di risolvere completamente, anzi, nelle situazioni a predominanza infiammatoria è francamente controindicata. Se l'urologia moderna non è ancora riuscita ad individuare "la cura" per questa fastidiosa condzione, solo agendo con molta pazienza (sia da parte del malato che del medico) su tanti piccoli fattori si può avere la concreta speranza di andare incontro, se non alla risoluzione, almeno ad una stabilizzazione che permetta lunghi periodi di accettabile benessere

Saluti
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