Polipo di 2 cm nella vescica
Buongiorno, scrivo per mio suocero (74 anni). Qualche giorno fa dopo aver riscontrato sangue nelle urine si è sottoposto ad una ecografia alla vescica e da quanto mi ha detto (non mi ha fatto leggere personalmente il referto) gli è stato riscontrato un polipo di 2 cm e fortemente consigliato d'urgenza di sottoporsi a cistoscopia.. a parte che lui è un tipo molto ansioso e ha paura dell'esame, in più è cardiopatico e mono rene, volevo qualche informazione per capire meglio quanto è preoccupante la situazione:
I polipi sono formazioni essenzialmente benigne che possono poi mutarsi in qualcosa di maligno o la diagnosi di polipo è indici già di un tumore? Grazie infinite
I polipi sono formazioni essenzialmente benigne che possono poi mutarsi in qualcosa di maligno o la diagnosi di polipo è indici già di un tumore? Grazie infinite
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Gentile Signore, il mio parere è che una volta diagnosticato ecograficamente un polipo vescicale, non sia necessaria l'esecuzione di una cistoscopia. Si dovrebbe invece sottoporsi ad un intervento comunque mini-invasivo e per via endoscopica per rimuovere completamente la lesione. Sarà poi il patologo che chiarirà la natura del polipo in base alla quale si valuteranno gli opportuni controlli o trattamenti del caso. L'intervento è comunque di minimo impatto per il paziente e richiede normalmente una degenza di 2-3 giorni.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Mauro Seveso
Responsabile Unità Operativa di Urologia
Istituto Clinico Città Studi , Milano
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Cara signora i "polipi" della vescica erano così definiti fino a circa 10 anni fa quando poi la nuova nomenclatura internazionale li ha ribattezzati più correttamente come neoplasie vescicali, ovvero tumori della vescica che si differenziano per caratteristiche: forma, dimensioni, interessamento della parete o della muscolatura e per tanti altri fattori. Una volta diagnosticato un tumore della vescica con l'ecografia non va ulteriormente studiato, bensì va trattato quanto prima con un intervento chirurgico endoscopico di resezione transuretrale che ha il duplice scopo di rimuovere la malattia (e anche il tessuto sano circostante) e di stadiarla grazie all'analisi accurata che viene poi eseguita dall'anatomopatologo sui pezzi di tessuto asportati. Sulla base dell'esame istologico definitivo poi si decide cosa fare, ovvero: se la terapia può bastare, oppure se c'è necessità di terapie endovescicali aggiuntive, oppure se occorre una diagnostica per immagini più approfondita (nel caso in cui la malattia abbia infiltrato anche il tessuto muscolare sottostante alla parete vescicale superficiale) mirata alla definizione della strategia terapeutica più radicale possibile.
In ogni caso è fondamentale affidarsi ad un buon urologo per trattare la malattia e farsi seguire nei controlli futuri che devono essere pedissequi!
In ogni caso è fondamentale affidarsi ad un buon urologo per trattare la malattia e farsi seguire nei controlli futuri che devono essere pedissequi!
Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 152.6k visite dal 26/06/2008.
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