Adenoma prostatico e prostatite cronica

Gentilissimi Specialisti,

ho 64 anni e, da quasi 40 , mi porto dietro un problema di bruciori post-minzionali. Tralascio di raccontare il mio lungo peregrinare tra un urologo e l'altro. Voglio solo dire che, allo stato attuale, sembra che mi sia stata finalmente fornita una risposta precisa alle mie problematiche. A seguito di esplorazione rettale, è emersa una prostatite cronica(presumibilmente batterica per via di una vecchia spermiocoltura che riportava alcuni agenti patogeni) e, al secondo controllo, sempre dallo stesso specialista che ha effettuato un'eco ed una uroflussimetria, un adenoma di 40 gr.La flussimetria evidenzia una lieve ostruzione. Il diario delle minzioni, da me stesso svolto a casa, presenta una media nelle 24 h di 250/300 cc.
L'urologo mi ha ventilato la possibilità di un intervento risolutivo che, a dire il vero, mi sconvolge un pò la mente in questo momento, (anche perchè devo badare a mia moglie gravemente malata), oppure la cura farmacologica.
Preciso, per Vs. maggiore comprensione, che sino ad ora, tranne il già citato bruciore e il diminuito getto, che dura da diversi anni, non ho soverchi disturbi, come per esempio il fatto di andare ad urinare anche di notte. Inoltre il PSA si mantiene ( valore rilevato a Settembre scorso Psa: 1,01- Free: 0,33) sempre piuttosto basso.
Vi chiedo a questo punto cosa ne pensiate voi, e se questo paventato intervento possa essere allontanato, se non addirittura escluso, con una drastica cura farmacologica, considerato che, fino ad oggi, tutti coloro che mi hanno visitato non mi hanno neanche saputo dare una diagnosi precisa e che, quindi, tranne qualche antibiotico sporadico, nulla è stato fatto per aggredire questo problema con serietà.
Ringrazio quanti vorranno intervenire.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Gentile Signore,
la prostatite e l'ingrossamento prostatico benigno sono due alterazioni molto differenti per cause e manifestazioni e tipo di cura, che è opportuno separare sempre attentamente perché la confusione è sempre foriera dli scarso risultato. I disturbi concentrati alle basse vie urinarie del maschio relativamente giovane hanno una causa perlopiù infiammatoria, di origine non necessariamente infettiva e si manifestano con sintomi irritativi (bruciore, dolore variamente irradiato). L'ingrossamento prostatico benigno è un processo inevitabile che inizia a manifestarsi nel maschio a partire dai 35-40 anni in modo estremamente variabile da caso a caso i cui sintomi principali sono dovuti alla ostruzione che la prostata ingrossata esercita sul collo della vescica e la via urinaria inferiore. Tutto questo in termini molto semplificati. Ovviamente l'impostazione della terapia è molto diversa nelle due situazioni, in particolare per un eventuale intervento disostruttivo, che è indicato solo quando viene dimostrato nel modo più preciso possibile, anche ricorrendo ad accertamenti raffinati, che l'ostruzione sia la causa preponderante dei disturbi.
Per venire al suo caso, ci pare che nel corso dei decenni le due situazioni si siano intrecciate e sovrapposte, cosa ovviamente possibile anche se di fatto non così frequente. Valutare eventuali indicazioni all'intervento endoscopico comporta una attentissima analiisi dei suoi reali disturbi, ma soprattutto l'esecuzione di una indagine urodinamica (studio pressione/flusso) che riesca ad oggettivare ("nero su bianco") quale sia la reale situazione funzionale. Infatti, tanto maggiore sarà l'ostruzione dimostrata, tanto maggiore sarà la possibilità che lei tragga dei reali vantaggi dell'intervento. Nelle situazioni in cui la componente infiammatoria prevale su quella ostruttiva, come spesso accade nei soggetti relativamente più giovani, gli effetti di un eventuale intervento potrebbero addirittura essere controproducenti.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Gentilissimo Dott. Piana,

frequento da lunghissimo tempo questo forum, avendone sempre apprezzato la serietà di chi vi presta la propria opera. Con questo voglio dire che rimango ancora una volta favorevolmente sorpreso per questa Sua risposta che, finalmente, mi da la possibilità di una migliore comprensione su argomenti sicuramente complicati per chi non è un addetto ai lavori.
A volte si decide troppo in fretta di "aprire" e di invadere, e non capisco se tutto ciò sia dettato da motivi legati al vil denaro o chissà cosa altro.
Tornando al mio caso, sono in attesa dell'esito del secreto prostatico( me lo consegneranno il 27 p.v.), dopo di che, tornerò a disturbarLa, nell'intento di avere un quadro più chiaro della situazione e poter valutare il da farsi.
La ringrazio di cuore e Le auguro un sereno Natale.
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Utente
Utente
Aggiorno la situazione con l'esito dell'antibiogramma del secreto prostatico che ha evidenziato un'infezione da Escherichia c. ed Enterococcus fecalis.
Mi sembra che l' Escherichia c. sia una brutta bestia da debellare. Riuscirò mai a risolvere questa mia patologia che dura da decenni, o devo rassegnarmi , un giorno o l'altro, ad essere sottoposto all'intervento, sopratutto per via dell'adenoma che, si spera, non aumenti a dismisura in breve tempo ?
Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Gentile Signore,
il risultato della coltura sul liquido seminale va sempre interpretato con molto senso critico ed attentamente correlato con la situazione reale ed i disturbi riferiti. Vi sono infatti molti fattori che possono falsare questo risultato, fuorviando le indicazioni terapeutiche. Entrambi i batteri rilevati nel suo caso hanno una evidentissima derivazione intestinale e colonizzano anche la pelle di tutta l'area genitale, compreso l'ultimo tratto del canale dell'uretra prima dello sbocco all'esterno. Le possibilità di una contaminazione al solo passaggio sono molto elevate. Le indicazioni ad una terapia antibiotica devono pertanto essere poste con molta ponderatezza, poiché ricorrere a farmaci energici e per un periodo prolungato non farebbe altro che squilibrate la flora batterica intestinale e selezionare germi sempre più resistenti. Solo il nostro Collega specialista in urologia che meglio la conosce e, soprattutto, la può visitare direttamente è in grado di prendere una decisione ragionevole sul da farsi. Tutto questo ha comunque assai poco a che vedere con l'ingrossamento benigno che, come già le abbiamo spiegato, ha un'origine ed una evoluzione completamente diversa.

Saluti
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Utente
Utente
Grazie della Sua cortese e sollecita disponibilità.Il Suo collega mi ha già prescritto, in associazione al Bactrim, Cyalis, orudis a lento rilascio e permixon.
Spero che serva a qualcosa.....

Cordiali saluti.
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Utente
Utente
Gentilissimo Dr.Piana,

ricorro ancora alla Sua cortese disponibilità per chiederle, nell'eventualità di un intervento, che, dalle ultime indagini svolte, non è poi così lontano, il Suo qualificato parere sul famoso green laser. In particolar modo se può sostituire degnamente la turp ,e che tipo di svantaggi potrebbe avere rispetto a quest'ultima.
I pareri che ho raccolti, tra gli urologi che conosco e quelli che ho letto in rete, mostrano un certo scetticismo su questo tipo di metodica. In rete, invece, se ne parla in termini entusiastici,naturalmente in maniera più marcata da chi attua questo intervento.
Quali sono i centri d'eccellenza dove potersi sottoporre a tale operazione? Tra questi c'è anche il Suo centro ?
La ringrazio e Le porgo cordiali saluti.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Gentile Signore,
anche nel nostro centro il laser "verde" ha da qualche tempo sostituito le altre tecniche per gli interventi endoscopici disostruttivi in caso di ingrossamenti prostatici di piccole e medie dimensioni. I risultati sono a nostro modo di vedere buoni, soprattutto per la semplicità e brevità del trattamento. Questo non fa che che confermare l'esperienza di altri centri che hanno adottato da più tempo la metodica e che continuano ad applicarla con soddisfazione. Qui non possiamo certo dare indicazioni specifiche su singoli professionisti o centri di cura, per ragioni di correttezza professionale. Immaginamo che ad una non eccessiva distanza dalla sua residenza lei possa trovare un centro che disponga di questa tecnologia.

Saluti
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Utente
Utente
Gentilissimo Dott,

ancora una volta grazie per la sollecita risposta.
Non era di sicuro mia intenzione conoscere particolari che, so bene,per correttezza non potete dare,ma solo le sue valutazioni su questa metodica che mi sembra molto criticata da qualcuno ( che forse non la pratica e pertanto la osteggia) mentre sembra più sopportabile per il paziente.
Mi conforta sapere che anche presso di voi è possibile farla. Non è escluso che possa decidere di poterla fare anche presso di Voi, nonostante le distanze che,ormai,non dovrebbero essere più un problema al giorno d'oggi.
La saluto cordialmente.e ancora una volta grazie per la Sua squisita attenzione.
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Utente
Utente
Egregio Dr. Piana,

ricorro ancora alla Sua gentilezza per aggiornarla sull'esito della mia cura, almeno per quanto concerne l'infezione da E. coli
Mi era stato dato, a fronte dell'esito dell'antibiogramma, del Bactrim forte da prendere per 28 gg. e per tutto questo periodo non ho più avuto sentore delle urine maleodoranti che, generalmente, accompagnano i momenti post minzionali. Ora mi trovo punto e a capo, per cui, memore di ciò che mi ha detto la volta scorsa, sono scettico a riprendere questo medicinale per via della resistenza che potrebbe dare. Allo stesso tempo, però, mi rendo conto che è piuttosto imbarazzante, non solo per me, ma anche per chi mi è vicino, tanto questo odore è pungente e avvertibile.
Cosa mi consiglia? Dovrei continuare ancora, magari cambiando farmaco? Le dico molto sinceramente che sono molto depresso per questa situazione che mi accompagna ormai da anni e di cui non vedo più alcuna soluzione.
La ringrazio anticipatamente per il Suo parere.
Cordiali saluti.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Gentile Signore,
prima di assumere ulteriori antibiotici sarebbe indispensabile ripetere tra alcune settimane l'esame delle urine e le colture su urina e liquido seminale. Un tentativo empirico non sarebbe ragionevole. D'ogni modo, come abbiamo già detto, non crediamo che questa ipotetica componente "infettiva" sia così importante nel mantenimento dei suoi disturbi. Immaginiamo che si debba prendere prima o poi una decisione in ordine all'intervento disostruttivo.

Saluti
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Utente
Utente
Grazie della risposta in tempo reale. Ciò che mi dice, da un lato mi rasserena , dall'altro mi fa volare con il pensiero alla prospettiva dell'operazione che vorrei procrastinare il più possibile. Comunque seguirò il suo consiglio e ripetero' le analisi. Se non La disturbero' Le comunichero' l'esito, appena in grado.
La saluto cordialmente.
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Utente
Utente
Gent.mo dr. Piana,

sono ancora qui a disturbarla.
Ho seguito il Suo consiglio e ho ripetuto, a debita distanza di tempo, l'analisi delle urine e dello sperma. Da quest'ultimo è emerso il solito Enterecoccus fecalis, già presente nell'ultima indagine del secreto prostatico, mentre dalle urine si è manifestata una NEW ENTRY: la Klebsiella pneumoniae, cosa che mi preoccupa un pò, dato che le urine erano, in passato, rimaste sempre indenni da ogni infezione o simil infezione come la chiama Lei. E poi so che è un batterio piuttosto pericoloso.
A tal proposito Le devo fare qualche domanda, da ignorante in materia quale sono, leggendo che questo batterio si contrae negli ambienti ospedalieri.
E' possibile che io l'abbia contratto frequentando per parecchio tempo l'ospedale dove ho accompagnato sino al 10 dello scorso mese mia moglie per un ciclo di chemioterapia e quindi essendo a contatto per diverso tempo e per diverse ore con pazienti e parenti di questi ultimi?
Oppure che, essendo stato ricoverato io stesso due anni fa per sottopormi alla rimozione di due piccoli polipi allo stomaco e all'intestino, abbia contratto questo batterio senza che se ne manifestasse la presenza sino ad oggi?
O, ancora, che tutto ciò sia derivato dall'intensa cura di Bactrim forte che mi ha prescritto l'urologo per curare i precedenti E. coli ed Ent. fecalis?
Conoscendo la giusta avversione che Lei ha nei confronti degli antibiotici ,se usati in maniera scorretta, mi chiedo e Le chiedo : cosa fare in questo frangente?
Tenga conto che io soffro di colite da decenni che, di sicuro, ci mette anche del suo per aumentare i miei problemi.
Attendo un Suo qualificato intervento e le porgo cordiali saluti.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Gentile Signore,
è infinitamente più probabile che la Klebsiella provenga dal suo intestino malfunzionante piuttosto che dalla frequenza ospedaliera. Si parla di infezioni ospedaliere da Klebsiella in soggetti sottoposti ad impegnativi interventi chirurgici, degenze prolungate, ventilazione meccanica (rianimazione) oppure con difese immunitarie ridotte. Pertanto, da questo punto di vista, nessun timore. Per l'enterococco, discorso simile. Concludendo, non riteniamo che nella sua situazione la presenza di batteri condizioni più di tanto i sintomi che, alla sua età, hanno certamente una causa "idraulica" predominante.

Saluti
[#14]
Utente
Utente
Egregio dottore,

Le devo fare i miei più vivi complimenti per la velocità con la quale risponde alle domande di noi pazienti.
Se ho ben capito, quindi, non debbo più continuare a rimpinzarmi di antibiotici come mi hanno costretto a fare sino ad ora e, al contrario, cercare di curare l'intestino, vero?
Per me è sicuramente un sollievo non prendere pillole, ma mi dica un'ultima cosa, prima di chiudere questo round, le urine maleodoranti sono parte anche della causa idraulica, o sono questi maledetti batteri che le provocano?
Come fare per eliminare o quanto meno attenuare questo odore nauseabondo?
La ringrazio e Le porgo cordiali saluti.

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Dr. Paolo Piana Urologo 43k 1.9k
Gentile Signore,
con gli antibiotici e la colite si instaura un micidiale circolo vizioso, per il quale la somministrazione continua di farmaci molto energici, nel vano tentativo di sterilizzare le urine, altro non fa se non selezionare nell'intestino germi sempre più resistenti. Pertanto, in assenza di febbre od altre gravi complicazioni, a nostro parere, gli antibiotici debbono essere somministrati con estrema parsimonia. Curare la colite poi spetta ai Colleghi gastroenterologi, anche su questo non c'é nulla da improvvisare. Se lei beve due litri d'acqua al giorno, le urine dovrebbero essere assai meno maleodoranti. Se questo volume di urine accentua in modo insopportabile i suoi distubi ad urinare, è davvero giunta l'ora di metter mano alla cosa.

Saluti
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Utente
Utente
Gentilissimo Dottore,


posto che, come tutti i vecchi, bevo sempre pochissimo, e anche quando me lo impongo, non arrivo mai ai due litri, per ora non ho grossissimi problemi , tranne un senso di corpo estraneo nell'ultimo tratto dell'uretra che però , specie quando bevo molto, scompare per poi ripresentarsi puntuale il giorno dopo e saltuari bruciori.
Devo dire anche che con la vescica piena il getto urinario è molto più accettabile di quando bevo pochissimo (urine scarse e deboli).
Non scompaiono invece i miei disturbi al colon che, giusto come Lei consiglia, dovrò affrontare con lo specialista apposito.
Per ora la patologia oncologica di mia moglie mi impedisce di pensare seriamente a me stesso, ma è chiaro che, appena in grado, dovrò assumere una decisione.
La ringrazio della Sua competente disponibilità e Le porgo cordiali saluti.

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