Broth culture per biofilm patogeni della vescica
Buona sera, sono una ragazza con diagnosi di cistite interstiziale che nel mio caso consiste in un'infiammazione del trigono vescicale (che persiste da più di un anno e mezzo). Sto trattando tale problema con instillazioni di ialuril e assumendo normast. L'eziopatogenesi di tale malattia è dubbia e le ipotesi molte, in questa sede volevo comprendere se questa problematica possa essere dovuta dall'esistenza di biofilm patogeni nella vescica e se quindi è effettuabile in Italia una "broth culture" ossia una coltura delle urine particolare per evidenziare eventuali batteri e quali sono le precauzioni e terapie previste nel qual caso vi sia una positività (sottolineo che non ho mai avuto cistiti batteriche, ma molte vaginiti le quali terapie potrebbero, in estrema ipotesi, essersi sovrapposte a un'eventuale cistite b. non evidenziata in tempo). Questa è una delle piste di ulteriore approfondimento su questa particolare patologia di cui vi chiedo maggiori informazioni.
Grazie
Grazie
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Gentile Signorina,
la cosiddetta "cistite interstiziale" non è che uno dei problemi a cui oggi l'urologo non è in grado di dare una soluzione basata su ineluttabili evidenze scientifiche. Non stiamo qui ad elencarle gli altri problemi nei quali la realtà ci impone di accettare un trattamento empirico, basato più che altro sull'abitudine o sulla "moda" del momento. L'evoluzione scientifica è estremamente lenta, ottenere dei risultati di valore è difficile e probabilmente i risvolti commerciali non sono così allettanti per l'industria farmaceutica. La ricerca di "batteri fantasma" è una delle sfide della microbiologia moderna, l'utilizzo di sistemi di coltura alternativi (come quello cui lei accenna) o di metodiche di amplificazione genica (PCR) è però da considerarsi sperimentale ed impossibile da applicare su larga scala al di fuori di sperimentazioni controllate.
Al di là di queste considerazioni di carattere generale, per quanto riguarda le infiammazioni vescicali croniche della giovane donna (la cosiddetta trigonite di antica memoria) noi abbiamo da sempre avuto la convinzione che il fattore ormonale sia molto importante. I tessuti del territorio urogenitale sottoposti ad una azione ormonale insufficiente o squilibrata tra estrogeni e progestinici dimostrano quindi una alterata suscettibilità a fattori ignoti (infettivi? altro?). La presenza di un'infezione dovrebbe comunque causare la presenza significativa di globuli bianchi nelle urine (non solo tracce), cosa che accade piuttosto raramente. A questo punto, la stretta collaborazione con il ginecologo può portare a qualche risultato tangibile, anche con approcci banali come sostituire il tipo di pillola, oppure instaurare un supporto ormonale di progesterone. Anche qui ci si muove però in modo purtroppo empirico ed i risultati sono sempre tutti da valutare.
In conclusione, possiamo dire che quanto lei sta facendo rappresenti già un approccio avanzato (e piuttosto costoso) al problema. Forse varrebbe la pena di valutare attentamente se vi siano spazi giustificati per qualche alternativa.
Saluti
la cosiddetta "cistite interstiziale" non è che uno dei problemi a cui oggi l'urologo non è in grado di dare una soluzione basata su ineluttabili evidenze scientifiche. Non stiamo qui ad elencarle gli altri problemi nei quali la realtà ci impone di accettare un trattamento empirico, basato più che altro sull'abitudine o sulla "moda" del momento. L'evoluzione scientifica è estremamente lenta, ottenere dei risultati di valore è difficile e probabilmente i risvolti commerciali non sono così allettanti per l'industria farmaceutica. La ricerca di "batteri fantasma" è una delle sfide della microbiologia moderna, l'utilizzo di sistemi di coltura alternativi (come quello cui lei accenna) o di metodiche di amplificazione genica (PCR) è però da considerarsi sperimentale ed impossibile da applicare su larga scala al di fuori di sperimentazioni controllate.
Al di là di queste considerazioni di carattere generale, per quanto riguarda le infiammazioni vescicali croniche della giovane donna (la cosiddetta trigonite di antica memoria) noi abbiamo da sempre avuto la convinzione che il fattore ormonale sia molto importante. I tessuti del territorio urogenitale sottoposti ad una azione ormonale insufficiente o squilibrata tra estrogeni e progestinici dimostrano quindi una alterata suscettibilità a fattori ignoti (infettivi? altro?). La presenza di un'infezione dovrebbe comunque causare la presenza significativa di globuli bianchi nelle urine (non solo tracce), cosa che accade piuttosto raramente. A questo punto, la stretta collaborazione con il ginecologo può portare a qualche risultato tangibile, anche con approcci banali come sostituire il tipo di pillola, oppure instaurare un supporto ormonale di progesterone. Anche qui ci si muove però in modo purtroppo empirico ed i risultati sono sempre tutti da valutare.
In conclusione, possiamo dire che quanto lei sta facendo rappresenti già un approccio avanzato (e piuttosto costoso) al problema. Forse varrebbe la pena di valutare attentamente se vi siano spazi giustificati per qualche alternativa.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
La ringrazio per la panoramica purtroppo poco rassicurante della ricerca medica. Le cure che sto effettuando io sono possibili grazie a un magnifico reparto di urologia, gestito da una combattiva Dottoressa Sommariva, che mi ha permesso di cominciare questa terapia in regime di dayhospital. Personalmente non spendo nulla al di là del tempo e della benzina per recarmi in questo ospedale di Magenta e a breve la fornitura del dispositivo medico mi sarà passata dalla ASL della mia città. Certo ciò non esclude che i fondi stanziati per le malattie rare vengano adoperati per tale cura. Mi auguro solamente di non dovermi ritrovare dall'oggi al domani a rinunciare all'unica possibilità terapeutica attuale (al di là di altre tipologie di prodotti da instillare e di una inefficace- e non priva di forti controindicazioni- cura farmacologica a base di fibrase già sperimentata). Ovviamente il codice di esenzione legato a questa patologia, così espresso come nel PDTA, permette non solo di ottenere tutto il necessario ma anche di effettuare questa terapia a casa (dal momento che sono stata addestrata all'autocateterismo), meno probabile è che tutti gli urologi dei diversi ospedali la conoscano a fondo e sappiano proporre autonomamente tale trattamento.
Per ciò che concerne il rilevante fattore ormonale, è noto per tutte le pazienti con c.i. che conosco io (inclusa me stessa) delle oscillazioni del disturbo che includo una recrudescenza dei sintomi nella fase premestruale (oltre alla modificazione dei sintomi facilmente riscontrabile con una alimentazione acida quanto più possibile da evitare), certo è che ci sono anche giornate no dopo il mestruo.
Effettuando delle ricerche ho notato che l'ipotesi di un'allergia ormonale è stata presa in considerazione da alcuni centri in America ( http://www.onlineallergycenter.com/interstitial_cystitis_treatment.php ) e studi scientifici sono disponibili sulla correlazione tra ciclo mestruale, cistite interstiziale e cure effettuate con Monelukast. L'evidenza in merito è di una possibile allergia al progesterone.
Personalmente sono più interessata a comprendere il livello di sperimentazione in Italia e conoscere quali sono i centri che effettuano tali ricerche/analisi sul versante della broth culture e ormonale in Italia, piuttosto che provare la pillola contraccettiva (che non ho mai usato) che potrebbe causarmi una sequela di effetti collaterali imprevedibili. Il ginecologo che sto consultando io non ha alcuna idea di come aiutarmi.
Lei o uno dei suoi colleghi che trovi interessante questa discussione, avrete maggior accesso alle informazioni da me richieste.
Sperando di avere delle utili news,
La ringrazio per l'attenzione e le auguro buone feste natalizie.
Per ciò che concerne il rilevante fattore ormonale, è noto per tutte le pazienti con c.i. che conosco io (inclusa me stessa) delle oscillazioni del disturbo che includo una recrudescenza dei sintomi nella fase premestruale (oltre alla modificazione dei sintomi facilmente riscontrabile con una alimentazione acida quanto più possibile da evitare), certo è che ci sono anche giornate no dopo il mestruo.
Effettuando delle ricerche ho notato che l'ipotesi di un'allergia ormonale è stata presa in considerazione da alcuni centri in America ( http://www.onlineallergycenter.com/interstitial_cystitis_treatment.php ) e studi scientifici sono disponibili sulla correlazione tra ciclo mestruale, cistite interstiziale e cure effettuate con Monelukast. L'evidenza in merito è di una possibile allergia al progesterone.
Personalmente sono più interessata a comprendere il livello di sperimentazione in Italia e conoscere quali sono i centri che effettuano tali ricerche/analisi sul versante della broth culture e ormonale in Italia, piuttosto che provare la pillola contraccettiva (che non ho mai usato) che potrebbe causarmi una sequela di effetti collaterali imprevedibili. Il ginecologo che sto consultando io non ha alcuna idea di come aiutarmi.
Lei o uno dei suoi colleghi che trovi interessante questa discussione, avrete maggior accesso alle informazioni da me richieste.
Sperando di avere delle utili news,
La ringrazio per l'attenzione e le auguro buone feste natalizie.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.6k visite dal 19/12/2013.
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Approfondimento su Cistite
La cistite è un'infiammazione della vescica che si avverte con frequente bisogno di urinare, con bruciore o dolore. Si può curare con farmaci o rimedi naturali.