Cistite resistente o altro?
Salve,
scrivo per conto di mia madre, 74 anni, invalida grave su carrozzina, con parkinsonismo.
Sin da giovane mi ha raccontato di aver spesso sofferto di cistiti ma a distanza di anni un episodio dall'altro.
Adesso però, nelle sue condizioni, ha delle ricadute frequenti, favorite anche da una stipsi resitente data dalla stessa malattia neurologica.
Fino ad oggi la terapia più efficace, di elezione come si dice, è stata il Bactrim, assunto per 5-6 giorni, che la portava ad una apparente guarigione, almeno fino alla ricaduta successiva, che avveniva mediamente dopo qualche mese. Purtroppo però da circa una settimana, subito dopo un cateterismo effettuato proprio per farle un'urinocoltura, ha iniziato a manifestare i sintomi di una cistite più grave delle solite, innanzi tutto caratterizzata da incontinenza (abbiamo dovuto adottare i pannoloni, finora mai usati), e il primo giorno ha perso urina spiccatamente rossa, con molto sangue dunque, e fortemente maleodorante.
Io, in attesa dei risultati dell'U.C. che ancora non sono arrivati, le ho fatto iniziare a prendere il solito Bactrim (2 cpr/die da 800 +160).
Il sangue sin dal 3° giorno di terapia non era più evidente, ma la cosa che mi ha del tutto meravigliato e spinto a scrivervi, è che l'urina ancora oggi, al 6° giorno di terapia a dosaggio pieno, è rimasta torbida e fortemente maleodorante (con odore di "pesce marcio"). Ma vi è di più. Cosa che non avevo mai notato nei precedenti episodi, è che l'urina appare come "densa" ovvero quando viene emessa nel wc, non colora uniformemente l'acqua sottostante come sarebbe normale, ma si deposita sul fondo come se fosse una gelatina di colore giallo-grigio, separandosi dall'acqua che rimane trasparente. Tutto ciò appunto dopo ben 6 giorni di terapia "massiccia", quando le volte precedenti al 6° giorno era praticamente guarita. Oltre ad aver pensato all'ipotesi di un ceppo resistente, la mia preoccupazione è che non risponda adeguatamente alla terapia in quanto si tratti di qualcos'altro, ovvero di un'infezione delle alte vie urinarie o comunque più complicata e di gravità e rischio maggiore di una "semplice" cistite.
Per questo vi chiedo, in attesa dei risultati che arriveranno solo fra 4 giorni, che fare? Proseguire ancora con il Bactrim, sospenderlo, sostituirlo con altro antibiotico?
Vi ringrazio anticipatamente per le vostre risposte.
Luigi G.
scrivo per conto di mia madre, 74 anni, invalida grave su carrozzina, con parkinsonismo.
Sin da giovane mi ha raccontato di aver spesso sofferto di cistiti ma a distanza di anni un episodio dall'altro.
Adesso però, nelle sue condizioni, ha delle ricadute frequenti, favorite anche da una stipsi resitente data dalla stessa malattia neurologica.
Fino ad oggi la terapia più efficace, di elezione come si dice, è stata il Bactrim, assunto per 5-6 giorni, che la portava ad una apparente guarigione, almeno fino alla ricaduta successiva, che avveniva mediamente dopo qualche mese. Purtroppo però da circa una settimana, subito dopo un cateterismo effettuato proprio per farle un'urinocoltura, ha iniziato a manifestare i sintomi di una cistite più grave delle solite, innanzi tutto caratterizzata da incontinenza (abbiamo dovuto adottare i pannoloni, finora mai usati), e il primo giorno ha perso urina spiccatamente rossa, con molto sangue dunque, e fortemente maleodorante.
Io, in attesa dei risultati dell'U.C. che ancora non sono arrivati, le ho fatto iniziare a prendere il solito Bactrim (2 cpr/die da 800 +160).
Il sangue sin dal 3° giorno di terapia non era più evidente, ma la cosa che mi ha del tutto meravigliato e spinto a scrivervi, è che l'urina ancora oggi, al 6° giorno di terapia a dosaggio pieno, è rimasta torbida e fortemente maleodorante (con odore di "pesce marcio"). Ma vi è di più. Cosa che non avevo mai notato nei precedenti episodi, è che l'urina appare come "densa" ovvero quando viene emessa nel wc, non colora uniformemente l'acqua sottostante come sarebbe normale, ma si deposita sul fondo come se fosse una gelatina di colore giallo-grigio, separandosi dall'acqua che rimane trasparente. Tutto ciò appunto dopo ben 6 giorni di terapia "massiccia", quando le volte precedenti al 6° giorno era praticamente guarita. Oltre ad aver pensato all'ipotesi di un ceppo resistente, la mia preoccupazione è che non risponda adeguatamente alla terapia in quanto si tratti di qualcos'altro, ovvero di un'infezione delle alte vie urinarie o comunque più complicata e di gravità e rischio maggiore di una "semplice" cistite.
Per questo vi chiedo, in attesa dei risultati che arriveranno solo fra 4 giorni, che fare? Proseguire ancora con il Bactrim, sospenderlo, sostituirlo con altro antibiotico?
Vi ringrazio anticipatamente per le vostre risposte.
Luigi G.
[#1]
Gentile signore, credo che Sua madre necessiti di una visita urologica urgente. Che una infezione urinaria possa resistere al trattamento antibiotico è cosa comune ma il sedimento che Lei ha osservato dopo la minzione fa pensare a materiale purulento.
In casi di questo tipo bisogna escludere (o confermare) la presenza di una fistola con l'intestino (possibile con un diverticolo del sigma) o la presenza di una vescica neurologica, o ipocontrattile/ostruita che non si svuota completamente (vedi Parkinsonismo) in cui si accumula urina con pus. Insomma, la lista delle cose che possono essere intervenute è lunga, quindi è imperativo effettuare accertamenti.
Sperando di averLe risposto utilmente Le invio cordiali saluti.
In casi di questo tipo bisogna escludere (o confermare) la presenza di una fistola con l'intestino (possibile con un diverticolo del sigma) o la presenza di una vescica neurologica, o ipocontrattile/ostruita che non si svuota completamente (vedi Parkinsonismo) in cui si accumula urina con pus. Insomma, la lista delle cose che possono essere intervenute è lunga, quindi è imperativo effettuare accertamenti.
Sperando di averLe risposto utilmente Le invio cordiali saluti.
Dr. Enrico Conti
Specialista in Urologia e Andrologia
Primario Urologo ASL 5 Spezzino
[#2]
caro lettore
la possibilità di una fistola vescicocolica ( tra la vescica e l'intestino crasso che nella pelvi si appoggia alla vescica stessa) non è da escludere sia come esito di una perforazione di un frequente diverticolo del sigma sia, quale esito di un maldestro cateterismo vescicale.
Credo sia indispensabile far valutare sua madre da un urologo che possa determinare la specifica motivazione del fenomeno urinario al fine di prendere i doverosi provvedimenti.
cari saluti
la possibilità di una fistola vescicocolica ( tra la vescica e l'intestino crasso che nella pelvi si appoggia alla vescica stessa) non è da escludere sia come esito di una perforazione di un frequente diverticolo del sigma sia, quale esito di un maldestro cateterismo vescicale.
Credo sia indispensabile far valutare sua madre da un urologo che possa determinare la specifica motivazione del fenomeno urinario al fine di prendere i doverosi provvedimenti.
cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
[#3]
Utente
Gentili Dottori,
grazie per le rapide risposte, che tuttavia non mi tranquillizzano affatto.
Vi confermo intanto che mi madre soffre in effetti di vescica neurologica (con svuotamento incompleto) data dal parkinsonismo ma finora abbiamo evitato qualsiasi forma di cateterismo permanente o intermittente (e le relative frequenti infezioni...), portandola al bagno anche se riesce ad urinare solo 3 volte al giorno e presumibilmente in maniera incompleta.
Vi confermo inoltre che almeno fino a stamattina non presentava febbre, solo è presente e continua questa forma di incontinenza con urina scura e di odore fortissimo e nauseabondo.
Sono stato stamattina a ritirare anticipatamente i risultati dell'urinocoltura, eseguita il giorno prima che si manifestassero i sintomi suesposti: il risultato è COLTURA NEGATIVA. Come è possibile?
Stanti i tempi ordinari per una visita urologica (sono a Roma), e stante la condizione di mia madre (gravemente disabile), credete che sia opportuno e necessario un accesso di pronto soccorso?
Non vorrei che la situazione possa precipitare con conseguenze molto gravi (sepsi).
Grazie di nuovo,
Luigi
grazie per le rapide risposte, che tuttavia non mi tranquillizzano affatto.
Vi confermo intanto che mi madre soffre in effetti di vescica neurologica (con svuotamento incompleto) data dal parkinsonismo ma finora abbiamo evitato qualsiasi forma di cateterismo permanente o intermittente (e le relative frequenti infezioni...), portandola al bagno anche se riesce ad urinare solo 3 volte al giorno e presumibilmente in maniera incompleta.
Vi confermo inoltre che almeno fino a stamattina non presentava febbre, solo è presente e continua questa forma di incontinenza con urina scura e di odore fortissimo e nauseabondo.
Sono stato stamattina a ritirare anticipatamente i risultati dell'urinocoltura, eseguita il giorno prima che si manifestassero i sintomi suesposti: il risultato è COLTURA NEGATIVA. Come è possibile?
Stanti i tempi ordinari per una visita urologica (sono a Roma), e stante la condizione di mia madre (gravemente disabile), credete che sia opportuno e necessario un accesso di pronto soccorso?
Non vorrei che la situazione possa precipitare con conseguenze molto gravi (sepsi).
Grazie di nuovo,
Luigi
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.4k visite dal 05/12/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Cistite
La cistite è un'infiammazione della vescica che si avverte con frequente bisogno di urinare, con bruciore o dolore. Si può curare con farmaci o rimedi naturali.