Ureterocalicostomia
Salve a tutti sono stata operata dicembre 2011 di ureterocalicostomia dopo una serie di interventi di stenosi del giunto recidiva. È passato un po di tempo ma io non è che viva una vita completamente serena si verificano a oggi ancora episodi di coliche renali. Ho fatto una scintigrafia renale sequenziale di controllo è risultato una curva in in accumulo con parziale ostruzione. Mi spiegate voi cosa credete possa essere questa parziale ostruzione?
Vi ringrazio tanto
Vi ringrazio tanto
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Gentile Signorina,
l'intervento cui lei è stata sottoposta consiste nel collegamento dell'uretere direttamente alla parte inferiore delle cavità del rene (calici inferiori). Questo viene eseguito appunto in situazioni in cui il nromale collegamento (giunto pielo-ureterale) non è più riparabile in alcun modo. Si tratta quindi di un intervento "di salvataggio" che però è condizionato da alcuni fattori certamente non favorevoli:
- si tratta sempre e comunque di un rene che ha già sofferto parecchio, quindi è quasi impossibile che possa riprendere una funzione regolare, questo è facilmente evidenziabile dalla scintigrafia;
- il collegamento tra uretere e calici è anatomicamente molto diverso dalle condizioni normali, l'uretere deve infatti attraversare il almeno in parte tessuto renale, questo giustifica la prestistenza di un certo grado di ostruzione, anch'esso ben evidenziabile dalla scintigrafia.
In conclusione, la situazione attuale è ovviamente un compromesso per cercare di salvare il rene, tutto sta a vedere se questo sia accettabile sia per eventuali sintomi sia per la stabilità della funzione e della dilatazione del rene. A due anni di distanza dall'intervento, la situazione dovrebbe già essere sufficientemente assestata tanto da rendere possibile un giudizio oggettivo. E' ovviamene necessario disporre materialmente degli esiti della scintigrafia e di una recente ecografia o TAC.
Saluti
l'intervento cui lei è stata sottoposta consiste nel collegamento dell'uretere direttamente alla parte inferiore delle cavità del rene (calici inferiori). Questo viene eseguito appunto in situazioni in cui il nromale collegamento (giunto pielo-ureterale) non è più riparabile in alcun modo. Si tratta quindi di un intervento "di salvataggio" che però è condizionato da alcuni fattori certamente non favorevoli:
- si tratta sempre e comunque di un rene che ha già sofferto parecchio, quindi è quasi impossibile che possa riprendere una funzione regolare, questo è facilmente evidenziabile dalla scintigrafia;
- il collegamento tra uretere e calici è anatomicamente molto diverso dalle condizioni normali, l'uretere deve infatti attraversare il almeno in parte tessuto renale, questo giustifica la prestistenza di un certo grado di ostruzione, anch'esso ben evidenziabile dalla scintigrafia.
In conclusione, la situazione attuale è ovviamente un compromesso per cercare di salvare il rene, tutto sta a vedere se questo sia accettabile sia per eventuali sintomi sia per la stabilità della funzione e della dilatazione del rene. A due anni di distanza dall'intervento, la situazione dovrebbe già essere sufficientemente assestata tanto da rendere possibile un giudizio oggettivo. E' ovviamene necessario disporre materialmente degli esiti della scintigrafia e di una recente ecografia o TAC.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#3]
Gentile Signorina,
considerate le caratteristiche "di salvataggio" dell'intervento eseguito, si può già essere soddisfatti se la situazione permane stabile e non peggiora, sia per la dilatazione che per la funzionalità. In quanto a quest'ultima, valori attorno al 40% (parliamo di risultati della scintigrafia) sono indicativi di un rene con buona riserva funzionale. Sulla dilatazione la valutazione avviene confrontatando i successivi controlli ecografici o TAC, dei quali lei non ci parla. Altra cosa sono poi i suoi disturbi, dei quali ovviamente si deve tenere conto. La situazione è ovviamente complessa, poiché dal punto di vista chirurgico è già stato eseguito tutto quanto possibile, le indicazioni a proseguire con altre procedure, verosimilmente endoscopiche, sono molto delicate e necessitano di conoscere nel dettaglio tutta l'evoluzione della sua storia clinica.
Saluti
considerate le caratteristiche "di salvataggio" dell'intervento eseguito, si può già essere soddisfatti se la situazione permane stabile e non peggiora, sia per la dilatazione che per la funzionalità. In quanto a quest'ultima, valori attorno al 40% (parliamo di risultati della scintigrafia) sono indicativi di un rene con buona riserva funzionale. Sulla dilatazione la valutazione avviene confrontatando i successivi controlli ecografici o TAC, dei quali lei non ci parla. Altra cosa sono poi i suoi disturbi, dei quali ovviamente si deve tenere conto. La situazione è ovviamente complessa, poiché dal punto di vista chirurgico è già stato eseguito tutto quanto possibile, le indicazioni a proseguire con altre procedure, verosimilmente endoscopiche, sono molto delicate e necessitano di conoscere nel dettaglio tutta l'evoluzione della sua storia clinica.
Saluti
[#4]
Utente
In effetti l'ecografia afferma che a a sinistra si evidenziano multiple lacune anecogene intrarenali da riferirsi a calicectasia in assenza di franca pieleectasia.
E la scintigrafia oltre a mostrare ridotta la fase perfusiva e parenchimale. Mostra anche un rallentamento nella fase escretiva.curva nefrografica in " accumulo " con segni di stasi calico pielica.
Quello che non mi è chiaro è pur avendo tutti questi elementi a disposizione perché non si riesce a capire e farmi capire il motivo di queste mie coliche? E da escludere l'ipotesi di una recidiva di stenosi del giunto?
È indubbiamente aumentata la funzionalità ma è ridotta la fase perfusiva e parenchimale.
"Cosa vuol dire?
Per questo sento di impazzire perché dal 2008 sono entrata bel 16 volte in sala operatoria e ad oggi ancora non ho capito se la mia situazione è da ritenersi stabile oppure c'è l'ipotesi di risolvere una volta per tutte il problema coliche. Cosa mi serve il tramadol? Che è comunque un potente antidolorifico?
E la scintigrafia oltre a mostrare ridotta la fase perfusiva e parenchimale. Mostra anche un rallentamento nella fase escretiva.curva nefrografica in " accumulo " con segni di stasi calico pielica.
Quello che non mi è chiaro è pur avendo tutti questi elementi a disposizione perché non si riesce a capire e farmi capire il motivo di queste mie coliche? E da escludere l'ipotesi di una recidiva di stenosi del giunto?
È indubbiamente aumentata la funzionalità ma è ridotta la fase perfusiva e parenchimale.
"Cosa vuol dire?
Per questo sento di impazzire perché dal 2008 sono entrata bel 16 volte in sala operatoria e ad oggi ancora non ho capito se la mia situazione è da ritenersi stabile oppure c'è l'ipotesi di risolvere una volta per tutte il problema coliche. Cosa mi serve il tramadol? Che è comunque un potente antidolorifico?
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Gentile Signorina,
il tramadolo è un potente antidolorifico, indicato anche nelle coliche renali. Come le abbiamo detto, i suoi sintomi più che i risultati degli accertamenti spingono a dover prendere qualche provvedimento, anche se non è affatto semplice dare delle indicazioni appropriate. Una temporanea soluzione transitoria potrebbe essere il re-inserimento di una endoprotesi ureterale (stent) che verosimilmente lei ha già portato molte volte in passato. Nulla di definitivo, ma potrebbe dare il tempo per valutare le cose con maggiore calma. A distanza, non è possibile dire molto di più, ovviamente lei deve fare riferimento ad un nostro Collega che la possa seguire direttamente, in prima ipotesi chi ha eseguito l'ultimo intervento.
Saluti
il tramadolo è un potente antidolorifico, indicato anche nelle coliche renali. Come le abbiamo detto, i suoi sintomi più che i risultati degli accertamenti spingono a dover prendere qualche provvedimento, anche se non è affatto semplice dare delle indicazioni appropriate. Una temporanea soluzione transitoria potrebbe essere il re-inserimento di una endoprotesi ureterale (stent) che verosimilmente lei ha già portato molte volte in passato. Nulla di definitivo, ma potrebbe dare il tempo per valutare le cose con maggiore calma. A distanza, non è possibile dire molto di più, ovviamente lei deve fare riferimento ad un nostro Collega che la possa seguire direttamente, in prima ipotesi chi ha eseguito l'ultimo intervento.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.5k visite dal 23/11/2013.
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