Prostatectomia radicale - margini di resezione positivi R1
INTERVENTO: prostatectomia radicale con linfoadenoctomia pelvica bilaterale robot assistita a ottobre 2013.
PSA preintervento 9,5 con R=8%
ESAME ISTOLOGICO: Adenocarcinoma della prostata (bilaterale, grado 7 (4+3) di Gleason non infiltrante i tessuti extracapsulari, ne le vescicole seminali (pezzo operatorio esaminato in toto).
Stadio TNM pT2c R1 pNO. Stadio sec. American Staging System: B2.
Margini di resezione: coinvolti in sede apicale e laterale destra da 3 focolai, il maggiore di 2 mm
Volume tumorale: 15% circa del parenchima.
Invasione vascolare: non identificata.
Linfonodi indenni da neoplasia.
DOMANDE
I margini di resezione chirurgica positivi impongono ulteriori trattamenti e rendono molto difficile una guarigione?
Eventuali trattamenti devono essere tempestivi e richiedono eventuali preventivi accertamenti?
Il trattamendo radio può avere effetti collaterali negativi?
PSA preintervento 9,5 con R=8%
ESAME ISTOLOGICO: Adenocarcinoma della prostata (bilaterale, grado 7 (4+3) di Gleason non infiltrante i tessuti extracapsulari, ne le vescicole seminali (pezzo operatorio esaminato in toto).
Stadio TNM pT2c R1 pNO. Stadio sec. American Staging System: B2.
Margini di resezione: coinvolti in sede apicale e laterale destra da 3 focolai, il maggiore di 2 mm
Volume tumorale: 15% circa del parenchima.
Invasione vascolare: non identificata.
Linfonodi indenni da neoplasia.
DOMANDE
I margini di resezione chirurgica positivi impongono ulteriori trattamenti e rendono molto difficile una guarigione?
Eventuali trattamenti devono essere tempestivi e richiedono eventuali preventivi accertamenti?
Il trattamendo radio può avere effetti collaterali negativi?
[#1]
Gentile Signore,
in effetti la positività dei margini di resezione è molto limitata, quasi puntiforme, prima di pensare ad una radioterapia forse sarebbe il caso di valutare l'andamento del PSA nell'arco dei prossimi 3-4 mesi. Quand'anche fosse, questo eventuale "ritardo" non dovrebbe portare alcuna significativa differenza. Questa è comunque la nsotra opinione, può darsi che i nostri Colleghi che l'hanno in cura abbiano abitudini differenti.
Saluti
in effetti la positività dei margini di resezione è molto limitata, quasi puntiforme, prima di pensare ad una radioterapia forse sarebbe il caso di valutare l'andamento del PSA nell'arco dei prossimi 3-4 mesi. Quand'anche fosse, questo eventuale "ritardo" non dovrebbe portare alcuna significativa differenza. Questa è comunque la nsotra opinione, può darsi che i nostri Colleghi che l'hanno in cura abbiano abitudini differenti.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Psa a 6 settimane ed a tre mesi dall'intervento sempre a 0,03 (fatto in un'altra struttura 0,02).
QUESTIONE 1
Che differenza c'è in termini concreti fare una "radioterapia adiuvante" ora o una "radioterapia di salvataggio" nel caso in cui dovesse in futuro ripresentarsi una ripresa della malattia (ricaduta biochimica o ricaduta clinica).
QUESTIONE2
Un medico (non quelli che mi hanno in cura e che la vedono come lei) mi ha detto inoltre che una eventuale radioterapia adiuvante andava fatta entro 90 giorni dall'intervento. Ha un fondamento la cosa?
QUESTIONE 3
Mi chiedo perchè non venga fatto un esame istologico intraoperatorio per ovviare al problema dei margini chirurgici positivi.
QUESTIONE 1
Che differenza c'è in termini concreti fare una "radioterapia adiuvante" ora o una "radioterapia di salvataggio" nel caso in cui dovesse in futuro ripresentarsi una ripresa della malattia (ricaduta biochimica o ricaduta clinica).
QUESTIONE2
Un medico (non quelli che mi hanno in cura e che la vedono come lei) mi ha detto inoltre che una eventuale radioterapia adiuvante andava fatta entro 90 giorni dall'intervento. Ha un fondamento la cosa?
QUESTIONE 3
Mi chiedo perchè non venga fatto un esame istologico intraoperatorio per ovviare al problema dei margini chirurgici positivi.
[#3]
Gentile Signore,
la positività dei margini è sempre e comunque microscopica. Se si potesse vedere ad occhio nudo, si sarebbe certamente manifestata già agli esami pre-operatori. Pertanto, non è possibile decidere in che punto e quanti prelievi eseguire per un eventuale riscontro istologico intra-operatorio. La dissezione della prostata dai tessuti circostanti segue piani anatomici ben noti al chirurgo, che devono essere rispettati accuratamente a costo di possibili complicazioni, in particolare il temuto danno neurologico, che deve essere sempre evitato quando possibile.
Se la radioterapia non desse alcun effetto collaterale, è ovvio che la si farebbe sempre e comunque. Purtroppo non è precisamente così, e come in qualsiasi indicazione medica, la decisione va presa in base ad un attento bilancio dei pro- e dei contro. In effetti con una positività focale del margine così limitata, per la maggior parte degli specialsiti, immaginiamo che la bilancia tenda maggiormente verso un atteggiamento di vigile attesa. ovviamente sarà importante valutare le variazioni nell'arco del primo anno dall'intervento. Abbiamo comunque moltissimi casi in cui la terapia adiuvante viene eseguita alla recidiva biochimica anche anni dopo l'intervento ed i risultati sono generalemnte molto buoni.
Saluti
la positività dei margini è sempre e comunque microscopica. Se si potesse vedere ad occhio nudo, si sarebbe certamente manifestata già agli esami pre-operatori. Pertanto, non è possibile decidere in che punto e quanti prelievi eseguire per un eventuale riscontro istologico intra-operatorio. La dissezione della prostata dai tessuti circostanti segue piani anatomici ben noti al chirurgo, che devono essere rispettati accuratamente a costo di possibili complicazioni, in particolare il temuto danno neurologico, che deve essere sempre evitato quando possibile.
Se la radioterapia non desse alcun effetto collaterale, è ovvio che la si farebbe sempre e comunque. Purtroppo non è precisamente così, e come in qualsiasi indicazione medica, la decisione va presa in base ad un attento bilancio dei pro- e dei contro. In effetti con una positività focale del margine così limitata, per la maggior parte degli specialsiti, immaginiamo che la bilancia tenda maggiormente verso un atteggiamento di vigile attesa. ovviamente sarà importante valutare le variazioni nell'arco del primo anno dall'intervento. Abbiamo comunque moltissimi casi in cui la terapia adiuvante viene eseguita alla recidiva biochimica anche anni dopo l'intervento ed i risultati sono generalemnte molto buoni.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 12.8k visite dal 22/11/2013.
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