Ipertrofia prostatica benigna o peggio?
Buongiorno,
desidero premettere che scrivo preoccupato per la salute di mio fratello, che stupidamente si dimostra refrattario a qualsiasi contatto con la classe medica, quasi a esorcizzare, in maniera infantile, eventuali importanti problematiche legate alla suo stato di salute.
In sostanza, mio fratello Riccardo, di anni 52, mi ha confidato che da tempo (3-4 anni almeno) soffre di disturbi della minzione ai quali non ha mai dato peso e dei quali io non mi sono mai accorto di nulla. In base a quanto ho appreso, ho eseguito qualche ricerca su Internet ed i sintomi riscontrabili sono i seguenti: nicturia (2 volte a notte) e polliachiuria (ogni 5-7 ore). Durante la minzione non rileva particolari difficoltà, anche se il flusso non è più sostenuto come un tempo. Raramente avverte il bisogno urgente di urinare, a volte con piccolissime perdite involontarie. Non accusa dolori, bruciori, è assente l'ematuria. Svolge una vita sedentaria, seduto per buona parte della giornata a causa del suo lavoro.
Ovviamente ho subito sollecitato una visita dal medico di base che, dopo aver eseguito un'esplorazione rettale (la ghiandola appare ingrandita ma poco dolente), ha prescritto una serie di esami in vista di un probabile intervento di uno specialista. A suo avviso dovrebbe trattarsi di un'ipertrofia prostatica benigna, anche in considerazione del fatto che i sintomi perdurano da anni e non sono peggiorati. Anzi, sotto un certo punto di vista in alcuni casi sono migliorati (fino a circa un anno e mezzo fa mio fratello praticava il ciclismo amatoriale).
In attesa dell'esito degli esami prescritti, avverto un'ansia tremenda: è possibile che in virtù del fatto che i sintomi siano presenti da tempo e non siano peggiorati si tratti di un'ipertrofia benigna (da trattare peraltro con tutti i riguardi del caso) e non di un ben più temibile tumore? Comprendo che senza dati clinici a supporto di quanto esposto non è semplice fornire una risposta, ma sarei tuttavia grato se qualcuno volesse esprimere una sua opinione in merito.
Ringrazio comunque per il tempo e l'attenzione concessami.
desidero premettere che scrivo preoccupato per la salute di mio fratello, che stupidamente si dimostra refrattario a qualsiasi contatto con la classe medica, quasi a esorcizzare, in maniera infantile, eventuali importanti problematiche legate alla suo stato di salute.
In sostanza, mio fratello Riccardo, di anni 52, mi ha confidato che da tempo (3-4 anni almeno) soffre di disturbi della minzione ai quali non ha mai dato peso e dei quali io non mi sono mai accorto di nulla. In base a quanto ho appreso, ho eseguito qualche ricerca su Internet ed i sintomi riscontrabili sono i seguenti: nicturia (2 volte a notte) e polliachiuria (ogni 5-7 ore). Durante la minzione non rileva particolari difficoltà, anche se il flusso non è più sostenuto come un tempo. Raramente avverte il bisogno urgente di urinare, a volte con piccolissime perdite involontarie. Non accusa dolori, bruciori, è assente l'ematuria. Svolge una vita sedentaria, seduto per buona parte della giornata a causa del suo lavoro.
Ovviamente ho subito sollecitato una visita dal medico di base che, dopo aver eseguito un'esplorazione rettale (la ghiandola appare ingrandita ma poco dolente), ha prescritto una serie di esami in vista di un probabile intervento di uno specialista. A suo avviso dovrebbe trattarsi di un'ipertrofia prostatica benigna, anche in considerazione del fatto che i sintomi perdurano da anni e non sono peggiorati. Anzi, sotto un certo punto di vista in alcuni casi sono migliorati (fino a circa un anno e mezzo fa mio fratello praticava il ciclismo amatoriale).
In attesa dell'esito degli esami prescritti, avverto un'ansia tremenda: è possibile che in virtù del fatto che i sintomi siano presenti da tempo e non siano peggiorati si tratti di un'ipertrofia benigna (da trattare peraltro con tutti i riguardi del caso) e non di un ben più temibile tumore? Comprendo che senza dati clinici a supporto di quanto esposto non è semplice fornire una risposta, ma sarei tuttavia grato se qualcuno volesse esprimere una sua opinione in merito.
Ringrazio comunque per il tempo e l'attenzione concessami.
[#1]
Caro amico
Come già il collega avrà spiegato, prima di avere i risultati degli esami prescritti (suppongo ecografia, PSA, esami ematochimici, ecc), difficilmente ci si può sbilanciare su di una diagnosi.
Ad ogni modo confidi nel collega che segue suo fratello e, qualora ne abbia voglia, ci faccia sapere gli sviluppi.
Saluti
Come già il collega avrà spiegato, prima di avere i risultati degli esami prescritti (suppongo ecografia, PSA, esami ematochimici, ecc), difficilmente ci si può sbilanciare su di una diagnosi.
Ad ogni modo confidi nel collega che segue suo fratello e, qualora ne abbia voglia, ci faccia sapere gli sviluppi.
Saluti
Dottor Luciano Macchione, Specialista in Urologia
Perfezionato in Andrologia ed Ecografia Andrologica
www.urologiamacchione.com
[#2]
Ex utente
Gentile Dott. Macchione,
La ringrazio sentitamente per aver comunque risposto e comprendo la necessità, da parte Sua, di basarsi su dati clinici oggettivi e non su semplici supposizioni.
Gli esami prescritti sono quelli da Lei menzionati, per gli esiti dei quali sono in trepida attesa: circostanza abbastanza surreale perché il diretto interessato è invece assai meno ansioso di me.
Il medico di famiglia (non è un urologo), se non ho compreso male, senza conoscere i dati clinici ha ipotizzato che i sintomi riportati da mio fratello (stabili da anni e non particolarmente invalidanti) sarebbero adesso ben peggiori se si trattasse di un tumore. Secondo la Sua esperienza, è questa un'interpretazione corretta?
Comunque grato per il Suo interessamento, sarà mia cura notificare gli sviluppi appena saranno noti.
Saluti.
La ringrazio sentitamente per aver comunque risposto e comprendo la necessità, da parte Sua, di basarsi su dati clinici oggettivi e non su semplici supposizioni.
Gli esami prescritti sono quelli da Lei menzionati, per gli esiti dei quali sono in trepida attesa: circostanza abbastanza surreale perché il diretto interessato è invece assai meno ansioso di me.
Il medico di famiglia (non è un urologo), se non ho compreso male, senza conoscere i dati clinici ha ipotizzato che i sintomi riportati da mio fratello (stabili da anni e non particolarmente invalidanti) sarebbero adesso ben peggiori se si trattasse di un tumore. Secondo la Sua esperienza, è questa un'interpretazione corretta?
Comunque grato per il Suo interessamento, sarà mia cura notificare gli sviluppi appena saranno noti.
Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.6k visite dal 04/11/2013.
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