Biopsia prostatica
Ho effettuato una biopsia prostatica e mi è stata rilasciata questa diagnosi: Adenocarcinoma acinare minimo (in meno del 10% dei frustoli agobiotici) grado 6 (3+3) sec. Gleason, in iperplasia nodulare; prostata base lobo destro e sinistro.
Iperplasia nodulare in parenchima con componente atrofica; discreta e parziale prostatite cronica linfocitica: prostata sedi plurime.
Effettuata con 18 prelievi con agospie multiple a sestanti.
Data la mia ognoranza in materia, desidererei cortesemente sapere quale può essere la eventuale cura per guarire completamente. L'ultimo PSA è 8,17 - PSA libero 1,73 - PSA totale 0,21 - Grazie e cordiali saluti.
Iperplasia nodulare in parenchima con componente atrofica; discreta e parziale prostatite cronica linfocitica: prostata sedi plurime.
Effettuata con 18 prelievi con agospie multiple a sestanti.
Data la mia ognoranza in materia, desidererei cortesemente sapere quale può essere la eventuale cura per guarire completamente. L'ultimo PSA è 8,17 - PSA libero 1,73 - PSA totale 0,21 - Grazie e cordiali saluti.
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caro utente valutando il suo psa e l'esito della biopsia si suppone che la sua sia ancora una malattia organo confinata, per cui una malattia ancora in uno stato precoce.
le opzioni terapeutiche per tale malattia sono varie dall' intervento chirurgico, alla radioterapia alla terapia medica, tutto dipende dalle sue condizioni generali e dalla sua volontà.
la cosa migliore è affidarsi ad un urologo che le spieghi in dettaglio le varie opportunità inmodo da avere un quadro chiaro della situazione
le opzioni terapeutiche per tale malattia sono varie dall' intervento chirurgico, alla radioterapia alla terapia medica, tutto dipende dalle sue condizioni generali e dalla sua volontà.
la cosa migliore è affidarsi ad un urologo che le spieghi in dettaglio le varie opportunità inmodo da avere un quadro chiaro della situazione
Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com
[#2]
Caro lettore,
sicuramente chi le ha proposto una biopsia prostatica e chi la ha effettuata con 18 prelievi a sestante sono persone qualificate a poterle dare le corrette indicazioni circa il modo di trattare il suo adenocarcinoma
Stia tranquillo, è una patologia facilmente risolvibile
cari saluti
sicuramente chi le ha proposto una biopsia prostatica e chi la ha effettuata con 18 prelievi a sestante sono persone qualificate a poterle dare le corrette indicazioni circa il modo di trattare il suo adenocarcinoma
Stia tranquillo, è una patologia facilmente risolvibile
cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
[#3]
Considerando l'età(70 anni), se ci sono comorbidità (quali ad es.diabete o ipertensione/cardiopatia) forse la radioterapia sarebbe da prendere in forte considerazione in quanto per i casi come il suo (rischio basso secondo NCCN, determinato da gleason di 6 e iPSa <10), è totalmente sovrapponibile all'intervento chirurgico con il vantaggio di non sottoporla ai rischi operatori-anestesiologici. Comunque, come detto dai colleghi, il suo urologo potrà consigliarla opportunamente sulle opzioni teraputiche, sebbene sarà lei a scegliere quale terapia intraprendere.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
[#4]
Ex utente
Gentilissimi Dottori, grazie di cuore per le vostre risposte. Mi rivolgo principalmente al dott. Alongi in quanto desidererei sapere quali sono le conseguenze e gli effetti collaterali dopo l'esecuzione di una radioterapia per l'adenocarcinoma sopra citato e se il livello minimo che è stato attribuito dalla biopsia può essere curato con una terapia farmacologica opportunamente dosata. Ringrazio per la Vostra cortesia e saluto cordialmente. Giuseppe.
[#5]
LA terapia ormonale può controllare il PSA e conseguentemente l'attività cellulare prostatica in modo limitato. Passati alcuni anni(talora solo mesi), la malattia diventa quasi sempre inesorabilmente ormonorefrattaria e quindi la terapia ormonale da sola non è una terapia RADICALE.
La radioterapia può comprotare effetti acuti e tardivi di tipo infiammatorio-fibortico delle vie urinarie e intestinali. Nuove tecniche quali IMRT possono minimizzare tali effetti migliorando la tollerabilità al trattamento radiante. Oggi gli effetti tali da interrompre il trattamento per il recupero sono ormai sempre più rari: in ogni caso opportune terapie di supporto antinfiammatorie e sintomatiche possono contribuire, al bisogno, a effettuare con continuità il trattamento stesso.
La radioterapia può comprotare effetti acuti e tardivi di tipo infiammatorio-fibortico delle vie urinarie e intestinali. Nuove tecniche quali IMRT possono minimizzare tali effetti migliorando la tollerabilità al trattamento radiante. Oggi gli effetti tali da interrompre il trattamento per il recupero sono ormai sempre più rari: in ogni caso opportune terapie di supporto antinfiammatorie e sintomatiche possono contribuire, al bisogno, a effettuare con continuità il trattamento stesso.
[#6]
Ex utente
Gent.mo Dott.Giuseppe Quarto, la ringrazio per la sua cortese risposta alla mia richiesta per la cura di un adenocarcinoma come specificato nella mia prima richiesta. Ho valutato attentamente le possibilità di guarigione e ho escluso sia l'intervento chirurgico e sia la radioterapia per le conseguenze negative che essi comportano. Chiedo cortesemente a Lei se esiste una cura farmacologica chemioterapica che opportunamente dosata può, anche nel tempo, far sparire il piccolo tumore in fase di crescita. La ringrazio per la Sua cortese risposta e Le porgo i miei più cordiali saluti. Giuseppe.
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Le rispondo io, in quanto oncologo(radioterapista) dicendole che non esiste nessuna terapia farmacologica efficace(eccetto l'ormonoterapia, come citato) in prima linea che riesca ad avere una risposta diretta su un tumore protatico in fase localizzata. Ci sono farmaci come l'estramustina o i chemioterapici TAXANI, ma vengono utilizzati solo in caso di fallimento del trattamento ormonale e i dati che abbiamo dagli studi in corso e completati ci dicono che i risultati non sono purtroppo esaltanti. L'ormonoterapia comunque è una scelta giusta per "congelare" lo stato di malattia, ma per quanto tempo, rimane una incognita. Non è vero che la radioterapia porta gli effetti collaterali che lei cita, glielo assicuro in base alla mia esperienza lavorativa quotidiana. Dovrebbe parlare con uno specialista radioterapiasta prima di arrivare a queste conclusioni.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 7.2k visite dal 17/06/2008.
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