Ipertrofia prostatica benigna - Bruciori alla parte alta del collo vescicale.

Gentili dottori, nella speranza di riuscire a trovare una risposta adeguata che riesca a indirizzarmi nella giusta direzione, di seguito vi espongo la mia problematica. Soffro infatti di una ipertrofia prostatica benigna già da qualche anno a questa parte. Fermo restando di eseguire controlli presso medico urologo, ho la netta sensazione che, negli ultimi tempi questa IPB sia andata aumentando. Il valore di PSA è passato da un valore di 3,90 ng/ml (aprile 2013) a quello di 4,86 ng/ml (settembre 2013 ), correlato forse anche al fatto che, da 1 anno a questa parte, ho interrotto l'assunzione di Avodart come da consiglio medico urologo. Sia Ecografia che ER sono risultate entrambe negative. Per quanto concerne l'esame di uroflussometria la conclusione è stata di tracciato suggestivo per ostruzione cervico-prostatica. In data 22/10/2013 mi sono sottoposto ad una biopsia prostatica per sospetto ADK prostatico e, in merito alla stessa, sono attualmente in attesa della rispettiva diagnosi. Premesso che ho ancora qualche piccola perdita ematica durante la minzione (conseguenza appunto della recente biopsia), nonostante stia assumendo già da qualche tempo a questa parte la Tamsulosina come medicinale, in questi giorni sto continuamente percependo una fastidiosa sensazione di bruciore alla parte alta del collo vescicale che a volte c'è, a volte sembra sparire...poi ritorna, e così via, nonché la sensazione di dovermi sforzare di più per urinare! Francamente sto cominciando a preoccuparmi sempre di più in quanto, a prescindere dall'influsso che questo problema mi incide sia sull'umore che sulla qualità del lavoro, il mio timore vero e proprio è quello di finire con incappare in un'occlusione urinaria con rischio di conseguenze ovviamente ben più gravi e dolorose! Che cosa si può fare per evitare questo genere di rischio? Può essere che questi attuali fastidi che sto accusando siano dovuti quali effetti collaterali indesiderati a seguito appunto della biopsia alla quale mi sono recentemente sottoposto? Qualora l'esito dovesse essere comunque negativo, che cosa mi consigliereste di fare? E' utile in questi casi bere parecchia acqua sebbene poi ciò mi comporti il bisogno di andare a mingere più di sovente? Inoltre, se dovessi sottopormi ad un intervento della prostata a quali effetti collaterali andrei poi incontro dal punto di vista sessuale? Ossia come e quanto ciò potrebbe andare ad incidere negativamente nei rapporti sessuali con la mia compagna oppure nonostante tale operazione si riuscirebbe, comunque, ad avere una vita sessuale più o meno normale? In attesa di una vostra gradita e cortese risposta (...in particolar modo per quanto concerne la parte relativa ai bruciori che accuso appunto alla parte alta del collo vescicale ) in merito a quanto sopra, Vi ringrazio anticipatamente!
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Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione 2.6k 107
potrebbe essere legata alla presenza di una infiammazione / infezione prostatica conseguente alla biopsia, per cui sarebbe necessario una settimana di terapia antibiotica/antiinfiammatoria /cortisonica.
gli aspetti della sessualità sono da affrontare con calma in un colloquio con il rpoprio urologo, ma per motivi scaramantici diciamo che al momento l'argomento non la riguarda. Ci informi sull esame istologico

Dr. Andrea Militello.

Specialista in UROLOGIA ANDROLOGIA.

Ecografia, urodinamica

www.urologia-andrologia.net

www.andrologiamilitello.

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Utente
Utente
Gentile dottore la ringrazio per l'attenzione che ha dedicato alla mia domanda.
Non mancherò sicuramente di tenerla informata inmerito all'esito dell'esame istologico che, presumo, dovrebbe essermi riferito nella prossima settima.
In attesa comunque del responso sulla biopsia eseguita, e di successiva visita urologica, stamattina mi sono recato dal mio medico curante per aggiornarlo in merito al fastidio che sto accusando e fare così, come si suol dire, un pò il punto della situazione.
Mi ha prescritto, infatti, di continuare con terapia antibiotica per altri 5 gg a base di Levofloxacina nonché terapia anti-infiammatoria per 1 settimana a base di Brufen ( bustine solubili in acqua ) da assumere in dose di 1 bustina al mattino dopo colazione, ed 1 bustina alla sera dopo cena, mantenendo comunque anche l'assunzione di Tamsulosina ( ciclo iniziato 1 mese fa e che dovrà essere per la durata di 6 mesi ).
Personalmente non posso che confidare che i fastidi che attualmente accuso siano solo correlati ad un processo infiammatorio innescatosi post-biopsia e che ciò vada risolvendosi nei prossimi giorni con la terapia prescrittami, per altro, completamente in linea a quanto vedo con il consiglio che Lei mi ha gentilmente fornito nella sua risposta perché non nascondo il mio timore sul fatto che tali fastidi possano essere un qualcosa che possa dar adito ad infiammazioni secondarie e/o calcolosi urinarie.
Non per nulla si dice che per ammalarsi ci vuole un attimo, per guarire invece ci vogliono poi gli anni e, in tutta sincerità, non vorrei rischiare di ritrovarmi, mio malgrado, in un secondo "girone dantesco" più di quanto già non lo sia la IPB di per se stessa e di tutto quello che a causa di essa ne consegue.
La ringrazio ancora per la sua cortese risposta e sarà mia cura aggiornarla non appena avrò i dati inerenti alla biopsia che ho fatto!
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Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione 2.6k 107
Grazie a lei per la sua precisione e capacità descrittiva. Attendiamo fiduciosi
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Utente
Utente
Gentile Dott. Militello, ho finalmente avuto l'esito dell'agobiopsia prostatica che feci in data 22/10 u.s. Il responso, purtroppo, non è piacevole nel senso che, sulla base dell'esame istologico eseguito, il referto sentenzia cosi: "Agobiopsie prostatiche sede di adenocarcinoma acinare grado di Gleason 6 (3+3) interessante il 10% del prelievo C, il 70% del prelievo H, il 40% del prelievo I, il 30% del prelievo N" - ADK PROSTATA Gleason 6.
Dal colloquio conil medico urologo mi è stato detto che, con tali premesse, la cosa migliore che resta ormai da fare è quella di una prostatectomia totale, ossia l'asportazione completa della ghiandola prostatica poiché se è pur vero che potrei sottopormi a terapie alternative quali su base ormonale e/o radioterapia è altrettanto vero, però, che data la mia età ancora giovane (...diciamo così ) la % di successo non sarebbe pari a quella che, invece, otterrei con quella dell'asportazione in toto tramite intervento chirurgico! Fermo restando che, ovviamente, l'idea di sottopormi a tale intervento non mi allieta certamente è pur vero, però, che esiste un referto di biopsia che parla in maniera chiara e lampante: ADK prostatico! Lei, personalmente, che cosa ne pensa o, quantomeno, qual'è il suo parere professionale in merito a quanto sopra? Premesso che cercherò di affrontare l'intervento con quanta più serenità mi sarà possibile in un'ottica, comunque, di miglioramento della mia qualità a livello di salute, mi farebbe piacere conoscere il suo punto di vista ed avere, eventualmente, qualche consiglio aggiuntivo! Mi è stato detto che dovrò poi seguire un periodo di cure farmacologiche a base di Viagra ( o Cialis ), nonché fare delle iniezioni apposite alla base del pene, al finedi produrre chimicamente delle erezioni fintantoche queste non ritorneranno ad avvenire in maniera naturale come avviene attualmente! In merito a quest'ultimo aspetto Le sarei molto grato se potesse rispondere a queste mie domande: 1) oggi come oggi, alla luce delle cognizioni e tecniche mediche operatorie esistenti, quant'è la % di probabilità di incorrere malauguratamente nel rischio di un'impotenza perenne anziché temporanea? 2) se la ghiandola prostatica è deputata alla creazione del liquido prostatico veicolatore degli spermatozoi, una volta che la stessa sarà stata asportata continuerà ad esserci, comunque, emissione di sperma dal pene durante il rapporto sessuale con una donna oppure sarà solo al pari di quella che è nota essere col nome di "eiaculazione retrograda"? 3) sarà poi necessario eseguire ugualmente della radioterapia a titolo di prevenzione oppure non sarà necessaria? 4) come si svolge l'intervento? In attesa di una sua gradita e cortese risposta in merito a quanto sopra la saluto cordialmente e la ringrazio anticipatamente!
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Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione 2.6k 107
Carissimo,
speravo nella negatività. Comunque, vedo una estrema conoscenza della patologia ed in effetti ha risposto gia perfettamente alle sue domande. I casi di ripresa dell attività sessuale chiaremnte dipendono da quale sarà l'interessamento chirurgico del fascio vascolonervoso. oggigiorno mentalmente ci orientiamo su tecniche laparoscopiche robot assistite, che il sottoscritto non esegue.
Su questo portale ci sono slcuni colleghi che trattano in manera elettiva la patologia e potrebbero intervenire dandole consigli più mirati e "competenti".
Provo a farle rispondere direttamente da questo post.
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Utente
Utente
Gentile Dott. Militello, ringraziandoLa per la sua consulenza in merito alle mie precedenti domande formulate, sono a farLe un aggiornamento sul "punto della situazione". In data 25/11 sono stato sottoposto ad intervento chirurgico di Prostatectomia radicale per adenocarcinoma prostatico, e dimesso in data 30/11. L'intervento ha comportato, oltre ovviamente all'asportazione totale della ghiandola prostatica, anche l'asportazione di ambedue le vescicole seminali. L'intervento ha comportato, inoltre, la collocazione in loco di catetere vescicale il quale, oltre al periodo stesso della mia permanenza in ospedale, ho dovuto tenere per altri 5 gg ( quindi 10 gg in totale ) dalla data di dimissione! Fermo restando che, sia per tutto il periodo della degenza in ospedale, che per i 13 gg successivi dalla data di dimissione dal nosocomio, ho regolarmente preso CIPROFLOXACIN 500mg ( 2 compresse/die ) e bevuto acqua in quantitativo di 2 Lt./die, dopo la rimozione del catetere ho iniziato da subito ad accusare forti bruciori al pene durante la minzione, in particolar modo di notte, e in particolar modo nella parte di uretra che è inclusa nel glande! Oltre a questo aspetto, in concomitanza avevo notato anche un notevole arrossamento di tutto il glande stesso, a tal punto da ipotizzare ad una eventuale quanto possibile balanìte. Ora, per quanto riguarda questa presunta balanìte ho provveduto, sin da subito, ad usare una pomata topica quale Gino-Canesten che, oggi come oggi, sembra aver risolto notevolmente il problema suddetto: persiste, invece, ancora in buona parte il bruciore quando vado ad urinare anche se, rispetto agli inizi, devo dire che un pochino si è attenuato! Tuttavia il fastidio persiste...e non è per niente gradevole tant'è vero che, spesso e volentieri, realizzo che sto urinando ma non avverto assolutamente il passaggio dell'urina attraverso il canaletto uretrale come, invece, avveniva in condizioni normali! Premesso che, quasi certamente, si tratterà di una bella (...si fa per dire ) "uretrite"infiammatoria dovuta al catetere, com'è possibile comunque che, a quasi ormai 1 mese di distanza, ancora persista tale bruciore...in particolar modo nel tratto di uretra finale ed interessata nella zona del glande a tal punto, in certi momenti, di avere proprio una completa insensibilità al passaggio dell'urina attraverso lo stesso? Eppure non ho mancato una sola volta di assumere regolarmente l'antibiotico come prescrittomi, così come di assumere molta più acqua sia allora quanto oggi nonché di assumere, talvolta, un paio di tisane al giorno a base di malva nell'intento che ciò possa contribuire ulteriormente a sfiammare l'uretra! Da cosa può dipendere? E' possibile che possa essersi comunque sviluppata una forma di batteri gram-positivi resistenti nonostante l'assunzione del farmaco antibiotico? Ad ogni buon conto, ieri sono andato a fare sia il prelievo del sangue per la valutazione attuale del PSA quanto l'esame delle urine ed urino-coltura ( per "k prostata" ), ed i cui esiti mi saranno consegnati il 02/01 p.v. Inoltre, in data 03/01 avrò una nuova visita urologica in occasione della quale mi verrà spiegata sia la terapia farmacologica che dovrò seguire al fine di poter recuperare nei mesi a venire una normale funzione erettile del pene per una regolare ripresa dell'attività sessuale, nonché una prima iniziezione endocaversona praticata alla base del pene avente lo scopo poc'anzi sopra citato.
Ma, in attesa di quanto sopra specificato, desidererei cortesemente da Lei sapere quanto segue: 1) perché, sebbene in forma più leggermente ridotta, continua a persistermi tale uretrite? 2) c'è effettivamente la possibilità che, malgrado io abbia subìto un'operazione di prostatectomia totale, con le opportune e adeguate terapie farmacologiche riesca a riacquisire la funzione erettile del mio pene ( sebbene perfettamente conscio del fatto che non avrò più eiaculazione di sperma ) così che io possa riprendere una normale quanto regolare attività sessuale con la mia compagna, oppure sono destinato a restare in uno stato di "impotenza" come quella attuale? Spero di no...perché, francamente parlando, sarebbe davvero triste, se si considera il fatto che, avendo 52 anni, sono "relativamente" giovane! Si consideri, in tal senso, che sebbene all'atto della mia dimissione dall'ospedale l'urologo mi disse che mi sarei, oltretutto, ritrovato a dover fronteggiare per i prossimi 6 mesi problemi di incontinenza urinaria, di fatto, però, tale incontinenza urinaria mi è quasi praticamente assente ( eccezion fatta il percepire la perdita d qualche piccola goccia di urina quando mi capita di starnutire forte o mi coglie un improvviso forte colpo di tosse ) e non manco di fare regolarmente esercizi di potenziamento del pavimento pelvico come da programma.
In attesa di una sua cortese e gentile risposta, La ringrazio anticipatamente!
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Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione 2.6k 107
L'uretrite può mantenersi sintomatica anche dopo l adeguata terapia antibiotica, essendo stata preceduta dal trauma del catetere.
La ripresa sessuale in molti casi è ripresa a pieno regime dopo opportuna "riabilitazione" farmacologica spesso in un periodo variabile 6/12 mesi.
un caro saluto e tantissimi auguri
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Utente
Utente
Gentile Dr. Militello la ringrazio per la sua gentile e cortese risposta nonché per la sollecitudine della stessa.
Quanto mi dice mi rincuora notevolmente!
Un cordiale saluto a tantissimi auguri anche a Lei di buone festività.
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Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione 2.6k 107
Siamo tutti con Lei.
tantissimi auguri dagli urologi di Medicitalia
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Utente
Utente
Gentile Dott. Militello, nell'augurarLe innanzitutto un buon 2014 Le sarei molto grato se potesse cortesemente esprimermi un suo parere poiché, a tutt' oggi, a distanza ormai di quasi 1 mese da che mi è stato tolto il catetere, ancora accuso fastidi che, a mio modesto parere, sono tutti quanti tipici di una uretrite. Infatti i sintomi che accuso sono: bruciore pungente alla minzione e quasi totale impercettibilità del passaggio dell'urina lungo l'uretra (devo sempre verificare visivamente che vi sia l'uscita pratica della stessa), senso pungente di costrizione lungo tutto il dotto dell'uretra stessa allorché effettuo una contrazione del muscolo pubo-coccigeo per interrompere/rilasciare il flusso dell'urina, senso di tenesmo rettale, difficoltà talvolta ad urinare nel senso che ne percepisco come l'esigenza ma, a lato pratico, o non fuoriesce urina oppure solo delle goccioline alla quale segue subito un fastidiosissimo bruciore (quindi una certa difficoltà ad urinare). Inoltre, ho riscontrato un discreto arrossamento del glande (presumo quindi balanite con conseguente postite) e la presenza (non sempre) di quasi impercettibili gocce di pus trasparente. Proprio ieri pomeriggio ho ritirato gli esiti degli esami sia per la rivalutazione del PSA quanto quello colturale delle urine. Per quanto concerne il PSA il valore dello stesso è ora decisamente entro il range dei valori di tolleranza stabiliti (essendo infatti pari a 0,04 di un range che va da 0,20 a 2,50) e quello colturale delle urine ha dato esito negativo. Ora, a fronte di questi esiti che sono risultati essere quindi entrambi negativi, perché allora continuo ad avere questa forma di uretrite? Eppure ho eseguito un ciclo di antibiotico a base di Ciproxin compresse 500 mg per 13 gg dalla data di dimissione ospedaliera e, più recentemente, altro ciclo di antibiotico a base di Augmentin (bustine solubili in acqua) per 6 giorni. Tengo a far presente che l'esame delle urine l'ho fatto a distanza di 6 giorni dal termine dell'assunzione di Ciproxin. Il mio medico di base mi ha riferito che il tempo trascorso dall'interruzione dell'assunzione di Ciproxin e quello di esecuzione dell'esame delle urine è comunque sufficiente a far sì che l'esame stesso non sia stato inficiato negativamente dall'antibiotico stesso! A suo giudizio...è realmente così oppure sarebbe auspicabile ripetere l'esame delle urine e colturale delle stesse? La mia perplessità sorge, infatti, dal persistere dei sintomi sopra riferitoLe, in particolare dal bruciore durante la minzione, l'arrossamento inteso del glande nonché la presenza, talvolta, di qualche piccolissima goccia di pus trasparente. Una cosa che desidero inoltre evidenziare, se può avere qualche valenza in merito a tutto quanto sopra, è che è stata rilevata nell'urina la presenza di piccole tracce di emoglobina pari a 0,06 mg/dL quando, invece, il valore dovrebbe essere pari a 0,00 mg/dL. Inoltre, fermo restando di aver subito in data 25/11/2013 l'intervento di prostatectomia totale del quale già Le avevo riferito precedentemente, ad oggi devo ricorrere all'uso di un cuscino particolare (la cosiddetta "ciambella") poiché, diversamente, accuso come un fastidioso senso di compressione in corrispondenza della zona perineale! A fronte del quadro "catastrofico" sopra descrittoLe, mi chiedo se è mai possibile che un catetere possa aver dato luogo a tutti i sintomi sopra esposti o, piuttosto, se detti sintomi possono essere una conseguenza diretta derivanti dall'intervento stesso di prostatectomia radicale. Per fronteggiare i fastidi mi vedo costretto, in taluni casi, ad assumere Nimesulide al fine di sentirmi alleviare un pò il dolore! Che cosa mi consiglia di fare? A questo punto non so cosa pensare né che pesci pigliare! Di certo c'è che questa situazione non mi piace assolutamente! Trovo assurdo...se mi è concesso esternare il mio dissenso in questa sede...entrare in ospedale per risolvere un problema quale appunto è stato, purtroppo, il mio ed uscire ritrovandomi poi a doverne fronteggiare subito un altro quale appunto un'uretrite (o cistite che possa essere). In attesa di un suo gentile quanto gradito riscontro, La ringrazio anticipatamente e La prego di scusarmi per lo sfogo poc'anzi sopra esternato! Cordali saluti.
Prostata

La prostata è la ghiandola dell'apparato genitale maschile responsabile della produzione di liquido seminale: funzioni, patologie, prevenzione della salute prostatica.

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