Clamidia: disturbi post guarigione
Buongiorno,
circa 4 mesi fa ho avuto un rapporto non protetto.
Una settimana dopo il rapporto inizio ad avvertire un leggero bruciore durante la minzione mattutina e mi accorgo di piccole perdite uretrali.
In seguito a visita urologica mi viene rilevata una prostata infiammata ("pastosa" al tatto).
Eseguo tampone uretrale con esito negativo.
I disturbi continuano per un mese e decido di mia volontà di rieffettuare il tampone, questa volta positivo. Vengono trovati chlamidya thrachomatis ed haemophilus parainfluenzae.
Effettuo quindi terapia antibiotica, prima zitromax e poi augmentin.
Pochi giorni dopo il termine della terapia le perdite uretrali spariscono completamente. Permane un leggero fastidio durante la minzione che diventa però saltuario (prima della terapia tutte le mattine sentivo il bruciore, dopo la terapia il bruciore si manifesta con intervalli di 2-3 giorni).
Effettuo tampone uretrale, urinocoltura, spermiocoltura. Tutti esiti negativi.
Assumo ananase per una decina di giorni per favorire la scomparsa del bruciore, purtroppo però non cambia nulla.
Passa un altro mese e, memore del falso negativo del primo tampone, decido di effettuare nuovamente gli esami. Tutti negativi anche in questo caso.
Segue visita urologica, questa volta la prostata appare al medico in buona salute. Mi dichiara guarito dall'infezione batterica.
Mi spiega che il fastidio può permanere anche per mesi in seguito alla guarigione.
Mi prescrive ferdol per 10 giorni e prostaplant per 20 giorni.
Adesso sono agli ultimi giorni di prostaplant. La situazione è migliorata, ma non mi sento completamente a posto... Sono stato benissimo circa 7-8 giorni, poi sono ricomparsi i fastidi (leggerissimi) durante la minzione.
Il fastidio in questione è collocato in punto preciso alla base del glande, sotto il pene, l'urologo mi ha spiegato che si tratta di un riflesso dell'infiammazione alla prostata.
A questo punto mi è stato detto che se il disturbo continua dovrò effettuare una uretroscopia per avere la certezza di non avere un condiloma all'interno dell'uretra.
Lo stesso urologo dice che è altamente improbabile che ce l'abbia (flusso urinario regolarissimo, e il bruciore è saltuario e non deterministico), ma è meglio controllare.
Mi farebbe piacere anche un vostro parere in merito.
Grazie mille.
PS effettuati ovviamente anche i vari test sierologici, tutti negativi al 110ecimo giorno dal rapporto a rischio. Dopo quel rapporto non ho più avuto contatti sessuali di alcun genere. Il medico mi ha detto che dovrò ripeterli ogni 3 mesi fino al 12esimo mese (hiv, hcv, hbsag, vdrl, tpha), in questo caso ho sentito pareri estremamente discordanti, nel laboratorio per esempio considerano definitivi già quelli che ho fatto... Anche in questo caso gradirei un ulteriore parere
circa 4 mesi fa ho avuto un rapporto non protetto.
Una settimana dopo il rapporto inizio ad avvertire un leggero bruciore durante la minzione mattutina e mi accorgo di piccole perdite uretrali.
In seguito a visita urologica mi viene rilevata una prostata infiammata ("pastosa" al tatto).
Eseguo tampone uretrale con esito negativo.
I disturbi continuano per un mese e decido di mia volontà di rieffettuare il tampone, questa volta positivo. Vengono trovati chlamidya thrachomatis ed haemophilus parainfluenzae.
Effettuo quindi terapia antibiotica, prima zitromax e poi augmentin.
Pochi giorni dopo il termine della terapia le perdite uretrali spariscono completamente. Permane un leggero fastidio durante la minzione che diventa però saltuario (prima della terapia tutte le mattine sentivo il bruciore, dopo la terapia il bruciore si manifesta con intervalli di 2-3 giorni).
Effettuo tampone uretrale, urinocoltura, spermiocoltura. Tutti esiti negativi.
Assumo ananase per una decina di giorni per favorire la scomparsa del bruciore, purtroppo però non cambia nulla.
Passa un altro mese e, memore del falso negativo del primo tampone, decido di effettuare nuovamente gli esami. Tutti negativi anche in questo caso.
Segue visita urologica, questa volta la prostata appare al medico in buona salute. Mi dichiara guarito dall'infezione batterica.
Mi spiega che il fastidio può permanere anche per mesi in seguito alla guarigione.
Mi prescrive ferdol per 10 giorni e prostaplant per 20 giorni.
Adesso sono agli ultimi giorni di prostaplant. La situazione è migliorata, ma non mi sento completamente a posto... Sono stato benissimo circa 7-8 giorni, poi sono ricomparsi i fastidi (leggerissimi) durante la minzione.
Il fastidio in questione è collocato in punto preciso alla base del glande, sotto il pene, l'urologo mi ha spiegato che si tratta di un riflesso dell'infiammazione alla prostata.
A questo punto mi è stato detto che se il disturbo continua dovrò effettuare una uretroscopia per avere la certezza di non avere un condiloma all'interno dell'uretra.
Lo stesso urologo dice che è altamente improbabile che ce l'abbia (flusso urinario regolarissimo, e il bruciore è saltuario e non deterministico), ma è meglio controllare.
Mi farebbe piacere anche un vostro parere in merito.
Grazie mille.
PS effettuati ovviamente anche i vari test sierologici, tutti negativi al 110ecimo giorno dal rapporto a rischio. Dopo quel rapporto non ho più avuto contatti sessuali di alcun genere. Il medico mi ha detto che dovrò ripeterli ogni 3 mesi fino al 12esimo mese (hiv, hcv, hbsag, vdrl, tpha), in questo caso ho sentito pareri estremamente discordanti, nel laboratorio per esempio considerano definitivi già quelli che ho fatto... Anche in questo caso gradirei un ulteriore parere
[#1]
Gentile Signore,
siamo pienamente d'accordo con il nostro Collega che la sta seguendo. Spessissimo, anche su questo sito, ci troviamo a spiegare che questi fastidi alla parte terminale dell'uretra sono praticamente sempre dovuti ad una tipica irradiazione anteriore di un modesto fastidio prostatico. In assenza di disturbi al flusso, non merita eseguire una endoscopia di controllo. Per il resto, darei fiducia alle indicazioni di un infettivologo, senza esagerate apprensioni.
Saluti
siamo pienamente d'accordo con il nostro Collega che la sta seguendo. Spessissimo, anche su questo sito, ci troviamo a spiegare che questi fastidi alla parte terminale dell'uretra sono praticamente sempre dovuti ad una tipica irradiazione anteriore di un modesto fastidio prostatico. In assenza di disturbi al flusso, non merita eseguire una endoscopia di controllo. Per il resto, darei fiducia alle indicazioni di un infettivologo, senza esagerate apprensioni.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#4]
Utente
Buongiorno dottore,
vorrei approfittare della sua disponibilità per avere due ulteriori pareri.
1) Fortunatamente dopo altre 2 settimane di attesa il leggero bruciore durante la minzione è completamente sparito.
È comparsa un'emorroide da un paio di giorni... Non sono stato ulteriormente visitato ma l'urologo telefonicamente mi ha detto che non c'entra nulla con la clamidia, che è un evento separato e che non devo più preoccuparmi di nulla. Lei cosa ne pensa?
2) Nei giorni immediatamente successivi al rapporto in cui ho contratto la clamidia ho avuto alcuni rapporti non protetti con un'altra ragazza, la quale è diventata adesso la mia compagna.
Chiaramente quando ho iniziato a sospettare di avere qualche problema ho interrotto con lei ogni tipo di rapporto sessuale.
Purtroppo però, qualche rapporto mentre ero infetto (senza saperlo) l'ho avuto.
La mia ragazza è quindi stata visitata due volte dal ginecologo ed ha effettuato diverse analisi (pap test e tampone) che sono risultate tutte negative. Secondo il suo ginecologo non è quindi necessario che lei assuma alcun antibiotico.
Ho però letto che spesso quando in un partner di una coppia si indivua un batterio, la stessa terapia viene somministrata "per sicurezza" anche all'altro partner.
In questo caso però il ginecologo non sembra essere d'accordo data la negatività degli esami (effettuati dopo 3 mesi dall'ultimo rapporto che ho avuto con lei).
Ho posto la questione anche all'urologo che ha seguito me e ha concordato con il suo collega in quanto stiamo parlando solo di 5-6 rapporti in cui c'è stata una possibilità di contagio e non di mesi di rapporti (ed in più il test è negativo).
Mi farebbe piacere una sua opinione anche su questo. Come ricorderà leggendo i precedenti messaggi il primo tampone che io avevo fatto aveva dato un falso negativo... Si tratta quindi di una questione che mi turba un po'... Non vorrei ricominciare dall'inizio tutta la trafila di pillole ed analisi...
La ringrazio anticipatamente della cortesia e le porgo i più cordiali saluti.
vorrei approfittare della sua disponibilità per avere due ulteriori pareri.
1) Fortunatamente dopo altre 2 settimane di attesa il leggero bruciore durante la minzione è completamente sparito.
È comparsa un'emorroide da un paio di giorni... Non sono stato ulteriormente visitato ma l'urologo telefonicamente mi ha detto che non c'entra nulla con la clamidia, che è un evento separato e che non devo più preoccuparmi di nulla. Lei cosa ne pensa?
2) Nei giorni immediatamente successivi al rapporto in cui ho contratto la clamidia ho avuto alcuni rapporti non protetti con un'altra ragazza, la quale è diventata adesso la mia compagna.
Chiaramente quando ho iniziato a sospettare di avere qualche problema ho interrotto con lei ogni tipo di rapporto sessuale.
Purtroppo però, qualche rapporto mentre ero infetto (senza saperlo) l'ho avuto.
La mia ragazza è quindi stata visitata due volte dal ginecologo ed ha effettuato diverse analisi (pap test e tampone) che sono risultate tutte negative. Secondo il suo ginecologo non è quindi necessario che lei assuma alcun antibiotico.
Ho però letto che spesso quando in un partner di una coppia si indivua un batterio, la stessa terapia viene somministrata "per sicurezza" anche all'altro partner.
In questo caso però il ginecologo non sembra essere d'accordo data la negatività degli esami (effettuati dopo 3 mesi dall'ultimo rapporto che ho avuto con lei).
Ho posto la questione anche all'urologo che ha seguito me e ha concordato con il suo collega in quanto stiamo parlando solo di 5-6 rapporti in cui c'è stata una possibilità di contagio e non di mesi di rapporti (ed in più il test è negativo).
Mi farebbe piacere una sua opinione anche su questo. Come ricorderà leggendo i precedenti messaggi il primo tampone che io avevo fatto aveva dato un falso negativo... Si tratta quindi di una questione che mi turba un po'... Non vorrei ricominciare dall'inizio tutta la trafila di pillole ed analisi...
La ringrazio anticipatamente della cortesia e le porgo i più cordiali saluti.
[#5]
Gentile Signore,
le emorroidi infiammate possono causare frequentemente disturbi irritativi anche a livello delle basse vie urinarie, ma in genere non viceversa. Per quanto riguarda la sua partner, se i rapporti (blandamente) a rischio sono di qualche mese fa e gli esami attuali sono negativi, non vi è alcuna necessità di praticare terapie "precauzionali". Stia sereno.
Saluti
le emorroidi infiammate possono causare frequentemente disturbi irritativi anche a livello delle basse vie urinarie, ma in genere non viceversa. Per quanto riguarda la sua partner, se i rapporti (blandamente) a rischio sono di qualche mese fa e gli esami attuali sono negativi, non vi è alcuna necessità di praticare terapie "precauzionali". Stia sereno.
Saluti
[#7]
Utente
Buongiorno dottore,
a poco più di due mesi di distanza la ricontatto per un aggiornamento.
A novembre e dicembre non ho più avuto alcun tipo di disturbo.
Il primo di gennaio ho ricominciato ad avere rapporti non protetti esclusivamente con la mia compagna, la stessa che a giugno avevo avuto il timore di infettare con clamidia (da me contratta in un rapporto precedente alla nostra relazione), la quale però aveva effettuato ad ottobre gli esami ginecologici del caso che non avevano rilevato alcuna infezione in atto.
A quel punto furono tutti concordi (due urologi che mi avevano seguito ed il ginecologo della mia compagna), nel non far intraprendere alcuna terapia alla mia compagna data la negatività dei suoi esami.
Io a novembre ero sicuramente guarito, visto che i disturbi erano totalmente spariti e avevo ripetuto i tamponi uretrali 2 volte che confermavano la guarigione.
Il primo di gennaio ho appunto avuto (dopo 6 mesi di "stop") un rapporto non protetto con la mia compagna.
A distanza di 10 giorni mi sono purtroppo accorto di un lievissimo fastidio: durante la giornata: ogni tanto, sento un piccolo fastidio nella parte terminale dell'uretra. Una cosa lievissima, a cui probabilmente non avrei mai dato importanza se non fossi già passato per la clamidia, e so bene che i disturbi possono apparire davvero lievi o addirittura non essere presenti.
La differenza rispetto al passato è che non rilevo perdite uretrali e la minzione non mi causa alcun fastidio.
Il fastidio in questione avviene in momenti casuali della giornata.
Il mio timore a questo punto lo avrà capito: temo che il tampone effettuato dalla mia compagna fosse un falso negativo (proprio come era accaduto a me col mio primissimo tampone) e che lei abbia quindi la clamidia e l'abbia nuovamente passata a me.
Speravo vivamente (e continuo a sperarlo) di aver chiuso il discorso con quella fastidiosa infezione, avendo seguito scrupolosamente le indicazioni concordi di diversi professionisti.
Prima di ritornare nuovamente dall'urologo, pensavo di ripetere di mia iniziativa il tampone uretrale.
Lei cosa ne pensa? Devo mettere in conto di avere nuovamente una infezione da clamidia (nonostante il sintomo sia diverso da quello della prima volta in quanto non ci sono perdite uretrali e la minzione non è fastidiosa)? Non nascondo che l'idea di dover ricominciare con visite, terapie, esami mi butta parecchio giù...
La ringrazio per la solita cordialità e professionalità con cui so che mi risponderà.
a poco più di due mesi di distanza la ricontatto per un aggiornamento.
A novembre e dicembre non ho più avuto alcun tipo di disturbo.
Il primo di gennaio ho ricominciato ad avere rapporti non protetti esclusivamente con la mia compagna, la stessa che a giugno avevo avuto il timore di infettare con clamidia (da me contratta in un rapporto precedente alla nostra relazione), la quale però aveva effettuato ad ottobre gli esami ginecologici del caso che non avevano rilevato alcuna infezione in atto.
A quel punto furono tutti concordi (due urologi che mi avevano seguito ed il ginecologo della mia compagna), nel non far intraprendere alcuna terapia alla mia compagna data la negatività dei suoi esami.
Io a novembre ero sicuramente guarito, visto che i disturbi erano totalmente spariti e avevo ripetuto i tamponi uretrali 2 volte che confermavano la guarigione.
Il primo di gennaio ho appunto avuto (dopo 6 mesi di "stop") un rapporto non protetto con la mia compagna.
A distanza di 10 giorni mi sono purtroppo accorto di un lievissimo fastidio: durante la giornata: ogni tanto, sento un piccolo fastidio nella parte terminale dell'uretra. Una cosa lievissima, a cui probabilmente non avrei mai dato importanza se non fossi già passato per la clamidia, e so bene che i disturbi possono apparire davvero lievi o addirittura non essere presenti.
La differenza rispetto al passato è che non rilevo perdite uretrali e la minzione non mi causa alcun fastidio.
Il fastidio in questione avviene in momenti casuali della giornata.
Il mio timore a questo punto lo avrà capito: temo che il tampone effettuato dalla mia compagna fosse un falso negativo (proprio come era accaduto a me col mio primissimo tampone) e che lei abbia quindi la clamidia e l'abbia nuovamente passata a me.
Speravo vivamente (e continuo a sperarlo) di aver chiuso il discorso con quella fastidiosa infezione, avendo seguito scrupolosamente le indicazioni concordi di diversi professionisti.
Prima di ritornare nuovamente dall'urologo, pensavo di ripetere di mia iniziativa il tampone uretrale.
Lei cosa ne pensa? Devo mettere in conto di avere nuovamente una infezione da clamidia (nonostante il sintomo sia diverso da quello della prima volta in quanto non ci sono perdite uretrali e la minzione non è fastidiosa)? Non nascondo che l'idea di dover ricominciare con visite, terapie, esami mi butta parecchio giù...
La ringrazio per la solita cordialità e professionalità con cui so che mi risponderà.
[#8]
Gentile Signore,
non proprio tutti i guai del mondo sono causati dalla Clamidia! Comprendiamo il condizionamento dovuto alle sue precedenti esperienze, ma ci pare che lei si stia abbondantemente bendando la testa prima di cadere. Il modesto disturbo che ci riferisce, molto probabilmente amplificato dalla tensione emotiva, può tranquillamente essere legato anche solo ad una modestissima congestione prostatica. Se si tratta di poca cosa, le consiglieremmo senz'latro di non badarci troppo e confidare nel fatto che presto sperirà. Alla fine di un periodo di frequenti stravizi alimentari queste cose sono comunissime. Le infezioni da Clamidia ed altro invece si manifestano nella maggioranza dei casi in ben altro modo. Stia dunque sereno e ripeta magari un esame delle urine fra alcune settimane.
Saluti
non proprio tutti i guai del mondo sono causati dalla Clamidia! Comprendiamo il condizionamento dovuto alle sue precedenti esperienze, ma ci pare che lei si stia abbondantemente bendando la testa prima di cadere. Il modesto disturbo che ci riferisce, molto probabilmente amplificato dalla tensione emotiva, può tranquillamente essere legato anche solo ad una modestissima congestione prostatica. Se si tratta di poca cosa, le consiglieremmo senz'latro di non badarci troppo e confidare nel fatto che presto sperirà. Alla fine di un periodo di frequenti stravizi alimentari queste cose sono comunissime. Le infezioni da Clamidia ed altro invece si manifestano nella maggioranza dei casi in ben altro modo. Stia dunque sereno e ripeta magari un esame delle urine fra alcune settimane.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 13.6k visite dal 18/10/2013.
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