Pielografia
Gentilissimo Dottore le volevo esporre in breve il mio problema. A mio padre 66 anni, nefrectomizzato per carcinoma renale sx, dopo citologia urinaria anomala Ucyt con positività maggiore a 5 cellule si è deciso di eseguire una pielografia ascendente durante la quale si è imposta la necessità di mapping vescicale perchè alcune pareti evidenziavano delle infezioni.
I quesiti che vorrei porre alla Sua attenzione sono i seguenti:
1)Mio padre dopo 3 gg dall'esame riferisce di minzione impellente ed estremamente dolente, questo effetto è normale? durerà per molto?
2) Quando lo specialista parla di infezioni sulle pareti vescicali, in assenza di neoplasie e neoformazioni, come vanno interpretate?
Ringrazio anticipatamente per il consulto.
Cordialità.
I quesiti che vorrei porre alla Sua attenzione sono i seguenti:
1)Mio padre dopo 3 gg dall'esame riferisce di minzione impellente ed estremamente dolente, questo effetto è normale? durerà per molto?
2) Quando lo specialista parla di infezioni sulle pareti vescicali, in assenza di neoplasie e neoformazioni, come vanno interpretate?
Ringrazio anticipatamente per il consulto.
Cordialità.
[#1]
Gentile Signore,
in seguito ad una endoscopia delle basse vie urinarie è normale che nei giorni successivi si manifestino dei disturbi più o meno intensi. Questo è tanto più vero poiché sono state eseguite a quanto pare alcune biopsie. Il disturbo dovrebbe gradualmente recedere nel corso dei prossimi giorni. Immaginiamo sia sata consigliata una terapia antibiotica, ma certamente più fi questa può essere efficace un breve ciclo di un comune antidolorifico. La descrizione visiva di "infezione" delle pareti vescicali è molto vaga, una situazione infiammatoria con generico arrossamento della mucos (iperemìa) può avrere molte cause diverse. Gli esiti del mappaggio eseguito potranno fornire delle utili indicazioni.
Saluti
in seguito ad una endoscopia delle basse vie urinarie è normale che nei giorni successivi si manifestino dei disturbi più o meno intensi. Questo è tanto più vero poiché sono state eseguite a quanto pare alcune biopsie. Il disturbo dovrebbe gradualmente recedere nel corso dei prossimi giorni. Immaginiamo sia sata consigliata una terapia antibiotica, ma certamente più fi questa può essere efficace un breve ciclo di un comune antidolorifico. La descrizione visiva di "infezione" delle pareti vescicali è molto vaga, una situazione infiammatoria con generico arrossamento della mucos (iperemìa) può avrere molte cause diverse. Gli esiti del mappaggio eseguito potranno fornire delle utili indicazioni.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#3]
Utente
Gentilissimo Dr. Piana le chiedo gentilmente un nuovo consulto, perchè mio padre a suo dire sta vivendo da 8 gg un inferno.
Dopo aver contattato lo specialista, oltre alla terapia antibiotica ed antitrombolitica che stava già effettuando gli è stato prescritto un antinfiammatorio: tachipirina 1000 compresse. ogni 12 ore.
La mattina fino al primo pomeriggio i dolori e la tensione uretrale durante la minzione sono attenuati, ma già dal tardo pomeriggio e per tutta la notte mio padre lamenta tutti i sintomi di una stranguria con stimolo continuo della minzione dolente ed emissione di piccolissime quantità di urine. Le espongo i mie dubbi:
1) è normale che dopo 8gg dalla pielografia e mapping vescicale si soffra così tanto?
2) è possibile che l'nfiammazione riguardi soli il tratto uretrale a causa delle manovre effettuate durante l'esame?
3) il dosaggio della tachipirina 1000, 1cpr ogni 12 ore, è basso e quindi inefficace, e se sì quale quello più idoneo compatibilmente con la condizione di monorene del paziente?
4) lo specialista dopo averlo contattato, ha detto che mio padre deve effettuare un ecografia il prossimo lunedì, con quale finalità? Che cosa dovrebbe escludere o rilevare l'ecografia?
Dr. Piana perdoni le mie tante domande, ma vedere mio padre così da oltre una settimana, sopratutto perchè lui è uno tosto, mi preoccupa e non poco.
Grazie ancora.
Dopo aver contattato lo specialista, oltre alla terapia antibiotica ed antitrombolitica che stava già effettuando gli è stato prescritto un antinfiammatorio: tachipirina 1000 compresse. ogni 12 ore.
La mattina fino al primo pomeriggio i dolori e la tensione uretrale durante la minzione sono attenuati, ma già dal tardo pomeriggio e per tutta la notte mio padre lamenta tutti i sintomi di una stranguria con stimolo continuo della minzione dolente ed emissione di piccolissime quantità di urine. Le espongo i mie dubbi:
1) è normale che dopo 8gg dalla pielografia e mapping vescicale si soffra così tanto?
2) è possibile che l'nfiammazione riguardi soli il tratto uretrale a causa delle manovre effettuate durante l'esame?
3) il dosaggio della tachipirina 1000, 1cpr ogni 12 ore, è basso e quindi inefficace, e se sì quale quello più idoneo compatibilmente con la condizione di monorene del paziente?
4) lo specialista dopo averlo contattato, ha detto che mio padre deve effettuare un ecografia il prossimo lunedì, con quale finalità? Che cosa dovrebbe escludere o rilevare l'ecografia?
Dr. Piana perdoni le mie tante domande, ma vedere mio padre così da oltre una settimana, sopratutto perchè lui è uno tosto, mi preoccupa e non poco.
Grazie ancora.
[#4]
Gentile Signore,
innanzi tutto, se i dolori nell'urinare sono così intensi (strangùria) bisognerebbe seriamente valutare l'ipotesi di inserire un catetere almeno per qualche giorno, onde mettere tutto il sistema "a riposo" almeno per qualche giorno. Si rischia infatti che il continuo passaggio dell'urina in un sistema già così tormentato non faccia che innescare un circolo vizioso. Il paracetamòlo (Tachipirina) ci pare invero un poco flebile come tentativo di arginare la situazione. Non pare il caso di farsi in questo momento troppi problemi sulla tollerabilità della terapia antidolorifica. La strumentazione endoscopica può certamente aver innescato il problema, sovrapponendosi comunque ad una pre-esistente situazione di instabile equilibrio. L'ecografia evidentemente è utile a definire meglio la situazione, anche per chiarire definitivamente se vi sia una situazione di ritenzione, anche solo parziale. In conclusione, ci pare che questa sia una situazone meritevole di una valutazione specialsitica urgente, eventualmente a livello di pronto soccorso.
Saluti
innanzi tutto, se i dolori nell'urinare sono così intensi (strangùria) bisognerebbe seriamente valutare l'ipotesi di inserire un catetere almeno per qualche giorno, onde mettere tutto il sistema "a riposo" almeno per qualche giorno. Si rischia infatti che il continuo passaggio dell'urina in un sistema già così tormentato non faccia che innescare un circolo vizioso. Il paracetamòlo (Tachipirina) ci pare invero un poco flebile come tentativo di arginare la situazione. Non pare il caso di farsi in questo momento troppi problemi sulla tollerabilità della terapia antidolorifica. La strumentazione endoscopica può certamente aver innescato il problema, sovrapponendosi comunque ad una pre-esistente situazione di instabile equilibrio. L'ecografia evidentemente è utile a definire meglio la situazione, anche per chiarire definitivamente se vi sia una situazione di ritenzione, anche solo parziale. In conclusione, ci pare che questa sia una situazone meritevole di una valutazione specialsitica urgente, eventualmente a livello di pronto soccorso.
Saluti
[#6]
Gentile Signore,
dopo una certa età è molto comune che la maggior parte delle urine venga prodotte nelle ore notturne, ovvero quando si sta in posizione distesa. Non ci dilunghiamo qui sul perché questo accada, sta di fatto che buona parte dei disturbi nell'urinare si accentua proprio nelle ore notturne, perché il sistema idraulico, già precerio, viene ulteriormente sollecitato dalla necessità di passare un maggiore volume di urine. I disturbi ad urinare possono portare ad un danno renale solo in tempi molto lunghi, ad esempio se trascurati e trascinati per anni. Non ci pare questo il caso.
Saluti
dopo una certa età è molto comune che la maggior parte delle urine venga prodotte nelle ore notturne, ovvero quando si sta in posizione distesa. Non ci dilunghiamo qui sul perché questo accada, sta di fatto che buona parte dei disturbi nell'urinare si accentua proprio nelle ore notturne, perché il sistema idraulico, già precerio, viene ulteriormente sollecitato dalla necessità di passare un maggiore volume di urine. I disturbi ad urinare possono portare ad un danno renale solo in tempi molto lunghi, ad esempio se trascurati e trascinati per anni. Non ci pare questo il caso.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.1k visite dal 07/10/2013.
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