Adenoma prostatico resezione risultata parziale
Seguo con interesse codesto sito di Medicitalia che apprezzo moltissimo.
Ho portato mio padre ad un ospedale perché non si voleva decidere ad operarsi di prostata nonostante non dormisse più la notte a causa di continue minzioni urgenti.
Sono il figlio 50enne che scrive anch’io con IPB iniziale ed un pò informato su questo tipo di affezione.
Allora mio padre 75 anni con analisi di routine senza alterazioni compreso il PSA aveva una prostata voluminosa di 70 grammi con un terzo lobo con impronta in vescica. Gli è stata eseguita una resezione trans uretrale di adenoma con laser “verde” circa 40 giorni fa. Ora urina bene pur mantenendo ancora i sintomi di frequenza minzionale ed irritazioni varie, soprattutto ancora fastidio nel sedersi.
L’esame istologico risulta negativo.
Ma, una recente ecografia transrettale ha messo in evidenza una resezione o asportazione di solo un terzo di adenoma prostatico. Il medico della ecografia ha spiegato, mostrando le immagini, che si evidenzia un esiguo vuoto rispetto al pieno dell’adenoma, ovvero un tunnel, più o meno equivalente alla sola asportazione del lobo mediano, mostrando intatto tutto il restante dell’adenoma.
All’ urologia, alla dimissione gli era stato detto che l’intervento aveva avuto successo, che alla prostata era stata asportata tutto l’ingrossamento e che avrebbe urinato bene per almeno altri 15 anni. (?) La cartella clinica nella descrizione parla di resezione dapprima del terzo lobo con proseguimento ai due lobi successivi.
Sono allibito, perché mai non hanno asportato tutto, con un intervento così parziale mio padre riavrà problemi tra poco tempo. Come si può spiegare questa strana operazione e comportamento?
Ho portato mio padre ad un ospedale perché non si voleva decidere ad operarsi di prostata nonostante non dormisse più la notte a causa di continue minzioni urgenti.
Sono il figlio 50enne che scrive anch’io con IPB iniziale ed un pò informato su questo tipo di affezione.
Allora mio padre 75 anni con analisi di routine senza alterazioni compreso il PSA aveva una prostata voluminosa di 70 grammi con un terzo lobo con impronta in vescica. Gli è stata eseguita una resezione trans uretrale di adenoma con laser “verde” circa 40 giorni fa. Ora urina bene pur mantenendo ancora i sintomi di frequenza minzionale ed irritazioni varie, soprattutto ancora fastidio nel sedersi.
L’esame istologico risulta negativo.
Ma, una recente ecografia transrettale ha messo in evidenza una resezione o asportazione di solo un terzo di adenoma prostatico. Il medico della ecografia ha spiegato, mostrando le immagini, che si evidenzia un esiguo vuoto rispetto al pieno dell’adenoma, ovvero un tunnel, più o meno equivalente alla sola asportazione del lobo mediano, mostrando intatto tutto il restante dell’adenoma.
All’ urologia, alla dimissione gli era stato detto che l’intervento aveva avuto successo, che alla prostata era stata asportata tutto l’ingrossamento e che avrebbe urinato bene per almeno altri 15 anni. (?) La cartella clinica nella descrizione parla di resezione dapprima del terzo lobo con proseguimento ai due lobi successivi.
Sono allibito, perché mai non hanno asportato tutto, con un intervento così parziale mio padre riavrà problemi tra poco tempo. Come si può spiegare questa strana operazione e comportamento?
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Non è affatto detto che suo padre urinerà male in futuro , se è stata asportata la parte della prostata che ostruiva e il flusso è buono le probabilità che abbia problemi in futuro sono scarse . Distinti saluti
Dott. Mario De Siati Urologo-Andrologo esercita a Foggia,Taranto,Altamura (Bari),Brindisi
[#2]
Gentile Signore,
non è assolutamente detto che per migliorare il flusso urinario l'ingrossamento prostatico (ovvero il cosiddetto "adenoma" debba essere asportato completamente! L'idea che "piú si toglie, meglio si urina" non è sorretta da chiare evidenze scientifiche. D'altronde, è noto a tutti che volume dell'adenoma e sintomi non sono quasi mai direttamente proporzionali, anzi - specie nelle persone molto anziane - si possono trovare adenomi davvero giganti e disturbi tutto sommato limitati. E viceversa. La filosofia delle nuove tecniche endoscopiche è quella di rimuovere o vaporizzare quanto basta per ottenere un risultato funzionalmente valido. Si ha l'impressione che spesso la sola vaporizzazione del lobo medio sia sufficiente ad aprire un varco sufficiente a garantire già un buon flusso. In pratica, riferendosi al caso specifico, presupponendo che l'intervento sia stato eseguito correttamente (ed ovviamente non abbiamo alcun elemento per dubitarne), quaranta giorni sono un tempo medio entro il quale i disturbi dovrebbero iniziare a stabilizzarsi, cosa che avviene comunque gradualmente a prescindere dalla tecnica adottata. Questo ovviamente in assenza di complicazioni particolari, delle quali non ci pare però vi sia traccia. Per quanto riguarda l'eventuale ricrescita del tessuto adenomatoso, questa sarà certamente più lenta delle ulteriori evoluzioni tecnologiche o (chissà?) farmacologiche. Pertanto non crediamo questo sia un falso problema.
Ovviamente, tutte queste considerazioni vengono qui espresse in termini generali, se avete dei dubbi, è doveroso che questi vengano discussi con il nostro Collega che si è occupato dell'intervento.
Saluti
non è assolutamente detto che per migliorare il flusso urinario l'ingrossamento prostatico (ovvero il cosiddetto "adenoma" debba essere asportato completamente! L'idea che "piú si toglie, meglio si urina" non è sorretta da chiare evidenze scientifiche. D'altronde, è noto a tutti che volume dell'adenoma e sintomi non sono quasi mai direttamente proporzionali, anzi - specie nelle persone molto anziane - si possono trovare adenomi davvero giganti e disturbi tutto sommato limitati. E viceversa. La filosofia delle nuove tecniche endoscopiche è quella di rimuovere o vaporizzare quanto basta per ottenere un risultato funzionalmente valido. Si ha l'impressione che spesso la sola vaporizzazione del lobo medio sia sufficiente ad aprire un varco sufficiente a garantire già un buon flusso. In pratica, riferendosi al caso specifico, presupponendo che l'intervento sia stato eseguito correttamente (ed ovviamente non abbiamo alcun elemento per dubitarne), quaranta giorni sono un tempo medio entro il quale i disturbi dovrebbero iniziare a stabilizzarsi, cosa che avviene comunque gradualmente a prescindere dalla tecnica adottata. Questo ovviamente in assenza di complicazioni particolari, delle quali non ci pare però vi sia traccia. Per quanto riguarda l'eventuale ricrescita del tessuto adenomatoso, questa sarà certamente più lenta delle ulteriori evoluzioni tecnologiche o (chissà?) farmacologiche. Pertanto non crediamo questo sia un falso problema.
Ovviamente, tutte queste considerazioni vengono qui espresse in termini generali, se avete dei dubbi, è doveroso che questi vengano discussi con il nostro Collega che si è occupato dell'intervento.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#3]
Utente
Grazie per le risposte, sono in parte confortanti, ma c’è da precisare che, come già accennato, la descrizione dell’intervento è diversa dall’operato: …la loggia appare compressa da due voluminosi lobi prostatici ed un terzo lobo aggettante in vescica. Si procede a resezione del terzo lobo e dei lobi laterali. Si evacuano i frustoli per l’esame istologico. Emostasi accurata…ecc.
C’è discordanza, i lobi laterali sono ancora li con tutto il loro volume
Se gli orientamenti sono di resecare solo una parte utile dell’adenoma perché non spiegarlo al paziente a seguito di domanda specifica? Invece la risposta è stata che è stata asportata tutta la parte ipertrofica fino alle pareti della ghiandola.
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C’è discordanza, i lobi laterali sono ancora li con tutto il loro volume
Se gli orientamenti sono di resecare solo una parte utile dell’adenoma perché non spiegarlo al paziente a seguito di domanda specifica? Invece la risposta è stata che è stata asportata tutta la parte ipertrofica fino alle pareti della ghiandola.
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[#4]
Gentile Signore,
senza voler troppo addentrarci nel dettaglio del caso specifico, dobbiamo dire che la valutazione dell'ostruzione prostatica è prima di tutto funzionale, oggettivabile con la flussometria minzionale (ma anche dalla percezione soggettiva stessa della persona assistita), quindi eventualmente visiva a mezzo indagine endoscopica. L'ecografia è un'indagine che ci "fotografa" la situazione in modo statico, è ottima per valutare altri aspetti, ma non per dirci cosa realmente accade durante la minzione.
Saluti
senza voler troppo addentrarci nel dettaglio del caso specifico, dobbiamo dire che la valutazione dell'ostruzione prostatica è prima di tutto funzionale, oggettivabile con la flussometria minzionale (ma anche dalla percezione soggettiva stessa della persona assistita), quindi eventualmente visiva a mezzo indagine endoscopica. L'ecografia è un'indagine che ci "fotografa" la situazione in modo statico, è ottima per valutare altri aspetti, ma non per dirci cosa realmente accade durante la minzione.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.6k visite dal 15/09/2013.
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