Intervento alla prostata. si/no?
Salve,
sono un uomo di 56 anni e vivo in provincia di Taranto.
Dopo varie visite in seguito ad Iperplasia prostatica, l'Urologo mi ha consigliato l'intervento chirurgico.
I sintomi sono i classici: pollachiuria, nicturia e stranguria.
Circa 9 mesi fa ho avuto, inseguito ad una prostatite (volume prostata 45 mm), febbre alta e urgenza minzionale.
In seguito a ciò, l'Urologo mi ha consigliato CIPROXIN 500 ed i sintomi si sono attenuati.
Qualche settimana fa (dal 14 agosto) questi sintomi si sono ripresentati e il 9° giorno (assumendo ancora CIPROXIN) la febbre era ancora a 39. Da qui ho continuato la terapia con LEVOXACIN 500 per 7 gg.
Nei seguenti 3/4 gg con il LEVOXACIN la situazione è tornata nella "norma", con minzioni meno frequenti.
Le mie richieste sono le seguenti:
- l'intervento chirurgico è davvero l'unica soluzione possibile?
- Se si, mi sapete indicare qualche Centro di eccellenza?
- Nelle ultime analisi del sangue il valore delle Piastrine è stato 73 x 10^3/uL (150-400). Questo non rappresenta un "rischio" in caso di intervento chirurgico?
- L'osteopatia a proposito non offre delle "soluzioni" meno invasive?
In attesa di un Vostro riscontro, Vi ringrazio per l'aiuto prestato.
sono un uomo di 56 anni e vivo in provincia di Taranto.
Dopo varie visite in seguito ad Iperplasia prostatica, l'Urologo mi ha consigliato l'intervento chirurgico.
I sintomi sono i classici: pollachiuria, nicturia e stranguria.
Circa 9 mesi fa ho avuto, inseguito ad una prostatite (volume prostata 45 mm), febbre alta e urgenza minzionale.
In seguito a ciò, l'Urologo mi ha consigliato CIPROXIN 500 ed i sintomi si sono attenuati.
Qualche settimana fa (dal 14 agosto) questi sintomi si sono ripresentati e il 9° giorno (assumendo ancora CIPROXIN) la febbre era ancora a 39. Da qui ho continuato la terapia con LEVOXACIN 500 per 7 gg.
Nei seguenti 3/4 gg con il LEVOXACIN la situazione è tornata nella "norma", con minzioni meno frequenti.
Le mie richieste sono le seguenti:
- l'intervento chirurgico è davvero l'unica soluzione possibile?
- Se si, mi sapete indicare qualche Centro di eccellenza?
- Nelle ultime analisi del sangue il valore delle Piastrine è stato 73 x 10^3/uL (150-400). Questo non rappresenta un "rischio" in caso di intervento chirurgico?
- L'osteopatia a proposito non offre delle "soluzioni" meno invasive?
In attesa di un Vostro riscontro, Vi ringrazio per l'aiuto prestato.
[#1]
Gentile Signore,
in presenza di disturbi ad urinare di vecchia data, con comprovato ingrossamento della prostata, gli episodi complicanti di febbre elevata accompagnati da ulteriore accentuazione dei sintomi sono per lo specialista chiaro segno che la situazione non può più essere gestita solo con le comuni terapie a base di farmaci. La sua prostata non ci pare certamente enorme, ma in questi casi le dimensioni hanno un'importanza relativa, rispetto appunto ai disturbi in atto e le eventuali complicazioni. Oggigiorno l'intervento propriamente "chirurgico", la cosiddetta "adenomectomia" si riserva perlopiù solo agli ingrossamenti veramente molto cospicui, nell'ordine dei 7 cm e più. Ovviamente molto dipende dalle abitudini dell'operatore e dalla sua dotazione e versatilità tecnologica, ma nella gran parte dei casi l'intervento viene attualmente eseguito per via endoscopica. Utilizzando il laser, questi interventi permettono degenze estremamente brevi e rischio di sanguinamento decisamente ridotto, cosa da tener presente in una situazione come la sua di basso numero di piastrine (comunque da rivalutare). Non crediamo che altre forme alternative di cura potrebbero portare ad una soluzione accettabile.
Non è fra gli scopi di questo sito fornire indicazioni precise su singoli specialsiti o centri di cura, ma non le sarà certo difficile assumere le opportune informazioni in modo più diretto. Inizi a parlarne con il medico curante, che in genere ben conosce le attitudini delle strutture specialistiche della sua zona e potrà eventualmente consigliarla in merito.
Saluti
in presenza di disturbi ad urinare di vecchia data, con comprovato ingrossamento della prostata, gli episodi complicanti di febbre elevata accompagnati da ulteriore accentuazione dei sintomi sono per lo specialista chiaro segno che la situazione non può più essere gestita solo con le comuni terapie a base di farmaci. La sua prostata non ci pare certamente enorme, ma in questi casi le dimensioni hanno un'importanza relativa, rispetto appunto ai disturbi in atto e le eventuali complicazioni. Oggigiorno l'intervento propriamente "chirurgico", la cosiddetta "adenomectomia" si riserva perlopiù solo agli ingrossamenti veramente molto cospicui, nell'ordine dei 7 cm e più. Ovviamente molto dipende dalle abitudini dell'operatore e dalla sua dotazione e versatilità tecnologica, ma nella gran parte dei casi l'intervento viene attualmente eseguito per via endoscopica. Utilizzando il laser, questi interventi permettono degenze estremamente brevi e rischio di sanguinamento decisamente ridotto, cosa da tener presente in una situazione come la sua di basso numero di piastrine (comunque da rivalutare). Non crediamo che altre forme alternative di cura potrebbero portare ad una soluzione accettabile.
Non è fra gli scopi di questo sito fornire indicazioni precise su singoli specialsiti o centri di cura, ma non le sarà certo difficile assumere le opportune informazioni in modo più diretto. Inizi a parlarne con il medico curante, che in genere ben conosce le attitudini delle strutture specialistiche della sua zona e potrà eventualmente consigliarla in merito.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.1k visite dal 29/08/2013.
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