Cistiti batteriche recidivanti

Gentili dottori,

Vi espongo il mio problema, che ormai sta diventando psicologicamente devastante.

Soffro di cistiti da quando ho iniziato ad avere rapporti sessuali, cioè da 8 anni.
Gli attacchi mi vengono esclusivamente circa 24 ore dopo un rapporto e ormai vivo la sessualità con angoscia e mancanza di stimolo, pur amando tantissimo il mio nuovo compagno, con cui stiamo sognando di avere anche un figlio.
Naturalmente ho già osservato tutte le precauzioni che sento raccomandare: bevo molto, mi lavo prima e dopo il rapporto, biancheria di cotone (anche se non sempre osservo con scrupolo questa regola), fermenti lattici a go-go, ho provato una dieta prescrittami da una ginecologa omeopata, acidif, cistivis e chi più ne ha più ne metta.
Ne ho sentite di ogni.
Ad es. alcune donne sono guarite grazie all’agopuntura, alcune lavandosi con l’amuchina, altre con la psicoterapia, altre ancora assumendo uno zucchero chiamato mannosio.. ecc.
Il mio quadro è questo.
Sono sempre cistiti batteriche e il responsabile è sempre l’escherichia coli.
Ovviamente ogni volta affronto il mio ciclo di antibiotici e passa subito.
Dopo un altro rapporto (anche se non tutti) arriva.
Devo dire una cosa, un po’ intima, ma potrebbe aiutare a comprendere: c’è un’unica posizione, nel rapporto sessuale, che non me la fa venire e cioè stando io sopra (ovviamente risulta anche più delicata).
Invece nelle altre posizioni e soprattutto in quella ‘classica’, in cui è l’uomo sopra, quasi sempre mi viene, soprattutto se le spinte sono forti (e in cui quasi sempre avverto dolorini al basso ventre, spesso insopportabili).
Premetto che soffro di colite, precisamente mi hanno diagnosticato (avevo fatto una colonscopia 3 anni fa) una malattia infiammatoria intestinale, che mi causa la formazione di polipi infiammatori. Mi hanno detto che non è morbo di Crohn, ma poco ci manca (di cui soffre mio padre).
Ho notato anche un’altra cosa (scusate sempre la delicatezza): quando il mio compagno mi accarezza nella zona intima , passa le dita anche sull’ano, poi le introduce in vagina e dopo abbiamo un rapporto, anche se delicato, la cistite arriva.
Quindi, probabilmente, il mio intestino pullula di escherichia coli, che passa troppo facilmente da un ambiente ad un altro.
A questo punto quindi il mio nemico diventa questo batterio, e come tutti i nemici per combatterlo si dovrebbe conoscerlo il più possibile.
Ora vi chiedo: ho sentito che l’escherichia coli vive benissimo nell’ambiente acido, quindi com’è possibile che i medici prescrivano farmaci per acidificare le urine se poi è peggio?
Vive nell’intestino tenue o nel colon?
Possibile che non si sappia se trova male in un ambiente acido o basico?
Ricordo che quando usavo acidif regolarmente sono stata bene per un mese e mezzo, avendo avuto rapporti anche abbastanza ‘movimentati’ durante la scorsa estate.
Poi la pacchia è finita quando ho iniziato ad assumere acidif solo nei giorni in cui avrei avuto gli incontri con il mio compagno (ci vedevamo solo il fine settimana), anche se non credo che sia stato quello.
Ovviamente sono stata dall’urologo il quale l’ha definita uretrite, più che cistite, in quanto solo post coitale, e inizialmente si era limitato a prescrivermi l’acidif , poi, quando sono tornata per l’ennesimo attacco, mi ha detto di fare la cistografia.
Premetto che a 15 anni sono stata operata per una idronefrosi dovuto al restringimento di un uretere, compresso da un’arteria.
L’intervento è andato benissimo e non ho più avuto alcun problema (ho convissuto con le coliche renali per più di 10 anni prima di capire quale fosse il problema).
L’urologo però (della scuola del medico che mi aveva operato) mi dice che le due cose non sono correlate.
Devo confessare che non ho mai fatto la cistografia, prima di tutto perché, cercando una gravidanza, ho sempre avuto timore di prendere raggi anche alle ovaie (che inevitabilmente vengono colpite), ma anche perché sconsigliata da altri urologi che ho consultato (sono un po’ diffidente), i quali mi hanno detto che non ho un quadro che fa pensare ad un ristagno dell’urina (non so come facciano a capirlo dalla semplice visita) e che avrei dovuto fare la profilassi assumendo 5 giorni al mese un antibiotico per almeno 6 mesi/1anno e mezza pastiglia subito dopo i rapporti.
Non l’ho fatto perché non credo affatto sia una soluzione risolutiva (anche a detta di altri medici).
A complicare (o forse è un bene, non so) ulteriormente la cosa ci si è messa anche la presenza di clamidia nelle urine, in quanto un ginecologo (solo uno su tanti che ho girato) ha avuto il dubbio che le mie cistiti dipendessero anche da altri batteri e mi ha prescritto la ricerca per clamidia, micoplasmi, uroplasmi e funghi nel momento in cui (e solo in quello) avessi avuto un altro attacco di cistite.
Risultare positiva alla Clamidia, nel mio caso, potrebbe essere correlata alla presenza di escherichia coli o le due cose sono indipendenti?
Un’infermiera mi ha detto che la clamidia potrebbe abbassarmi le difese immunitarie, cosa che potrebbe impedire al mio organismo di difendersi dai coli. E’ possibile?
Poi vorrei capire se è meglio la cistografia o la cistoscopia e quale sia meglio nel mio caso.
Ho sentito che esistono altri metodi per controllare l’uretra, tipo la cistosonografia (ma forse per i bambini) e la scintigrafia (dove si prendono meno raggi).
Cosa ne pensate?
Un’ultima cosa: la disperazione mi porta anche (oltre che a sperare in un problema fisico da operare) a sognare l’asportazione dell’uretra.. e Vi giuro che lo farei!
Però mi hanno detto (spero mi abbiano presa sul serio) che non è ancora fattibile.
Ma io avevo sentito una signora che, avendo l’uretra a forma di “S”, le avevano messo una sintetica e risolto tutti i problemi di cistiti. Possibile?
Scusate se ho scritto tanto e in modo ingarbugliato… ma sono esausta, credetemi.
Grazie in anticipo.


[#1]
Dr. Gabriele Antonini Urologo, Andrologo, Chirurgo plastico 291 15
La sindrome colo-pelvica da cui è affetta può giustifica i sintomi.I suoi sintomi sembrano quelli di una cistite interstiziale.
Ho avuto in terapia 3 donne con il suo stesso problema. Una cistoscopia diagnostica ha messo in evidenza una leuco-metaplasia del trigono vescicale. Dopo la rimozione endoscopica di tale formazione sono state trattate con un farmaco endovescicale. Problema risolto.Ne parli con il suo Urologo.
Saluti

Dr. Gabriele Antonini
Urologo Andrologo
www.antoniniurology.com
www.protesipeniene.it

[#2]
Dr. Giuseppe Quarto Urologo, Andrologo 7k 173
concordo anche io con il collega la cosa migliore in questi casi è studiare la vescica con una cistoscopia ed eventualmnete con delle biosie, e poi in base a tale risposta effettuare una terapia adeguata

Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com

[#3]
Utente
Utente
Innanzi tutto Vi ringrazio di cuore per le risposte, nonchè per la tempestività delle stesse.

Una curiosità: la cistite interstiziale può essere anche di origine batterica?
Perchè io sapevo (da quello che ho sempre letto) che una cosa esclude l'altra (l'infezione batterica esclude la diagnosi di cistite interstiziale).
Quindi non è così?

Perciò sarebbe preferibile fare una cistoscopia (con eventuale biopsia) piuttosto che la cistografia?

In effetti un primario urologo a Milano mi aveva prescritto la cistoscopia (solo uno aveva parlato di cistografia).

Giuro che se esco da questo incubo grazie ai Vostri consigli Vi faccio un monumento! :)

Saluto cordialmente
[#4]
Dr. Giuseppe Quarto Urologo, Andrologo 7k 173
io consiglierei prima un cistoscopia
Cistite

La cistite è un'infiammazione della vescica che si avverte con frequente bisogno di urinare, con bruciore o dolore. Si può curare con farmaci o rimedi naturali.

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