Ematuria dopo percutanea
Buon giorno, sono una donna di 50 anni. Un mese fa sono stata sottoposta ad un intervento al rene in percutanea per un grosso calcolo (>3 cm. ) che è' stato completamente eliminato. Mi è stato posizionato uno stent e tra dieci giorni dovrò' fare una radiografia di controllo perché ho ancora due calcoli nel gruppo calicinico inferiore. Dopo l'intervento sono stata ricoverata per dieci giorni per ematuria che alla fine e' regredita spontaneamente. Negli ultimi dieci giorni mi succede di stare bene di notte o finché sto sdraiata, ma ho di nuovo sangue nelle urine appena sto in piedi un'ora o due, anche senza fare particolari sforzi. Ho fatto un'ecografia di controllo, ma il rene e la vescica sono a posto. Può' essere una situazione normale o devo pensare ad altri controlli? Grazie
[#1]
Gentile Signora,
purtroppo il sanguinamento è una variabile scarsamente prevedibile e controllabile dell'intervento percutaneo, questo giustifica il prolungarsi della sua degenza. D'ogni modo, ci pare che a questa distanza di tempo dalla procedura, questa ematuria residua sia dovuta essenzialmente alla presenza dello stent. Il fatto che il sanguinament si manifesti in seguito al variare dela posizione è assolutamente tipico. E' presumibile che quando finalmnete lo stent sarà rimosso, anche il sanguinamento cesserà. Si tratta comunque sempre di una perdita molto modesta, è sufficiente una modestissima quantità di sangue per colorare le urine anche in modo evidente. Un poco come il vino rosso nell'acqua.
Saluti
purtroppo il sanguinamento è una variabile scarsamente prevedibile e controllabile dell'intervento percutaneo, questo giustifica il prolungarsi della sua degenza. D'ogni modo, ci pare che a questa distanza di tempo dalla procedura, questa ematuria residua sia dovuta essenzialmente alla presenza dello stent. Il fatto che il sanguinament si manifesti in seguito al variare dela posizione è assolutamente tipico. E' presumibile che quando finalmnete lo stent sarà rimosso, anche il sanguinamento cesserà. Si tratta comunque sempre di una perdita molto modesta, è sufficiente una modestissima quantità di sangue per colorare le urine anche in modo evidente. Un poco come il vino rosso nell'acqua.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Ex utente
Grazie mille per la risposta, mi sento più tranquilla. Volevo chiedere ancora se e' meglio che stia un po' a riposo, evitando magari di camminare a lungo e di viaggiare in macchina, o se è ininfluente; inoltre dopo il controllo dovrei farmi "bombardare" i due calcoli rimasti: data la situazione potrebbero esserci controindicazioni? Grazie ancora
[#3]
Gentile Signora,
se non accusa particolari disturbi, le diremmo per questo periodo residuo di fare la sua vita senza troppo badare al colore delle urine. Per quanto riguarda i calcoli residui, un giudizio appropriato non può prescindere dal conoscere qualche dettaglio in più, che lei non ci fornisce (posizione, dimensioni, ecc.).
Saluti,
se non accusa particolari disturbi, le diremmo per questo periodo residuo di fare la sua vita senza troppo badare al colore delle urine. Per quanto riguarda i calcoli residui, un giudizio appropriato non può prescindere dal conoscere qualche dettaglio in più, che lei non ci fornisce (posizione, dimensioni, ecc.).
Saluti,
[#4]
Ex utente
Non ne conosco le esatte dimensioni perché il foglio di dimissioni dell'ospedale parlava di "due piccole formazioni litiasiche a carico del gruppo caliciale medio" , mentre il dottore che mi ha fatto l'ecografia due settimane dopo ha detto che non sembrano così piccole e si trovano nel gruppo calicinico inferiore. Capisco che a distanza non è possibile definire meglio la situazione; volevo sapere solo, se possibile, se il bombardamento può essere fatto anche in presenza del sanguinamento dovuto allo stent
Grazie per la disponibilità
Grazie per la disponibilità
[#5]
Gentile Signora,
il sanguinamento di per sè non sarebbe significativo in questa precisa circostanza, ma è la presenza stessa dello stent che al limite influenzerebbe negativamente il risultato di un'eventuale trattamento con le onde d'urto. Le più recenti acquisizioni della comune esperienza internazionale ci hanno insegnato che, contrariamente a quella che è stata la pratica per molti anni, lo stent ostacola, invece che facilitare l'espulsione dei frammenti di calcolo. Questo è chiaramente sancito dalle nostre più recenti linee guida.
Oltre a questo, nel caso specifico, ben si sa che i calcoli dei calici inferiori abbiano possibilità ben inferiori di essere risolti dalle onde d'urto, sempre per la difficoltà degli eventuali frammenti a passare in uretere per essere espulsi spontaneamente. D'altro canto, le onde d'urto sono un trattamento ad invasività talmente bassa che spesso si concorda di effettuare lo stesso un tentativo, i cui limiti devono però essere da subito ben chiari per il paziente.
In conclusione, solo conoscendo le esatte dimensioni e la posizione di questi calcoli residui, se possibile valutati con una radiografia diretta e non solo con l'ecografia, si potrà esprimere un giudizio appropriato su quanto sia più opportuno proporre e fare.
Saluti
il sanguinamento di per sè non sarebbe significativo in questa precisa circostanza, ma è la presenza stessa dello stent che al limite influenzerebbe negativamente il risultato di un'eventuale trattamento con le onde d'urto. Le più recenti acquisizioni della comune esperienza internazionale ci hanno insegnato che, contrariamente a quella che è stata la pratica per molti anni, lo stent ostacola, invece che facilitare l'espulsione dei frammenti di calcolo. Questo è chiaramente sancito dalle nostre più recenti linee guida.
Oltre a questo, nel caso specifico, ben si sa che i calcoli dei calici inferiori abbiano possibilità ben inferiori di essere risolti dalle onde d'urto, sempre per la difficoltà degli eventuali frammenti a passare in uretere per essere espulsi spontaneamente. D'altro canto, le onde d'urto sono un trattamento ad invasività talmente bassa che spesso si concorda di effettuare lo stesso un tentativo, i cui limiti devono però essere da subito ben chiari per il paziente.
In conclusione, solo conoscendo le esatte dimensioni e la posizione di questi calcoli residui, se possibile valutati con una radiografia diretta e non solo con l'ecografia, si potrà esprimere un giudizio appropriato su quanto sia più opportuno proporre e fare.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.7k visite dal 07/08/2013.
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