Prostatite: m.m.g. vs. urologo

Ovviamente è una provocazione! Mi spiego meglio: ho già scritto su questo forum, avendo una storia clinica di prostatite acuta (fine 2007) apparentemente debellata. Da qualche giorno sono ricomparsi alcuni fastidi: in particolare glande appiccicoso, prostatorrea, orifizio arrossato ed a volte senso di puntura proprio all’orifizio. Ad oggi no prendo farmaci, se non del permixon che devo ancora continuare per altri 40 giorni (totale 3 mesi!).
Mi sono recato dal medico di famiglia, prima di tornare eventualmente dallo specialista, per potermi confrontare, ed egli mi ha detto che sebbene non abbia sintomi acuti, la prostata e le mucose genitali (in caso di passata uretrite) sono un po’ lente a guarire, a volte con alti e bassi che nulla hanno a che vedere con fenomeno di vera patologia. Insomma ho capito che sono forse ancora in convalescenza.
Ad ogni modo mi ha consigliato di fare, per 3 mesi e solo 10 giorni al mese, tafani 500 1 cp x dì + mictasone 1 supposta x dì. Ciò dovrebbe servire, a suo dire, a decongestionare la prostata ed a prevenire eventuali recidive batteriche su un tessuto eventualmente ancora debole e di facile attacco.
Domanda: secondo voi posso fare la terapia o è meglio andare dall’urologo? Inoltre, e concludo: se alla digito-pressione rettale la prostata non è dolente (o lo è davvero poco), perché dovrebbe essere congesta (=infiammata)?
P.S. Tornando al titolo, comunque, non è da sottovalutare l’agio che alle volte si ha dinnanzi al proprio medico di famiglia. Credo che il prof. Martino sia fautore di percorsi clinici giusti (spero come questo).
Grazie del consulto
[#1]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.8k 1.2k
Caro lettore,
una prostata congesta non vuol dire infiammata. Ad esempio una attività sessuale non regolare ad esempio può dare una congestione ma non di necessità vuol dire che la prostata è infiammata. Per quanto riguarda i "percorsi clinici" poi il primo passo per confermare e condividre o non condividere un indirizzo terapeutico è la possibilità di fare una attenta e completa valutazione clinica . Questo purtroppo a noi non è permesso dal mezzo.
Un cordiale saluto

Giovanni Beretta
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Giovanni Beretta M.D.
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[#2]
Attivo dal 2008 al 2013
Ex utente
Grazie per essere intervenuto, dott. Beretta.
Intuisco che Lei opererebbe in modo diverso. Quindi di conseguenza sarebbe meglio recarmi dall'urologo per essere ben (o meglio) inquadrato.
Ci penserò su.
Grazie ancora e buonanotte
[#3]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.8k 1.2k
Ci aggiorni poi , se lo desidera.
Ancora un cordiale saluto.

Giovanni Beretta
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[#4]
Attivo dal 2008 al 2013
Ex utente
Qualcosa mi sfugge! Alloro occorre chiarezza (nella mia mente):

1. prostata congesta, infiammata, infetta. Se è infetta è dolente, quindi anche infiammata. Se non è infetta, né infiammata, perché dovrebbe essere congesta?

Domanda: in quali occasioni fisiopatologiche ed eziologiche la prostata si congestiona?

Domanda: se la mia prostata è non dolente, ma congesta, perché mictasone e non un decongestionate (esiste un decongestionante per la prostata???).

Ringrazio i Signori Medici che vorranno far chiarezza.
[#5]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.8k 1.2k
Caro lettore ,
i motivi per avere una congestione prostatica sono molto numerosi e complessi come ha intuito pure lei. Il più frequente , senza una infezione da qualche microrganismo , è quello che le ho già indicato nella precedente risposta. La terapia con il farmaco da lei accennato e che contiene molti principi attivi come : la Tetraciclina cloridrato 50 mg, l'idrocortisone acetato 5 mg ed un estratto di malva purpurea 400 mg parte dal presupposto che ci sia un problema infiammatorio con microrganismi sensibili alla tretraciclina come causa del problema "congestione".
Ancora un cordiale saluto.

Giovanni Beretta
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