Sospetta litiasi renale, leucociti ed eritrociti nel sedimento urinario
Nel 1997, in seguito a coliche ricorrenti, mi fu diagnosticata idronefrosi dolorosa da giuntopatia da compressione vascolare estrinseca .
1998 Intervento eseguito: Incisione lobotomica sottocostale. Scrociamento del giunto PU da compressione mediante angiopressi e nefropressi. Intervento risolutivo . Coliche scomparse. Qualche episodio doloroso bilaterale nei 5-7 anni successivi l’intervento.
2005
Ecografia renale evidenzia piccola cisti corticale del diametro di 10mm.
2010
Ecografia renale vescicale mostra presenza di microcalcolo in sede mesorenale del rene sx.
2013
Episodi di emospermia. indolenzimenti mattutini al fianco sx, no coliche. leggero bruciore alle pelvi, soprattutto appena sveglio e/o dopo eventuale permanenza serale sul divano. No problemi di minzione e/o eiaculazione. Visita urologica.
Esplorazione digitale del retto, esame obiettivo testicoli e addome: Nulla da segnalare.
Eco sovrapubica prostata : dimensioni e morfologia regolari. Grossolane alterazioni ecostrutturali centrali.
Didimi di regolari dimensioni ed ecostruttura . Lieve ectasia plesso pampiniforme sx. calibro non eccede i 2,7mm.
Testicoli regolari per forma dimensione e struttura
Vescica di normale ampiezza e contorni alitiasica. getti ureterali presenti
Reni in sede, regolari per dimensioni e forma. cavità calico-pieliche a ecotessitura grossolana e iperecogene . Pelvi ampollare cca 3cm. calici ben evidenti il cui calibro non supera 1 cm. A sx, localizzata al terzo medio della cavità calico pielica, struttura ad elevata impedenza acustica di 7mm con apprezzabile cono d’ombra sottostante.
Colecisti , Fegato, pancreas e milza nella norma.
Emocromo completo:nella norma
Analisi urine:Sedimento leucociti: 2-3 per campo
Urina 24h: nella norma
Clearence creatinina e creatinemia: nella norma
Passato qualche mese,emospermia assente, fastidio al fianco e bruciore alla bassa pelvi diminuiti, sebbene persistano. Bevo tanta acqua. Sono passato da 1L/dì scarso (prima dei disturbi) ai 2,5L giornalieri.
Ancora dall’urologo (un altro per irreperibiltà del primo).
Eco transrettale: Calcificazione alla base del lobo destro 12x9 mm.
Eco renale: A sx aree iperecogene e segnale con ombra acustica di 14mm. assenza di dilatazioni degli elementi calico-pielici.
Sed. eritrociti 20-30
Sed. leucociti 20-30
Sospetta formazione litiasica di 14mm al rene sx. Si prescrive Urografia iv, spermocultura, tampone ureterale e tampone cervicale per compagna per ricerca Mycoplasma e Chlamydia.
Vorrei chiederVi:
1. Nel 2005 eco individua cisti al rene sx . Ora “scomparsa”.Le cisti possono disoslversi?calcificarsi? Falso postivo?
2. Aumento di 7mm in 5 mesi del sospetto calcolo al rene sx è plausibile?
3. Urografia iv secondo Voi necessaria?
4. Qualora anche Voi riteneste essenziale un esame radiologico con mdc, una Urografia CT non sarebbe forse più al “passo con itempi” e più accurata?
5. Presenza di leucociti ed eritrociti.Relazione con litiasi?
Grazie per l'attenzione, cordialità.
1998 Intervento eseguito: Incisione lobotomica sottocostale. Scrociamento del giunto PU da compressione mediante angiopressi e nefropressi. Intervento risolutivo . Coliche scomparse. Qualche episodio doloroso bilaterale nei 5-7 anni successivi l’intervento.
2005
Ecografia renale evidenzia piccola cisti corticale del diametro di 10mm.
2010
Ecografia renale vescicale mostra presenza di microcalcolo in sede mesorenale del rene sx.
2013
Episodi di emospermia. indolenzimenti mattutini al fianco sx, no coliche. leggero bruciore alle pelvi, soprattutto appena sveglio e/o dopo eventuale permanenza serale sul divano. No problemi di minzione e/o eiaculazione. Visita urologica.
Esplorazione digitale del retto, esame obiettivo testicoli e addome: Nulla da segnalare.
Eco sovrapubica prostata : dimensioni e morfologia regolari. Grossolane alterazioni ecostrutturali centrali.
Didimi di regolari dimensioni ed ecostruttura . Lieve ectasia plesso pampiniforme sx. calibro non eccede i 2,7mm.
Testicoli regolari per forma dimensione e struttura
Vescica di normale ampiezza e contorni alitiasica. getti ureterali presenti
Reni in sede, regolari per dimensioni e forma. cavità calico-pieliche a ecotessitura grossolana e iperecogene . Pelvi ampollare cca 3cm. calici ben evidenti il cui calibro non supera 1 cm. A sx, localizzata al terzo medio della cavità calico pielica, struttura ad elevata impedenza acustica di 7mm con apprezzabile cono d’ombra sottostante.
Colecisti , Fegato, pancreas e milza nella norma.
Emocromo completo:nella norma
Analisi urine:Sedimento leucociti: 2-3 per campo
Urina 24h: nella norma
Clearence creatinina e creatinemia: nella norma
Passato qualche mese,emospermia assente, fastidio al fianco e bruciore alla bassa pelvi diminuiti, sebbene persistano. Bevo tanta acqua. Sono passato da 1L/dì scarso (prima dei disturbi) ai 2,5L giornalieri.
Ancora dall’urologo (un altro per irreperibiltà del primo).
Eco transrettale: Calcificazione alla base del lobo destro 12x9 mm.
Eco renale: A sx aree iperecogene e segnale con ombra acustica di 14mm. assenza di dilatazioni degli elementi calico-pielici.
Sed. eritrociti 20-30
Sed. leucociti 20-30
Sospetta formazione litiasica di 14mm al rene sx. Si prescrive Urografia iv, spermocultura, tampone ureterale e tampone cervicale per compagna per ricerca Mycoplasma e Chlamydia.
Vorrei chiederVi:
1. Nel 2005 eco individua cisti al rene sx . Ora “scomparsa”.Le cisti possono disoslversi?calcificarsi? Falso postivo?
2. Aumento di 7mm in 5 mesi del sospetto calcolo al rene sx è plausibile?
3. Urografia iv secondo Voi necessaria?
4. Qualora anche Voi riteneste essenziale un esame radiologico con mdc, una Urografia CT non sarebbe forse più al “passo con itempi” e più accurata?
5. Presenza di leucociti ed eritrociti.Relazione con litiasi?
Grazie per l'attenzione, cordialità.
[#1]
Gentile Signore,
purtroppo lei non ci precisa da quale lato sia stato eseguito l'intervento del 1998, presumiamo a sinistra, ma sarebbe necessaria una conferma. Nel tempo lei ha evidentemente manifestato die problemi diversi:
- verosimili episodi di prostatite che giustificano la presenza di calcificazioni ghiandolari ed episodi dimemospermia;
- il progressivo aumento di volume del calcolo all'interno del rene sinistro.
Per venire ai suoi quesiti:
1) Una cisti di 1 cm è obiettivamente molto piccola e può essere sopravvalutata o sottovalutata all'ecografia a seconda dell'operatore e dell'apparecchiatura utilizzata. D'ogni modo, si tratta di un rilievo privo di significato.
2) La misurazione dei calcoli all'ecografia risente delle stesse variabili di cui sopra. L'indagine è molto sensibile a rilevare le calcificazioni, ma molto meno precisa a definirne esattamente le dimensioni, che vengono,perlopiù sovrastimate, specie per i calcoli più piccoli.
3) Per definire esattamente la situazione, considerati soprattutto. precedenti chirurgici è opportuno eseguire un'indagine più approfondita. L'urografia ha costituito,per decenni l'indagine più precisa nello studio delle vie urinarie, ma oggi è stata di fatto sostituita dalla TAC, ovvero uro-TAC senza e con mezzo di contrasto. Molti Colleghi perlopiù della vecchia generazione sono tuttora affezionati all'urografia e continuano a richiederla, anche se gli stessi radiologi sono ormai restii ad eseguirla.
4) Il sedimento urinario è in linea di massima compatibile con la presenza del calcolo.
In conclusione, certamente il calcolo renale merita di essere trattato. La TAC chiarirà molti dettagli, ma in linea di massima ė molto probabile che vi siano indicazioni ad un intervento endoscopico (uretero-renoscopia flessibile operativa). Ci faccia eventualmente sapere, se lo desidera.
Saluti
purtroppo lei non ci precisa da quale lato sia stato eseguito l'intervento del 1998, presumiamo a sinistra, ma sarebbe necessaria una conferma. Nel tempo lei ha evidentemente manifestato die problemi diversi:
- verosimili episodi di prostatite che giustificano la presenza di calcificazioni ghiandolari ed episodi dimemospermia;
- il progressivo aumento di volume del calcolo all'interno del rene sinistro.
Per venire ai suoi quesiti:
1) Una cisti di 1 cm è obiettivamente molto piccola e può essere sopravvalutata o sottovalutata all'ecografia a seconda dell'operatore e dell'apparecchiatura utilizzata. D'ogni modo, si tratta di un rilievo privo di significato.
2) La misurazione dei calcoli all'ecografia risente delle stesse variabili di cui sopra. L'indagine è molto sensibile a rilevare le calcificazioni, ma molto meno precisa a definirne esattamente le dimensioni, che vengono,perlopiù sovrastimate, specie per i calcoli più piccoli.
3) Per definire esattamente la situazione, considerati soprattutto. precedenti chirurgici è opportuno eseguire un'indagine più approfondita. L'urografia ha costituito,per decenni l'indagine più precisa nello studio delle vie urinarie, ma oggi è stata di fatto sostituita dalla TAC, ovvero uro-TAC senza e con mezzo di contrasto. Molti Colleghi perlopiù della vecchia generazione sono tuttora affezionati all'urografia e continuano a richiederla, anche se gli stessi radiologi sono ormai restii ad eseguirla.
4) Il sedimento urinario è in linea di massima compatibile con la presenza del calcolo.
In conclusione, certamente il calcolo renale merita di essere trattato. La TAC chiarirà molti dettagli, ma in linea di massima ė molto probabile che vi siano indicazioni ad un intervento endoscopico (uretero-renoscopia flessibile operativa). Ci faccia eventualmente sapere, se lo desidera.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Ex utente
Egregio dottore,
grazie per la solerete risposta.
Ha ragione, purtroppo ho omesso il lato dell'intervento.
Lato DESTRO, nonostante l'anamnesi faccia pensare al lato opposto.
Il chirurgo stesso che mi operò, (l'intervento è stato fatto in una dei centri considerati d'eccellenza per il trattamento delle patologie a carico dell'apparato urinario) era inizialmente indeciso da che lato intervenire, dato che le coliche, prima dell'intervento, erano bilaterali e i riscontri ecotomografici evidenziavano ectasie delle pelvi a sx come a dx, mentre il referto urografico parlava di "sindrome del giunto a dx"; determinante fu la scintigrafia renale sequenziale con test al lasix che evidenziò una fase di accumulo e di eliminazione rallentata soprattutto a dx, così il chirurgo decise di intervenire da quel lato.
Le sue conclusioni comunque, collimano con quanto riferitomi dall'urologo che mi ha visitato di recente e cioè la necessità di trattare il calcolo.
A quanto pare non posso nemmeno sfuggire alla previa indagine radiologica; parlerò con l'urologo e gli esporrò le perplessità circa la UIV, sperando non assuma posizione dogmatiche a riguardo...
Le vorrei ancora chiedere:
1. L'eziologia della sindrome del giunto PU è esclusivamente congenita o potrei aver sviluppato questa anomalia con gli anni anche a sx?
2. La Uro-TAC consentirebbe di individuare una eventuale stenosi del giunto PU?
3. Nel mio caso la Uro-TAC si eseguirebbe con mdc (iodato?) o senza?
4. Se ho ben capito l'indagine radiologica servirà a fornire informazioni dettagliate sulla natura, consistenza e dimensioni del calcolo, onde poi determinare il tipo di intervento da effettuare. Potrebbe anche prefigurarsi la possibilita di un trattamento ESWL o una ureteroscopia è comunque da preferirsi?
Grazie ancora per l'attenzione
Cordialità.
grazie per la solerete risposta.
Ha ragione, purtroppo ho omesso il lato dell'intervento.
Lato DESTRO, nonostante l'anamnesi faccia pensare al lato opposto.
Il chirurgo stesso che mi operò, (l'intervento è stato fatto in una dei centri considerati d'eccellenza per il trattamento delle patologie a carico dell'apparato urinario) era inizialmente indeciso da che lato intervenire, dato che le coliche, prima dell'intervento, erano bilaterali e i riscontri ecotomografici evidenziavano ectasie delle pelvi a sx come a dx, mentre il referto urografico parlava di "sindrome del giunto a dx"; determinante fu la scintigrafia renale sequenziale con test al lasix che evidenziò una fase di accumulo e di eliminazione rallentata soprattutto a dx, così il chirurgo decise di intervenire da quel lato.
Le sue conclusioni comunque, collimano con quanto riferitomi dall'urologo che mi ha visitato di recente e cioè la necessità di trattare il calcolo.
A quanto pare non posso nemmeno sfuggire alla previa indagine radiologica; parlerò con l'urologo e gli esporrò le perplessità circa la UIV, sperando non assuma posizione dogmatiche a riguardo...
Le vorrei ancora chiedere:
1. L'eziologia della sindrome del giunto PU è esclusivamente congenita o potrei aver sviluppato questa anomalia con gli anni anche a sx?
2. La Uro-TAC consentirebbe di individuare una eventuale stenosi del giunto PU?
3. Nel mio caso la Uro-TAC si eseguirebbe con mdc (iodato?) o senza?
4. Se ho ben capito l'indagine radiologica servirà a fornire informazioni dettagliate sulla natura, consistenza e dimensioni del calcolo, onde poi determinare il tipo di intervento da effettuare. Potrebbe anche prefigurarsi la possibilita di un trattamento ESWL o una ureteroscopia è comunque da preferirsi?
Grazie ancora per l'attenzione
Cordialità.
[#3]
Gentile Signore,
da quel che ci riferisce, lei non è (stato) portatore di una vera e propria stenosi congenita del giunto pielo-ureterale, ma di una ostruzione da incrocio di vasi renali accessori. Si tratta anche qui di una condizione congenita, la cui causa non è però insita nelle vie urinarie, ma nello sviluppo del rene, delle sue arterie e delle sue vene. E' comunque una condizione presente già alla nascita, se l'ostruzione è molto grave può causare dilatazione renale fin dai primi mesi di vita (od addirittura già in utero) oppure manifestarsi in modo assolutamente variabile nel corso della vita. E' piuttosto raro comunque assistere ad un peggioramento graduale, la maggior parte dei casi si rileva solo occasionalmente all'ecografia senza aver mai causato sintomi particolari. La uro-TAC permette una valutazione piuttosto accurata, differenziando ad esempio tra i casi come il suo e le vere stenosi del'uretere. L'indagine più importante in questi casi, come lei ben sa, è la scintigrafia, che viene però eseguita solo se sono presenti sintomi e si deve prendere una decisione operativa. Se la TAC viene eseguita solo per lo studio dei calcoli non è generalmente necessario il mezzo di contrasto. Nel suo caso, considerati i precedenti, è opportuno eseguire lo studio completo, anche dolpo l'infusione del contrasto iodato. Le indicazioni al trattamento di un calcolo tra 1 e 2 cm sono molto variabili in base alle abitudini ed alle disponibilità tecnologiche. Per quanto riguarda la nostra esperienza, per calcoli superiori ai 10-12 mm noi preferiamo eseguire se possibile degli interventi endoscopici (piuttosto che l'ESWL), poiché a fronte di una modesta invasività questi prospettano un risultato più rapidamente risolutivo. Ogni decisione dovrà comunque essere presa in base agli esiti della TAC. Ci faccia sapere, se lo desidera.
Saluti
da quel che ci riferisce, lei non è (stato) portatore di una vera e propria stenosi congenita del giunto pielo-ureterale, ma di una ostruzione da incrocio di vasi renali accessori. Si tratta anche qui di una condizione congenita, la cui causa non è però insita nelle vie urinarie, ma nello sviluppo del rene, delle sue arterie e delle sue vene. E' comunque una condizione presente già alla nascita, se l'ostruzione è molto grave può causare dilatazione renale fin dai primi mesi di vita (od addirittura già in utero) oppure manifestarsi in modo assolutamente variabile nel corso della vita. E' piuttosto raro comunque assistere ad un peggioramento graduale, la maggior parte dei casi si rileva solo occasionalmente all'ecografia senza aver mai causato sintomi particolari. La uro-TAC permette una valutazione piuttosto accurata, differenziando ad esempio tra i casi come il suo e le vere stenosi del'uretere. L'indagine più importante in questi casi, come lei ben sa, è la scintigrafia, che viene però eseguita solo se sono presenti sintomi e si deve prendere una decisione operativa. Se la TAC viene eseguita solo per lo studio dei calcoli non è generalmente necessario il mezzo di contrasto. Nel suo caso, considerati i precedenti, è opportuno eseguire lo studio completo, anche dolpo l'infusione del contrasto iodato. Le indicazioni al trattamento di un calcolo tra 1 e 2 cm sono molto variabili in base alle abitudini ed alle disponibilità tecnologiche. Per quanto riguarda la nostra esperienza, per calcoli superiori ai 10-12 mm noi preferiamo eseguire se possibile degli interventi endoscopici (piuttosto che l'ESWL), poiché a fronte di una modesta invasività questi prospettano un risultato più rapidamente risolutivo. Ogni decisione dovrà comunque essere presa in base agli esiti della TAC. Ci faccia sapere, se lo desidera.
Saluti
[#4]
Ex utente
Egregio Dott. Piana,
grazie ancora per il consulto professionale ed esaustivo e l'attenzione dimostrata verso l'anamnesi (tutt'altro che breve e non priva di complicazioni).
Esauriti i quesiti prettamente urologici, le vorrei chiedere un paio di consigli:
Visto che l'operazione sembrerebbe inevitabile, mi consiglia di eseguire la TAC presso il centro che prediligerei per l'intervento chilurgico?
Glielo chiedo perchè la mia esperienza di paziente mi insegna che spesso i chirurghi preferiscono fare/rinnovare le indagini radiologiche presso strutture di loro fiducia piuttosto che acquisire immagini diagnostiche da terzi.
Con che urgenza mi consiglia di muovermi?
Certamente prima è meglio è, lo capisco, ma il rischio di complicanze e imprevisti post-operatori c'è sempre e l'estate è alle porte.... Una Uro-TAC subito e un intervento (qualora non emergesse la necessità di intervenire d'urgenza) da programmare per l'autunno potrebbe essere un compromesso accettabile?
Nel ringraziarla ancora, la saluto cordialmente.
grazie ancora per il consulto professionale ed esaustivo e l'attenzione dimostrata verso l'anamnesi (tutt'altro che breve e non priva di complicazioni).
Esauriti i quesiti prettamente urologici, le vorrei chiedere un paio di consigli:
Visto che l'operazione sembrerebbe inevitabile, mi consiglia di eseguire la TAC presso il centro che prediligerei per l'intervento chilurgico?
Glielo chiedo perchè la mia esperienza di paziente mi insegna che spesso i chirurghi preferiscono fare/rinnovare le indagini radiologiche presso strutture di loro fiducia piuttosto che acquisire immagini diagnostiche da terzi.
Con che urgenza mi consiglia di muovermi?
Certamente prima è meglio è, lo capisco, ma il rischio di complicanze e imprevisti post-operatori c'è sempre e l'estate è alle porte.... Una Uro-TAC subito e un intervento (qualora non emergesse la necessità di intervenire d'urgenza) da programmare per l'autunno potrebbe essere un compromesso accettabile?
Nel ringraziarla ancora, la saluto cordialmente.
[#5]
Gentile Signore,
per la scelta della radiologia non le sapremmo dire, molto dipende da fattori a noi sconociuti, ma certamente invece ben noti al suo medico curante, con il quale può certamente consultarsi. Da come ce la descrive, la sua non ci pare una situazione caratterizzata da particolare urgenza. Sta di fatto che purtroppo tutti i calcoli si portano dietro qualche potenziale imprevisto che purtroppo non tarda a manifestarsi anche nelle situazioni meno opportune. Pertanto, nei limiti del ragionevole e (purtroppo) delle liste d'attesa sarebbe opportuno cercare di risolvere appena possibile.
Saluti
per la scelta della radiologia non le sapremmo dire, molto dipende da fattori a noi sconociuti, ma certamente invece ben noti al suo medico curante, con il quale può certamente consultarsi. Da come ce la descrive, la sua non ci pare una situazione caratterizzata da particolare urgenza. Sta di fatto che purtroppo tutti i calcoli si portano dietro qualche potenziale imprevisto che purtroppo non tarda a manifestarsi anche nelle situazioni meno opportune. Pertanto, nei limiti del ragionevole e (purtroppo) delle liste d'attesa sarebbe opportuno cercare di risolvere appena possibile.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.8k visite dal 06/06/2013.
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Approfondimento su Ipertensione
L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.