Calcolo renale
Buongiorno, ho 64 anni, vorrei cortesemente sapere se posso sottopormi alla litrotrissia extracorporea ESWL per un calcolo di 10 mm. nel calice inferiore del rene sx, avendo nell'uretere sx uno stent DJ inseritomi una settimana fa dopo URS per un calcolo all'uretere, che probabilmente ho espulso completamente. Vorrei inoltre sapere, se posso anticipare la rimozione dello stent , anzichè aspettare un mese come prescrittomi all'ospedale, in quanto mi provoca un dolore insopportabile, ed eventualmente quale sarebbe il rischio.
Ringrazio per la cortese risposta e porgo cordiali saluti.
Ringrazio per la cortese risposta e porgo cordiali saluti.
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Gentile Signore,
la invitiamo a non aprire MAI una nuova richiesta di consulto inerente la stessa situazione, ma proseguire SEMPRE la linea già aperta, nella fattispecie con la sua richiesta precedente del 10/5/2013. Questo ci permette una più agevole interpretazione del suo caso.
Dagli accertamenti eseguiti prima dell'intervento (dei quali lei ci accennava in precedenza) sarebbero risultati due calcoli all'interno dell'uretere e tre calcoli nei calici inferiori del rene. L'ipotesi più verosimile è che nell'ultimo accertamento eseguito questo aggregato del calice inferiore sia considerato come una unica concrezione. Le sue dimensioni sono certamente congrue con un trattamento di litotrissia extracorporea, purtroppo invece non la sua posizione. È noto che, anche in caso di successo della frammentazione, dai calici inferiori è piuttosto difficile che i residui escano spontaneamente. D'ogni modo, generalmente ci si prova lo stesso, ma il paziente deve essere avvertilto delle minori possibilità di successo. Per quanto riguarda lo stent, l'esperienza internazionale ha già da tempo determinato che la sua presenza non faciliti, anzi ostacoli, l'espulsione di frammenti di calcolo, pertanto a rigor di logica andrebbe rimosso prima od immediatamente dopo il trattamento di litotrissia extracorporea. Questa quantomeno è la nostra opinione, che peraltro ben sappiamo non essere condivisa da una certa parte di Colleghi affezionati alle loro abitudini.
Saluti
la invitiamo a non aprire MAI una nuova richiesta di consulto inerente la stessa situazione, ma proseguire SEMPRE la linea già aperta, nella fattispecie con la sua richiesta precedente del 10/5/2013. Questo ci permette una più agevole interpretazione del suo caso.
Dagli accertamenti eseguiti prima dell'intervento (dei quali lei ci accennava in precedenza) sarebbero risultati due calcoli all'interno dell'uretere e tre calcoli nei calici inferiori del rene. L'ipotesi più verosimile è che nell'ultimo accertamento eseguito questo aggregato del calice inferiore sia considerato come una unica concrezione. Le sue dimensioni sono certamente congrue con un trattamento di litotrissia extracorporea, purtroppo invece non la sua posizione. È noto che, anche in caso di successo della frammentazione, dai calici inferiori è piuttosto difficile che i residui escano spontaneamente. D'ogni modo, generalmente ci si prova lo stesso, ma il paziente deve essere avvertilto delle minori possibilità di successo. Per quanto riguarda lo stent, l'esperienza internazionale ha già da tempo determinato che la sua presenza non faciliti, anzi ostacoli, l'espulsione di frammenti di calcolo, pertanto a rigor di logica andrebbe rimosso prima od immediatamente dopo il trattamento di litotrissia extracorporea. Questa quantomeno è la nostra opinione, che peraltro ben sappiamo non essere condivisa da una certa parte di Colleghi affezionati alle loro abitudini.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Buongiorno, intanto La ringrazio tantissimo per le preziose risposte, e voglio farle i complimenti per lo stupendo sito "urologiatorino" molto chiaro e di facile lettura, che mi ha chiarito molti dubbi sui problemi della calcolosi renale. La disturbo ancora per un ultima domanda: ma allora dopo un intervento urs per calcolo ureterale non è piu' necessario inserire lo stent DJ in qualsiasi caso.
Grazie ancora di tutto ed un cordiale saluto
Grazie ancora di tutto ed un cordiale saluto
[#3]
Gentile Signore,
mediamente gli stent ureterali sono tollerati abbastanza poco e male dai pazienti, pertanto con il passare del tempo si tende ad utilizzarli, se possibile, sempre meno o per tempi più brevi. Per quanto riguarda l'inserimento in seguito ad ureteroscopia non vi sono regole precise, diciamo che l'operatore esperto si deve regolare in base alle condizioni dell'uretere che ha riscontrato durante l'intervento, in particolare la sua elasticità, compiacenza, tortuosità, eccetera. Mediamente, dopo la prima ureteroscopia, ovvero con passaggio dello strumento attraverso un uretere "vergine", si lascia uno stent a scopo protettivo per un periodo di 5-7 giorni. In questi casi, lasciando l'uretere "libero" si rischierebbe il manifestarsi di coliche e dolori vari, specialmente nei primi 2-3 giorni dopo l'intervento.. A questo stent sono collegati dei fili che fuoriescono dall'uretra e che permettono di rimuoverlo dall'esterno senza necessità di una ulteriore endoscopia, pertanto in ambiente ambulatoriale. I nostri pazienti che risiedono lontano dal centro rimuovono abitualmente lo stent a casa propria ed in completa autonomia senza alcun problema al tempo definito. In caso di situazioni più complesse, tutto sommato abbastanza rare, lo stent viene mantenuto per tempi più lunghi. In ogni caso, ribadiamo il concetto che lo stent permette un miglior deflusso dell'urina, ma allo stesso tempo ostruisce parzialmente l'uretere inibendone la contrazione spontanea (peristalsi). Questo perlopiù ostacola il passaggio di piccoli calcoli o frammenti, come quelli prodotti da una litotrissia extracorporea.
Saluti
mediamente gli stent ureterali sono tollerati abbastanza poco e male dai pazienti, pertanto con il passare del tempo si tende ad utilizzarli, se possibile, sempre meno o per tempi più brevi. Per quanto riguarda l'inserimento in seguito ad ureteroscopia non vi sono regole precise, diciamo che l'operatore esperto si deve regolare in base alle condizioni dell'uretere che ha riscontrato durante l'intervento, in particolare la sua elasticità, compiacenza, tortuosità, eccetera. Mediamente, dopo la prima ureteroscopia, ovvero con passaggio dello strumento attraverso un uretere "vergine", si lascia uno stent a scopo protettivo per un periodo di 5-7 giorni. In questi casi, lasciando l'uretere "libero" si rischierebbe il manifestarsi di coliche e dolori vari, specialmente nei primi 2-3 giorni dopo l'intervento.. A questo stent sono collegati dei fili che fuoriescono dall'uretra e che permettono di rimuoverlo dall'esterno senza necessità di una ulteriore endoscopia, pertanto in ambiente ambulatoriale. I nostri pazienti che risiedono lontano dal centro rimuovono abitualmente lo stent a casa propria ed in completa autonomia senza alcun problema al tempo definito. In caso di situazioni più complesse, tutto sommato abbastanza rare, lo stent viene mantenuto per tempi più lunghi. In ogni caso, ribadiamo il concetto che lo stent permette un miglior deflusso dell'urina, ma allo stesso tempo ostruisce parzialmente l'uretere inibendone la contrazione spontanea (peristalsi). Questo perlopiù ostacola il passaggio di piccoli calcoli o frammenti, come quelli prodotti da una litotrissia extracorporea.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.2k visite dal 26/05/2013.
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