Calcolo incanalato tra stent e uretere
Salve, la mia fidanzata ha subito, da referto ospedaliero in dimissioni "ureterorenoscopia dilatazione della substenosi stenting DJ 4.8 CH". Il problema che ha indotto all'intervento era un calcolo di 7 mm nell'uretere destro che ha provocato febbre a 40 per diversi giorni nonostante l'uso di farmaci e antibiotici. Alla fine dell'intervento però i chirurghi hanno detto che il calcolo non c'era perchè era stato espulso molto probabilmente la sera prima dell'intervento. Le hanno comunque lasciato lo stent. A distanza da un mese dall'intervento abbiamo effettuato una radiografia, propedeutica alla rimozione dello stent, ma con grande sorpresa abbiamo trovato il calcolo localizzato tra lo stent e l'uretere, che tra l'altro era anche un pò più in alto rispetto alle radiografie preintervento (sempre a livello della vertebra L3). Lo stent quindi non è stato rimosso e l'urologo ora ha detto che durante l'intevento il calcolo è risalito nel rene per cui non è stato possibile rimuoverlo, ma ora sta scendendo nell'uretere e di rifare una nuova radiografia tra un altro mese. Si è raccomandato sul bere tanta acqua. Poi alla nostra domanda. "ma se il calcolo non venisse espulso, cosa succederebbe?" non ci ha dato una risposta convincente o meglio ha detto "si vedrà!". Ora gentili dottori chiedo un vostro parere: quali sono le possibili prospettive? Quante probabilità abbiamo che il calcolo venga espulso con le urine, vista la posizione in cui si trova? Ok se il calcolo viene espulso, ma se dovesse rimanere incastrato tra stent ed uretere, cosa si potrebbe fare? (ho letto che rimuovere lo stent in questi casi potrebbe lacerare l'uretere). grazie in anticipo per le vostre risposte.
[#1]
Gent.le utente,
capèita molto spesso che nel corso di una uretereniscioia il calcolo emigri nella cavità renale e giusto è stato il ricorrere allo stent, che potrebbe aiutare alla espulsione spontanea dello stesso.
Lei chiede poi cosa fare se il calcolo non scende.
Intanto si tranquillizzi perchè l'asportazione dello stent è eseguita ambulatoriamente e non si lacera proprio niente.
Evidentemente se il calcolo cmq non scendesse , lo stent max dopo 4/6 mesi va rimosso e al minimo segno di sofferenza renale va rieseguita una ureteroscopia.
Cordialmente
capèita molto spesso che nel corso di una uretereniscioia il calcolo emigri nella cavità renale e giusto è stato il ricorrere allo stent, che potrebbe aiutare alla espulsione spontanea dello stesso.
Lei chiede poi cosa fare se il calcolo non scende.
Intanto si tranquillizzi perchè l'asportazione dello stent è eseguita ambulatoriamente e non si lacera proprio niente.
Evidentemente se il calcolo cmq non scendesse , lo stent max dopo 4/6 mesi va rimosso e al minimo segno di sofferenza renale va rieseguita una ureteroscopia.
Cordialmente
Dott.Roberto Mallus
[#2]
Gentile Signore,
il successo di una ureteroscopia operativa per la rimozione di un calcolo dipende da molti fattori, in parte dipendenti dalle condizioni locali, in parte dall'esperienza dell'operatore e dalla strumentazione ed accessoristica a sua disposizione. Su questo non è dato a noi di giudicare, conoscendo la situazione solo per sommi capi, ovviamente altra cosa è averci a che fare direttamente. Purtroppo la "perdita" del calcolo durante la procedura fa sempre molto dispiacere, poiché prelude sempre ad un prolungarsi nel tempo di ansie e problemi. Nella nostra esperienza possiamo dire che le possibilità di progressione di un calcolo di 7 mm a livello dell'uretere lombare (L3) siano minime. Lo stent permette il deflusso dell'urina, evitando coliche ed altre complicazioni, ma purtroppo non aiuta la progressione del calcolo, anzi, contribuisce a restringere ulteriormente lo spazio disponibile. Ovviamente la soluzione è operativa e può passare attraverso un tentativo di trattamento con le onde d'urto, ovvero (scelta per noi preferenziale) con la ripetizione di una ureteroscopia operativa. La presenza dello stent per qualche tempo avrà reso certamente il passaggo dello strumento più agevole, con migliore visibilità e permetterà molto probabilmente di risolvere il problema in via definitiva.
Saluti
il successo di una ureteroscopia operativa per la rimozione di un calcolo dipende da molti fattori, in parte dipendenti dalle condizioni locali, in parte dall'esperienza dell'operatore e dalla strumentazione ed accessoristica a sua disposizione. Su questo non è dato a noi di giudicare, conoscendo la situazione solo per sommi capi, ovviamente altra cosa è averci a che fare direttamente. Purtroppo la "perdita" del calcolo durante la procedura fa sempre molto dispiacere, poiché prelude sempre ad un prolungarsi nel tempo di ansie e problemi. Nella nostra esperienza possiamo dire che le possibilità di progressione di un calcolo di 7 mm a livello dell'uretere lombare (L3) siano minime. Lo stent permette il deflusso dell'urina, evitando coliche ed altre complicazioni, ma purtroppo non aiuta la progressione del calcolo, anzi, contribuisce a restringere ulteriormente lo spazio disponibile. Ovviamente la soluzione è operativa e può passare attraverso un tentativo di trattamento con le onde d'urto, ovvero (scelta per noi preferenziale) con la ripetizione di una ureteroscopia operativa. La presenza dello stent per qualche tempo avrà reso certamente il passaggo dello strumento più agevole, con migliore visibilità e permetterà molto probabilmente di risolvere il problema in via definitiva.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#3]
Utente
Cari dottori intanto grazie per le risposte, non ci è chiara una cosa, se lo strumento per togliere il calcolo passa all'interno dello stent, ed il calcolo si trova all'esterno dell'attuale stent, per ripetere l'operazione di ureteroscopia, bisogna prima togliere questo stent per poi metterne uno nuovo? l' ipotetica asportazione dell'attuale stent, non potrebbe far grattare il calcolo contro le pareti dell'uretere, provocando abrasioni delle pareti interne dell'uretere stesso?
[#4]
Gentile Signore,
la rimozione dello stent costituisce il primo tempo di un ipotetico secondo tempo di ureteroscopia operativa. Di per sé la manovra non comporta assolutamente alcun rischio, anzi - senza entrare in dettagli tecnici - agevola e rende più rapide le manovre propedeutiche all'inserimento dello strumento. L'operatore valuterà poi se, al termine della procedura, sia il caso di re-inserire un nuovo stent a scopo "protettivo". Nella nostra esperienza, questo viene comunque normalmente mantenuto solo per un tempo molto breve, 5-7 giorni.
Saluti
la rimozione dello stent costituisce il primo tempo di un ipotetico secondo tempo di ureteroscopia operativa. Di per sé la manovra non comporta assolutamente alcun rischio, anzi - senza entrare in dettagli tecnici - agevola e rende più rapide le manovre propedeutiche all'inserimento dello strumento. L'operatore valuterà poi se, al termine della procedura, sia il caso di re-inserire un nuovo stent a scopo "protettivo". Nella nostra esperienza, questo viene comunque normalmente mantenuto solo per un tempo molto breve, 5-7 giorni.
Saluti
[#5]
CCiunsolo che il materiale di cui è costituito lo stent non provoca lesioni all'uretere al momento della rimozione, riguardo poi all'applicazione o meno dello stent e al suo tempo di permanenza "ogni calcolo" fa una storia a se.
Continui a seguire le indicazioni del curante.
Cordialmente
Continui a seguire le indicazioni del curante.
Cordialmente
[#6]
Utente
Cari dottori vi scrivo per aggiornarvi della situazione, da sabato la mia fidanzata, nonostante lo stent, ha di nuovo dolori nella zona dov'è localizzato il calcolo (meno intensi rispetto a quando lo stent non c'era) e le è venuta la febbre, che è arrivata a 39. Sta prendendo la tachipirina per tenere sotto controllo la febbre. Un urologo che abbiamo consultato, facendo un'ecogrfia ha detto che il calcolo lui lo vede di 6 mm, ma che potrebbe essere anche un pò più piccolo e che, viste le dimensioni, secondo lui è da togliere lo stent e aspettare che il calcolo venga espulso, magari con ricovero in ospedale per qualche giorno dopo la rimozione dello stent per monitorare la situazione (solo che in ospedale da lui non ci sono posti letto). Quindi ora non sappiamo proprio come fare e a chi rivolgerci, vi prego dateci un consiglio, perchè quì non ne stiamo più venendo a capo. Inoltre ci ha detto di fare un urinocoltura. Grazie
[#7]
Gentile Signore,
il rialzo febbrile in queste situazioni è abbastanza frequente ed è comunque segno della necessità di una soluzione il più possibile rapida e definitiva. Come abbiamo già detto, a nostro parere lo stent deve essere mantenuto fino al momento dell'intervento, rimuoverlo lasciando il calcolo ed attendere ci pare invero un atteggiamento poco realistico. Nell'attesa, con una temperatura superiore ai 38 °C ovviamente si impone una terapia antibiotica anche empirica, in attesa dell'eventuale urocoltura. Purtroppo comprendiamo che le possibilità di ricovero nelle strutture pubbliche, soprattutto per motivi non oncologici, possano essere limitate. Vi invitiamo dunque a valutare eventuali soluzioni alternative nella vostra zona.
Saluti
il rialzo febbrile in queste situazioni è abbastanza frequente ed è comunque segno della necessità di una soluzione il più possibile rapida e definitiva. Come abbiamo già detto, a nostro parere lo stent deve essere mantenuto fino al momento dell'intervento, rimuoverlo lasciando il calcolo ed attendere ci pare invero un atteggiamento poco realistico. Nell'attesa, con una temperatura superiore ai 38 °C ovviamente si impone una terapia antibiotica anche empirica, in attesa dell'eventuale urocoltura. Purtroppo comprendiamo che le possibilità di ricovero nelle strutture pubbliche, soprattutto per motivi non oncologici, possano essere limitate. Vi invitiamo dunque a valutare eventuali soluzioni alternative nella vostra zona.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 13.3k visite dal 18/04/2013.
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