Nefrolitiasi non guaribile
Buonasera, scrivo per avere consulti su una diagnosi di nefrolitiasi che è stata fatta ad una mia conoscente di 50 anni (altezza 170 cm per 83 kg): circa due mesi fa le è stato diagnosticato un calcolo renale di ossalato di calcio, di circa 1,5 cm, in un calice maggiore del rene sx.
Ha iniziato così la terapia, consistente in sedute di litotrissia extracorporea.
Qualche giorno dopo la prima seduta ha però avuto una colica piuttosto forte, tanto da rendere necessario il ricovero ospedaliero per una settimana. Durante il ricovero è stata sottoposta a 2 ulteriori sedute di litotrissia extracorporea, dopodichè è stata sottoposta ad una TAC che ha evidenziato come il calcolo non si fosse ne' mosso ne' sgretolato; restava sempre nella sede evidenziata dalla prima TAC fatta per la diagnosi di nefrolitiasi.
Il dottore che l'ha dimessa ha detto che "dovrà imparare a convivere con il calcolo, fino a quando non verrà (SE verrà...) autonomamente espulso dall'organismo".
Quello che vorrei chiedere è se non è possibile attuare una terapia (farmacologica o interventistica) diversa, in grado di risolvere questa patologia. So che i calcoli di ossalato sono tra i più "rognosi", ma sinceramente mi ha stupito sentire che non fossero state proposte terapie alternative.
è il caso che la paziente si sottoponga a ulteriori consulti presso altri specialisti o effettivamente non si può fare nulla più che aspettare??
Vi ringrazio per l'attenzione,arrivederci.
Ha iniziato così la terapia, consistente in sedute di litotrissia extracorporea.
Qualche giorno dopo la prima seduta ha però avuto una colica piuttosto forte, tanto da rendere necessario il ricovero ospedaliero per una settimana. Durante il ricovero è stata sottoposta a 2 ulteriori sedute di litotrissia extracorporea, dopodichè è stata sottoposta ad una TAC che ha evidenziato come il calcolo non si fosse ne' mosso ne' sgretolato; restava sempre nella sede evidenziata dalla prima TAC fatta per la diagnosi di nefrolitiasi.
Il dottore che l'ha dimessa ha detto che "dovrà imparare a convivere con il calcolo, fino a quando non verrà (SE verrà...) autonomamente espulso dall'organismo".
Quello che vorrei chiedere è se non è possibile attuare una terapia (farmacologica o interventistica) diversa, in grado di risolvere questa patologia. So che i calcoli di ossalato sono tra i più "rognosi", ma sinceramente mi ha stupito sentire che non fossero state proposte terapie alternative.
è il caso che la paziente si sottoponga a ulteriori consulti presso altri specialisti o effettivamente non si può fare nulla più che aspettare??
Vi ringrazio per l'attenzione,arrivederci.
[#1]
Gent.le utente,
per poterLe rispondere bisognerebbe poter avere a disposizione le immagini,
Cmq che il calcolo sia di ossalato è difficile dirlo in quanto non è stato possibile eseguire un esame chimico fisico dello stesso.
Probabilmente l'insuccesso del ESWL può essere dovuto alle piccole dimensioni del calcolo .
Probabilmente è stato deciso di non procedere oltre nell'attesa di una re ESWL quando il calcolo si presenterà di dimensioni maggiori evitando una chirurgia percutanea cmq sempre invasiva.
Cordialmente
per poterLe rispondere bisognerebbe poter avere a disposizione le immagini,
Cmq che il calcolo sia di ossalato è difficile dirlo in quanto non è stato possibile eseguire un esame chimico fisico dello stesso.
Probabilmente l'insuccesso del ESWL può essere dovuto alle piccole dimensioni del calcolo .
Probabilmente è stato deciso di non procedere oltre nell'attesa di una re ESWL quando il calcolo si presenterà di dimensioni maggiori evitando una chirurgia percutanea cmq sempre invasiva.
Cordialmente
Dott.Roberto Mallus
[#2]
Gentile Signore,
l'efficacia della litotrissia extracorporea non è mai prevedibile con precisione, infatti vi sono molti fattori che ne possono condizionare i risultati. I più importanti fattori sono la posizione del calcolo all'interno del rene e la sua durezza. Per quanto riguarda la prima situazione, è noto che i calcoli per frammentarsi hanno necessità di "spazio", pertanto un calcolo che si trovi - diciamo - "intrappolato" in un calice ha certamente meno possibilità di cedere. Le dimensioni del calcolo sono meno influenti, anche se ovviamente tanto sono maggiori, tanto più ingente sarà la quantità di detriti da espellere. Da come ce la descrive, ci pare che per la sua conoscente si tratti di un calcolo di discrete dimensioni, piuttosto compatto, bloccato in un calice. Non ci stupiamo affatto che il risultato dei trattamenti non sia stato soddisfacente. Se è pur vero che questi non sono calcoli destinati a dare problemi a breve termine, ad un'età di 50 anni è opportuno cercare di risolvere comunque la situazione. Il passaggio successivo alla litotrissia extracorporea è costituito dall'approccio endoscopico: per un calcolo di codeste dimensioni è assai verosimile che un intervento per via retrograda attraverso le vie urinarie naturali (uretero-renoscopia operativa flessibile) possa essere efficace. L'intervento diretto per puntura del rene attraverso il fianco si riserva oggi a calcoli molto più grandi. L'ureteroscopia ha invece una minima invasività, può essre effettuata in anestesia periferica e perlopiù in ospedalizzazione diurna. Notiamo infine che la signora è in notevole sovrappeso, circostanza che favorisce notevolmente la formazione dei calcoli e che quendi dovrà essere seriamente affrontata in un secondo tempo, dovendosi intraprendere un percorso di prevenzione delle recidive della calcolosi.
Saluti
l'efficacia della litotrissia extracorporea non è mai prevedibile con precisione, infatti vi sono molti fattori che ne possono condizionare i risultati. I più importanti fattori sono la posizione del calcolo all'interno del rene e la sua durezza. Per quanto riguarda la prima situazione, è noto che i calcoli per frammentarsi hanno necessità di "spazio", pertanto un calcolo che si trovi - diciamo - "intrappolato" in un calice ha certamente meno possibilità di cedere. Le dimensioni del calcolo sono meno influenti, anche se ovviamente tanto sono maggiori, tanto più ingente sarà la quantità di detriti da espellere. Da come ce la descrive, ci pare che per la sua conoscente si tratti di un calcolo di discrete dimensioni, piuttosto compatto, bloccato in un calice. Non ci stupiamo affatto che il risultato dei trattamenti non sia stato soddisfacente. Se è pur vero che questi non sono calcoli destinati a dare problemi a breve termine, ad un'età di 50 anni è opportuno cercare di risolvere comunque la situazione. Il passaggio successivo alla litotrissia extracorporea è costituito dall'approccio endoscopico: per un calcolo di codeste dimensioni è assai verosimile che un intervento per via retrograda attraverso le vie urinarie naturali (uretero-renoscopia operativa flessibile) possa essere efficace. L'intervento diretto per puntura del rene attraverso il fianco si riserva oggi a calcoli molto più grandi. L'ureteroscopia ha invece una minima invasività, può essre effettuata in anestesia periferica e perlopiù in ospedalizzazione diurna. Notiamo infine che la signora è in notevole sovrappeso, circostanza che favorisce notevolmente la formazione dei calcoli e che quendi dovrà essere seriamente affrontata in un secondo tempo, dovendosi intraprendere un percorso di prevenzione delle recidive della calcolosi.
Saluti
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#3]
Utente
Ringrazio i medici che hanno risposto così celermente alla mia richiesta di consulto e che hanno esposto precise indicazioni.
Un'ultima domanda: consigliate quindi un consulto presso ulteriori specialisti della zona per capire se è concretamente possibile una strategia terapeutica alternativa?
Grazie.
Un'ultima domanda: consigliate quindi un consulto presso ulteriori specialisti della zona per capire se è concretamente possibile una strategia terapeutica alternativa?
Grazie.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.8k visite dal 10/04/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.