Il medico dice che non si può intervenire chirurgicamente

Gentili DOTTORI, vengo a chiederVi un consulto per mio Padre di anni 67.
Prima di arrivare al punto Vi espongo brevemente i risultati degli esami fatti negli ultimi mesi:

09/10/07 PSA frazionato: - PSA libero 0,72
- PSA totale 5,81
- Ratio LIBERO/TOTALE 0,14

26/11/07 PSA frazionato: - PSA libero 2,16
- PSA totale 13,16
- Ratio LIBERO/TOTALE 0,16

12/12/07 PSA frazionato: - PSA libero 0,76
- PSA totale 7,00
- Ratio LIBERO/TOTALE 0,11

09/01/08 PSA frazionato: - PSA libero 0,75
- PSA totale 6,06
- Ratio LIBERO/TOTALE 0,12

12/03/08 PSA frazionato: - PSA libero 0,87
- PSA totale 9,52
- Ratio LIBERO/TOTALE 0,09

Visti gli alti valori del PSA il 4 aprile mio Padre è sottoposto ad agobiopsie multiple alla prostata e dall’esame istologico risulta quanto segue:

Materiale come da richiesta:
A. Frustolo di corno laterale destro B. Frustolo di base laterale destra
C. Frustolo di base mediale destra D. Frustolo di medio laterale destro
E. Frustolo di medio mediale destro F. Frustolo di apice destro
G. Frustolo di corno laterale sinistro H. Frustolo di base laterale sinistra
I. Frustolo di base mediale sinistra J. Frustolo di medio laterale sinistro
K. Frustolo di medio mediale sinistro L. Frustolo di apice sinistro

Inclusioni:
Ax0: .; Bx0: .; Cx0: .; Dx0: .; Ex0: .; Fx0: .; Gx0: .; Hx0: .; Ix0: .; Jx0: .; K0: .; Lx0: .

Diagnosi:
A: Adenocarcinoma prostatico, Gleason score (3+4). La neoplasia occupa il 20% del parenchima esaminato
B: Adenocarcinoma prostatico, Gleason score (3+4). La neoplasia occupa il 20% del parenchima esaminato
C: Adenocarcinoma prostatico, Gleason score (3+4). La neoplasia occupa il 20% del parenchima esaminato
D: Adenocarcinoma prostatico, Gleason score (3+4). La neoplasia occupa il 30% del parenchima esaminato
E: Adenocarcinoma prostatico, Gleason score (3+4). La neoplasia occupa il 20% del parenchima esaminato
G: Adenocarcinoma prostatico, Gleason score (3+4). La neoplasia occupa il 5% del parenchima esaminato
H: Adenocarcinoma prostatico, Gleason score (3+4). La neoplasia occupa il 10% del parenchima esaminato
F, I-L: Parenchima prostatico indenne da neoplasia

Alla luce dell’esito dell’esame a mio Padre viene detto che la cosa può risolversi con una Prostatectomia radicale.
A questo punto al medico viene riferito che nel ’91 a seguito di un incidente mio Padre riportò la rottura dell’uretra con presenza di uretrorragia ed ematoma perianale, così un mese dopo (Settembre ’91) a Firenze venne operato dal Prof. Ruggero Lenzi (ora scomparso) che effettuò una autoplastica cutanea metodo TURNER-WARWICK primo tempo. Trascorso un anno dall’operazione (Ottobre ’92), venne sottoposto alla ricostruzione uretrale, (vista la malattia del Prof. Lenzi) si recò a Londra per l’intervento definitivo di secondo tempo direttamente dal Prof. Turner-Warwick. A seguito di questa operazione, gli venne riferito che lo sfintere esterno è stato compromesso dallo stesso intervento, per cui la continenza viene mantenuta dallo sfintere interno del collo vescicale.

Al che, oggi, il medico dice che non si può intervenire chirurgicamente e propone la radioterapia.

A breve verrà effettuato il PET, ma intanto vengo a chiedere i Vostri preziosi pareri e quali potrebbero essere le migliori e più adeguate tecniche a cui mio Padre può sottoporsi.
Leggendo articoli sul web, la tecnica che ha colpito di più la mia attenzione, è stata la brachiterapia permanente, potreste dirmi qualcosa di più su quest’ultima e se da sola potrebbe essere una soluzione? O altrimenti, consigliarmi, visto l’handicap che mio Padre ha con l’assenza dello sfintere esterno, se a tutt’oggi esistono altre tecniche operatorie o interventistiche.

Mi scuso fin da adesso nel caso in cui avessi sbagliato qualche termine od omesso alcune informazioni.
In attesa di una Vostra risposta, Vi ringrazio anticipatamente per l’aiuto che prestate.
Grazie e spero a risentirci.



[#1]
Dr. Giuseppe Quarto Urologo, Andrologo 7k 173
caro utente, vista la pregressa storia clinica, l'intevento potrebbe essere complicato ed il collega avere difficoltà nell'effettuare l'anastomosi, per tanto concordo ancheio con il consiglio di sottoporsi alla radioterapia, o in sostituzione la brachiterapia, la cosa migliore è però seguire i consigli del suo medico che cmq conosce bene la situazione di suo padre.
cordiali saluti
Dott. Giuseppe Quarto
www.prevenzioneprostata.com

Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com

[#2]
Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 16.1k 474
cara lettrice,

la diagnosi istologia delle biopsie prostatiche impongnom un trattamento.
Credo che un valido urologo ( e suo padre ha avuto l'opportunità di sentirne alcuni anche tra i più prestigiosi)possa consigliare la modalità terapeutica migliore considerando i rischi di perdita della continenza che sono sempre presenti dopo asportazione della prostata.
Se suo padre ha goduto di ottima continenza finora vuol dire che lo sfintere esterno non è stato danneggiato.
Dopo una corretta informazione sarà sempre suo Padre l'unico titolato a prendere le decisioni terapeutiche
Cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

[#3]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Caro utente,
Essendoci possibili complicazioni intraoperatorie non indifferenti e possibili sequele urinarie talora irreversibili, con la chirugia, la radioterapia è una opzione importante per un trattamento radicale.
Ricordo che la radioterapia nei pazienti a rischio basso-intermedio, come in questo caso, rappresenta la modalità meno invasiva e con uguale possibilità di controllo biochimico di malattia.
Per quanto riguarda la brachiterapia, la sua fattibilità dipende dalle dimensioni in cc della prostata e dall'uroflussimetria, ma è una modalità che utilizza dei semi radiattivi da introdurre a permanenza nelle vie urinarie, ed è minimamente invasiva (aghi per via percutanea perineale).
La radioterapia a fasci esterni rappresenta una delle modalità teraputiche radicali più efficaci. Con tecniche moderne come IMRT, anche guidata dalle immagini come per la Tomoterapia, ad esempio, si ha una minimizzazione degli errori di "precisione" del trattamento, con possibilità inoltre di minimizzare/contenere gli effetti collaterali infiammatori genito-urinari e intestinali, di solito comunque risolvibili, se presenti in fase acuta.
Quindi si informi anche con un oncologo radioterapista per considerare l'opzione radioterapica, se lo ritiene opportuno.
Cordiali saluti

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#4]
Utente
Utente
Carissimi Dottori, intanto Vi ringrazio sentitamente delle Vostre tempestive risposte, ma allo stesso tempo Vi aggiorno sulla situazione.
A seguito anche delle Vostre risposte, e data la storia clinica pregressa di mio Padre, siamo sempre più convinti che la tecnica brachiterapica potrebbe essere la soluzione più adatta e meno invasiva, dati i possibili effetti collaterali che potrebbero sorgere per gli organi limitrofi con la radioterapia a fasci esterni, e quindi vengo a chiederVi se potreste indicarmi un centro specializzato in brachiterapia, con specialisti e grande casistica, dove poter ricevere la giusta cura e l'assistenza più adeguata.
Grazie ancora.
Cordiali Saluti.
[#5]
Dr. Daniele Masala Urologo, Andrologo 2.3k 52
Caro signore nelle condizioni di suo padre che impongono assolutamente un trattamento, qualsiasi manovra demolitiva è a fortissimo rischio di incontinenza totale. Credo che però suo padre sia ben seguito e che il suggerimento della radioterapia possa essere preferito ad ogni altra forma di trattamento. L'alternativa sarebbe il blocco androgenico con farmaci di tipo ormonale (di cui probabilmente suo padre già ha avviato una terapia) , ma non è pensabile che alla sua età ancora giovane debba affidarsi totalmente alla terapia medica col rischio fondato (data l'aggressività del gleason score bioptico) che la malattia possa infuturo sganciarsi dall'efficacia di questi farmaci. L'unico dato negativo è che non sottoponendosi all'intervento chirurgico non si potrà mai conoscere la reale entità del tumore ovvero non si avrà esame istologico definivo. Infatti per quanto la biopsia possa essere precisa molto spesso essa sottostadia il tumore.

Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo

[#6]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
A Milano le posso indicare la Brachiterapia del San Raffaele-Villa Turro di Milano(urologia-brachiterapia) o L'Istituto Europeo di Oncologia, presso la Radioterapia.
Cordialità
[#7]
Utente
Utente
Carissimi Dottori, ringraziandoVi per le Vostre risposte; Vi aggiorno sulla situazione di mio Padre: oggi ha effettuato la PET e dal referto risulta che sono state acquisite immagine della distribuzione del tracciante (F-18 FLUOROCOLINA) di vitalità tumorale dalla base cranica alla pelvi (total body) per una durata di 30 minuti circa; sono state ricostruite sezioni tomografiche di 4,25 mm di spessore riorientate secondo un piano coronale e un piano sagittale.
Il risultato indica che lo studio tomografico PET Tc, limitatamente al potere risolutivo della metodica (5mm), non documenta zone di accumulo del radiocomposto nei distretti corporei esaminati, in particolare a livello delle stazioni linfonodali addomino pelviche.
Conclusione: indagine PET negativa per presenza di malattia ad elevata attività metabolica.
A seguito di questo ulteriore esame, dovendo prendere una decisione, Vi chiedo se a questo punto la miglior cura da seguire sia la brachiterapia o la radioterapia a fasci esterni.
Cordialmente Vi saluto.
[#8]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Bisogna sapere due valori:
1)dimensioni in cc della prostata
2)valori di flussometria
Se i valori superano i limiti prefissi per la brachiterapia, il trattamento standard non chirurgico è la radioterapia a fasci esterni. Come le consigliavo, la RT moderna(Tomoterapia, IMRT-IGRT) permette di minimizzare effetti collaterali e di aumentare la precsione del trattamento radiante, già normlamente sovrapponibile alla chirurgia in termini di risultati clinici, negli stadi precoci di malattia.
[#9]
Utente
Utente
Gentili Dottori,
Vi aggiorno sulla situazione di mio padre, in data 22.08.08 è stato sottoposto all'intervento di Prostatectomia radicale laparoscopica Robot assisted con sistema da Vinci nerve sparing sinistro - E.I.(08-I-013110) presso lo I.E.O. dall'equipe del reparto di chirurgia urologica.
Il seguente esame istologico macroscopico ha evidenziato:
prostata di 32 gr e di 5x3,5x3,5 cm con frammento di vescicola seminale di destra di 2,4 cm di asse maggiore e di dotto referente omolaterale di 3 cm di lunghezza, vescicola seminale di sinistra di 3,7 cm di asse maggiore e dotto referente omolaterale di 4 cm di lunghezza.
(A: Prostata; B: Apice prostatico; C: Base prostatica; D: Vescicola seminale e dotto referente di destra; E: Vescicola seminale e dotto referente di sinistra; F: Apice della vescicola seminale di destra di 0,8 cm)
Diagnosi:
A,C,D: Adenocarcinoma acinare (Gleason 3+4), extracapsulare, con diffusa infiltrazione perineurale, esteso al margine di resezione posteriore di sinistra, al tessuto adiposo intorno alle vescichette seminali e con focale invasione vascolare peritumorale. Rimanenti margini di resezione esenti da neoplasia.
B,E,F: Esenti da neoplasia.
Staging: pT3a pNx R1 Inv.Vasc.: 1

Dati questi risultati, a mio padre viene proposto il seguente programma terapeutico:
- ripetere PSA a 30 gg. dall'intervento chirurgico;
- in seguito Radioterapia adjuvante sulla loggia prostatica.

Ad oggi è ancora portatore di catetere vescicale in quanto controllo cistografico eseguito il giorno 05.09.08 eseguito presso lo I.E.O. ha evidenziato un minimo spargimento di MDC. E' programmata cistografia di controllo in data 12.09.08.

Il consiglio che veniamo a chiederVi è il seguente:
come riportato nella storia clinica, un pregresso trauma uretrale con ricostruzione Turner-Warwick, che ha portato a decidere per l'intervento chirurgico radicale in alternativa alla radioterapia esterna o brachiterapia in quanto queste potevano dare conseguenze negative sul pregresso trauma, ora dovendo fare la radioterapia si ripresenta il fatto negativo della stessa sul trauma pregresso?
In attesa dei Vostri preziosi consigli, Vi ringrazio anticipatamente.
[#10]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Non penso, ormai l'uretra è stata manipolata dalla chirurgia in modo ben più rilevante(avendo resecato il tratto intrapropstatico e avendo costruito una anastomosi, cioè un riabbocco del tratto terminale).
La radioterapia, non ritengo che possa incidere più di tanto, anche se alcuni studi, per il recupero della funzionalità urinaria, suggeriscono di effettuarla entro i 6 mesi dalla chirurigia(adiuvante), ma non entro i primi due mesi, cioè non nell'immediato post-operatorio. E' comunque, a mio avviso una precauzione necessaria, in quanto il margine positivo (R1) è uno dei fattori prognostici con impatto negativo sul controllo biochimico di malattia.
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