Neoplasia vescicale

Buonasera in seguito a turb di una neoplasia vescicale il referto istologico è il seguente:carcinoma uroteliale di alto grado, estesamento necrotico, infiltrante il tessuto connettivo sottoepiteliale. Nel campione in esame non sono presenti frammenti riferibili con certezza alla tonaca muscolare, data la necrosi estensiva, non è pertanto possibile valutare una eventuale maggiore estensione della neoplasia pT1-G3/G4.
Il chirurgo ci consiglia cistectomia radicale con deviazione urinaria esterna. E' possibile ed è consigliabile tentare, prima, una re-turb ed eventuali instillazioni BCG? oppure la cistectomia rimane l'unica strada percorribile?
Grato per la risposta.
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.5k 1.9k 19
Gentile Signore,
oltre all'esito dell'esame istologico, vale molto il giudizio "visivo" dello specialista che ha eseguito la resezione. Dal punto di vista formale, probabilmente la re-turb sarebbe consigliata dalla maggior parte dei nostri colleghi. Anche nella peggiore delle ipotesi, il ritardo dell'intervento demolitivo non sarebbe influente.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Dott. Piana la ringrazio vivamente per la celere risposta. Voglio aggiungere che il chirurgo che ha effettuato la turb era propenso per la cistectomia radicale già prima dell'esito istologico, in quanto, secondo lui, solitamente questo tipo di tumore porta a recidive nella maggior parte dei casi, quindi meglio togliersi il problema una volta per tutte. Vorrei aggiungere che ha consigliato di eliminare, oltre alla vescica, anche l'utero. Cosa ne pensa? Vorrei aggiungere che la turb è stat effettuata il 18 febbraio 2013 e a tutt'oggi le urine continuano ad essere rosate. anche questo è normale?
La ringrazio per la disponibilità.
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.5k 1.9k 19
Gentile Signore,
purtroppo i dati che ci fornisce sono troppo frammentari per esprimere un giudizio appropriato, tra l'altro solo ora ci accorgiamo che non è lei il diretto interessato. Possiamo comunque ribadire che l'aspetto "ad occhio" della neoplasia ha certamente il suo valore, così come la possibilità di averla rimossa più o meno completamente. Sta di fatto che le indicazioni ad un intervento demolitivo dovrebbero essere giustificate da un esame istologico che indichi chiaramente l'invasività del tumore (T2 o superiore). unita ad un inequivocabile quadro della TAC.
In una donna in post-menopausa, la rimozione contestuale dell'utero con la vescica è abituale, semplifica lievemente l'intervento e rimuove il rischio di altri problemi (es. tumori, prolasso) che lorgano potrebbe sviluppare in futuro. Molto dipende comunque dalle abitudini dell'operatore.
Infine, la persistenza di un sanguinamento a 40 giorni circa dalla resezione, può far pensare che questa non sia stata completa. La TAC dovrebbe comunque evidenziare l'attuale situazione.

Saluti
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Utente
Utente
Grazie dott. Piana per la risposta,
mi scuso per non aver precisato che non ero io il diretto interessato ma mia madre di 66 anni. Detto ciò, subito dopo aver eseguito la turb il chirurgo mi disse che dalla tac veniva segnalato un problema all'utero, cosa che in seguito a visita ginecologica ed ecografia molto accurata è stato scongiurato, e che quindi quello che si credeva essere un intervento (turb) di tipo curativo era invece di tipo diagnostico. Da qui le mie perplessità visto che secondo me il chirurgo ha operato convinto di dover comunque rimettere le mani sul problema. Ora mi chiedo: sarebbe meglio un' altra visita con altro chirurgo? e nel caso procedere con una re-turb? il chirurgo che ha operato ci ha detto che in caso noi scegliessimo per una re-turb lui non garantisce che l'operazione vada bene e sia risolutiva, e che vuole le firme di consenso da parte dei parenti prossimi. capisce bene che oltre allo stato d'animo agitato per il male si somma anche il dubbio che le cose non siano state fatte bene.
La ringrazio ancora
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.5k 1.9k 19
Gentile Signore,
la sottoscrizione del consenso informato a termini di legge riguarda solo il paziente, se maggiorenne e non interdetto. Sul rapporto con il vostro specialista di riferimento non è qui il caso di discutere o giudicare e sulla eventualità di una revisione endoscopica ci siamo già espressi, crediamo con sufficiente chiarezza.

Saluti
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Utente
Utente
Buongiorno, scrivo per onor di cronaca, purtroppo mia madre è deceduta a giugno. Dopo 2 turb, è stata fatta cistectomia radicale dalla quale è emerso un quadro con interessamento della vagina. Dall'esito istologico i linfonodi risultavano indenni. Dopo circa un mese dalla cistectomia presentava una fastidiosa tossettina ed in seguito a TAC le sono state riscontrate numerose mestasi polmonari e addominali, che un mese prima non c'erano o non erano visibili. Morale della favola dopo dieci giorni di sofferenze è deceduta. Si sarebbe potuta fare una chemioterapia pre e post operatoria, ma chissà se sarebbe andata diversamente, oppure avremmo allungato le sofferenze...
So che non serve a niente, ma porto la mia sfortunata esperienza.
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.5k 1.9k 19
Gentile Signore,
nel porgere le nostre condoglianze per il grave lutto che ha colpito lei la vostra famiglia, la ringraziamo per aver voluto comunque contribuire alla descrizione del caso, a vantaggio dei nostri lettori. Per quanto riguarda il suo dubbio, considerata l'evoluzione molto rapida che ovviamente denota una neoplasia estremamente aggressiva, è molto probabile che la seconda ipotesi sarebbe stata la più verosimile.

Saluti