Cistouretrografia retrograda e minzionale
buon giorno,sono un giovane sposato di 29 anni.
Poco più di un anno fa ho subito un intervento di uretroctomia endoscopica nel tratto antero-bulbare, ma con il passare del tempo ho notato che il flusso urinario è diminuito notevolmente.
Pochi giorni fa ho effettuato una cistouretrografia retrograda e minzionale ed in punto del referto il radiologo ha scritto la seguente frase:al tratto di passaggio tra uretra membranosa e sul di sacco bulbare si riconosce in tale fase minor distensione delle pareti uretrali che disegnano stenosi non serrata "a clessidra" (a raccordo dolce) della lunghezza proiettiva di 6-7 mm.
Cosa devo fare ? rifaccio nuovamente lo stesso intervento chirurgico o effettuo dilatazioni uretrali con catetere idraulico ?
Poco più di un anno fa ho subito un intervento di uretroctomia endoscopica nel tratto antero-bulbare, ma con il passare del tempo ho notato che il flusso urinario è diminuito notevolmente.
Pochi giorni fa ho effettuato una cistouretrografia retrograda e minzionale ed in punto del referto il radiologo ha scritto la seguente frase:al tratto di passaggio tra uretra membranosa e sul di sacco bulbare si riconosce in tale fase minor distensione delle pareti uretrali che disegnano stenosi non serrata "a clessidra" (a raccordo dolce) della lunghezza proiettiva di 6-7 mm.
Cosa devo fare ? rifaccio nuovamente lo stesso intervento chirurgico o effettuo dilatazioni uretrali con catetere idraulico ?
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caro utente, la cosa migliore è una cosulanza urologica con un eventuale uretrociscopia, per valutare bene l'entità della stenosi.
cordiali saluti
Dott. Giuseppe Quarto
www.prevenzioneprostata.com
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Dott. Giuseppe Quarto
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Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com
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Caro signore purtroppo la sua situazione non è favorevolissima prima di tutto perchè la stenosi da cui era affetto era molto estesa e poi perchè le stenosi uretrali nel giovane sono normalmente molto insidiose perchè tendono peraltro alla recidiva dopo trattamento endoscopico e richiedono pertanto un accurato monitoraggio e spesso purtroppo ulteriori accessi endoscopici così come sembrerebbe essere necessario nel suo caso allo stato attuale. In questi casi è però fondamentale armarsi di grand epazienza e soprattutto avere fiducia dell'urologo che l'ha trattata in prima battuta in quanto conosce perfettamente la sua condizione di partenza e sa che tipo di trattamento e come è stato eseguito.
Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.9k visite dal 01/05/2008.
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